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La comunicazione felice: il dialogo sonoro in famiglia
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La comunicazione felice: il dialogo sonoro in famiglia
E-book108 pagine1 ora

La comunicazione felice: il dialogo sonoro in famiglia

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Info su questo ebook

Manuale di musicoterapia
LinguaItaliano
Data di uscita23 giu 2020
ISBN9788835853961
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    La comunicazione felice - Anna Marchesani

    Anna Marchesani

    La comunicazione felice

    il dialogo sonoro in famiglia

    Anna Marchesani

    LA COMUNICAZIONE FELICE

    IL DIALOGO SONORO IN FAMIGLIA

    © Anna Marchesani

    Tutti i diritti riservati

    Prima Edizione giugno 2020

    ISBN

    Mosaico Edizioni 2020

    www.mosaicoedizioni.it

    UUID: a78b42fa-1905-4332-a024-4ffa29c99ce9

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Premessa

    Introduzione

    La struttura della musicoterapia familiare biodinamica

    Progetto di ricerca-azione in musicoterapia familiare

    PRIMA PARTE

    Capitolo primo

    Capitolo secondo

    Capitolo terzo

    Capitolo quarto

    Capitolo quinto

    Capitolo sesto

    Capitolo settimo

    Capitolo ottavo

    Capitolo nono

    Capitolo decimo

    Capitolo undicesimo

    Capitolo dodicesimo

    Capitolo tredicesimo

    Capitolo quattordicesimo

    Capitolo quindicesimo

    SECONDA PARTE

    Premessa alla seconda parte

    Cenni sui disturbi della relazione

    Presentazione di alcuni soggetti dei setting musicoterapici

    Conclusione

    Bibliografia

    Contatti

    Premessa

    Nel primo anno di vita, la madre è l’intermediaria di ogni percezione, di ogni azione, di ogni conoscenza, quello che si può chiamare: l’oggetto precursore nella percezione ¹. Questa Gestalt privilegiata, come la definisce Spitz, è costituita dall’insieme di: fronte, occhi, naso, il tutto in movimento. A volte, continua Spitz, il bambino può rispondere con il sorriso a sei mesi (il sorriso in questo caso costituisce la relazione pre-oggettuale secondo Spitz).

    Si può immaginare facilmente quale importanza abbiano queste variazioni per le relazioni della madre. Certamente, se il sorriso, oppure, uno sguardo partecipativo del bambino vengono a non esserci per tempi più lunghi, insieme ad una assenza di linguaggio, le relazioni della madre saranno diverse rispetto a quella madre che si sente naturalmente gratificata dalle risposte non verbali e verbali del bambino, che, di conseguenza si sentirà una mamma buona.

    La formazione dell’oggetto precursore segna il momento in cui il bambino si distoglie da quello che ho chiamato la recezione interiore dell’esperienza, per giungere alla percezione esteriore degli stimoli provenienti dall’ambiente.

    René A. Spitz

    Cercare di ricreare una possibilità, attraverso la musicoterapia, perché si formi la relazione preoggettuale nel bambino, così come Spitz la intende, è una premessa che motiva anche il lavoro necessario da compiersi quasi contemporaneamente con il Sistema-ambiente famiglia e con il gruppo delle famiglie aventi figli affetti da disturbi della relazione.

    Quando all’interno della famiglia non scorre più la linfa della comunicazione umana e la recezione interiore dell’esperienza si è incistata, si interrompe la circolarità dei messaggi e la creatività di essi; si viene a creare la condizione di impossibilità e incapacità di percepire gli stimoli esterni provenienti dall’ambiente sia interno che esterno al sistema famigliare, giungendo perfino a fenomeni di isolamento. Perché, dunque, rivolgere un Progetto di ricerca di musicoterapia alla famiglia? Perché la Musicoterapia si pone in un’ottica di intervento centrato sulla relazione, valorizzante le parti sane e creative di ciascun individuo; la Musicoterapia si articola dentro il rapporto: uomo, suono, ambiente. Il primo ambiente per il bambino, come affermava Spitz ed altri, è la madre o il gruppo madre-bambino definito da Georfe Simuel: Diade.

