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Scopo e Coscienza
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Scopo e Coscienza
E-book78 pagine57 minuti

Scopo e Coscienza

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Info su questo ebook

I comportamenti degli esseri umani appaiono tesi al conseguimento di un fine, organizzati nella trama di quel tessuto a cui si dà il nome di Coscienza. In questo saggio sono illustrate semplici e libere riflessioni sullo Scopo, alla base dei processi e del funzionamento umano, e sulla Coscienza, provando a mettere in relazione fenomeni e spunti che scaturiscono dall’esperienza di lavoro e di ricerca dell’autore.
LinguaItaliano
Data di uscita9 set 2013
ISBN9788890623837
Scopo e Coscienza

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    Anteprima del libro

    Scopo e Coscienza - Vito Francesco De Giuseppe

    Scopo e coscienza

    Vito Francesco De Giuseppe

    Vito Francesco De Giuseppe

    Psicologo Psicoterapeuta.

    Socio della Società Italiana di Terapia Cognitivo-comportamentale, si occupa di Disturbi d’Ansia, Depressivi e Psicosomatici.

    Svolge ricerche nell’ambito della Psicofisiologia, dell’Ergonomia Cognitiva e dell’impiego di sistemi di Realtà Virtuale in Clinica, Riabilitazione e nello studio dei processi di apprendimento.

    Scopo e Coscienza di Vito Francesco De Giuseppe. Simbiosis Book.

    ISBN 978-88-906238-3-7

    Collana Manuali

    Scopo e Coscienza

    Vito Francesco De Giuseppe

    Simbiosis Book

    ISBN 978-88-906238-3-7

    Giugno 2013

    Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia

    (CC BY-NC-ND 3.0) 2013

    Simbiosis s.r.l.

    73100 Lecce - via O. Scalfo n.14

    www.simbiosisbook.simbiosiscompany.com

    simbiosisbook@simbiosiscompany.com

    Sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera.

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    Date le caratteristiche intrinseche di Internet, l’Autore non è responsabile per eventuali variazioni negli indirizzi e nei contenuti dei siti Internet riportati.

    Sommario

    Identità

    Io Multiplo

    Metafore e Cervello

    Robot, mondo artificiale, simulazione

    Funzionamento e Simulazione

    Logica Fuzzy

    Agente complesso

    Videogiochi e Apprendimento

    Schemi cognitivi indotti dal web 2.0

    Scopo e coscienza

    Bibliografia

    Identità

    Dove sono nato, l’orizzonte è rotto dal profilo di colline e montagne boscose, il suono di ruscelli e cascate fa da sottofondo alla vita di tutti i giorni. Dietro casa di mia nonna, il fiume che bagna il paese, formava una piccola cascata che d’estate si trasformava in un rivolo leggero dal suono lieve, mentre d’inverno era un rombo che accompagnava quello dei tuoni che si abbattevano sugli alberi sulla sommità della collina che sovrastava la vecchia casa della mia famiglia.

    Anche le strade del paese, un intrico di vie che scendevano dai fianchi dei pendii, per raggiungere la piazza del paese, posta al centro della piccola vallata, diventavano d’inverno, sotto lo scrosciare della pioggia, il letto di fiumi impetuosi, carichi di acqua, fango, rami, tronchi, che scendevano dalla montagna.

    Tutto questo organizzava e regolava la vita degli abitanti del luogo. L’inverno il tempo si passava a casa e i tre bar chiudevano molto presto.

    Lo stesso incedere, la postura. Le donne portavano sulla testa di tutto, brocche con l’acqua presa alle fontane, vino, olio, cesti di vimini con dentro ortaggi, e verdure, anche fascine di legna per il camino. Camminavano su per le vie, inerpicandosi lungo la salita o scendendo giù in discesa senza tenere con le mani il pesante fardello messo sulla testa, e ammortizzato da un pezzo di stoffa che, raccolto a ciambella, proteggeva il cranio e dava stabilità al pesante fardello. Sembravano dotate, ai miei occhi, di un senso dell’equilibrio quasi innaturale.

    Le cose si facevano in silenzio. Avete mai provato a salire lungo una strada ripida, quasi verticale e parlare contemporaneamente?

    Dopo pochi passi o fate una cosa, parlare, o l’altra, camminare. Perciò se bisognava andare da qualche parte a piedi, si faceva in silenzio. Solo una volta giunti nella piazza, in piano, si cominciava a parlare.

    Quello, la piazza, era il luogo in cui le persone potevano lasciarsi andare a comportamenti, in cui era possibile fare più cose contemporaneamente.

    Ora non vorrei dare un’immagine sbagliata dei miei compaesani, non erano musoni, anzi nel circondario erano famosi per essere quelli più rumorosi e ciarlieri, gran chiacchieroni se si faceva riferimento agli abitanti del piccolo paese posto ancora più su, sulla montagna, famoso per la produzione del carbone vegetale. Li vedevo dalla finestra della cucina, scendere in lontananza, lungo i sentieri della montagna, mentre controllavano che gli asini carichi del carbone prodotto nelle carbonaie in cima, rimanessero al centro del sentiero e non precipitassero giù per la scarpata. Silenziosi scendevano, in silenzio scaricavano il carbone e sempre in silenzio intascavano i soldi che mia nonna pagava per quello che aveva ordinato. Solo alla fine, piegando il capo, sentivo dire:

    -Buongiorno a voi Signora.- in un sussurro che sembrava quasi fastidioso dopo tanto silenzio.

    Lì ogni cosa è misurata, perché tutto va eseguito senza sprechi di energia, che possono essere pagati a caro prezzo in un luogo in cui le energie vanno centellinate e conservate per i momenti di crisi.

    Ho vissuto in un luogo diverso da quello, dove sono nato. Un luogo in cui gli spazi e i tempi erano vissuti in modo molto diverso.

    L’orizzonte si disperdeva a vista d’occhio e il parlare era una condizione necessaria per essere accettato, ma quello che

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