Eva cerca... Eva
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Anteprima del libro
Eva cerca... Eva - Giancarlo Cheratite
Quasimodo]
Il primo incontro
- Ciao papà, vado al lavoro, ci vediamo stasera.
- Va bene cara, a stasera.
Il padre di Natalia, dopo la morte della madre, era caduto in una forte depressione ed era appena tornato a casa dopo quasi un anno di terapia in una clinica privata. Era una bella giornata di sole primaverile e Natalia si sentiva un po' ansiosa ma anche contenta di riprendere il corso della sua vita, dopo essere stata molto tempo vicina al padre. La casa di suo padre era in campagna e Natalia doveva farsi ogni giorno un’ora di macchina per raggiugere la sua attività commerciale.
Arrivata a destinazione parcheggiò l’auto ed entrò nella galleria d’arte di sua proprietà. Marco, il suo assistente, era già al lavoro.
- Ciao Natalia, come sta tuo padre?
- Meglio, adesso dorme tutta la notte, se continua così tra poco potrò tornare nel mio appartamento in città.
- È quasi un anno che stai dietro a tuo padre.
- Sì, un anno di terapia, ho avuto veramente paura che non tornasse più a casa.
- Me lo immagino, io non so se avrei avuto il tuo coraggio e la tua forza.
- Ormai siamo rimasti solo io e lui, comunque grazie a Dio va molto meglio.
- Mi fa piacere per te... senti, non per cambiare discorso ma tra una settimana parto per Roma, hai già trovato qualcuno?
- Per il momento non ho ancora trovato la persona adatta, non potresti rimanere ancora un po'?
- Natalia, te l'ho detto un mese fa...
- Lo so, ma con mio padre e tutto il resto non ho avuto molto tempo...
- Ti posso solo promettere di rimanere ancora una settimana ma poi devo per forza partire.
- Mi fai veramente un grande favore, grazie!
La porta del negozio si aprì facendo entrare una giovane donna con una grande borsa.
- Buongiorno, è qui dove si possono esporre i lavori degli artisti? Io sono Giulia.
- Piacere Giulia, io sono Natalia e questo è Marco, il mio assistente... i tuoi lavori sono lì dentro?
Natalia indicò la grande borsa.
- Sì, ho portato due disegni che rappresentano un po' il mio stile.
Giulia aprì la borsa e tirò fuori due grandi rotoli di carta da disegno.
- Fammi vedere... mi piacciono... disegni bene, a me personalmente piace di più lo stile realista ma i tuoi disegni non sono per niente male, dove hai imparato a disegnare così bene?
- Non so dove esattamente, ho sempre avuto questa passione fin da piccola.
- Vuoi iscriverti?
- Sì, volentieri.
- Bene, qui c'è Marco, pensa lui a registrarti poi parliamo ancora un po', va bene?
- Per me va bene, c'è qualcosa da pagare?
- No, in caso di vendita il venti per cento del ricavato va alla galleria il resto all’artista, dopo un mese se non si vende niente facciamo delle foto dei tuoi lavori, che conserviamo in questi cataloghi.
Natalia le fece vedere uno dei cataloghi esposti sul bancone.
- Per le foto c'è da pagare qualcosa, ma dipende da quante foto vuoi fare.
- Per me va bene, grazie.
- Bene, ti lascio a Marco.
Natalia si allontanò per andare incontro ad alcuni clienti che erano entrati mentre parlava con giovane donna.
- Giulia, qui c'è il formulario, ti puoi sedere a quel tavolo lì nell'angolo e quando sei pronta me lo porti e io faccio il resto.
- Va bene, grazie.
Giulia posò la borsa per terra vicino al tavolo e si sedette per riempire il formulario. Natalia dall'altra parte del negozio la osservava e non poteva fare a meno di ammirare la semplice bellezza della ragazza. Fin da ragazzina aveva sentito questa attrazione per le ragazze, ma era uscita dall'armadio
ufficialmente solo un anno prima. All'Accademia delle Belle Arti aveva avuto una storia con una ragazza, ma si trattava più che altro di attrazione fisica e ne era uscita con un senso di vuoto dentro.
Giulia aveva riempito il formulario e ripresa la borsa si era diretta verso il bancone, dove Marco stava sfogliando un libro sull'arte moderna.
- Hai fatto presto.
- Ho lasciato aperta qualche domanda...
