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La vita della Madonna
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La vita della Madonna
E-book534 pagine5 ore

La vita della Madonna

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Info su questo ebook

Le visioni della Emmerich erano del tutto particolari: lei si separava dal corpo dopo essere stata “chiamata” dal suo angelo custode e il suo spirito si recava in Terra Santa dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento; il giorno dopo li descriveva a Brentano.Né la monaca né il poeta erano mai stati in Terra Santa, eppure Anna Caterina ha descritto con sorprendente precisione i luoghi della vita di Gesù e della Madonna, gli abiti, le suppellettili, i paesaggi. Sulla base delle descrizioni della Emmerich è stata ritrovata a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, a un piano solo, col tetto piatto e il focolare al centro, tra boschi al margine della città perché la Vergine desiderava vivere appartata. Il sacerdote francese Don Julien Gouyet, dando credito a queste visioni, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Caterina. Gouyet effettivamente trovò i resti dell?edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, a nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell’antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la Emmerich.La validità delle affermazioni di Caterina venne confermata anche dalle ricerche archeologiche condotte nel 1898 da alcuni ricercatori austriaci. Gli archeologi ebbero modo di appurare che l?edificio – almeno nelle sue fondamenta – risaliva al I secolo d.C.. Oggi davanti alla casa della Madonna, visitabile ad Efeso e custodita dai cappuccini, c’è un cartello che spiega che ciò che ne restava, cioè le mura perimetrali col focolare centrale, era stato ritrovato grazie alle visioni della monaca stigmatizzata Anna Caterina Emmerich.
LinguaItaliano
Data di uscita4 lug 2017
ISBN9788826478159
La vita della Madonna

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    Anteprima del libro

    La vita della Madonna - Beata Caterina Emmerick

    LavdellaMdcvJHS_RoundWreath_b_embroidery_designLaudetur JCParte introduttiva

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    ::: La vita della Madonna :::

    Secondo le rivelazioni fatte alla beata Caterina Emmerick

    ::: Secondo le rivelazioni fatte alla beata Caterina Emmerick :::

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    Esortazione di San Bernardo a rivolgersi alla Madonna

    La raccolta delle visioni della Veggente

    Questa Vita della Madonna è frutto delle visioni avute dalla venerabile Suora

    La Preghiera di Anna Caterina Emmerick alla Mamma Celeste

    Un trattato di viva mistica Mariana

    Dichiarazione del Vescovo di Mùnster

    Citazioni

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    Esortazione di San Bernardo a rivolgersi alla Madonna

    Diciamo qualche parola su questo nome che si traduce come Stella del mare e che conviene perfettamente alla Vergine Maria. La si compara a ragione ad un astro che diffonde la sua luce senza diminuire d’intensità, così come la Vergine partorisce suo Figlio senza perdere nulla della sua purezza verginale. I raggi non diminuiscono la luminescenza dell’astro ed il Pi­glio non toglie nulla all’integrità della Vergine. Ella è questa nobile stella uscita da Giacobbe, i cui raggi illu­minano l’universo intero, brillano nei cieli e penetrano fin negli abissi. Ella irradia la terra, riscalda le anime anziché i corpi, favo­risce lo sviluppo delle virtù e consuma i vizi. Ella è questa stella bella e meravigliosa che, indispensabile, doveva levarsi al di sopra del mare immenso con la brillantezza dei suoi meriti e la luce del suo esempio. Chiunque tu sia, in questo mare che è il mondo, tu che piut­tosto che calcare la terra ferma ti senti sballottato quaggiù, nel mezzo di uragani e tempeste, non distogliere mai i tuoi occhi dalla luce di quest’astro, se non vuoi vederti subito sommerso dai flutti della marea.

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    Se il vento delle tentazioni ti assale, se gli scogli della sventura ti si parano davanti, guarda la Stella, rivolgiti a Maria. Se la collera, l’avarizia, la seduzione della carne sballottano la fragile barca della tua anima, rivolgi il tuo sguardo a Maria. Quando, tormentato dall’enormità e dall’atrocità delle tue col­pe, vergognoso per le sozzure della tua coscienza, terrorizzato dalla minaccia del giudizio, cominci ad essere afferrato dal baratro del­la tristezza e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nell’angoscia, nell’incertezza, invoca Maria. Che il suo nome mai abbandoni le tue labbra ed il tuo cuo­re. E per ottenere il sostegno della sua preghiera, non cessare di imitare l’esempio della sua vita. Seguendola, non ti smarrirai; pregandola, non conoscerai la di­sperazione, pensando a Lei, non ti sbaglierai. Se Ella ti sostiene, non affonderai; se Ella ti protegge, non avrai timore di nulla; sot­to la sua guida non temere la fatica; con la sua protezione rag­giungerai il porto. Tu proverai allora, con la tua personale espe­rienza, con quale verità siano state dette quelle parole: 11 nome della Vergine era Maria.

