Brevi racconti per menti pigre
Di Sonia C. T.
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Anteprima del libro
Brevi racconti per menti pigre - Sonia C. T.
pigre.
****
Una piccola candela iniziò a spegnersi. Pian piano. Sempre di più.
La stanza rimase al buio. Stella non ebbe paura. Era abituata a muoversi senza luce e non perché non ci fosse corrente! Anzi! Semplicemente perché amava muoversi alla cieca e ne aveva le capacità. Aveva la vista come un gatto. Anzi, come un gattino, il suo. Il suo piccolo Wilson. Un piccolo micino rosso e bianco. Tutto composto con un miagolio delicato, un milord. Stella lo adorava. Era il suo migliore amico. Anche se oramai era una bambina cresciuta di 9 anni, non amava stare con quelli della sua età. Non amava proprio stare con gli altri bambini! Amava solo lui. Voleva stare solo con lui. Il suo Wilson. Il suo fidato milord Wilson.
La candela sulla scrivania oramai era spenta. Non fu un problema per la piccola. Scese dal letto, facendo attenzione ai mille giochi per terra e raggiunse la porta. Tutto con estrema facilità. Fece le scale e raggiunse la mamma in salotto.
Mamma? La candela si è spenta. Così... senza motivo.
Oh piccola, mi spiace... Purtroppo non ne ho altre da darti. Dai, vediamo se riusciamo a riaccenderla.
No, dai. Fa niente ma’. Non era importante… Che fai di bello?
Ma come piccola? Non vuoi…
Cosa fai mamma?
Stella interruppe la madre. Lei era così. Un secondo prima era entusiasta o dispiaciuta per una cosa e il momento dopo, le era già passato. E aveva già puntato l’attenzione su altro. La madre oramai lo sapeva ma ne rimaneva sempre sorpresa. Stella e Wilson si misero a fianco della madre, Susie. Lei era una semplice donna delle pulizie di mattina e il pomeriggio una commessa in un negozio di abbigliamento . La grande casa l’aveva ereditata dai nonni materni. Le due donnine e il micio vivevano in quella enorme e affascinante villetta da 3 anni e mezzo. Da quando il marito le chiese il divorzio. Lui prese le sue cose e se ne andò. Per fortuna non sparì dalla vita delle piccola! Anzi, era molto presente e attivo. Il suo matrimonio non aveva funzionato, non il suo ruolo da padre. Amava sua figlia e voleva renderla felice il più possibile.
Nel poco tempo libero che le rimaneva, Susie disegnava. Questa passione le era nata proprio con il divorzio. Un giorno per esprimere le sue frustrazioni, prese in mano uno dei pastelli della figlia ed iniziò a disegnare. Da allora non smise più. Capì che le faceva bene e che la rendeva viva! Una sensazione unica. Una sensazione che non pensi di provare più a 37 anni compiuti!
Eppure continuò…
Oggi a 40 anni, si poteva affermare soddisfatta della strada fatta. Aveva accumulato un sacco di disegni da non sapere quanti erano!
Mamma! E’ bellissimo! Mi insegni a disegnare?
Oh piccola mia, non so neanche io come ho imparato... Ti posso solo dire che ho osservato tanto. Ho guardato e studiato i disegni degli altri.
Che noia…
"Ah-ah!Ah-ah! Per me non lo è mai stato! Io avrei voluto non avere limiti di tempo. Mi piace così tanto guardare i disegni altrui. Vorrei tanto che un
giorno altri lo facessero con i miei! In una galleria d’arte tutta mia!"
Ce la farai mamma. Io lo so.
Oh piccola mia, grazie.
"Dai, adesso vai di corsa a nanna che è tardi. Domani