Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Old West Volume 2 - La leggenda di Lady Spirit
Old West Volume 2 - La leggenda di Lady Spirit
Old West Volume 2 - La leggenda di Lady Spirit
E-book153 pagine2 ore

Old West Volume 2 - La leggenda di Lady Spirit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Dopo la morte di Anatas i Quattro Oscuri sono pronti a colpire. La sciamana Athana nel disperato tentativo di raggiungere gli alleati rangers si imbatterà nel pericolo rappresentato da un emissario dei suoi nemici ma soprattutto rimarrà immischiata in una voragine di odio che vede protagonista un indiano amico la cui moglie viene ingiustamente uccisa e il colpevole lasciato in libertà. Trovando l’inaspettato aiuto di un giovane bianco dal cuore puro si impegnerà nel fermare sul nascere una guerra che porterà solo altra morte e distruzione. Riuscirà a fermare la catena d’odio prima che prenda il sopravvento sul cuore degli uomini portando alla distruzione totale?
LinguaItaliano
Data di uscita13 dic 2018
ISBN9788827828199
Old West Volume 2 - La leggenda di Lady Spirit

Leggi altro di Manuel Mura

Correlato a Old West Volume 2 - La leggenda di Lady Spirit

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Old West Volume 2 - La leggenda di Lady Spirit

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Old West Volume 2 - La leggenda di Lady Spirit - Manuel Mura

    twitter.com/youcanprintit

    Prologo

    Il cavallo nitrì e sbuffò scalpitando sulle zampe anteriori, mentre il tuono scuoteva il cielo e i lampi illuminavano a giorno il grande spiazzo sottostante.

    La giovane Athana guardava l'orizzonte dall'alta collina cercando con il suo sguardo acuto di penetrare l'oscurità della notte e la furia temporale.

    La sua meta non era distante ma sembrava irraggiungibile.

    I territori dell'West erano davvero immensi e non sarebbe bastata una vita per girarli tutti, per non parlare degli infiniti pericoli naturali che incombevano come quelli ancora peggiori rappresentati dagli uomini.

    La giovane indiana temeva più che altro quest'ultimi, sia per la sua condizione sociale che la relegava un gradino e anche più sotto la società cosiddetta civile, sia perché i nemici comuni le avrebbero dato una caccia sfrenata.

    Era passato quasi un mese dal distacco con la sua amica Margareth, ormai da tutti conosciuta come Lady Colt e il vecchio Arcibaldo, burbero e chiacchierone che assomigliava a una figura paterna per entrambe.

    Ricordava le lotte sostenute insieme a loro contro il Ku Klun Klan che preparava un attentato senza precedenti contro le più alte cariche politiche.

    Erano riusciti a sventarlo per poi venire a sapere che quei fanatici non erano che pedine con il compito d'attirare l'attenzione da qualcosa di ancora più spaventoso ad opera dei Cinque Oscuri.

    Grandi imprenditori e industriali con il monopolio delle armi e provenienti da nobili famiglie erano coloro che detenevano il vero potere in America.

    Non contenti volevano estenderlo a tutto il mondo tramite la corruzione, l'omicidio di massa e spargendo odio tra i popoli.

    Cercando disperatamente di fermarli avevano infine trovato uno di loro, Anatas, e sconfitto dopo una dura lotta all'ultimo sangue.

    Erano poi venuti a sapere che lui e gli altri preparavano un oscuro rituale che avrebbe portato alla disfatta l'intero paese.

    Malgrado la perdita di Anatas il potere degli altri non veniva meno come lo scopo prefissato, che richiedeva il sacrificio di molte persone: così si erano promessi di fermarli a tutti i costi.

    Mentre i suoi amici si adoperavano per fermare i massacri lei doveva raggiungere dei nuovi alleati che sarebbero stati indispensabili contro i comuni nemici.

    Anche se la sua amica Margareth non era veramente un ranger in pratica faceva quello e lei lo stesso, malgrado fosse in realtà una sciamana.

    Toccò un attimo il tomahawk legato alla cintura insieme al coltello come ad accertarsi che ci fosse sempre.

    L'accetta indiana non era solo un'arma ma un totem, una parte di sé stessa come la colt per Margareth.

    Distolse i pensieri da lei per scrutare all'orizzonte non solo con gli occhi ma soprattutto con lo spirito.

    Per quanto la vista avesse dei limiti lo spirito poteva giungere ovunque, soprattutto per chi come lei lo allenava da sempre.