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    La raccolta delle visioni della Veggente

    La prima raccolta delle visioni della Veggente di Dùlmen fu curata e pubblicata da Clemente Brentano nel 1833: La Dolorosa Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. In seguito il poeta preparò le altre due raccolte principali: La vita di Nostro Signore Gesù Cristo e La vita della Madonna. Le medesime non furono pubblicate dal pellegrino perché lasciò questa terra. La vita della Madonna fu curata invece dalla moglie di Cri­stiano Brentano (il fratello di Clemente) con l’aiuto di un erudito conoscente, biblista e mariologo. La prima edizione potè così uscire nel 1852 a Monaco di Ba­viera1, presentando però un vuoto nella vita di Maria Santissima: dall’infanzia alla Passione di Gesù. Per tale ragione, La vita della Madonna nelle versioni tede­sche assume carattere di completamento delle due raccolte prece­denti.

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    Chi scrive invece ha fatto l’inverso, curando la presente ver­sione italiana in modo che comprendesse tutte le visioni Mariane della Veggente citate nei Diari del "pellegrino Inoltre, per mantenermi fedele allo spirito del titolo, ho riman­dato alle altre pubblicazioni tutte le visioni della Serva di Dio che sconfinano troppo nell’Antico Testamento e nella Vita di Gesù. Solo quand’è stato necessario ho riportato episodi marginali o com­plementari alla vita della Madre di Dio, che la toccano però nel­l’ideale, nel simbolismo, o la riguardano strettamente da vicino, come la vicenda dei Magi dove mi sono permesso un ap­profondimento. Per rendere più chiaro e discorsivo il contesto biblico e stori­co dell’epoca di Maria Santissima ho creduto opportuno corredare il volume con note e approfondimenti tratti dalla bibliografia cita­ta. Gli interventi del Brentano, ed altre citazioni, sono in corsivo per meglio distinguerli dalla narrazione vera e propria della Veg­gente sulla vita di Maria. Spero solo di aver fatto cosa gradita ai lettori e a tutti i fede-li di Suor Anna Caterina Emmerick e della Madre di Dio. Con un sincero sentimento di gratitudine verso l’Editrice Ancilla che ci ha concesso quest’occasione. Amburgo, 9 febbraio 1997.

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    Questa Vita della Madonna è frutto delle visioni avute dalla venerabile Suora

    Questa Vita della Madonna è frutto delle visioni avute dalla venerabile Suora particolarmente nelle diverse ricorrenze dell’ottava dell’Immacolata Concezione di Maria; quando cioè Suor Emmerick entrava negli stati estatici. Tali visioni furono raccolte e messe in­sieme dal poeta Clemente Brentano. Le medesime non seguono perciò il corso della vita della Santa Vergine, così come siamo abituati a leggere nel modello evangeli­co e storico nelle altre numerose biografie ufficiali e ufficiose di Maria Santissima, ma seguono il filo proprio della sua Vita inte­riore e della sua predestinazione nel mondo e per il mondo.

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    Le contemplazioni mariane di Suor Emmerick gettano una luce intensa sui misteri magnifici degli antefatti, della preparazione, della venerazione e dell’elezione di questo Vaso sublime scelto da Dio onnipotente. Al lettore attento non sfuggirà che in alcuni punti del libro il linguaggio è al presente, questo avviene quando Anna Caterina Emmerick parla in stato di estasi. Ci è sembrato giusto introdurre le visioni con la preghiera di Anna Caterina Emmerick alla sua Mamma celeste. Una preghiera che noi tutti dovremmo imitare, per uscire dal dolore della nostra miserabile esistenza interiore e dalle tenebre del mondo, affidandoci alla misericordia della Madre di Dio e a Gesù Cristo, Porta dell’umanità

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    La Preghiera di Anna Caterina Emmerick alla Mamma Celeste

    O Madre del Salvatore! Tu sei Mamma mia per due ragioni: perché tuo Figlio mi diede a Te come Madre quando disse all’apostolo S. Giovanni: Ecco tua Madre! e perché inoltre mi sono sposata con lo stesso Figlio tuo; adesso dopo aver disobbedito al mio Sposo e al tuo Figliolo, m~ vergogno di comparire alla sua presenza. Abbi dunque compassione di me, poiché il tuo cuore materno è tanto generoso! Digli che mi perdoni, poiché a Te Egli non rifiuterà alcuna grazia, nemmeno quella di perdonarmi.

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    Un trattato di viva mistica Mariana

    Senza voler precorrere le decisioni della Santa Madre Chiesa, non si può ignorare che le contemplazioni della Veggente di Dùlmen sviluppano e arricchiscono la nostra conoscenza sulla vita terrena della Santa Vergine Maria. Possono essere paragonate solo alle visioni di Maria Agreda e Teresa di Konnersreuth e anche quelle di Santa Brigida di Sve­zia. Si potrebbe forse dire che le medesime costituiscono un trat­tato di viva mistica Mariana.

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    Pur non avendo pronunciato ancora un parere definitivo sul carattere soprannaturale delle visioni di Anna Caterina Emmerick, la Chiesa Cattolica concede da oltre centocinquant’anni l‘Im­primatur ecclesiastico, il nullaosta, per tutti gli scritti e le traduzio­ni che riportano le visioni e la vita della pia Suora, non riscon­trando nel carattere generale di queste contemplazioni alcuna con­traddizione con l’insegnamento e la Dottrina cristiana della fede cattolica.

