Il Primo Viaggio Di Signor Orso

Di Sebők Zsigmond

La prima delle favolose avvneture si SIgnor Orso.
Primo viadggio a Budapest, alas coperta della bellissima capitale ungherese.
Inconrtemrem i tanti amic e i tanti nemici di signor Orso

• Lingua: Italiano
• Editore: Sebők Zsigmond
• Data di uscita: 12 giu 2018
• ISBN: 9780463243794

Anteprima del libro

Sebők Zsigmond

IL PRIMO VIAGGIO DI SIGNOR ORSO

Traduzione e adattamento: Adriano Olivari

Edizione Nr.1

Fonte: MACZKÓ ÚR ELSŐ UTAZÁSA

Published@Smashwords

Copyright@Olivari Adriano 2017-2022

Budapest 2017

Una mattina il rispettabile signor Orso, prese in mano il bastone da passeggio e andò a controllare i suoi grandi terreni.

Per prima cosa cercò le api del giardino, che attivamente ronzavano nella pentola.

Si presentò subito un’apetta, si tolse il cappello dalla testa e così saltò quello che arrivava:

- Benvenuto, rispettabile signore!

- Pure io mi son dato da fare, mia cara aiutante! - rispose signor Orso. - Quindi come prosegue il lavoro?

- Grazie, signor padrone, gentile domanda la sua. Lavoriamo, cantiamo.

- Come sarà la produzione?

- Se Dio ci aiuta, portiamo alla corte di Sua signoria, tre barili di miele in favo. Anche stanotte ő caduta molta rugiada.

Signor Orso mormorò un gentile riconoscimento tra i denti e proseguì piano, entrando nel bosco dalle api selvatiche.

Una grande, grassa ape, fumava la pipa su un lilium di bosco e scrupolosamente prestava attenzione alle altre api. Questa era l’ape-capo responsabile di Signor Orso, tra il popolo delle api. Qualche volta mandava un grande grido verso un pigro lavoratore alato, altre volte, quando si accorgeva che un qualche goloso assaggiava il dolce miele,, volava da lui e vicino al suo collo gli faceva sentire la pipa. L’ape grassottella era un servitore molto fedele.

Come si accorse del rispettabile signore che si avvicinava a piccoli passi, si affrettò verso di lui con felice ronzio:

- Buongiorno, rispettabile signore! Ehi, ma ha voluto alzarsi presto. L’ha aiutata il riposo notturno?

- Grazie, mio buon servitore, grazie. Ho dormito abbastanza bene, solo qualcosa mi ha stretto un po’ sulla schiena.

- Ehiné, ehiné, - si dispiacque l’obesa. - starebbe bene un po’ di minestra cibere?

- Ci proviamo, figlio mio, ci proviamo. Oh Allora, come si comportano le creature?

- Lavorano, mio gran signore, lavorano. Sempre dietro la loro schiena devo stare comunque, ad ogni modo non mi lamento. Solo ho da ridire con Zum-zum, il sotto-capo.

Signor Orso si arrabbiò.

- Ehiné, irgum-burgum! Bisogna togliere un soldo dal piccolo stipendio.

Poi bonariamente chiese:

- Ma quindi com’è la produzione?

L’ape-capo , come si addice a un buon padrone, faceva la modesta. Scosse la testa.

- Non lo dico due volte che meglio non potrebbe essere. Ma non si affretta di una virgola.

Poi sorridendo benevolmente disse:

- Se il rispettabile signore non ha nulla in contrario, cordialmente le serviamo la nostra povera colazione.

Signor Orso fece segno con la testa (certo sarà buono dopo la passeggiata!), la grassottella invece gridò al popolo che faceva trambusto intorno agli alberi:

- Eh, esseri! Mettete la tovaglia per il rispettabile signore. Un-due!

Quattro svelte piccole api presto apparecchiarono il tavolo su un tronco. Signor Orso vi sedette vicino e al collo legò una salvietta bianca, che svelte apette