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Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni: Palazzi, chiese, conventi, ordini religiosi, confraternite, alberi genealogici, uomini illustri e avvenimenti memorabili di una delle più belle cittadine del centro Sicilia
Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni: Palazzi, chiese, conventi, ordini religiosi, confraternite, alberi genealogici, uomini illustri e avvenimenti memorabili di una delle più belle cittadine del centro Sicilia
Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni: Palazzi, chiese, conventi, ordini religiosi, confraternite, alberi genealogici, uomini illustri e avvenimenti memorabili di una delle più belle cittadine del centro Sicilia
E-book382 pagine4 ore

Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni: Palazzi, chiese, conventi, ordini religiosi, confraternite, alberi genealogici, uomini illustri e avvenimenti memorabili di una delle più belle cittadine del centro Sicilia

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Info su questo ebook

Su Piazza Armerina sono stati scritti molti libri, in varie epoche e di diverso spessore storico ed ecclesiastico. Ogni libro ha cercato di ampliare e/o completare quello che il precedente aveva lasciato in sospeso, toccando temi che il più delle volte avrebbero lasciato il lettore con più di un legittimo interrogativo. In questa trattazione l’autore si è “limitato” a raccogliere quante più notizie storiche della propria città e, fissandole bene nel contesto storico-geografico regionale ed oltre, ha cercato di eliminare, il più possibile, facili e atavici equivoci. Questo attento lavoro è stato condotto per la prima volta in maniera cronologica che, attraverso un indice completo e preciso, rende agevole la ricostruzione storica dell’argomento che più incuriosisce ed appassiona, permettendo a chiunque un affascinante viaggio nelle proprie tradizioni ed origini.

Gaetano Masuzzo nasce nel 1953 a Piazza Armerina (EN). Insegnante negli Istituti Superiori e Inferiori della sua città, è uno studioso appassionato e attento di storia locale. L'ebook Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni è frutto di lunghi anni di studio, indagini storiche e intense letture: spicca sia per l'accuratezza storica che per la fluidità del testo che lo rende rende uno straordinario compendio divulgativo sulla nota e importante città siciliana. 
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita28 ago 2017
ISBN9788893452366
Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni: Palazzi, chiese, conventi, ordini religiosi, confraternite, alberi genealogici, uomini illustri e avvenimenti memorabili di una delle più belle cittadine del centro Sicilia

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    Anteprima del libro

    Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni - Gaetano Masuzzo

    Gaetano Masuzzo

    Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni

    Palazzi, chiese, conventi, ordini religiosi, confraternite, alberi genealogici, uomini illustri e avvenimenti memorabili di una delle più belle cittadine del centro Sicilia

    immagine 1

    The sky is the limit

    ISBN: 9788893452366

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    Prefazione

    Periodo paleolitico superiore

    Morgeti - Siculi - Sicani

    Greci - Fenici

    Rodio - Cretesi

    Greci - Cartaginesi - Siculi

    Mamertini

    Romani

    I sec. d.C. (Età Imperiale)

    III sec. d.C.

    Prima metà del IV sec. d.C.

    Vandali

    Eruli

    Goti

    Bizantini

    601-700 (VII sec.)

    701-800 (VIII sec.)

    827 (IX sec.) Arabi

    902 (X sec.)

    1000 ca. (XI sec.)

    Normanni

    1100 (XII sec.)

    1204 (XIII sec.)

    Svevi

    Francesi - Angioini

    Spagnoli - Aragonesi

    1300 (XIV sec.)

    1400 (XV sec.)

    1500 (XVI sec.)

    Spagnoli - Austriaci (Asburgo)

    1600 (XVII sec.)

    1700 (XVIII sec.)

    1800 (XIX sec.)

    1900 (XX sec.)

    2000 (XXI sec.)

