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Le Sorelle Massacro: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #1
Le Sorelle Massacro: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #1
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E-book92 pagine1 ora

Le Sorelle Massacro: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #1

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Info su questo ebook

Uno strano mondo: le creature sono più civili degli uomini.

Ambientato nell’universo di Helena Brandywime, la storia segue le avventure delle Sorelle Massacro. Gli umani sono diventati più mostruosi delle Creature Leggendarie per cui le donne vengono assunte.

Come potrebbe vivere una cercatrice di mostri?

Le Sorelle Massacro sono tra le più note cercatrici di mostri nel Nord Est, l’unico problema è che le Creature Leggendarie si mescolano con gli abitanti umani del mondo, mentre i ciarlatani umani prendono il loro posto. Dopo uno scontro con il temuto diavolo del New Jersey, le sorelle devono fuggire dalla loro casa di Yonkers, per sfuggire alla temuta organizzatrice d’incontri locale. Temendo per la loro indipendenza, fuggono a New York City per cercare qualsiasi lavoro disponibile.
Scoprono una serie di sparizioni intorno al famigerato Five Points. Chi c'è dietro le persone scomparse, mostri, o esseri umani?
Le Sorelle Massacro scopriranno chi c'è dietro tutto questo! 

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita16 ott 2020
ISBN9781071569597
Le Sorelle Massacro: Una piccola avventura di Helena Brandiwine, #1

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    Anteprima del libro

    Le Sorelle Massacro - Greg Alldredge

    CAPITOLO 1:

    La donna lasciò la taverna. Era evidente che avesse alzato un po’ troppo il gomito. Il luogo ospitato dal portico esterno costituiva un giaciglio perfetto per lei dove fermarsi, distendersi, e riacquistare le forze. Era tardi, più di qualsiasi orario consentito a una donna perbene, ma i suoi comportamenti negli ultimi anni, avevano dimostrato che non si trattasse di una signora. C’era degli uomini addormentati al bar fornendo prova di non poter reggere il confronto con la capacità della donna di reggere l’acquavite di mela. Il cappello era annodato su ambo i lati quando si adagiò. Non le importava molto di ciò che quella cittadina del New Jersey pensasse di lei -non vi erano nemmeno così tante persone poi. In piedi al crocevia, doveva prendere una decisione. Poteva svoltare a destra e camminare per la città verde, o poteva non curarsi del vento, marciare ed entrare nel bosco da cui tutti avevano cercato di metterla in guardia.

    Che banda di bifolchi. Stava quasi per cascare mancano il primo gradino ma subito riacquistò l’equilibrio e riuscì a scendere gli ultimi due. Benché la città fosse situata relativamente vicino a Philadelphia e a New York, avrebbe potuto essere ferma all’epoca antecedente alla guerra civile. L’unico mezzo di trasporto, eccezion fatta per il treno, era il cavallo o la carrozza. Non vi erano auto ad attenderla fuori la taverna.

    Con niente per lei da rimbalzare fuori, quel che avrebbe dovuto essere un percorso lineare attraverso la strada era modellato più come un serpente strisciante. Non lasciò indicazioni su dove fosse diretta finché non raggiunse il cartello che annunciava Monroe, Città Verde di Monroe, New Jersey, una delle ultime aree verdi del nord-est. Così lontano dalla realtà del resto del paese, il cielo era terso abbastanza da vedere la luna, contrariamente alle città dove l’aria è così densa di fumo proveniente dai fuochi che alimenta la potenza del vapore che il mondo bramava. Anche con la luna piena, c’era poca luce a illuminare il sentiero alla donna appena inciampata. Il suo alloggio si trovava a meno di un miglio di distanza ma qualsiasi abitante del posto le avrebbe consigliato di stare alla larga dalla strada, di evitare la Pineta quella notte, specialmente in quelle di luna piena. I Diavoli di Leeds erano a caccia. Lo erano da mesi, terrorizzando qualsiasi donna trovassero nel buio.

    In questa notte di fine maggio, calda, le lucciole danzavano lungo il sentiero. Per un istante, la donna le seguì fino ai binari e si addentrò nei boschi, ma non era tanto avventata da continuare. Era preparata a sfidare la sorte solo fino a un certo punto.