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    Dichiarazione del Vescovo di Mùnster

    Ho appreso da Roma che Paolo VI ha confermato, il 18 mag­gio 1973, la decisione della Congregazione per la Dottrina della Fede di riprendere il processo di beatificazione della Serva di Dio Anna Caterina Emmerick. In quest’epoca di rinnovata barbarie del nuovo paganesimo, dedita alla venerazione del dio mammona (quello del denaro per intenderci) tutta rivolta alle scoperte scientifiche sempre più sofi­sticate dove l’ideale del cuore e dell‘umano" sono sacrificati in­teramente all’ideale faustiano di potenza, noi abbiamo bisogno di rivolgere un pensiero profondo a questa Martire e Sorella spirituale che già decise di sacrificarsi per tutte le anime del mondo e del Purgatorio, con le quali in modo particolare ebbe rapporti profon­di, ed offrì loro quotidianamente suffragi, preghiere, aspre peniten­ze e opere buone.

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    Ci appelliamo a lei e al suo misericordioso intervento affin­ché molte creature ancora oggi come già fu al suo tempo, possa­no riconciliarsi con Nostro Signore Gesù Cristo per mezzo dell’in­tercessione della Santissima Vergine Maria (la quale fu tanto ama­ta da Anna Caterina Emmerick). La pia Suora agostiniana resterà la Croce sulla Via per quanti vorranno salvarsi e trovare in lei consolazione ed orientamento sul cammino verso la Patria Celeste. In nome di Gesù Cristo.

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    Citazioni

    La stigmatizzata Teresa Neumann, mistica tedesca, disse della Emmerick, al tempo di Pio XI: Questo Papa non dirà nulla di Lei; Pio XII dirà poco, ma i suoi successori ne parleranno molto. Verrà il tempo in cui ella sarà agnificata di una esaltazione glo­riosa. Sarà coronata con le anime serafiche che circondano Cristo, perché possedeva i segreti del Re.

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    D. Gueranger, Abate di Solesmes: Nelle sue rivelazioni non vi sono contraddizioni con la verità della Bibbia e nemmeno con la tradizione orale della Chiesa. Esse completano meravigliosamente le Sacre Scritture e la storia ec­clesiastica; chiariscono i punti oscuri spiegati ancora insufficientemente dai teologi e dagli esegeti. Quello che sorprende della Emmerick e persuade di quanto disse, èla ricchezza inesauribile che sorpassa ogni supposizione umana a riguar­do della vita di Gesù e di Maria. Davanti a questa meravigliosa e inesauribile opera, non si può non esclamare: Qui c’è il dito di Dio! Lei compie una grande missione.

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    Il Cardinale Gibbons (1834-1921) così attestò: Papa Pio IX aveva delle visioni di Suor Anna Caterina un così alto concetto che le ftce tradurre dal testo originale tedesco (Dolorosa Pas­sione di Nostro Signore Gesù Cristo). Notizia del vicepostulatore della causa di Beatificazione di Anna Caterina Emmerick4, Parroco Dr. Clemens Engling, Dùlmen: Herr Festring (Presidente della Commissione Vescovile – Emmerick) ed io restammo dal 15 al 18 novembre a Roma, per ricevere informazio­ni sulla reale possibilità della Beatificazione di Anna Caterina Emmerick. Ci recammo per questo motivo da Padre Ambrosio Eszer e dal Postulatore Padre Rojo nella Casa Generalizia degli Agostiniani. Entrambi ci infor­marono che le possibilità per la Beatificazione di Anna Caterina Emme­rick sono concrete. In questo periodo la cosiddetta, Positio, la documentazione di Pa­dre Adam, viene attentamente esaminata a Roma. I due Padri ci esorta­no ad inviare sollecitamente a Roma ogni documentazione attendibile che tratti tutte le preghiere esaudite e i risultati, con i quali eventualmente si possa attestare un miracolo o una grazia avvenuti per intercessione della pia Suora Anna Caterina Emmerick. A questo punto rivolgo la mia preghiera a tutti i fedeli, e in parti­colare ai devoti di Suor Emmerick, di informarmi subito nel caso entras­sero in possesso di significative informazioni a riguardo".

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    Il Conte Leopold Stolberg, dopo la visita a Suor Emmerick, scriveva le sue impressioni alla moglie Sofia: "Il suo fisico è delicato, il suo viso piacevole, e si può percepire uno spirito vivo e sensibile. Questa Suora, che ha lavorato duramente ed ha pascolato pecore, e munto mucche nella sua infanzia, parla con voce fine e delicata e si esprime sulla religione in una lingua così nobile che non avrebbe mai potuto imparare in un convento. Si esprime non solo con consapevolezza ma con uno spirito elevato. Il suo sguardo pieno di spiritualità, la sua sapienza chiaramente il­luminata e il suo profondo amore si respirano in tutto ciò che dice. Lei parla sottovoce, ma con una voce chiara e pura

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    Papa Giovanni Paolo Il rende omaggio a Suor Emmerick: Durante il suo secondo viaggio in Germania, il i e 2 maggio 1987, il Santo Padre visitò la città e il vescovado di Mùnster. Dopo la Santa Messa e il discorso ai fedeli, il Papa si recò a pregare sulla tomba del vescovo e cardinale Clemente Augusto, conte di Galen. Nella prima parte del suo discorso egli rese omag­gio pubblico ad Anna Caterina Emmerick con queste parole: …Sebbene molti altri nomi potrebbero essere citati, io mi ricordo in questo momento della Suora Anna Caterina Emmerick, che ci mostra con la sua particolare vocazione mistica il valore del sacrificio e della sofferenza in unione con il Signore Crocifisso.