- Vediamo... ti sei dimenticata il numero di telefono, in caso dovessimo chiamarti.
- Oh sì, scusa... sono terribile nel riempire i formulari.
- Non fa niente, ormai ci sono abituato... per me va bene, adesso lo passo sul computer e sei ufficialmente iscritta nella Bottega dell'Arte.
- Benissimo, sono molto contenta.
Marco fece un cenno con la mano a Natalia.
- Io ho finito, hai ancora qualche domanda per Giulia?
- Si, grazie Marco.
- Giulia, ti dispiace se parliamo ancora un po'? I tuoi disegni mi hanno molto incuriosita. Vieni, sediamoci al tavolo, vuoi bere qualcosa? Un tè... un caffè?
- Non vorrei disturbare.
- Nessun disturbo, a quest'ora non c'è molto movimento e possiamo parlare con calma.
- Allora un tè va bene, grazie.
- Torno subito.
Giulia si guardava intorno, si sentiva bene in quell’ambiente, era pieno di arte e questo la faceva sentire a suo agio. Dopo un po' Natalia tornò con due tazze di tè.
- Parlami un po' di te, che fai nella vita?
- Non c'è molto da raccontare, ho dovuto lasciare gli studi dopo il liceo perché mia madre aveva perso il suo lavoro e mi sono messa a lavorare... anche se di lavori se ne trovano pochi.
- Ti capisco, mi fai vedere ancora una volta i tuoi disegni?
Giulia tirò fuori dalla borsa i suoi disegni.
- Due disegni sono un po' pochi per vedere se hai uno stile tutto tuo, ne hai di più a casa?
- Hai ragione, ma pensavo che questi due disegni dessero già un po' l'idea del mio stile.
- Sono bellissimi, non mi fraintendere, ma per la scelta su cosa esporre dovresti portarne almeno sei o sette.
- A casa ne avrò almeno una ventina.
- Bene, torna domani con gli altri disegni cosi facciamo una scelta, siccome non abbiamo molto spazio potrai esporre solo tre lavori, sei d'accordo?
- Per me va bene, allora a domani.
- Ciao Giulia, a domani.
Quando la giovane donna scomparve dietro la porta, Natalia si rivolse a Marco.
- Carina.
- Ti piace?
- Sì, è molto fine, è proprio la ragazza che cerco.
- Le hai già detto qualcosa?
- No, ma torna domani, glielo dirò domani.
Giulia uscì dalla galleria d’arte molto contenta e si diresse in fretta verso casa. Camminando le venne in mente che la madre le aveva chiesto di fare un po' di spesa. Il primo sole di primavera risplendeva sul suo viso e le venne voglia di ballare dalla gioia. Fatta la spesa riprese il cammino verso casa. Appena entrata, sua madre le venne incontro.
- Com'è andata?
- Bene, domani porto il resto dei disegni, si possono esporre solo tre lavori.
- Hai già fatto una scelta?
- Non ancora, a Natalia, la proprietaria della Bottega dell’Arte, piacciono di più i disegni realisti.
- Ne hai?
- Sì, ne ho qualcuno, stasera vedo.
- C'è da pagare qualcosa? Lo sai che non ho molte possibilità.
- Non preoccuparti mamma, ho risparmiato qualcosa facendo i ritratti della gente al mercato delle pulci e penso che per il momento bastino.
La madre era molto orgogliosa della figlia, l'aveva avuta quando era ancora giovanissima, per occuparsi di lei aveva dovuto lasciare gli studi.
Il giorno seguente Giulia entrò nella Bottega dell'Arte e vide subito Natalia venirle incontro con un bel sorriso.
- Ciao Giulia, come stai?
- Ciao Natalia, bene grazie, e tu?
- Anch'io bene, grazie.
- Ho portato dieci disegni, spero che bastino.
- Adesso vediamo, vieni con me nell'altra stanza cosi possiamo scegliere con calma.
Entrate nella stanza dietro il bancone Giulia posò la grande borsa sul lungo tavolo.
- Adesso prendo dei pesi, così possiamo stendere le opere sul tavolo quattro alla volta.
Giulia prese dalla borsa i primi quattro disegni e li porse a Natalia, che li sistemò sul tavolo.
- Di questi quattro scelgo questi due, tu che ne pensi?
- Sono d'accordo, li avrei scelti anch'io.
- Bene, questi li mettiamo da parte, me ne passi altri quattro?
- Sì, certo.
