Note dalla Culla: I bambini e la Musica
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Ci stiamo riferendo esclusivamente all'interesse, alla curiosità e soprattutto all' educazione in senso lato mentre lasciamo ad altro contesto le ambizioni di una formazione professionale, per quanto, entrambe le aspirazioni, siano unite dalla medesima matrice che ne costituisce la base: l’amore per la musica.
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Anteprima del libro
Note dalla Culla - Giovanna Galli
fa
Premessa
Questo testo è rivolto a genitori ed educatori con l'intento di aprire una via d'accesso al mondo della musica fin dalla prima infanzia. Non intende essere un compendio di quanto la scienza è oggi in grado di dimostrare sui benefici della musica, ma si propone di fornire un quadro generale, corredato da suggerimenti pratici, per favorire l’attività ed il gioco musicale fra adulti e bambini. Il genitore che si propone di inserire una fetta
di musicalità nella crescita dei propri figli, potrà trovare alcuni approfondimenti e qualche idea su come, dove e quando innescare l'amore per la musica, già dalla prima infanzia.
Ci stiamo riferendo esclusivamente all'interesse, alla curiosità e soprattutto all' educazione in senso lato mentre lasciamo ad altro contesto le ambizioni di una formazione professionale, per quanto, entrambe le aspirazioni, siano unite dalla medesima matrice che ne costituisce la base: l’amore per la musica.
La musica, in generale, ha il grandissimo pregio di essere un materiale plastico, una sorta di Didò da poter usare a propria discrezione, quindi da variare, frammentare, accumulare, rivisitare, interpretare, strimpellare, riprodurre, ecc.
Pensiamo semplicemente a quante azioni si possono fare con la musica: ascoltare, sentire (e non è la medesima cosa), cantare, suonare, battere il tempo, ballare, percepire, emozionarsi, commuoversi, ricordare, concertare, arrangiare, variare, improvvisare... Ognuno di questi verbi mette in campo un'azione cognitiva che unisce aspetti motori ed emotivi basati su presupposti specifici che provocano effetti collaterali
, del tutto positivi.
Prendiamo un esempio molto semplice: tutti noi sappiamo battere il tempo con il piede e con le mani, ma ci siamo mai chiesti come ci riusciamo? Il nostro cervello percepisce una concatenazione di accenti sonori ripetuti e costanti nel tempo (P. Fraisse, Psicolgia del ritmo, Roma, Armando Editore 1979).
Esso manda un segnale agli arti che si pongono in azione cadendo sul battito successivo, si preparano cioè in anticipo creando un circuito fra orecchio (ascolto) - input (segnale) - reazione (piede o mani).
Tale connessione si regola anticipatamente rispetto al beat della musica per porre i muscoli nella condizione di colpire esattamente sul tempo riscontrato. Tutto questo in modo naturale quando la percezione del ritmo musicale è chiara e costante. Se battere il tempo per un ragazzo o un adulto è alquanto semplice, al contrario è decisamente più complesso nella prima infanzia. Occorre infatti che le capacità di percezione e di coordinazione motoria siano ben sviluppate per porlo in grado di creare una connessione fra le due sfere (percettiva e motoria) e di riuscire quindi a produrre un gesto ritmico con andamento regolare.
Questo piccolo esempio vuole focalizzare l'attenzione su come, un'azione così semplice come battere il tempo, coinvolga aspetti cognitivi e motori importanti e, se proposta ai bambini di 3 - 4 - 5 anni, concorra ad affinare la capacità di percezione e di coordinazione. Il tutto gradevolmente condito dall'ascolto e dall'attenzione senza i quali il ritmo non verrebbe colto!
Se dai giochi su brani musicali con ritmi facilmente percepibili si passa ad ascoltare musiche di generi diversi, dove il beat non è così riconoscibile (es. musica classica) aumenta la difficoltà di percezione in modo direttamente proporzionale all'utilità che se ne trae dal riuscire a individuare e seguire l’andamento.
Parlavamo prima di divertimento e piacere
nel gioco musicale, come condizione indispensabile essendo certi che tutto ciò che è spassoso per il bambino risulta attraente. Ma se durante l’età scolare anche l'ostacolo può avere il suo fascino, come sfida che muove all'azione, nell'età pre-scolare di concetti di impegno/risultato sono sconosciuti. Ogni qualvolta incontra una piccola difficoltà, il bambino sotto i 5 anni generalmente cambia strada, si orienta su altri svaghi, per lui più immediati.
Per favorire quindi nuove scoperte musicali, che si apprendono solo dopo alcune prove, l’adulto dovrebbe incentivare la ripetizione alimentando il gioco con fantasia e curiosità affinché risulti stimolante. Un po’ come insegnare ad andare in bicicletta, per intenderci, con qualche tentativo e tanto incoraggiamento!
Durante la crescita del proprio bambino, l'adulto (genitore/educatore) interviene attuando delle scelte in quasi tutti gli ambiti: dall'educazione, all’alimentazione, all'igiene, all'abbigliamento ecc. ed ha un ruolo fondamentale sul piano educativo. Analogamente, nell'approccio alla musica, una modalità efficace e consapevole da parte dell’adulto incide sugli esiti futuri.
Non si tratta di partire da una competenza in materia musicale, ma di aver chiaro quali sono gli aspetti fondamentali nella relazione bimbo-musica tenendo conto dell'età e dello sviluppo del bambino.
L'intento delle pagine seguenti è quindi quello di fornire ai genitori qualche conoscenza in più sul materiale musicale