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    Paul Claudel, poeta francese, morto il 23.2.1955, all’età di 87 anni, nella sua autobiografia intitolata La Conversione così scri­ve: Le Sacre Scritture, la Divina Commedia di Dante e i meravi­gliosi racconti celesti di Suor Emmerick, sono le opere che mi hanno aiu­tato a convertirmi sinceramente alla fede cattolica

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    Clemente Brentano: Povero cuore il suo, perché circondato da una corona di spine! Come sono strani quanti le stanno intorno! La osservano e la spiano! Soffre immensamente per avvenimenti che avvengono lontano da lei! Ma come si mantiene serena, anzi allegra! Io quindi nel guardarla posso constatare come sono miserabile….

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    Negli ultimi giorni di vita, Suor Emmerick terminò le visioni sulla Vita e la Passione di Gesù mentre si fece vivo sempre più il contatto con la Santa Vergine: Chi onora la eccelsa Madre di Dio sarà favorito da Lei che intercederà per i suoi devoti presso il Divin Figliolo. Durante le tentazioni conviene mettersi quest’immagine sul petto.

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    malta_star - 50Breve profilo di Caterina Emmerick

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    ::: Anna Katharina Emmerick nacque l'8 settembre 1774 :::

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    ...nella comunità di contadini di Flamschen presso Coesfeld. Lei crebbe insieme a nove fratelli e sorelle. Già da piccola lei dovette aiutare in casa e nei lavori dei campi. Frequentò per poco tempo la scuola, ma si notava il fatto che lei era ben istruita su cose religiose. Ben presto i genitori e tutti quelli che conoscevano Anna Katharina si accorsero che lei si sentiva attratta in maniera particolare dalla preghiera e dalla vita religiosa.

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    Nel 1802, Anna Katharina poté finalmente entrare nel monastero di Agnetenberg presso Dülmen. L'anno seguente prese i voti. Lì prese parte alla vita monastica con fervore, era sempre pronta ad assumersi i lavori più pesanti e non amati. A causa della sua povera origine, lei fu in principio poco considerata. Alcune delle sue consorelle si scandalizzavano della sua esatta osservanza alla regola dell'Ordine e la consideravano un'ipocrita. Anna Katharina sopportava in silenzio questo dolore e in silenziosa rassegnazione.

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    Dal 1802 al 1811 Anna Kataharina si ammalò frequentemente e aveva gravi dolori da sopportare. Nel 1811 il Monastero di Agnetenberg, a causa del movimento di secolarizzazione, venne soppresso. Anche Anna Katharina dovette abbandonare il monastero e trovò accoglienza come domestica presso l'Abbé Lambert, un prete fuggito dalla Francia, che viveva a Dülmen. Ma presto lei si ammalò e non poté più lasciare la casa e fu costretta a letto.

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    In questo periodo Anna Katharina Emmerick ricevette le stigmate, i cui dolori aveva già sofferto da molto più tempo. Il fatto che lei portava le piaghe non poteva rimanere nascosto. Il Dr. Franz Wesener, un giovane medico, le fece visita e fu da lei così tanto impressionato che divenne per lei, negli 11 anni seguenti, un fedele, aiutante e disinteressato amico.

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    Nell'estate del 1823 Anna Katharina divenne sempre più debole. Come in tutti gli anni passati lei unì la sua sofferenza con la sofferenza di Gesù e la offrì per la redenzione degli uomini. Anna Katharina Emmerick morì il 9 febbraio 1824. Fu sepolta nel cimitero di Dülmen. Numerose persone presero parte al funerale. Poiché sorse la diceria che il cadavere di Anna Katharina fosse stato trafugato, la tomba, nelle settimane successive al funerale, aperta due volte: la bara con il cadavere fu trovata intatta.

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    La vita di Anna Katharina Emmerick è contraddistinta da una profonda unione con Cristo. Lei amava pregare davanti alla famosa croce di Coesfeld, spesso lei andava alla Via Crucis. Lei partecipava così intimamente alla sofferenza del Signore che non è esagerato dire: lei visse, soffrì e morì con Cristo. Un segno esteriore di questo, ma che è nello stesso tempo più di un semplice segno, sono le stigmate che lei portava.

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    Anna Katharina Emmerick fu una grande devota di Maria. La festività della nascita di Maria era anche il suo compleanno. Una frase da una preghiera mariana ci indica un ulteriore aspetto della vita di Anna Katharina. In questa preghiera si recita: O Dio, lasciaci servire l'opera della Redenzione secondo il modello della fede e dell'amore di Maria. Servire l'opera della Redenzione: questo voleva Anna Katharina Emmerick.