    Riuscì così a vedere oltre il buio e il temporale scorgendo una piccola città nel fondo della valle.

    Fino a quel momento si era addentrata in territori selvaggi procurandosi senza problemi cibo e acqua e per lo più evitando i pochi centri abitati presenti in quella regione ancora poco popolata.

    Aveva idea d'evitare anche quello ma era la strada più breve per giungere a destinazione.

    Per quanto fosse una che attirava molto l'attenzione riusciva anche a non farsi scorgere se lo desiderava.

    Con le sue capacità di sciamana poteva apparire come il solito viandante di cui ci si dimentica subito.

    In condizioni normali attirava immancabilmente le attenzioni di tutti gli uomini presenti.

    Alta, più di qualunque donna bianca e anche di molti uomini, aveva capelli corvini lisci che le ricadevano sulla schiena, occhi neri come la notte, spalle larghe e fisico atletico.

    La perfezione del suo viso unito al seno abbondante, che i modesti reggiseni di paglia sembravano impossibilitati a contenere, il fondoschiena perfetto e le lunghe gambe atletiche la facevano apparire come la quintessenza della bellezza.

    Dovunque la si guardasse non apparivano difetti.

    Era ciò che di più perfetto la natura potesse offrire ma la sua straordinaria bellezza rappresentava anche il suo più grande punto debole.

    In un mondo in cui chi non apparteneva alla stessa razza veniva considerato inferiore tutti si sentivano in diritto di fare ciò che volevano.

    Athana non era tipo da farsi mettere i piedi in testa da nessuno: fiera e orgogliosa aveva un carattere chiuso e sempre serio.

    Questo la portava sovente a una vita solitaria e distaccata dal prossimo, sentendosi disgustata da un mondo che non l'accettava e si soffermava solo sull'aspetto esteriore.

    In fondo, l'odio, la disuguaglianza e l'ignoranza erano le armi dei nemici che anche lei combatteva.

    Pensandoci, Margareth era stata la sua unica vera amica anche perché non la considerava un'estranea: erano le due facce della stessa medaglia, entrambe forti, indipendenti, determinate, intelligenti e con lo stesso scopo.

    Athana strofinò il manto del nero destriero riuscendo a calmarlo malgrado il frastuono del temporale.

    <>

    Indicò più a valle e il fido destriero si inoltrò in un sentiero in discesa reso pericoloso dal buio e dalla pioggia.

    La sua padrona riusciva comunque a orientarsi bene anche se dovevano procedere lentamente e con attenzione.

    In condizioni normali Athana non si sarebbe arrischiata a tanto: era una persona riflessiva e prudente, ma ora non aveva scelta.

    Il tempo a sua disposizione era sempre meno.

    Sapeva il giorno in cui si sarebbe svolto il rituale e sebbene apparisse lontano nel tempo in realtà era più vicino di quel che avrebbe voluto.

    Prima che accadesse avrebbe dovuto trovare le persone che cercava, evitare che venissero uccise dai numerosi sicari mandati dai Quattro e portarli fino al luogo del rituale.

    Tutte cose che richiedevano molto tempo e anche una buona dose di fortuna, cosa abituata a crearsela con le sue azioni.

    Anche se non li aveva ancora incontrati era ben conscia che i sicari al soldo dei Quattro si sarebbero presto palesati e probabilmente per lei avrebbero mandato qualcuno abile nella magia nera.

    Era pronta ad affrontarli ma non ora, prima doveva trovare le tre persone di cui le aveva parlato Margareth.

    Quando la sua amica si era battuta all'ultimo sangue contro Anatas era riuscita per un attimo a penetrare i suoi pensieri e visto sia il rituale che le persone da cercare.

    Le aveva detto che uno era un ranger e l'altro il suo pard.

    Si sarebbero trovati in una piccola cittadina più a sud di nome Kannas City ma non sapeva la data esatta.

    Conosceva solo approssimativamente il periodo che doveva essere quello di inizio autunno a cui mancavano circa tre settimane.

    Doveva farsi bastare quell'informazione come che l'altra persona da cercare era una giovane donna, poco più che adolescente, di cui non sapeva nulla.

    Su quest'ultima non era nemmeno chiaro dove si trovasse ma era probabile nello stesso posto dei rangers oppure si sarebbe unita a loro, o almeno era quello che Athana sperava.

