Donne all'opera con verdi
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Sono passati due secoli dalla nascita di Giuseppe Verdi, ma resta l’attualità e la forza dei sentimenti delle sue donne, di coloro a esse vicino, e delle relazioni d’amore o di una vita di coppia che, anche senza trasformarsi in dramma, esprimono le luci e le ombre dell’animo umano. Resta, ed è più che attuale, la capacità delle donne di essere all’opera.
Cosa fanno le donne nella rappresentazione lirica di Verdi nell’Ottocento, qual è la loro opera pur tenendo conto delle ambientazioni in differenti epoche delle varie opere qui considerate? I sentimenti che queste donne vivono e suscitano appartengono al passato o sono attuali?
Il libro racchiude storie e riflessioni con tredici protagoniste delle opere di Giuseppe Verdi, come specchio della rappresentazione delle donne nei capolavori del Maestro, del loro ruolo nelle dinamiche interpersonali e nella società, e delle emozioni di ciò che le riguarda e che in varie forme ispirano. E’ dunque in punta di piedi, che con queste pagine si propongono l’avvicinamento e l’entrata nelle opere di Verdi, tratteggiando alcune donne protagoniste della sua musica, le loro storie, i passaggi delle arie significative, qualche aspetto socio-psicologico e altri spunti – non solo “al femminile” - con collegamenti all’attualità.
Verdi con il suo genio musicale accompagna e segna i sentimenti di queste donne, le loro vite, i loro amori, i loro drammi e dilemmi, con musica straordinaria che, a seconda degli eventi e della sua volontà di sottolineatura, diventa esplosiva, impetuosa, ammiccante, tragica, ironica, drammatica, sontuosa, possente, lieve, imperiale, allegra, corale, imponente, in sordina…
Dal palcoscenico del teatro al palcoscenico della vita.
Oggi moltissime donne all’opera vivono e costruiscono, operosamente, e spesso con spirito creativo, per migliorare la vita propria e quella degli altri in differenti ambiti. Sono all’opera con dedizione, caparbietà, senso critico, approcci tesi alla condivisione e non hanno paura di perseguire le loro ambizioni, con passione e momenti di gioia come di difficoltà. Il libro, con passaggi fluidi tra passato e attualità mette in luce quelle forze che, ieri come oggi nel XXI secolo, spingono donne e uomini ad approcci e a comportamenti governati, non troppo, da razionalità e autocontrollo, verso o contro gli altri, verso o contro di sé, per l’affermazione o la difesa di un’idea, di un amore, di se stessi, di un principio.
Il libro è scritto con toni conversativi, non entra nel merito tecnico musicale delle opere, e si rivolge a chi vede l’opera come un mondo sconosciuto e desidera avvicinarsi, alle persone giovani e meno giovani appassionate della lirica e curiose, a coloro che amano le emozioni e le passioni della vita, a tutte le donne. E’ un approccio innovativo alla diffusione della cultura dell’Opera e della genialità di Verdi.
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Recensioni su Donne all'opera con verdi
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Anteprima del libro
Donne all'opera con verdi - Luciana D'ambrosio Marri
Luciana d’Ambrosio Marri
Donne all’Opera con Verdi
Storie e riflessioni con tredici protagoniste
delle opere di Giuseppe Verdi
Roma, 2013
Copertina di Andrea Castiello D’Antonio
® Marchio Registrato
A chi vede l’Opera come un mondo sconosciuto
e desidera avvicinarsi
Alle persone giovani e meno giovani
appassionate dell’Opera
A coloro che amano
le emozioni e le passioni della vita
A tutte le donne
Indice
Le mie radici nell'Opera lirica e l'avvicinamento in punta di piedi
Fenena da Nabucco
Elvira da Ernani
Lady Macbeth da Macbeth
Gilda da Rigoletto
Azucena e Leonora da Il Trovatore
Violetta da La Traviata
Helène da I Vespri Siciliani
Leonora da La forza del destino
Elisabetta da Don Carlo
Aida da Aida
Desdemona da Otello
Alice da Falstaff
La forza dei sentimenti ieri e oggi
Emozioni e musica per Freud che canticchiava Mozart, non ascoltava Verdi, ma ascoltò Mahler
Amicizia
Amore
Fedeltà
Gelosia
Invidia
Onore
Perdono
Vendetta
Verdi, le donne e l’empatia
Conclusioni
Bibliografia
Ringraziamenti
Nota sull'Autrice
Le mie radici nell’Opera lirica e l’avvicinamento in punta di piedi
Lina, mia nonna materna, canticchiava musiche, arie di operette e inni religiosi, praticando anche così la propria fede e la tensione alla preghiera nelle sue varie e umane forme, oltre che vivendo - nel Dopoguerra - una vita di moglie e madre più che altro dedita al volontariato religioso e alla testimonianza attraverso i commenti delle sacre scritture in ambienti pubblici e parrocchiali, e un’intensa attività di volontariato.