    Appendice

    Albero genealogico Fam. De Caldarera

    Albero genealogico principale dei Trigona

    Albero genealogico Feudo di San Cono

    Albero genealogico Feudi Cimia e Demani

    Albero genealogico Fam. Branciforti

    Albero genealogico Feudi San Cono Superiore

    Albero genealogico Feudi Gerace e Geracello

    Albero genealogico Fam. Starrabba

    Albero genealogico Feudi di Imbaccari Sottano e Terra di Mirabella Raddusa e Destra

    Albero genealogico Imbaccari Soprano

    Albero genealogico Pietraperzia e Comicino (Barrafranca)

    Albero genealogico Feudi Cametrici e Bubutello

    Albero genealogico Feudo Bessima

    Albero genealogico Fam. Calascibetta

    Palazzi civili di Piazza

    Termini di origine araba

    Indice dei nomi*

    Bibliografia

    Ringraziamenti

    A

    mio padre Gino,

    a mio figlio Fabio

    e a mia moglie Maria.

    Prefazione

    Tutto ebbe inizio nel 1998, quando la Scuola Media Luigi Capuana, dove insegno da oltre vent’anni, si trasferì nella vecchia sede del Collegio dei Gesuiti.

    Con questo traferimento ebbi la possibilità di tuffarmi letteralmente nei ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza. Infatti, mezzo secolo fa avevo frequentato proprio in questi luoghi la scuola media e, prima ancora, la scuola elementare nei plessi Sant’Anna e Trinità.

    Condizioni atmosferiche permettendo cominciai a dedicare qualche ora buca del mio orario scolastico a fare quattro passi tra le viuzze e i palazzi dell’antico quartiere Monte, che poco conoscevo essendo cresciuto dalle parti di S.Veneranda e S.Giuseppe.

    Appena fuori dal portone principale mi trovavo già na calata o collegio a due passi do chianu casteddu e do chianu balilla dove leggevo appena su na cantunera il vecchio nome della via Antonio Crescimanno, via Madonna della Stella. Erano quasi tutti nomi da sempre conosciuti, ma di cui sapevo ben poco del perché venissero chiamati così.

    Le mie visite turistiche divennero sempre più frequenti e spesso mi capitava di passare dalla via Bonifacio, sotto l’ospedale, che a metà del secolo scorso aveva visto i miei natali. Dopo essere passato dalla zona che mio padre mi aveva indicato come d’ Santa Caterina, mi dirigevo verso Santa Rsulia e u chianu barun. Per non parlare della zona dell’Istituto Magistrale, da me frequentato, con la palestra ginnica in quella che poi scoprii essere stata la chiesetta di S.Chiara.

    Anni prima avevo acquistato da buon piazzese il volume del concittadino generale Litterio Villari " Storia della città di Piazza Armerina ", ma ogni volta che ne sfogliavo qualche pagina subito lo richiudevo perché pieno di nomi e di date, per persone competenti, insomma. In compenso faceva bella mostra nella libreria del soggiorno, ma la curiosità continuava a stuzzicarmi.

    Un giorno, in una delle tante chiacchierate, mio padre, classe 1921 ma dalla memoria infallibile, mi snocciola un altro dei suoi tanti aneddoti: - All’uscita dalla Trinità, quando frequentavo la scuola elementare, ho assistito alla demolizione della chiesa di Sant’Agata.

    Quale chiesa di Sant’Agata? Ma dove? Quando? Mi decisi, allora, ad acquistare l’altro bel tomo del Villari, ancora più grosso del primo, " Storia ecclesiatica della città di Piazza Armerina ", sperando, forse, che solo il possederlo mi avrebbe trasmesso il contenuto limitandomi a lanciargli qualche occhiata da lontano, di sfuggita.

    Questa volta, invece, non lo rassettai in libreria, bensì iniziai a leggerlo attentamente parola per parola, per poi compararlo con altri volumi in mio possesso e con qualsiasi altra fonte possibile. Mi rendevo sempre più conto che avrei trovato le risposte a tante mie domande, per me diventate vitali.

    Più spulciavo questo volume e più dovevo consultare l’altro e l’altro ancora per approfondire, riscontrare, chiarire e definire nomi somiglianti, ma che indicavano la stessa cosa, spesso ero obbligato, addirittura, a consultarne qualcuno nella biblioteca comunale, luogo poco conosciuto e mai frequentato così assiduamente.

    Tutto ciò mi faceva tornare indietro di secoli e secoli, con decine e centinaia di nomi, date, località e contrade che a mano a mano elencavo su dei fogli dove prendevo appunti per ricordarli meglio e fissare bene le mie scoperte.