    Aveva vagato per circa la metà del viaggio totale, e lì si udì il suono di un ramo provenire dalla sua destra. Per reazione naturale, si voltò in direzione del rumore. Il suo corpo era teso, ma non aveva armi con sé per difendersi, nemmeno un ombrellino. Con gli occhi erano incollati verso dove credeva di aver sentito quel suono, fece qualche passo incerto nella direzione in cui era diretta.

    Qualcosa calpestò un ramo più spesso, causando l’eco attraverso i boschi. Instabile, la donna si mosse ma era sul punto di cadere.

    Se sei qui, vattene prima che ti faccia del male. La voce le fremeva dalla paura. Chiunque avesse ascoltato avrebbe compreso che a parlare era il falso coraggio fornito dall’acquavite. Con la sua fonte di luce proveniente dalla luna che filtrava attraverso i pini, riprese i passi incerti lungo il tragitto.

    Il suono successivo non fu però un ramo schiacciato dai passi, ma era dietro di lei – il lamento di una creatura che avrebbe trasformato l’uomo più coraggioso in un coniglio.

    La donna barcollò, e insicura corse, facendo del suo meglio per scappare da qualunque cosa la inseguisse.  Il vento le catturò il cappello facendolo volare lontano da lei. Il terrore ebbe il sopravvento mentre correva. I rovi della foresta le stracciarono i vestiti.

    Sentiva qualcosa che la perseguitava. Sembrava crescere sempre più ogni qualcosa la foresta le impigliasse gli abiti. Un ramo basso le si attorcigliò tra i capelli, tirandole la testa all’indietro.

    Fortunatamente, per la donna, portava una parrucca, e riuscì a liberarsene solamente perdendo qualche forcina da capelli. Mentre la forza la faceva girare intorno, diede un’occhiata alla creatura sua inseguitrice.

    Non ebbe molto da ispezionare, si avvicinò abbastanza da vedere che la creatura era bianchissima. La testa di una capra posata su ampie spalle, le corna curvate all'indietro come un montone, ma ciò che catturò maggiormente la sua attenzione furono le braccia. Erano più ali di pipistrello aperte e pronte ad afferrarla e a immobilizzarla al suolo.

    Una scarica di adrenalina le attraversò per il corpo, il cervello offuscato dall'alcool ricominciava a carburare e il passo più fermo. Aveva cominciato la passeggiata serale alla taverna mentre il sole era ancora alto abbastanza da dar luce a tutto. Sapeva, che a pochi metri di distanza, c'era una piccola prateria. Se solo riuscisse a raggiungere quel campo, con la sicurezza data dalla luna piena, sarebbe al sicuro. O almeno pensava che lo sarebbe stata.

    Sentiva la creatura abbastanza vicina da toccarla. Era sicura che gli altri avrebbero sfondato la boscaglia da entrambi i lati del sentiero, lontano dagli occhi. Di fronte, scorse la luce proiettare il suo bagliore argenteo attraverso la piccola radura. Sentendosi protetta, fece un respiro profondo.

    La mano a forma di artiglio dietro di lei la raggiunse ai capelli. Per istinto, Faith lo schivò, ma il movimento improvviso le fece perdere l'equilibrio poco prima del suo bersaglio della radura. Con la creatura pronta a balzare Faith fece un giro completo sulla sua spalla destra. Dal suolo sparò dietro ed eseguì una ruota seguita poi da un perfetto giro, per far volare il corpo in una piroetta all'indietro continuando ancora e ancora, ogni volta guadagnando slancio. I colpi di frusta con le braccia e con le gambe provocarono un'esecuzione della creatura. Abbastanza almeno affinché Faith si liberasse dalla rete che si alzava fulmineamente sotto i piedi del demone.

    L'urlo alla rete si acuì una volta che il diavolo si rese conto di essere caduto in una trappola, e dai boschi, su ambo i lati, si sollevarono urla e grida.

    "Faith, ti avevo detto che avrebbe funzionato, ma devi essere più

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