Elena, mia nonna paterna, concertista e coraggiosamente nubile, animata da indipendenza e passione totale per la musica lirica, tra concerti e insegnamenti in vari conservatori italiani (Lecce, Milano, Roma), ha nutrito prima mio padre a pane e lirica in giro per l’Italia e poi, a tratti, me, come prima nipote in senso anagrafico, a silenzi e spettacoli di opere liriche al Teatro dell’Opera di Roma. Ho trascorso molti pomeriggi nella sua casa, seduta su una poltroncina di fianco al pianoforte - in uno studio stracolmo di spartiti, giornali, fotografie, locandine e ricordi - ascoltando le sue lezioni di canto e arte scenica a soprani, tenori, baritoni diventati poi (o già) famosi e itineranti sui palcoscenici del mondo o a loro volta insegnanti di conservatorio.
Le nonne, ognuna a proprio modo prima, e i miei genitori poi, hanno così favorito il mio avvicinamento all’opera lirica, interrotto durante un’adolescenza piuttosto movimentata e ideologicamente distante da ciò che poteva rappresentare lusso e abitudini della cultura borghese
. Maturità, proseguimento della vita e rielaborazione di quanto sopra e della storia hanno fatto il resto, favorendo negli anni adulti un riavvicinamento - come sporadica spettatrice a teatro e canticchiante non proprio stonata di qualche aria famosa – sia personale sia con mio figlio e mio marito a qualcosa che ha a che fare con l’opera lirica, molto umilmente e da totale incompetente.
Il piacere di alcune tradizioni, l’amore per la musica in generale, il gusto di vedere lo sguardo di mio figlio piccolo di fronte all’enorme, sontuoso lampadario centrale del Teatro dell’Opera di Roma e il piacere di ascoltare, anche solo in cd, Big Luciano (Pavarotti), e con lui, Placido Domingo e José Carreras, nelle interpretazioni del famoso trio, hanno avuto la loro parte. E vedere, in anni recenti, la mia mamma ultraottantenne che si meraviglia della memoria nelle sue mani mentre suona ancora Chopin e le musiche di altri grandi compositori su un maestoso pianoforte a coda, eredità di una prozia pianista, è un’immagine che spero non scompaia mai dalla mia mente.
Forse non è un caso, quindi, che in questo XXI secolo al femminile, durante un tempo infinito di fermo nel traffico romano causato da lavori in corso, è partita nella mia mente una catena associativa lavori in corso - donne al lavoro – donne all’opera, e da qui la trasformazione in un nanosecondo nell’ideazione di un libello. Quindi eccomi qui a scrivere su donne che hanno segnato certamente l’Opera lirica di Verdi, oltre che una parte significativa della storia del teatro o della letteratura, che hanno segnato come riferimento la vita di molte donne e uomini, e qualcuna di loro ha segnato anche un po’ la mia lasciando in qualche modo una lieve traccia nell’animo e nella memoria.
Non potrei mai parlare con competenza musicale di Verdi compositore e delle sue opere, non ne sono assolutamente all’altezza, dunque non farò cenno alla sua musica, non entrerò nel merito delle composizioni musicali, delle interpreti e degli autori dei libretti d’opera.
Gli aspetti che mi hanno guidato in questo libello sono le emozioni e il piacere che mi legano alla musica in generale e nello specifico alla figura e alla rappresentazione delle donne, al loro ruolo nelle dinamiche interpersonali e nella società e alle emozioni di ciò che le riguarda e che in varie forme suscitano, da più punti di osservazione.
E’ dunque in punta di piedi, che con queste pagine si propongono l’avvicinamento e l’entrata in alcune opere di Verdi, tratteggiando alcune donne protagoniste della sua musica, le loro storie, qualche aspetto socio-psicologico e altri spunti – non solo al femminile
- con collegamenti all’attualità.
Verdi con il suo genio musicale accompagna e segna i sentimenti di queste donne, le loro vite, i loro amori, i loro drammi e dilemmi, con musica straordinaria che, a seconda degli eventi e della sua volontà di sottolineatura, diventa esplosiva, impetuosa, ammiccante, tragica, ironica, drammatica, sontuosa, possente, lieve, imperiale, allegra, corale, imponente, in sordina…
Lascio a chi leggerà queste pagine il gusto di andare alla ricerca delle emozioni che proverà ascoltando l’opera cui è legata la donna che conoscerà anche attraverso le righe dedicate in questo libro a lei, alla sua storia, alle suggestioni che partendo dalla trama saranno proposte quasi come libere associazioni. Associazioni che, quindi, vanno oltre il personaggio femminile, pur partendo da esso. Quelle che si fanno sognando, o chiacchierando con leggerezza tra amici, o lasciandosi andare sul lettino dello psicoanalista o vis à vis con lo psicoterapeuta.