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    Nelle pagine seguenti si potrà vivere la passione di Gesù attraverso le rivelazioni di questa suora che ha portato sul suo corpo le Stimmate...

    malta_star - 50Capitolo 1

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    ::: La vita della Madonna :::

    Secondo le rivelazioni fatte alla beata Caterina Emmerick

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    Indice

    VISIONI SUGLI ANTENATI DELLA MADONNA

    ¹ – In generale sui progenitori della Madonna e di Sant’Anna.

    Notizie personali della Veggente

    ² – I Progenitori di Sant’Anna: gli Esseni –

    I fiorellini di San Luca

    Notizie intorno agli Esseni.

    ³ – La nonna di Anna si consulta con il Proftta del monte Oreb

    L’ap­prossimarsi della nascita della Santa Vergine Maria

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    ⁴ – Gioacchino, di­sprezzato nel tempio, ritorna al suo gregge.

    ⁵ – Anna accoglie l’annuncio della fecondità e si reca al tempio

    L’Angelo del Signore scrive il nome Maria

    ⁶ – Gioacchino consolato dall’Angelo si reca ancora una volta al tempio con nuove offerte sacrificali.

    ⁷ – Gioacchino riceve la benedizione dell ‘Alleanza.

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    ⁸ – Gioacchino ed Anna si incontrano sotto la porta d’oro

    ⁹ - La rigenerazione dell’umanità mostrata da Dio agli Angeli.

    ¹⁰ – Un’im­magine simbolica di Maria Santissima in Egitto prima di Elia.

    ¹¹ – Elia ha una visione della Santa Vergine e apprende i misteri relativi alla sua venuta.

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    ¹² – Chiarimenti intorno alla visione di Elia.

    ¹³ – L’immagine della Santa Vergine in Egitto.

    ¹⁴ – Maria Santissima annunciata ai mi­stici pagani.

    ¹⁵ – Apparizione della Santa Madre Anna e della Madonna alla Veggente.

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    VISIONI SUGLI ANTENATI DELLA MADONNA

    ¹ – In generale sui progenitori della Madonna e di Sant’Anna

    Visioni rivelate al pellegrino la mattina del 27 giugno 1819.

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    Stanotte ho ricevuto di nuovo visioni sui progenitori dell’amata Vergine Maria. Si sono susseguite dinanzi alla mia vista interiore lentamente e per lungo tempo. Mentre le visioni si susseguivano, sentivo le mie pene diminuire e trovavo molto sollievo. Adesso posso raccontarle al pellegrino, che sarà felice di ascoltarle. La storia della Madonna ha avuto per me sempre un’attrazio­ne particolare, fin da bambina mi sono sentita intimamente fedele alla storia della Madre di Dio a tal punto da contestare chiunque mi raccontasse la medesima in modo diverso: – No! Non è così! – rispondevo, volendo attestare con tutta la forza quello che avevo visto. Tempo dopo, quando il mondo mi rese insicura, preferii tace­re per meglio custodire nel mio intimo quella verità che avevo ricevuto dalle mie visioni. Stanotte con tanta gioia le ho riviste fin nei minimi particolari. Nella mia infanzia rivolgevo spesso i pensieri al presepe con il bambino Gesù e la Madre di Dio. Non riuscivo a comprendere perché non si raccontasse nulla e si scrivesse così poco dei paren­ti e degli antenati della Santa Vergine. Quando scrutavo nel mio essere interiore mi sentivo ferita per queste mancanze. Rinchiusi alla fine in me questa mia grande sete di conoscenza sulla vita della Beata e Santa Vergine Maria.

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    Questa sete lentamente si trasformò in profonda nostalgia e al­l’improvviso presero a fluire dinanzi ai miei occhi interiori le numerose visioni degli antenati della Madonna, fin dalla quarta o quinta generazione. Li vidi come persone pure e innocenti che vi­vevano con una celata e straordinaria nostalgia per la promessa della venuta del Messia. I progenitori della Santa Vergine mi sembrarono differenti dalle altre persone dal portamento e dall’agire selvaggio. Nel notare questa profonda differenza nacque in me un gran­de timore per loro e riflettei, assorta nel silenzio della mia contem­plazione: come potevano, essi che erano così pieni di grazia e si­lenziosi, vivere tra queste persone così rozze e aggressive? Fui presa da ansia e preoccupazione e mi assalì l’impulso di cercarli per aiutarli, portandoli lontano dal pericolo, desideravo metterli al riparo in un bosco. Li vidi vivere con tanta abnegazio­ne e spesso anche da sposati si separavano per qualche tempo, come lo facevano da fidanzati. Quest’usanza mi colmò di letizia pur senza capirne il motivo. Usavano pure separarsi in occasione delle celebrazioni reli­giose, delle funzioni con incensamento e preghiere. In queste ceri­monie riconobbi alcuni di loro mentre espletavano le funzioni di sacerdoti.