    Altro ambiente è quello della famiglia ed è opinione comune dei ricercatori che il sistema famigliare possa essere inteso come composto da due subsistemi complementari ed in interazione tra di loro: quello coniugale (della coppia), quello genitori-bambino. Hirsberg sottolinea come la percezione del coparenting, o negoziazione fra genitori, abbia una influenza sulla sensazione di sicurezza sperimentata dal bambino all’interno dello spazio famigliare almeno pari a quello esercitato dalla relazione individuale con ciascuno dei partner.

    Muir sostiene che, nei primissimi mesi di vita, il padre assolve alla funzione di sostegno alla diade madre-bambino, sia tramite all’apporto all’interazione diretta con l’infante che attraverso la sua funzione di regolazione dell’ambiente famigliare.

    Secondo Berkly: Mentre la relazione madre-bambino è caratterizzata da una posizione di fragilità e di dipendenza del bambino, la relazione tra padre e figlio è finalizzata allo sviluppo della indipendenza. Inoltre, sempre secondo Berkly: Il padre facilita il processo di separazione-individuazione dalla madre in quanto la sua funzione è quella di aiutare il bambino a liberarsi dal legame simbiotico con la madre e a sviluppare l’autonomia della funzione dell‘Io.

    Questo è un motivo valido per lavorare nel setting musicoterapico, prima solo con la diade madre-bambino, successivamente, con la coppia genitoriale insieme al bambino e favorire l’autoapprendimento dei frames e dei patterns di comunicazione nei genitori tramite attente osservazioni delle videoregistrazioni effettuate durante i setting di musicoterapia.

    Dal mese di Febbraio 2020 mentre sto lavorando nella scuola e per ultimare questo mio libro sta accadendo qualcosa per quello che viene chiamato Coronavirus o Covid 19 che ci ha costretti a star maggiormente in casa, a far nuove esperienze di tempo e spazio a livello anche percettivo, di ascolto, le scuole sono state chiuse e noi docenti e lavoratori stiamo cambiando il modo di entrar in contatto con l’altro: l’utilizzo dei computer, dei cellulari, di Meet, sta diventando l’unico modo per vedere l’altro e ascoltarne la voce e le emozioni.

    Mi sono chiesta più volte quanto ora questo mio libro ed esperienze siano utili, considerando che probabilmente continuerà la D.a.D. ossia la didattica a distanza o si lavorerà nelle aule a scuola ma dovendosi attenere a nuove regole: indossare le mascherine, rispettare la distanza sociale di un metro o più l’uno dall’altro, tra docenti ed alunni.

    Oggi davvero gli abbracci e gli sguardi non attraverso uno schermo del pc, ma quelli veri, dentro gli occhi dell’altro, possono esserci con più conforto ed espressività umana nella famiglia, nella casa, dove però avverto che possa crescere il rischio di aver poco tempo per comunicare efficacemente: ora molti genitori lavorano anche in casa al loro pc, quindi si è in casa insieme, ma spesso, per tante ore, ognuno dentro i suoi file e videochiamate.

    La mia speranza è che attraverso questo mio libro ed esperienze umane si possa conservare, riutilizzare questo fare insieme musica e non smettere mai di comunicare felicemente in spazi di libertà nella naturalezza di feedback fatti di suoni creati con strumenti musicali, ritmi del corpo, emozioni espresse con la voce della nostra anima.

    ¹ Il primo anno di vita del bambino, Spitz, 1967, Firenze.

    Introduzione

    Questo mio libro nasce dopo un lungo lavoro che tutt’ora continua, esperienziale e di ricerca-azione come musico terapeuta familiare e trainer per la Nuova umanità, sono stata sollecitata dal Prof. Mauro Scardovelli a riprendere alcuni contenuti espressi nella mia tesi di ricerca in musicoterapia del 1999 e a trasformarli in file, così con coraggio oggi ho deciso di utilizzarli con altri miei scritti in

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