    I fogli divennero sempre più numerosi, ero immerso in un mare di appunti. Non potevo più sopportare quel disordine che metteva tutto quel lavoro a rischio, dovevo decidermi a riordinarli. Come? In ordine cronologico, per una semplice, chiara e immediata consultazione.

    Dopo le prime stesure mi resi conto che questa cronologia avrebbe potuto far piacere ad altri curiosi come me, soprattutto aggiungendovi un indice particolareggiato, gli alberi genealogici delle famiglie più importanti e la piantina dei palazzi civili.

    Confesso che non sapevo a cosa stessi andando incontro, che incosciente! Non è stato facile per uno abituato in palestra tra alunni vocianti, palloni, palline e attrezzi vari, alla fine mi sono accorto che solo l’indice contiene oltre 2.800 voci!

    Ma tutto questo lavoro, che solo la passione non mi ha fatto abbandonare prima, mi è servito a conoscere e rispettare tanto e meglio i miei antenati e il mio paese e, lo ammetto, ad amarli un pò di più di qualche anno fa, come spero possa accadere per qualcuno dei pochi o tanti lettori, piazzesi e non.

    Piazza, vi assicuro, merita molto, molto di più di quello che pensiamo o facciamo per essa ai giorni nostri, perciò che questa modesta opera possa contribuire alla sua tanto agognata rinascita.

    Buon viaggio tra le nostre origini più o meno remote.

    Gaetano Masuzzo

    Un ringraziamento particolare va all’architetto Domenico Calabrò che mi ha aiutato alla realizzazione delle planimetrie di Piazza.

    In copertina testa di orientale scolpita sull’arco del portone al n. 65 di via Umberto I.

    Periodo paleolitico superiore

    Tra i 32.000 e i 30.000 anni fa ad Agira nel Riparo Longo 1 prima testimonianza della presenza dell’uomo.

    Età Neolitica (6000-3000 a.C.)

    - Monte S.Ippolito (presso Caltagirone), la Montagna della Scala (presso S.Michele di Ganzaria) e Cozzo Rametta (in c/da Vallegrande) ospitano la presenza dell’uomo.

    Età del Bronzo (XVII/XV a.C.)

    - Villaggi preistorici nelle contrade di Serra d’Orlando e di S.Francesco Bisconti 2 (nei pressi di Aidone dove è stata trovata ceramica del tipo Appenninico denominato Ausonia II), sul Monte Bubbonia 3 , nel Vallone del Canonico (presso S.Cono), a Monte Navone 4 , a Rossomanno 5 e sul Monte Manganello (in c/da Rabottano).

    [1] Dal nome dello scopritore rag. Longo, si tratta di un riparo sotto roccia con un giacimento ricco di selci scheggiate e di ossa di animale rinvenuto tra il 1976 e il 1977.

    [2] Nel VI sec. a.C. denominata Cittadella, sede dell’acropoli greca di Morgantina.

    [3] O Bubbunia è situato su una piattaforma a circa 600 metri di altitudine, in territorio di Mazzarino, a circa 30 chilometri da Gela verso nord est, in una posizione alta a dominio della via naturale di comunicazione fra il territorio di Gela e di Leontinoi (Lentini).

    [4] Oppure Nonimna, Naona, Nauno, Nacone o Naone che in greco vuol dire tempio, o Anaor ai tempi degli Arabi, o Anator, Anattor e Avator per lo storico Malaterra. Il Monte Navone si eleva a 754 metri di altitudine a sud ovest di Piazza Armerina sul lato settentrionale dell’alto corso del fiume Gela e presenta due aree archeologiche ben distinte da un taglio naturale: nella parte orientale dell’abitato, avente un sistema di vie incrociatisi ad angolo retto, presenta visibile l’aggere di difesa, mentre nell’occidentale tutta la zona sembra costituire una vera e propria area sacra. La necropoli, che si trova lungo i lati meridionale e settentrionale, ha dato corredi della fine del VII e del VI sec. a.C., inoltre presenta materiali e vasi di importazione ed anche una nutrita produzione locale di ceramica che vuole imitare i vasi greci.

    [5] O Rossimanno.

    Morgeti - Siculi - Sicani

    XIV/XII sec. a.C.