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    Gli antenati di Maria, per non essere turbati nella loro quiete dalla gente cattiva e rozza, erano costretti spesso ad emigrare da un luogo all’altro, lasciando grandi beni e possedimenti per adat­tarsi ad altri minori. Per costoro il bene supremo erano la pace e la quiete, poiché erano animati da una devozione mistica che ar­deva nei loro cuori, tanto che quest’impulso li spingeva a correre spesso nei campi solitari supplicando Dio. Li vidi di giorno strapparsi perfino gli abiti dal petto ai raggi cocenti del sole, come per invitare Dio a divampare nel loro cuo­re; oppure, di notte, alla luce lunare o al chiarore delle stelle, come a voler saziare la sete di realizzazione della profezia antica. Queste visioni mi si manifestavano mentre solitaria mi trova­vo al pascolo per custodire il gregge, o di notte, sui pascoli più alti, quando mi inginocchiavo per le orazioni; oppure nel tempo dell’Avvento, a mezzanotte, mentre mi recavo sulla neve ad assi­stere alla funzione religiosa nella chiesa di San Giacomo a Coes­feld, distante quasi un ora di cammino dalla nostra comunità con­tadina.

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    Qualche altra volta volli imitare i progenitori di Maria e corre­vo chiamando il Messia, così giunsi sempre in tempo a Coesfeld per assistere alla Messa mattutina dell’Avvento, sebbene le care anime del Purgatorio mi avessero guidato per lungo tempo attra­verso tutte le stazioni della Via Crucis. Le figure dei progenitori della Santa Vergine, affamate di Dio, mi apparvero, per il comportamento e il modo di vestire, estranee, lontane e antiche, ma d’altra parte anche così chiaramente vicine al mio cuore da averne spesso l’immagine impressa dinanzi agli occhi. In seguito a queste visioni pensavo: Tutto ciò che vedo di quel tempo antico è già successo, eppure essi sono qui, ne avver­to la presenza. Io sono con loro!. Queste brave persone erano molto precise ed esatte in tutte le loro azioni, in tutti i discorsi e specialmente nella funzione religiosa e mai si lamentavano per le sofferenze.

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    Notizie personali della Veggente

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    Di sera, e anche nella notte, prego diligentemente per le povere ani­me che, forse, non avevano risvegliato abbastanza, nella vita terrena, il desiderio per la salvezza dell’anima loro, e si erano abbandonate invece ai desideri per le creature ed i beni del mondo. Tali anime, cadute du­rante questa vita nelle varie mancanze, adesso languiscono nello struggi-mento per la redenzione. Per questo dedico loro la mia preghiera e la mia supplica a Dio Redentore, mi offro volentieri a Lui per espiare io stessa queste colpe. Con tale misericordia ne traggo anche un piccolo vantaggio perso­nale: godo il conforto della loro gratitudine e inoltre vengo svegliata in tempo per le preghiere salvifiche in loro favore e non passo il tempo dormendo.

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    Un giorno, in particolare, queste anime mi si manifestarono libran­dosi a differenti altezze nell’aria; esse, come piccole, silenziose e deboli luci, si avvicinarono al mio letto, svegliandomi in tempo. Grazie al loro aiuto potei così anche quel giorno implorare Dio con le orazioni del mattino, poi spruzzai su di me e su di loro dell’acqua benedetta, mi vestii e mi recai sulla strada. Vidi le piccole e povere luci gnole accompagnarmi sul cammino ordinate come in processione. Commossa dalla loro tristezza e toccata dalla forte nostalgia per il Divino, presi a cantare con il cuore supplicante: Cielo! Sciogli il Giusto, nuvole fatelo piovere!

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    ² – I Progenitori di Sant’Anna: gli Esseni Abiti sacerdotali presso gli Esseni –

    Le scuole del tempio - I fiorellini di San Luca – Notizie attorno agli Esseni

    Visioni rivelate nel periodo giugno-agosto del 1821.

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    In questo periodo ho visto molto sui progenitori della madre della Santa Vergine, Anna. Ieri mi è sembrato di essere quasi tut­to il giorno tra questa gente ma, siccome ho ricevuto alcune visi­te, ho dimenticato tanto. Voglio raccontare però ciò che mi ricordo: ho visto Anna che viveva a Mara, nella zona del monte Oreb. Aveva relazioni spi­rituali ed era affiliata con un genere di Israeliti molto pii e devoti a Dio. Quei religiosi si chiamavano Esseni. Costoro però ebbero nei tempi più antichi altri due nomi: il primo nome, Escareni, prende origine da Eskara o Askarah, come viene chiamato l’incenso odoroso e l’offerta del grano macinato rivolta a Dio. Il secondo da Chassidim, che significa misericordioso (com­passionevole) e devoto. Da dove altro provenga la parola Esseni non lo so più. Questi religiosi hanno la loro origine nel tempo di Mosè e Aronne, e cioè di quei sacerdoti che portarono l’Arca dell’antica Alleanza. Essi mantennero nel periodo di tempo tra Isaia e Gere­mia le loro precise regole religiose di vita quotidiana.

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    All’inizio gli Esseni non erano molti, poi aumentarono e an­darono ad abitare, organizzati in comunità, nella terra promessa, in una regione che era in lunghezza pari a 48 ore di cammino e 36 in larghezza. Più tardi giunsero fino alla zona del Giordano. La maggior parte di essi abitò il monte Oreb e il Carmelo, dove dimorò Elia. Io vidi che gli Esseni erano divisi in tre comunità con ordi­namenti e costituzioni differenti. Quella che viveva sul monte Oreb ebbe una guida spirituale assai valida nel vecchio profeta dal nome Archas o Arkas. La loro costituzione era molto simile alla regola di un ordine spirituale dei nostri giorni: i candidati ammessi do­vevano superare un noviziato di un anno e solo quando essi ave­vano provato di avere sufficiente temperanza venivano accettati, per un periodo lungo o breve, secondo i risultati dei supremi vati­cmi profetici. Li vidi praticare il più stretto celibato. In un’altra comunità di Esseni, alla quale poi appartennero anche i nonni di Sant’Anna, era permesso invece il matrimonio.

