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La misteriosa Maia
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E-book84 pagine1 ora

La misteriosa Maia

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La misteriosa Maia è un racconto onirico e autobiografico, che si ispira a momenti realmente vissuti dall'autore. Il protagonista, originario della Costa d'Avorio, dopo aver abbandonato la propria terra per raggiungere i genitori nella "ricca Europa dove nessuno conosce la povertà", si trova ad affrontare il senso di precarietà e smarrimento dovuto all'impatto con una realtà sconosciuta e a tratti ostile, ma anche a provare il gusto della scoperta di un mondo diverso da come se l'era immaginato. Moctar, questo il nome del ragazzo, nella sua nuova classe incontrerà Maia, una misteriosa ragazza di origini sudamericane che farà battere il suo cuore e risveglierà in lui sensazioni già provate in un sogno, iniziandolo alla dolcezza dell'amore e ai suoi tormenti. Al sentimento per la ragazza, fin dal primo giorno più profondo, e al dolore per la sua improvvisa assenza si affianca una dimensione onirica nella quale il giovane sperimenta la conoscenza di una parte di se stesso rimasta inascoltata, trasportato in un realismo magico che gli dona un senso e restituisce ai suoi ricordi e ai suoi sogni una nuova visione, perché ogni cosa, anche la più dolorosa, è illuminata.
LinguaItaliano
Data di uscita21 ago 2018
ISBN9788827843918
La misteriosa Maia

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    Anteprima del libro

    La misteriosa Maia - Moctar Doumbia

    Indice

    VITA DELL’AUTORE

    INTRODUZIONE

    1- Il saluto

    2- Nella hall

    3- Angelique

    4- volo per Torino

    5- I nostri genitori dopo tanto tempo

    6- Paesaggi diversi

    7- Primo giorno di scuola

    8- Il compito

    9- Figlia del destino

    10- Belle sensazioni

    11- Il mal di cuore

    12- Il risveglio

    Questo testo è stato interamente scritto con uno smartphone tramite l’app Wattpad

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    Moctar Doumbia

    La misteriosa Maia

    Youcanprint Self-Publishing

    ISBN | 9788827843918

    Prima edizione digitale: 2018

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti  dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    VITA DELL’AUTORE

    Sono nato a Daloa, una vivace città del centro ovest della Costa d’Avorio. Provengo da una famiglia molto numerosa, di cui mio padre è l’ultimo capostipite. A quattro anni, iniziai a frequentare una scuola araba, dove imparai i miei primi versetti del Corano. A cinque anni fui vittima di violenza da parte di un insegnante, il che irritò moltissimo mio padre. Avevo sei anni quando lui partì. Ormai ero al secondo anno delle elementari, e per suo volere fui trasferito nella capitale da mio zio. Egli era un uomo molto religioso. Sono cresciuto in un ambiente in cui la religione era il principio fondamentale su cui si basava la vita quotidiana. Dopo sei mesi, anche mia madre mi raggiunse ad Abidjan insieme alle mie sorelle. Proseguii le elementari in una scuola statale, dopo di che fui mandato in una scuola privata. Iniziai gli studi energicamente per poter essere allo stesso passo dei miei coetanei che venivano da scuole private. Il primo anno andò alla grande, venni promosso con il massimo dei voti e ottenni la stima dei miei professori, in particolare di Madame Dadié, la mia prof.ssa di francese, che mi adorava. Subito si innamorò della mia calligrafia; in primo luogo mi chiese di compilare il registro di classe al posto suo e finì per chiedermi di sedermi sulla sua scrivania durante le lezioni, mentre lei spiegava gli argomenti alla classe e a me affidava altri compiti come compilare il registro, correggere i compiti dei miei compagni, ecc…

    Avevo appena finito il terzo anno del college quando mi informarono che dovevamo partire per l’Italia. Quando andai dal coordinatore del mio corso per ritirare la mia scheda scolastica, egli mi disse esattamente queste parole:

    «Ovunque andrai, non dimenticarti mai da dove arrivi e sii te stesso, al resto ci penserà il destino perché sei un ragazzo in gamba». Mi disse anche di passare a salutarlo se un giorno fossi tornato; gli risposi timidamente che avevo capito.

    Viaggiare era sempre stato affascinante per me. Scoprire posti nuovi, persone nuove e soprattutto vivere esperienze indimenticabili mi faceva brillare gli occhi, ma questa volta era diverso. Sentivo uno strano vuoto dentro di me. I miei genitori mi mancavano, certo, ma l’idea di lasciarmi dietro gli amici, la mia terra, le mie abitudini, insomma la vita a cui ero abituato e che faceva parte di me mi terrorizzava. Molto spesso uscivo da solo per rivedere piccoli angoli che non avrei più rivisto, pensavo e ridevo fra me e me dei bei momenti passati in quei luoghi. Chissà se avrei più incontrato i miei amici, loro volevano assolutamente passare più tempo con me, in fondo lo sapevano anche loro che ci avremmo messo tanto tempo prima di rivederci. Il giorno del viaggio era un venerdì. Ricordo che erano tutti molto premurosi con me. Avevamo trascorso anni insieme, erano nati tanti sentimenti, io volevo bene a un sacco di persone e altrettante persone volevano bene a me. Gli addii non sono mai facili. Tutto ciò mi creò un pesante senso di vuoto dentro, da sempre non vedevo l’ora che arrivasse quel giorno ma ora non sapevo più se era ciò che volevo davvero. Quando arrivammo a Torino questo senso di vuoto si intensificò. Sentivo già la mancanza di tutto. Rivedere i miei genitori mi permise di avere un po’ di tranquillità.

    Vista la mia buona conoscenza delle materie scientifiche, fui ammesso all’ultimo anno delle medie. Malgrado i dubbi degli insegnanti sulla mia ammissione alle scuole superiori, a causa della mia scarsa padronanza dell’italiano, passai l’anno con esiti positivi e con grande sorpresa di tutti passai l’esame di terza media. L’anno successivo mi iscrissi al liceo tecnico statale e industriale di Cuneo, dove passai due anni di totale insuccesso per la ancora poca padronanza della lingua. L’anno dopo, ormai diciassettenne, mi scrissi a una scuola professionale dove intrapresi un corso a indirizzo meccanico e, dopo il primo anno che andò molto bene, decisi di proseguire altri due anni di scuola superiore, ma stavolta frequentando l’indirizzo elettrico.

    Finiti i tre anni di scuola professionale, desideroso di fare esperienze di vita all’estero, mi trasferii in Francia nei pressi di Parigi da una cugina. Vissi tantissimi cambiamenti che mi permisero di crescere personalmente, ma non riuscii a proseguire gli studi perché non ero ancora abbastanza maturo. In forte conflitto per la nostalgia di casa, dopo un anno tornai in Italia.

    Una volta rientrato, grazie ad alcune conoscenze, riuscii a ottenere un

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