    - I Morgeti 1 spinti in Sicilia dagli Enotri 2 della Lucania e dai Chaoni dell’Epiro, si uniscono con i Siculi (sotto il regno di Sikelos) e fondano Morgantion 3 su un allungato rilievo collinare sulla sinistra del fiume Gornalunga. La città si trova in una posizione strategicamente forte per difese naturali, sulla via che dalla costa settentrionale della Sicilia conduce a Sud toccando Agyrium (Agira) patria dello storico Diodoro Siculo.

    - Periodo Siculo con influssi greco-italici nella Sicilia Orientale e Periodo Sicano con influssi greco-punici nella Sicilia Occidentale. Infatti, i più antichi abitatori delle nostre contrade dell’alta valle del fiume Gela e della valle del fiume Braemi risultano i Sicani che praticano l’agricoltura e la pastorizia nelle loro piccole città di Omphake, di Motyon 9 , di Erbesso 10 e di Ibla.

    XI sec. a.C.

    - Gente italica viene in Sicilia e respinge verso occidente i Sicani e gli Elimi, popoli originari del Mediterraneo centro-orientale. La nuova popolazione detta dei Siculi prende dimora nella Sicilia orientale fondando, oppure occupando, varie città tra le quali la città di Ibla Geleate od Erea sul Monte Navone.

    [1] Raccoglitori di covoni, sotto il regno di Morges, popolazione proveniente dalla penisola italiana e precisamente dal Bruzio (latino Brutium) che era il nome del territorio corrispondente alla Calabria odierna prima della conquista romana.

    [2] O Oinotri che sotto il regno di Italos si chiameranno Itali.

    [3] Successivamente Morgantina o Morganzio in c/da Serra d’Orlando a 2 Km. da Aidone.

    [4] O Montagna di Marzo o Castel di Mozio (Mons Martius?) sorge quasi isolata in mezzo ad una serie di ricche e fertilissime colline bagnate da ogni lato dai piccoli affluenti del fiume Braemi (Salso inferiore). Il nome medievale era Naurcium, lezione errata di Maurcium, donde Morcio o Mozio. Gli scavi hanno riportato alla luce monete di Erbesso e reperti con iscrizioni in lingua sconosciuta (sicano?).

    [5] La città di Erbesso è da ricercare fra contrada Bessima ed il Piano della città in contrada Rabottano.

    Greci - Fenici

    VIII sec. a.C

    - Arrivano i Greci in Sicilia a Naxos nel 735 a.C. Quasi nello stesso periodo nella zona occidentale dell’isola i Fenici fondano la città di Zyz (o Ziz) = fiore (poi chiamata Palermo).

    VII sec. a.C.

    - Nel 668 a.C. i Greci arrivano a Gela.

    - A Rossomanno si trovano i resti di un centro indigeno ellenizzato che comprende il nucleo abitato di Serra Casazze con fortificazioni imponenti e le necropoli di Rocca Crovacchio e Campana Cafeci.

    664 a.C.

    - I Sicani fondano Henna dopo essere fuggiti dall’Etna a causa delle eruzioni.

    Rodio - Cretesi

    VI sec. a.C.

    - Coloni Greci (550 a.C.) sostituendosi ai Morgeti sono presenti a Morgantina nella zona chiamata Cittadella (c/da Serra d’Orlando) rendendola fiorente per il commercio cerealicolo e per l’influenza commerciale con Leontinoi (Lentini).

    - I Rodio-Cretesi sono presenti a Monte Navone e a Montagna di Marzo.

    Greci - Cartaginesi - Siculi

    V sec. a.C

    - La regione degli Erei diventa oggetto di contesa tra i Greci di Siracusa (tiranno Gelone) e i Cartaginesi.

    - Per lo storico greco Erodoto esiste Ibla che si trova nel retroterra gelese, abitata dai Siculi è situata sul Monte Navone, non lontana da Ergezio 1 .

    - Per un altro strorico greco, Tucidide, esistono tre città: Ibla (senza epiteto) fra Centuripe, Inessa e Catania; Ibla Megarese o Megara Iblea (chiamata quasi sempre solo Megara) nel golfo di Augusta; Ibla Geleate (Hibla o Hybla Geleate o Geleatide o Gelatide) sui Monti Erei, nell’alta valle del fiume Gela, appartenente ai campi geloi, famosa per il culto di una dea indigena.