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    Costoro, pur vivendo al di fuori dell’ordine religioso del monte Oreb, avevano stabilito nel proprio ambiente lo stesso comporta­mento e le medesime abitudini educative dei primi. Tra i due tipi di comunità intercorreva un rapporto, così come lo è oggi tra i cosiddetti Terziari (Terzo Ordine) e il clero regola­re. Infatti questa comunità di coniugati si consultava spesso, per le conduzioni spirituali e coniugali, con il profeta della cosiddetta Montagna di Dio. Il terzo genere di Esseni che vidi erano anch’essi coniugati, costoro commisero molti errori perché portarono all’esasperazione tutti gli insegnamenti e perciò non erano tollerati dagli altri. Essi finirono per costituire una propria comunità. In partico­lare, gli Esseni dell’ordine religioso erano molto abili e inclini in cose profetiche, ed il profeta della Montagna era spesso nella ca­verna di Elia, partecipe alle manifestazioni divine relative alla ve­nuta del Messia.

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    Egli aveva ricevuto dai suoi oracoli profonde conoscenze del­la Famiglia dalla quale sarebbe dovuta provenire la madre del Messia. Quando Archas predisse gli avvenimenti relativi ai proge­nitori di Sant’Anna, in relazione alle loro nozze, vide anche che la venuta del Messia si approssimava proprio con queste unioni. Egli però non sapeva dire, a causa dei peccati, quanto tempo anco­ra sarebbe occorso e quali impedimenti ci sarebbero stati per la na­scita della Madre del Salvatore. Questo sarebbe dipeso dalla volontà espiatoria dei progenitori e di tutti gli Esseni. Il profeta, in seguito al suo vaticinio, esortò perciò ancor più tutta la comunità alla preghiera e ai sacrifici espia­tori di purificazione per favorire la venuta del Messia. Vidi questi pii Israeliti essere fin dai tempi più antichi molto diligenti nella vita devozionale e nelle mortificazioni. Essi vivevano isolati e dispersi prima che Isaia li riunisse e desse loro un regolare statuto. Li vidi sempre con le stesse vesti che non cambiavano e non rammendavano mai finché, lacere e consumate, cadevano dal corpo.

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    Gli Esseni combatterono con eccellente abilità il malcostume e, nella comunità degli sposati, le coppie vivevano tra loro come nella vita consacrata: spesso con lunghe astensioni, in capanne molto di­stanti tra i coniugi, partecipando alla vita coniugale, e in partico­lare al rapporto intimo, solo con l’intenzione di creare una discen­denza sacra che avrebbe favorito l’arrivo del Salvatore. Vidi gli uomini prendere i pasti separati dalle loro mogli; solo quando l’uomo lasdava il tavolo, allora la donna prendeva il suo posto. Tra questa comunità di devoti coniugati c’erano i predecesso­n di Sant’Anna e altra santa gente. Geremia era in contatto religioso e spirituale con alcuni di questi ed in particolare con quelli che erano chiamati i profeti minori. Tali profeti vivevano nel deserto, intorno alla Montagna di Do e sul Carmelo. In altre visioni ne vidi anche molti in Egitto, ma questo dev’essere accaduto successivamente all’epoca in cui vis­sero i progenitori di Anna. Ho visto anche molti Esseni scacciati dal monte Oreb per un periodo di tempo e poi riunirsi sotto nuove guide. Mi apparvero tra costoro i Maccabei. Gli Esseni ebbero una grande venerazione per Mosè, al pun­to tale da usare quale oggetto di culto devozionale un sacro lem­bo di stoffa tolto da una sua veste. Questo lembo era stato dato da Mosè ad Aronne ed era divenuto per loro una reliquia santa. In un’altra visione mi apparvero quindici Esseni che subivano il martirio in difesa di questo sacrario.

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    Vidi anche com’era profonda la conoscenza dei santi misteri dell’Arca dell’Alleanza presso i loro profeti superiori. Quelli non sposati, del monte Oreb, riuscivano a conservarsi illibati ed ema­navano un’aurea di indescrivibile purezza e religiosità. Avevano il compito di educare i fanciulli ad una profonda santità interiore. L’Ordinamento di questi Esseni era molto severo: non si po­teva sperare di essere accolti nell’Ordine prima dei 14 anni; colo­ro che erano già stati esaminati preliminarmente con esito favore­vole erano ammessi come neofiti a un anno di prova, poi dove­vano superare due anni di noviziato per divenirne membri. I membri dell’Ordine non potevano commerciare per i loro bi­sogni, ma solo scambiare i prodotti del loro campo per lo stretto fabbisogno. Se qualcuno degli Esseni cadeva in un peccato grave veniva emessa una sentenza di esilio dal superiore. La guida spirituale riconosceva i simboli della colpa dagli Oracoli e poteva ben identificare il peccatore e scomunicarlo. Tale scomunica aveva un potere come quella che ebbe Pietro su Anania10. Per tutti i peccati minori gli Esseni ricevevano solo penitenze, come per esempio dovevano restare in piedi vestiti di una tunica rigida, le cui maniche immobili e allargate in forma crocifissa erano piene di spilli.