    Una volta verso il fondo del sentiero il cavallo nitrì forte e malgrado lo spazio fosse considerevole fu come spinto verso il bordo da una specie di forte vento scatenatosi all'improvviso proprio in quel punto.

    Athana comprese subito la situazione e alzò il tomahawk scacciando all'istante la forza maligna che per un attimo si era palesata ma non a fermare del tutto il destriero.

    Le zampe posteriori sporgevano sul bordo e con solo le altre non riusciva a reggersi con il peso della sua padrona sopra, inoltre il terreno scivoloso e l'acqua che lo sferzava rendevano impossibile trovare un appiglio.

    Athana per un attimo scrutò di sotto dove una decina di metri la separavano dal suolo.

    Forse non sarebbe morta nella caduta ma di sicuro fatta molto male, oltre che potevano esserci spunzoni rocciosi che non vedeva, inoltre il suo Flastag non si sarebbe salvato.

    <>

    L'animale orgoglioso come la sua padrona non voleva darsi per vinto ma era una causa persa, riuscendo a malapena a rimanere in equilibrio precario che non sarebbe durato che una frazione di secondo.

    In quell'attimo infinitesimale Athana si staccò da Flastag lasciandosi scivolare nelle rocce per poi fermare la caduta grazie al tomahawk che infilò in un'insenatura e puntò le gambe su una parte rocciosa più larga poco sotto.

    Con l'altro braccio arrancò fino a trovare un appiglio costituito da una roccia sporgente che le ferì la mano.

    Ignorò il dolore e rivolse le sue attenzioni a Flastag che tentava disperatamente di risalire.

    Voleva avvicinarsi per aiutarlo ma la posizione precaria, la pioggia che la sferzava e la parete bagnata rendevano l'impresa impossibile a cui si univano gli zoccoli dell'animale che rischiavano involontariamente di colpirla.

    Staccò il tomahawk dalla fessura tenendosi solo con l'altra mano e puntellandosi meglio che poteva con le gambe per avere un minimo di stabilità.

    Alzò l'arma e pronunciò parole in lingua natìa che rimbombavano forti sovrastando anche il rumore assordante del temporale.

    Estraniò la mente da tutto il resto: dolore, pericoli e rumori non esistevano.

    Concentrava tutta sé stessa nell'invocazione al Grande Spirito, estraniando il suo spirito fino a farlo diventare un tutt'uno con il mondo che la circondava.

    Sentì il respiro di Flastag come fosse il suo, l'ansia di non farcela come la paura d'abbandonare la sua padrona.

    Tutto questo unito all'acqua che lo sferzava senza sosta e il terreno bagnato in cui tentava di riemergere lo facevano piombare nel panico assoluto.

    In lontananza il corvo gracchiò e il lupo ululò ma ora Flastag non avvertiva più niente se no una forza che lo spingeva a tirarsi su e non arrendersi.

    Si puntellò le zampe anteriori inarcando tutto il peso del corpo in avanti ma allo stesso tempo cercando d'alzare le zampe posteriori trovando la stabilità.

    Fu più facile a dirsi che a farsi ma in quel momento Flastag non si sentiva più solo, con lui c'era la sua padrona che lo guidava, gli spostava le zampe nei punti migliori e riuscì finalmente a riequilibrare il peso del corpo.

    Sotto di lui la voce di Athana continuava a salmodiare imperterrita resistendo a dolore e fatica spronandolo a non arrendersi all'inevitabile sorte che l'avrebbe condotto a una fina prematura che non meritava.

    Nitrendo e scalpitando fece un ulteriore sforzo e infine riuscì a issarsi completamente e ritrovarsi nuovamente a quattro zampe sul terreno roccioso.

    Athana tacque di colpo e accennò un sorriso nel suo viso di pietra per poi scivolare di sotto in quella che sembrava un'interminabile caduta che poteva portarla alla morte.

    Si rendeva conto di essere una sciocca, che avrebbe potuto salvarsi abbandonando Flastag al suo destino ma non l'avrebbe mai fatto.

    Come sciamana e indiana sapeva di far parte di un insieme che componeva la natura e l'essenza delle cose, sia nelle piante sia negli animali e lo stesso negli spiriti.

    Solo gli uomini bianchi non se ne rendevano conto ma per lei era naturale come respirare rispettare il magnifico mondo creato dal Grande Spirito che permeava tutte le cose.

    Scivolò per diversi metri in

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1