Adolescenza virtuale - L'impatto delle nuove tecnologie sullo sviluppo cognitivo e sociale
Di Iveta Vrioni
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Anteprima del libro
Adolescenza virtuale - L'impatto delle nuove tecnologie sullo sviluppo cognitivo e sociale - Iveta Vrioni
633/1941.
Prefazione
Tutte le grandi scoperte della storia sono state guardate all’inizio con una certa diffidenza, questo perché l’uomo attiva istintivamente una certa resistenza nei confronti di ciò che non conosce, una sorta di difesa da ciò che è nuovo.
Tuttavia si può affermare che Internet e di conseguenza ogni strumento attraverso cui possiamo accedervi hanno affascinato tutti fin da subito e infatti ci siamo tuffati in questo mare infinito di dati e di risposte ai nostri perché
senza badare più di tanto al fatto che dietro a ogni vantaggio può celarsi un risvolto negativo.
È senz’altro comodo avere a disposizione sempre e dovunque una quantità enorme di informazioni che facilitano il nostro lavoro, la nostra vita sociale, la nostra quotidianità. Ma questa connessione continua con il mondo virtuale, con il mondo altro
, cosa provoca nella mente dei più giovani? Cambia il loro modo di percepire e quindi anche quello di pensare, di amare?
Si indagano qui i meccanismi mentali tipici degli adolescenti che, essendo nati in un’epoca in cui coesistono mondo reale e mondo virtuale, non si fanno troppe domande sul proprio approccio con tale tecnologia. Proprio per questo motivo sono maggiormente esposti ai pericoli che si celano nella Rete che, da strumento utile che ci connette con un semplice clic con l’altra parte del mondo, può diventare una vera e propria gabbia per i più deboli.
Diversi studi affermano che l’essere sempre davanti a uno schermo abbia un forte impatto, a livello mentale, sugli adolescenti, che attivano così alcune parti del cervello a scapito di altre. Non sono pochi a concordare sul fatto che Internet stia compiendo una vera e propria riformattazione delle nostre funzioni cerebrali, di cui si vedranno gli effetti nei prossimi anni.
Ma ciò che incute un certo timore è il fatto che tale tecnologia abbia anche degli effetti, non sempre positivi, a livello emotivo. Notiamo sempre più che gli adolescenti sono portati a dialogare con i loro dispositivi più che cercare l’approccio reale con i propri pari. Stare dietro lo schermo è talvolta più facile per loro perché si sentono al sicuro, si sentono forti, non provano timidezza, paure, nessun senso di disagio e quindi il mondo virtuale è ai loro occhi un mondo perfetto dove ognuno può essere ciò che desidera essere, dove si può essere gratificati da tanti like e da conferme che nel mondo reale spesso tardano ad arrivare; qui è tutto più immediato, più facile. Ma solo apparentemente, perché proprio la velocità con cui scorre il tempo nella Rete può portare dall’essere i più popolari a essere all’improvviso vittime del cyberbullismo, che travolge l’adolescente, questa volta nella vita reale, come un’onda anomala che lo lascia spiazzato, privo di difese, perché le offese arrivano ovunque e non si può fuggire da nessuna parte. Ecco che gli adulti devono attivarsi e costituire un baluardo contro queste deformazioni che portano a pesanti ripercussioni con conseguenze talvolta tragiche.
Proprio perché i più giovani spesso non percepiscono la differenza tra il mondo reale e quello virtuale sono sempre i più esposti ai pericoli della Rete, che nella migliore delle ipotesi rende difficile un normale sviluppo psicologico e della personalità.
Tutto questo molte volte è complicato dal fatto che, sempre di più, proprio coloro che dovrebbero proteggere i più giovani sono spesso intrappolati negli stessi meccanismi; non è infatti raro vedere adulti che non sono più in grado di gestire l’educazione dei propri figli perché sono anche loro sempre più iperconnessi, impegnati a vivere una vita a metà tra il reale e il virtuale...
Visti i presupposti, come si prospetta il nostro futuro?
Introduzione
L’adolescenza risulta essere una fase della vita legata alle ristrutturazioni, modificazioni di tutti quei processi necessari alla costruzione dell’identità, realizzazione del proprio sé, alle emozioni e allo sviluppo cognitivo. È un periodo in cui, dal punto di vista cognitivo, si realizzano dei processi biologici chiamati pruning
, cioè potatura
delle connessioni cerebrali. Significa infatti che le cellule del sistema nervoso centrale (SNC), che comunicano tra di loro, nel periodo adolescenziale decidono
con quali intraprendere la comunicazione e con quali invece interromperla. Le aree del nostro cervello più utilizzate decidono di rafforzare le connessioni tra di loro a scapito delle altre che invece sono state utilizzate di meno. Il processo di potatura interferisce sullo sfoltimento delle intercomunicazioni verso le cellule maggiormente utilizzate per delle ragioni molto chiare. Infatti ciò permette di valorizzare e rafforzare i collegamenti tra le aree del cervello dell’adolescente più frequentemente impiegate nell’apprendimento fin dalla tenera età. Questo processo di preferenza intercellulare ha però dall’altra parte un costo da pagare, e cioè l’indebolimento di altre connessioni del cervello meno utilizzate dal soggetto ma spesso non meno importanti.
