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Alamona Elander La leggenda
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E-book132 pagine2 ore

Alamona Elander La leggenda

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Info su questo ebook

Quando un nuovo terribile nemico minaccia gli innocenti, Alamona Elander, immortale figlia degli dei, e i suoi impavidi amici devono condurre il loro esercito in una battaglia epocale per riportare la pace. Ci vorrà tutta la sua forza perché Alamona superi il suo passato e vinca i suoi nemici per poi scoprire la realtà che si cela dietro.
LinguaItaliano
Data di uscita22 gen 2019
ISBN9788893215800
Alamona Elander La leggenda

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    Anteprima del libro

    Alamona Elander La leggenda - Manuel Mura

    633/1941.

    La figlia degli dei

    Il vento soffiava leggero e dava un po' di tepore nell'aria calda della notte estiva. Però per gli uomini prigionieri, legati ai pali di legno al centro del piccolo accampamento, non c'era pace. Avevano il corpo tirato per via delle corde poste in alto che tenevano ferme le braccia, issate in su, e in fondo unite le gambe.

    Tra i venti prigionieri ce n'era uno che stava tentando di convincere i suoi carcerieri a lasciarlo libero, o meglio li minacciava di farlo altrimenti ne avrebbero pagato le conseguenze. La trentina di uomini davanti a lui e agli altri prigionieri ridevano a quelle che trovavano divertenti suppliche.

    Un'altra dozzina facevano da sentinelle ed erano appostati intorno al campo, seminascosto dall'oscurità rotta solo da qualche torcia sparpagliata intorno e da una minima nebbia che in quelle zone non mancava mai.

    In fondo più che un accampamento era un misero assembramento di baracche di legno sparse a casaccio. Del resto non ci si poteva aspettare molto di più da brutali e stupidi banditi, come in quel momento li stava definendo il giovane legato al palo.

    Liberatemi subito, altrimenti l'ira degli dei vi sembrerà solo un misero conforto al confronto di colei che servo. Lei vi spazzerà via come un vento tempestoso che tutto travolge. Se voi adorate qualche dio, che sia Marte o Giunone, sappiate che colei che servo è figlia prediletta di Zeus e di conseguenza imbattibile, come lo è stato Ercole ai tempi del mito...

    Quei banditi però non adoravano nessun dio tranne quello rappresentato dal denaro, mentre picchiare e torturare i prigionieri per poi ucciderli era uno dei loro passatempi preferiti. Le parole continue di quel giovane fecero venire loro ancor più voglia di cominciare subito con le torture a ripetizione che si sarebbero protratte per tutta la notte. Dopo essersi divertiti li avrebbero uccisi tutti per poi attaccare un altro villaggio, rubare cibo e donne e divertirsi a torturare gli uomini ancora vivi. Era così che avevano fatto due notti orsono, anche se più che un vero villaggio avevano trovato solo un gruppo di baracche di agricoltori e pastori, per di più quasi tutti uomini tranne qualche donna anziana e inutile. Le avevano uccise e preso tutto quel che c'era, per poi catturare gli uomini con cui ora si sarebbero divertiti un po'.

    Durante il tragitto per raggiungere quel luogo desolato, in mezzo ad un territorio roccioso ai piedi di alte colline e con la perenne nebbia a nascondersi alla vista di tutti, avevano incrociato quel giovane fanfarone. Di sicuro si era perso o cercava cibo, invece aveva trovato solo botte ed ora sarebbe stato il primo ad essere torturato.

    Il capo del gruppo di banditi, un uomo basso e tarchiato con i capelli neri unti e folti e gli occhi chiari spiritati, aveva già estratto dalla cintura il lungo coltello ricurvo, simile più ad una spada corta, che avrebbe usato sul corpo del giovane. Di sicuro quel giovane, pensava il capo, era un tipo originale, che esorcizzava la paura con sciocche minacce, come se queste fossero sufficienti a intimorire gente come loro, forte del numero e armata.

    Hai usato a sufficienza la bocca per parlare, ora la userai solo per urlare, che ne dici bello?

    Il giovane, un tipo alto di bell'aspetto, con capelli biondi che gli arrivavano alle spalle, occhi marroni e fisico modesto, cercò di mantenere ancora il suo autocontrollo che la vista di quel coltello minacciava di fargli perdere.

    Non sai quello che stai facendo...

    Io penso di saperlo bene. Non è vero, ragazzi?

    Tutti risero dicendo che lì lo sapevano bene cosa gli avrebbero fatto.

    Siete tutti pazzi. La mia padrona vi scorticherà vivi se solo oserete toccarmi con le vostre immonde armi...

    Parli sempre di questa tua padrona, ma è bella almeno?

    Certo che lo è. Non c'è donna che la eguagli per bellezza e forza. Lei è figlia di Zeus...

    Se è bella speriamo che venga presto allora, almeno ci potremmo divertire per bene.

    Bada a come parli, topo di fogna o...

    Il capo lo prese per i capelli e gli tirò indietro il collo, mentre gli appoggiava il coltello ricurvo sul collo.

    Sai, sono indeciso se aprirti dall'alto verso il basso, oppure cominciare con tagliarti le parti basse. Che ne dici? Cosa preferisci?