    492 a.C.

    - I Siculi di Ibla Geleate (od Erea o Gereate o Minore) fermano Ippocrate, tiranno di Gela, che cerca di sottometterla, uccidendolo.

    459 a.C.

    - Morganzio (Morgantina) è espugnata e incendiata da Ducezio, condottiero siculo che unisce in lega tutte le città sicule, tranne Ibla Geleate, contro le colonie greche.

    415 a.C.

    - Ibla Geleate osteggia con molta perizia il poderoso esercito ateniese sbarcato in Sicilia in guerra contro Siracusa.

    404 a.C.

    - Il tiranno Dionisio I il Vecchio 2 assedia Erbesso e nel 396 a.C. occupa Morganzio.

    396 a.C.

    - Henna è sottomessa dal tiranno Dionisio I il Vecchio.

    317 a.C.

    - Tirannide di Agatocle di Siracusa, re dei Sicelioti o Greci di Sicilia dal 305 a.C.

    309 a.C.

    - Gli Agrigentini tolgono dal potere siracusano la città di Erbesso.

    300 a.C.

    - Morganzio, Montagna di Marzo, Monte Navone e Monte Bubbonia prosperano sotto il predominio di Siracusa. La zona è ellenizzata mentre ad occidente dominano i Cartaginesi.

    282 a.C.

    - Totale distruzione di Gela (Heraclea, Heraclia, Eraclea poi Terranova).

    [1] O Sergezio, sul Monte Judica.

    [2] O Dionigi I il Vecchio.

    Mamertini

    280 a.C

    - I Mamertini, mercenari di origine campana che erano stati chiamati anni prima da Agatocle, tiranno di Siracusa, dopo Eraclea (Gela), Kamarina (vicino S.Croce Camerina nel ragusano) e Zancle (Messina), occupano Ameselum (Regalbuto) 1 nell’interno.

    - La città di Ibla Geleate assiste dall’alto della sua rocca, sul Monte Navone, alla battaglia che Iceta, tiranno di Siracusa, e Finzia, tiranno di Agrigento, combattono nel sottostante piano. La zona della battaglia corrisponde alla piana del fiume Braemi (contrada piazzese posta sotto il Monte Navone) che, forse, prende il nome dall’antico fiume Hybleum.

    276 a.C.

    - I Romani e i Cartaginesi alleati scacciano dalla Sicilia Pirro re dell’Epiro (Grecia nord-occidentale).

    269 e 265 a.C.

    - Gerone 2 II tiranno di Siracusa batte a Milazzo i Mamertini che controllano Messana (Messina).

    - I Mamertini chiedono aiuto ai Cartaginesi che, però, creano malcontento verso gli stessi Mamertini. Quest’ultimi sono costretti a chiedere aiuto ai Romani.

    264 a.C.

    - I Romani decidono di occupare Messina e insieme ai Mamertini combattono contro i Cartaginesi e Gerone II di Siracusa, dando il via alla I Guerra Punica.

    - In questo periodo a Montagna di Marzo si stabiliscono i Mamertini che la consacrano al loro protettore il Dio Marte o Mamerte (nella loro lingua chiamano la città Mamerco, in latino Oppidum Mamertium, da cui Montagna di Marzo).

    263 a.C.

    - Gerone II tiranno di Siracusa patteggia la resa coi Romani.

    258 a.C.

    - Henna è conquistata dai Romani.

    [1] O Amaselo poi Regalbuto, dall’arabo Rahal-Butah ovvero casale di Butah, il proprietario.

    [2] O Ierone II, tiranno di Siracusa.

    Romani

    241 a.C.

    - Fine della I Guerra Punica, la Sicilia diviene la prima provincia romana ad esclusione del dominio di Gerone II tiranno di Siracusa.

    218 a.C.