Ho scelto 13 donne perché in qualche modo ognuna mi ha toccato, affascinato, incuriosito, amareggiato, insomma colpito ed emozionato. Sono donne all’opera, che si dibattono in conflitti interiori, che si lasciano andare all’amore idealizzato e ai sentimenti secondo l’immagine dominante nell’Ottocento e nel melodramma, donne che si divertono, soffrono, odiano… Sono donne che con le loro storie costituiscono dei punti di partenza per accennare poi – in ciascun capitolo a ognuna dedicato – a fatti, eventi, curiosità del passato e di attualità che riguardano loro, o aspetti legati agli scenari di ieri e di oggi in cui l’opera di riferimento è ambientata. Tredici donne per non dimenticare simbolicamente il 2013, anno del bicentenario della nascita del Maestro (10 ottobre 1813, a Roncole di Busseto. Morirà a Milano il 27 gennaio 1901).
Il valore dunque delle date. Non solo indicando quelle del giorno della Prima di ogni opera verdiana, all’inizio di ciascun capitolo dedicato alle donne ma anche – seppur con breve segno enciclopedico - con un cenno a ciò che quel giorno accadeva in Italia o nel mondo per contestualizzare con qualche curiosità la cornice in cui l’opera è stata offerta al pubblico. Le notizie al riguardo sono brevi flash giornalistici
– a mo’ di notizie Ansa – tratti da quotidiani, riviste dell’epoca e dal web. Non hanno necessariamente un legame diretto con Verdi, e vogliono essere solo spunti d’attualità dell’epoca.
Valore quindi della memoria, della storia da riecheggiare con qualche tratto e certamente con passione e altrettanta umiltà verso una musica che suscita e conferma - spero anche per chi legge e ascolta, o già conosce, queste figure e le opere da cui sono tratte - il fascino dei sentimenti, il rispetto e il valore delle donne e del loro Effetto D (cui ho dedicato un precedente libro come co-autrice) che appartengono al patrimonio musicale e culturale del nostro splendido e spesso bistrattato Paese. Mantenere viva la memoria di questi personaggi femminili e lo slancio di fantasia cui ognuna con la propria storia invita e che la musica di Verdi nutre d’incisive emozioni musicali, è anche un modo per cogliere come siano ancora attuali i sentimenti che le storie di queste donne, per vicissitudini e ambientazioni, nutrono e suscitano.
Ecco, parlare in modo accennato di stati d’animo e turbamenti che fanno parte del repertorio dell’essere umano, nel bene e nel male del proprio cuore, è un altro aspetto che caratterizza il libro e al quale è dedicato in modo specifico il capitolo finale. Tale dimensione emotiva
riguarda i giochi delle relazioni interpersonali, ciò che si prova ma non è detto che si dica, le comprensioni e le incomprensioni reciproche tra le persone, vecchi e nuovi modi di vivere tabù: insomma quelle forze che, ieri come oggi nel XXI secolo, spingono donne e uomini ad approcci e a comportamenti mediati, non troppo, da razionalità e autocontrollo, verso o contro gli altri, verso o contro di sé, per l’affermazione o la difesa di un’idea, di un amore, di se stessi, di un principio.
In tale logica si collocano le pagine dedicate a Freud e al suo rapporto con la musica. Il fondatore della psicoanalisi rappresenta un punto di riferimento dello studio della componente emotiva dell’essere umano, delle sue pulsioni e delle motivazioni inconsce alla base dei comportamenti. Per questa ragione, Freud non poteva essere assente da un contesto dove si parla di sentimenti; egli è qui presente con il paragrafo sul suo rapporto con la musica per avviare simbolicamente all’ultima parte del libro, quella dedicata ai sentimenti che caratterizzano in modo trasversale alcuni o molti dei personaggi, in particolare femminili, delle opere liriche qui considerate.
I sentimenti commentati non sono esaustivi l’universo emotivo che si scatena nelle opere, o quello umano, ma sono quelli – rappresentati nell’Ottocento- che denotano una particolare forza rendendoli molto – particolarmente attuali.
Descrivere o parlare di sentimenti ed emozioni ha bisogno di delicatezza, di pudore, può suscitare imbarazzi, è per questo che nell’ultimo capitolo ne parleremo sì, ma in punta di piedi, proprio come con rispetto e stupore si entra sempre la prima volta al Teatro dell’Opera.
Fenena
da Nabucco
Dramma lirico in quattro parti
Libretto di Temistocle Solera
Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842
Oh dischiuso è il firmamento!
Al Signor lo spirto anela…
Ei m’arride, e cento e cento
Gaudi eterni a me disvela!
O splendor degl’astri, addio!
Me di luce irradia Iddio!
Già dal fral, che qui ne impiomba,
Fugge l’alma e vola al ciel!
Fenena, PARTE IV Scena III
Figlia di Nabucodonosor II, cioè di Nabucco, re di Babilonia che guida l’invasione di Gerusalemme (587 a.C.) e la distruzione del tempio, Fenena è innamorata di Ismaele, giovane guerriero ebreo