L’adolescenza risulta perciò una fase importantissima della vita di ognuno di noi. Viene considerata la tappa in cui si incontrano il passato della nostra infanzia e il futuro da uomo adulto. Per questa ragione viene chiamata anche l’età delle scelte, per cui risulta molto importante in che maniera e con quale intensità il giovane sfrutta le proprie capacità acquisite e quelle da apprendere e in che modo stabilisce il percorso da intraprendere, perché ciò influirà in modo sostanziale sulle decisioni e sulla vita stessa quando diventerà grande.
Le tecnologie, in questo senso, possono aiutare a sviluppare alcune aree, come per esempio la corteccia prefrontale legata alle funzioni esecutive, oppure il campo visuo-spaziale maggiormente influenzato dai nuovi media sfruttando il campo visivo. Ma dall’altra parte vengono poco sollecitate altre aree cerebrali non meno importanti. Secondo Gary Small, psichiatra e professore dell’Università della California L. A., bastano cinque giorni per qualche ora di navigazione per riconfigurare il nostro cervello. Internet offre molte opportunità di stimoli grazie ai quali chi li utilizza quotidianamente e per molte ore attiva maggiormente le interconnessioni cerebrali stimolate. Possiamo solo ribadire che non c’è niente di male, anzi il cervello viene stimolato e non il contrario. Ma attenzione, dice Small, non è esattamente così. Ogni volta che utilizziamo certe attività del nostro sistema cerebrale aumentandone l’efficienza, dall’altra parte perdiamo altri tipi di stimoli che possono sviluppare altre aree del cervello dei giovani adolescenti. La rete Internet sta letteralmente riformattando le funzioni cerebrali e le sue interconnessioni e il prezzo da pagare fra qualche anno potrà essere molto alto.
La sfera dello sviluppo adolescenziale è legata alle trasformazioni corporee, alla ricerca di indipendenza e di libertà, staccandosi dalla famiglia di origine. Il rapporto tra genitore e figlio risulta in questa fase spesso conflittuale. La famiglia spesso ha delle difficoltà ad accettare il figlio che cresce, questo bambino che non ha più bisogno della madre per essere accudito. Dall’altra parte, il ragazzo, spinto dai cambiamenti fisici, dalle emozioni che prendono il sopravvento sulla sua vita e che risultano spesso insopportabili e ingestibili, entra in crisi esistenziale vivendo la situazione chiamata da Piaget elaborazione del lutto
. Il giovane sente il bisogno di staccarsi dalla propria famiglia alla ricerca di se stesso e di quello che vuole diventare; si trova in mezzo a una tempesta emozionale, affettiva e ormonale che spinge alla realizzazione del proprio sé individuale, dell’indipendenza e della crescita personale.
Le tecnologie in questa fase della vita risultano per le nuove generazioni (nativi digitali) una soluzione al problema che affligge la giovane anima, danno impressione di avere tutte le risposte legate alla fragilità adolescenziale. I social network sembrano sostituire le tate in carne e ossa, sono diventati parte integrante della vita dell’adolescente. Internet è diventato tutor, amico, life coach. Ma attenzione! Dietro lo schermo scintillante e attraente si nascondono spesso insidie e pericoli che approfittano della vulnerabilità, fragilità e ingenuità di questi individui. I ragazzi di oggi sono senza dubbio persone molto capaci per quanto riguarda il saper usare i nuovi strumenti, ma conoscere le istruzioni d’uso non significa essere preparati a difendersi da esse. Può accadere di entrare in un vicolo cieco di falsi miti, credenze e amicizie virtuali inesistenti, fino a diventarne dipendenti. La facilità di perdersi dentro alla ricerca di conforto, di conquistare l’autostima con dei "like", con l’approvazione dei followers per l’appagamento dei propri successi può diventare una vera odissea per il giovane.
In questo lavoro voglio focalizzare l’attenzione sulle generazioni dei nativi digitali nei confronti delle nuove tecnologie, sul loro utilizzo sempre più significativo nella vita dell’adolescente, sul significato delle relazioni, degli affetti e delle amicizie virtuali, su come i giovani costruiscono e sviluppano la loro identità e indipendenza attraverso l’uso sempre più consistente dei media digitali che, più che uno strumento di aiuto, rischiano di diventare la parte irrinunciabile e vitale nella vita delle nuove generazioni. Le innovazioni tecnologiche e i social network sono diventati l’attore sociale nella quotidianità di tutti noi, penetrando nella nostra vita privata come se fossero parte integrante delle nostre menti e dei nostri corpi. Perdere lo smartphone significa perdere tutto, anche se stessi.
Viene inoltre posta l’importanza del legame tra genitori-figli e tecnologie, che sembrano influenzare non solo la vita del ragazzo ma anche quella dei suoi famigliari, influenzati a loro volta dai nuovi media. Si registrano norme sociali e famigliari che vanno dalla tradizionale di tipo etico-normativo a quella di tipo affettivo-soddisfattiva, da un rapporto genitore-figlio autoritario a uno paritario, a un rapporto dialogico
con un vero e proprio rovesciamento dei ruoli e comportamenti.
In più, le amicizie, le sperimentazioni amorose e la comunicazione, per i giovani di oggi, non possono prescindere dalle tecnologie e avvenire senza quel mondo magico che ti rapisce a tal punto che non capisci più qual è la realtà e quale la virtualità. Se domando ai ragazzi la differenza tra questi due mondi, mi guardano con stupore: Ma quale differenza? Cosa vuol dire?
. Non distinguono il mondo virtuale dal mondo reale, fisico. Per loro è il mondo e basta, si fonde e vive con loro insieme, indissolubilmente. Non si domandano perché sono nati