    - Inizio della II Guerra Punica, dopo la battaglia di Canne (216 a.C.) il siracusano Gerone II passa dalla parte dei Cartaginesi e Morganzio, che si allea con questi ultimi, è distrutta dal console Marco Cornelio (211 a.C.) e, quindi, ceduta come preda di guerra ai soldati mercenari dello spagnolo Merico (come provano le monete con la scritta Hispanorum). Stessa sorte seguono gli altri centri sicelioti dei Monti Erei che si sono ribellati al console romano Marcello: Henna, Ergezio, Magella 1 (210 a.C.) ed Ibla Geleate o Sicana (sul Monte Navone).

    213 a.C.

    - Megara Iblea o Ibla Megarese (una delle tre Ibla di Tucidide) è distrutta dal console romano Marcello.

    212 a.C.

    - Il comandante romano Lucio Pinario fa massacrare dai suoi legionari moltissimi cittadini inermi a Henna e fa radere al suolo Montagna di Marzo.

    201 a.C.

    - Fine della II Guerra Punica.

    II sec. a.C.

    - La Sicilia diventa il granaio del popolo romano con l’impiego di masse di schiavi che le guerre vittoriose forniscono per la coltivazione dell’ager publicus romano dell’interno. Le condizioni di lavoro insostenibili portano alle rivolte degli schiavi contro i Romani.

    138 a.C.

    - A Henna (che i Romani chiamano Urbs Inexpugnabilis=città inprendibile) ha inizio la I Guerra Servile per opera dello schiavo ribelle Euno, originario della città siriaca Apamea posta alle foci del fiume Marsia, che con un esercito di 20.000 uomini si proclama re col nome di Antioco riuscendo a conquistare Agrigento.

    133 a.C

    - La repressione viene condotta dal console Publio Rupilio mentre il console L. Calpurnio Pisone espugna Mamertium e conduce prigioniero lo schiavo ribelle Euno a Morganzio dove quest’ultimo trova la morte.

    103-99 a.C.

    - II Guerra Servile guidata dagli schiavi cilici Salvio di Eraclea (Gela) e dal suo successore Atenione che sono sconfitti dal console Manlio Aquilio.

    - I Romani distruggono Ibla Geleate (o Minore o Hibla Sicana) durante le guerre servili e i suoi cittadini, apicultori che forniscono al mondo romano un miele pregiato, abbandonano le rovine della loro piccola città prendendo dimora nella sottostante zona pianeggiante dell’attuale c/da Casale, ove popolano un preesistente piccolo centro abitato.

    73 a.C.

    - A Capua il gladiatore trace Spartaco guida la III Guerra Servile con un esercito di 40.000 uomini poi sconfitti da Pompeo e Crasso nel 71 a.C.

    - In Sicilia avvengono spoliazioni ad opera del governatore romano Verre Caio.

    - La vita cittadina si impoverisce e le città di Morgantina, Rossomanno, Monte Navone e Monte Bubbonia vanno decadendo fino a restare disabitate.

    25-20 a.C.

    - Il geografo e storico greco Strabone (63 a.C.-19 d.C.) scrive che il centro di Henna è in rovina, quello di Morganzio non esiste più (è stata distrutta nel 36 a.C.) e le terre che circondano questi centri sono occupate soltanto da pastori. Da tale testimonianza si deduce che anche Ibla Geleate (o Hibla Sicana) risulta distrutta e gli abitanti sopravvissuti alla repressione romana, forse costretti, hanno preso dimora in un piccolo villaggio nella sottostante piana del Casale.

    1 a.C.

    - Nasce a Betlemme (Palestina romana, oggi Cisgiordania) il profeta e predicatore ebreo Gesù di Nazareth (morirà nel 31 d.C., per altri nel 33 d.C.) 2 .

    [1] In c/da Rossomanno o forse sul Monte Alfone in territorio di Mineo.

    [2] Il monaco Dionigi il Piccolo, vissuto a Roma intorno all’anno 523, basandosi sui Vangeli e sui documenti a disposizione, calcolò che l’incarnazione e la natività di Cristo (A.D.=Anno Domini) fosse avvenuta 753 anni dopo la fondazione di Roma. Siccome Dionigi non conosceva lo zero (in Europa fu introdotto solo nel XIII secolo) stabilì che l’anno immediatamente precedente all’1, cioè l’anno nel quale era nato Gesù secondo il suo calcolo, fosse l’1 a.C.