Dopo aver sistemato i disegni sul tavolo Natalia li guardò con attenzione.
- Questo è bellissimo, quando l'hai fatto?
- Anche a me piace molto, l'ho fatto due mesi fa, era un periodo un po' triste per me e ho espresso in questo disegno quello che sentivo in quel momento.
- È bellissimo, questo lo mettiamo insieme agli altri due... ne hai ancora due, vero?
- Sì, gli ultimi due.
Sistemati i disegni sul tavolo Natalia li guardò per un paio di minuti.
- Giulia, questi due disegni non mi dicono nulla, ti dispiace?
- No, per niente, li ho portati perché mi hai detto che ti piaceva l'arte realista.
- Non sono fatti male, ma non sono interessanti come gli altri che abbiamo messo da parte, se sei d'accordo io andrei per i tre che abbiamo scelto.
- Per me va bene.
- Adesso si dovrebbe pensare alle cornici, i clienti sono molto interessati anche alle cornici, il colore, la struttura... la giusta cornice esalta di più il disegno.
- Io veramente non saprei cosa scegliere.
- Se vuoi possiamo farlo noi, ma ci sarebbe da pagare qualcosa per il lavoro e il materiale.
- Mi potresti dare un'indicazione riguardo il prezzo?
- Il lavoro lo facciamo noi, dunque i costi sono abbastanza ragionevoli, per tre cornici di questa grandezza ci vorranno almeno un centoventi euro, al massimo centocinquanta... dipende dal materiale.
- Va bene, se lo ritieni necessario per me va bene.
- Lascia fare a noi, non te ne pentirai.
- Non so come ringraziarti, sei molto gentile, mi metti proprio a mio agio.
- Senti, se non hai niente da fare ti andrebbe di venire un momento a casa mia? Non abito lontano... saranno cinque minuti con la macchina, voglio farti vedere dei quadri che ho dipinto ai tempi dell'Accademia... ti va?
- Certo, molto volentieri.
- Bene, andiamo.
Passando dal bancone Natalia disse a Marco che sarebbe tornata al massimo entro un'ora.
- A quest'ora c'è poco traffico in città, arriviamo subito, hai da fare?
- No, da una settimana sono a casa, dove lavoravo saltuariamente hanno chiuso il negozio e mi sto dando da fare per trovare qualcos'altro.
- Sono tempi difficili...
- A chi lo dici, non ho mai avuto un lavoro fisso e adesso che anche mia madre non lavora...
- Ti capisco, sai cosa? Mi sei molto simpatica, non ti preoccupare per le cornici, ci penso io e poi se tu dovessi vendere i tuoi lavori mi ripaghi.
- Dici davvero? Sei molto gentile, ma non voglio approfittare...
- Tranquilla, lo dico perché vedo che hai talento e voglio esporre i tuoi lavori.
- Allora in questo caso ti ringrazio, grazie di cuore.
- Ma figurati...
Entrati nella casa Natalia le fece subito vedere i suoi quadri.
- Giulia, con te parlerei di arte per ore e ore.
- Anche a me fa molto piacere, hai una conoscenza dell'arte molto estesa e i tuoi dipinti sono molto belli.
- Non ho ancora visto tutti i tuoi lavori, ma quelli che mi hai fatto vedere sono molto promettenti.
- Io non ho fatto gli studi che hai fatto tu... sono una autodidatta, ho imparato a disegnare da sola.
- Non sono certo gli studi all'Accademia che ti fanno diventare un'artista ma quello che hai nel cuore... il tuo talento, e tu ne hai da vendere.
- Ti ringrazio, in ogni caso mi vergogno sempre un po' a dire che sono un'artista, non penso di meritare ancora questo titolo.
- Il tuo viso mi è molto familiare, mi sembra di averti già vista da qualche parte.
- Il fine settimana sono sempre al mercato delle pulci qui in piazza a fare dei ritratti alla gente e a vendere qualche mio disegno.
- Ma si! Adesso mi ricordo, non so proprio come ho fatto a non notarlo prima.
- Devo arrangiarmi come posso.
- Senti, mi viene un'idea: ho bisogno di un assistente, Marco si trasferisce a Roma tra una settimana e per il momento non ho ancora trovato nessuno, tu mi sembri la persona ideale, t'intendi di arte e per me sei già un'artista molto promettente, t'interessa?
- Davvero? Non mi stai prendendo in giro?
- Tesoro, non