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    Abitavano in celle naturali, cioè in piccole grotte sul monte Oreb. In una grotta più grande era stata costruita con intrecci di canne una sala in cui i religiosi si riunivano ogni giorno alla stes­sa ora, le undici, per mangiare. Vidi che ognuno aveva dinanzi a sé un piccolo pezzo di pane e un bicchiere. Dopo che il superiore aveva benedetto il pane, si mangiava. Poi tutti ritornavano nelle loro singole celle. In questa sala per il pasto comune si trovava pure un altare e sopra, coperti, c’erano pani benedetti, questi erano considerati come qualcosa di sacro. Io penso che poi venissero distribuiti ai poveri. Gli Esseni allevavano e addomesticavano molte colombe, che si cibavano sulle loro mani e con le quali avevano un’usanza rni­steriosa: dicevano qualcosa e subito le colombe si levavano in volo. Vidi anche che essi adoperavano la stessa funzione con i capretti che lasciavano andare nel deserto, dopo aver detto loro qualcosa. Ebbi la percezione che gli animali assumessero in se stessi i pec­cati di questa gente. Vidi gli Esseni recarsi al tempio, a Gerusalemme, tre volte all’anno. I sacerdoti sul monte Oreb pulivano e confezionavano i para­menti sacri.

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    Li vidi prodigarsi nella cura degli allevamenti; del­l’agricoltura e specialmente dell’orticoltura. Questa montagna era piena di giardini e alberi da frutta che stavano tra le capanne degli Esseni. La comunità non produceva la seta, occorrente per esem­pio per i paramenti sacerdotali, ma veniva scambiata con altri prodotti e smerciata a matasse. A Gerusalemme gli Esseni dell’Ordine avevano una loro zona particolare riservata per abitare e commerciare, così nel tempio avevano anche un proprio spazio separato dagli altri. A causa dei loro costumi severi, si attiravano l’avversione dei Giudei. Li vidi inviare molti doni per i sacrifici del tempio, per esem­pio giganteschi grappoli d’uva appesi a lunghe aste e portate da due uomini, come anche l’offerta di molti agnelli, non per farli uccidere, bensì per lasciarli correre liberi nei giardini del tempio. Non ho mai visto che gli Esseni compissero sacrifici cruenti per il tempio. Si recavano in questo luogo di preghiera con portamento molto serio, in spirito contemplativo, orazione, digiuno e penitenza; perfino preparati precedentemente da autoflaggellazioni. Ma se qualcuno di questi non aveva espiato abbastanza per le sue colpe e commetteva l’errore di recarsi ancora carico di peccati al tempio e inoltrarsi fino al Santissimo, moriva improvvisamente.

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    Quando sul cammmo verso Gerusalemme gli Esseni incontra­vano qualche ammalato, oppure persone bisognose d’aiuto, inter­rompevano il viaggio per soccorrere costoro con tutte le cure del caso. Li vidi prodigarsi con guarigioni prodigiose. Questa gente raccoglieva soprattutto erbe medicinali e preparava bevande e lo­zioni per gli infermi. In un’altra visione ebbi chiaramente alcune immagini su delle persone dai lineamenti spirituali che adagiava­no gli ammalati su una lettiera di erbe medicinali e li curavano con infusi di erbe e misture di fiori, oppure con l’imposizione delle mani sul capo e sulle differenti parti del corpo. Li ho veduti an­che guarire in lontananza, in un modo meraviglioso. Solo tempo dopo appresi che costoro erano gli Esseni del monte Oreb.

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    I fiorellini di San Luca

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    Questa visione di Anna Caterina Emmerick è legata ad un episodio particolare che sarebbe opportuno spiegare dettagliatamente: la figlioletta del fratello della pia Emmerich era stata mandata da lei nell’inverno del 1820 da Coesfeld. La fanciulla si ammalò di convulsioni, dal tono forte e ripugnante, che si man?festavano in certe determinate ore della sera e spesso duravano fino a mezzanotte. Le pene della nipote, che dormiva pro­prio vicino a lei, portarono Suor Emmerick a comprenderne il motivo, come spesso fu capace di capire la provenienza delle malattie degli altri. Anna Caterina invocò il Signore, prostrata in ginocchio, affinché le fosse donata la grazia di essere messa a conoscenza di un rimedio adat­to a guarirla; allora improvvisamente vide un fiore, a lei già noto per averne visti raccogliere da San Luca contro l’epilessia. In seguito alla precisissima descrizione di questo fiore fatta da Suor Emmerick, il dottor Wesener, suo medico curante, lo trovò nelle vicinanze di Dtilmen. La Veggente riconobbe subito i fiorellini con la pianta, co­munemente chiamata astranzina, appartenente alle specie di Cerastium arvense Linnaei oppure Holosteum

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