    I sec. d.C. (Età Imperiale)

    Lo storico e naturalista Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), i poeti Marziale (40-104 d.C.) e Columella (I sec.d.C.) accennano nelle loro opere all’Ibla (Hybla) degli apicultori mettendo in risalto la bontà del loro miele e delle loro piante di zafferano.

    II sec. d.C.

    - Per Pausania, geografo, archeologo e storico greco del II sec. d.C., esistono solo due Ibla (Ibla Megarese o Megara Iblea era stata distrutta nel 213 a.C.): 1) Ibla Maggiore, corrispondente all’Ibla (senza epiteto) di Tucidide nell’agro catanese, totalmente spopolata e deserta 1 ; 2) Ibla Gereate o Gereatide, piccolo villaggio posto ai confini di Catania, sacra ai Siculi per il culto della dea Iblea 2 .

    - Anche il geografo Tolomeo 3 localizza tre Ibla: 1) Ibla Megarese solo col nome di Megara; 2) Ibla Maggiore o Ibla Etnea, che chiama Hydia e che pone vicino a Centuripe (dai Greci chiamata Kentoripe); 3) Ibla Interna vicino Henna e a nord-ovest della Gela Mediterranea (alias Filosofiana) nella zona dei Monti Erei.

    - Nel tratto Ibla Gereate-Gela esistono solo due latifondi: Filosofiana a nord (posto lungo la direttrice Catania-Agrigento) e Calvisiana a sud (posto lungo la direttrice Siracusa-Agrigento, di circa 250 Kmq.); quello di Calloniana, invece, si trova verso l’odierna Caltanissetta in c/da Galati, nell’agro di Barrafranca che, anticamente, era chiamata anche Galata.

    - Si riscontrano centri urbani minori a Marano 4 (Pietraperzia), a Gerace (presso Barrafranca), a Sitica (c/da Braemi) e nelle odierne c/de di Torre di Pietro, Camemi, Elsa (tra S.Cono e Gela), Gallinica, Casale, Centova e Rambaldo.

    - Semplici fattorie diventano anche ville sontuose e successivamente case di villeggiatura.

    [1] Per molti storici è da identificare nel castello di Paternò ove per Filisto, storico siracusano vissuto tra il 425 e il 356 a.C., esisteva Tiella o Stiela o Styella.

    [2] Pausania non la chiama Geleate, come Tucidide, perché, non esistendo più la città di Gela, come punto di riferimento prende Catania, massimo centro dei Campi Leontini, come era chiamata nell’antichità la Piana di Catania, e poi perché l’Ibla sul Monte Naone era stata distrutta dai Romani nel 218 a.C. e ricostruita da pochi decenni in c/da Casale, a pochi passi dalle sorgenti dei fiumi Scarante, Tempio ed Elsa, tutti affluenti del Gornalunga.

    [3] Tolomeo Claudio (100-178 d.C. ca.) astronomo, geografo e matematico nato probabilmente in Grecia. Il cognome Tolomeo indica che egli era un abitante dell’Egitto, il nome Claudio che era cittadino romano.

    [4] Rocche per i Siculi, Caulonia per i Greci, poi Calò, Marano, Pietrapreccia e Pietraperciata, oggi Pietraperzia.

    III sec. d.C.

    In Sicilia resta una sola Ibla detta Gereate o Villaggio dei Catanesi in contrada Casale ai piedi del Monte Mangone posto a spartiacque dei bacini fluviali del Gela e del Tempio-Gornalunga-Simeto.

    251 d.C.

    - La Sicilia ha la prima martire cristiana in S.Agata a Catania.

    IV/V sec. d.C.

    - I Romani prestano maggiore attenzione alla Sicilia e alcuni si stabiliscono nei latifondi siciliani. Questo accade anche nella Villa del Casale utilizzata, almeno per due secoli, come Pars Dominica (di proprietà esclusiva del signore) di un vasto latifondo proprietà di un alto esponente dell’aristocrazia senatoria romana trasferitosi in Sicilia al tempo di Costantino I il Grande (306-337) 1 , le imponenti strutture sono denominate Palatia = i palazzi (dal quale potrebbe derivare Platia , che nel tardo latino indicava anche deposito di grano e mercato).

    [1] Per alcuni studiosi la Villa del Casale

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