    Lui tentava ancora di controllarsi ma la paura minacciava di prenderlo del tutto, e stavolta anche la sua voce aveva dei tentennamenti mentre con gli occhi cercava di guardare oltre l'accampamento. In quella posizione però non poteva vedere bene, ma per un attimo gli era sembrato che alcune luci di torce si spegnessero e gli parve anche di sentire dei tonfi sordi attutiti da mani esperte. Sperò non fosse solo la sua immaginazione e riprese tutto il coraggio che aveva ancora dentro di sé per riversarlo sui banditi che, se era come pensava, stavano per fare una brutta fine.

    Lei è già qui, vi sterminerà tutti, la sua ira...

    Non so se sei completamente folle per la paura oppure il tuo cervello è così ridotto da non capire la situazione in cui ti trovi.

    Gli uomini gridavano all'unisono di squartarlo.

    Siete tu e i tuoi uomini ad essere degli stupidi, ed ora pagherete le conseguenze delle vostre azioni.

    Tutti risero alle parole di quel giovane che il capo disse giusto sarebbero state le ultime, ma di colpo tutte le torce si spensero.

    Tutti gli uomini si guardarono intorno disorientati da quell’inaspettato e inspiegabile cambiamento.

    Che diavolo succede? Sentinelle, rispondete urlò il capo.

    Non l'hai ancora capito? Le tue sentinelle sono morte ed ora toccherà anche a te e ai tuoi uomini fare la stessa fine: lei è qui.

    Gli uomini parvero spaventati ed estrassero le armi, guardandosi attorno con nervosismo e timore.

    Non fate i pappamolle. Chiunque si mette contro di noi è destinato a morire. Non vi farete mica spaventare dalle farneticazioni di questo giovane, che per di più parla di una semplice donna?

    Non è una semplice donna, lei è figlia del padre degli dei: non c'è più scampo per voi!

    Il suo tono di foga e sicurezza fece perdere vigore agli uomini e diversi corsero via, scomparendo nel buio della notte e della nebbia. Si sentì poi in quella direzione un rumore secco, e volarono nella direzione di quelli rimasti le teste di alcuni di essi in un’espressione di dolore e sorpresa. Gli altri vennero presi dal panico e la voce concitata del capo non riuscì a tenerli tutti a bada. Qualcuno tentò la sorte dei loro compagni e fece la stessa fine. Volarono teste e si sentirono urla mentre dalla nebbia emergevano delle figure che ricordarono loro dei demoni vendicatori.

    Non avete possibilità di fuga, lei è dovunque e non vi darà scampo.

    Non dategli retta e riaccendete le torce: presto!

    Alle urla del capo accesero rapidi alcune torce che puntarono davanti a loro, dove dei rumori di passi attirarono l'attenzione di tutti. Dal buio, rotto dalla luce dei fuochi appena accesi, emerse una figura maestosa e temeraria. Era una donna alta e vigorosa, dal viso delicato e ben fatto. Fisico atletico e asciutto, era squadrato alla perfezione dalla testa ai piedi. Capelli biondi lisci, mossi dal vento, che ricadevano sulle spalle alte e squadrate, occhi azzurri limpidi in cui non trapelava insicurezza. Il suo passo rapido e il portamento fiero la facevano sembrare temibile più di qualsiasi uomo. Il petto consistente si gonfiava all'aria della sera, nascosto da una tunica rossa che le ricopriva solo quel punto, mentre poco sotto spiccavano gli addominali scolpiti. Una cintura da cui sporgeva una corta spada le copriva la vita insieme ad una corta gonna rossa, ma lasciava subito scoperte le lunghe gambe muscolose.

    Sembrava un'apparizione divina, una dea reincarnata, e le parole sentite dal giovane non parvero più delle semplici farneticazioni e ognuno dei presenti riconobbe in esse qualcosa di vero. Quella donna che si avvicinava rapida a loro con passo fiero e deciso era bellissima e terrificante al tempo stesso.

    Gli uomini indietreggiavano tutti e volevano scappare, ma la fine prematura toccata ai loro compagni li dissuase dal farlo, allo stesso tempo sapevano che restare lì significava la fine. Qualcosa nello sguardo risoluto di quella donna incuteva loro timore ed erano certi non avrebbe avuto pietà di chiunque intralciasse il suo cammino.

    Che fate, razza di smidollati? Prendetela e ci divertiremo con lei. Avanti! urlò il capo, che si riprese per primo da quella strana apparizione, ma nessuno si mosse.

    Si voltarono tutti non riuscendo a reggere il suo sguardo e sperando di scorgere una via di fuga, ma altre tre figure emersero dalla nebbia precludendo loro ogni possibilità di scampo. C'era alla loro destra un tizio basso ma molto robusto, particolarmente brutto, con il viso mal fatto e numerosi tagli in volto. Aveva capelli scuri corti e scarmigliati e occhi dello stesso colore. Spalle larghe, torace possente e grossi muscoli alle braccia, con cui teneva due grosse accette, e vestiva con una leggera armatura di cuoio sotto un vestito scuro. Pareva l'immagine della distruzione e a vederlo bene lo si scambiava più per una bestia che una persona.

    Volsero così lo sguardo verso le altre due figure che sebbene più esili parevano altrettanto minacciose. La più esile, sulla sinistra, era rappresentata da un uomo non più giovane con la fitta barba bianca, pochi capelli dello stesso colore e occhi verde chiaro. Non era brutto e nemmeno bello. Di sicuro quello che aveva in termini di bellezza da giovane si era ormai perso, ma non l'acume che esprimeva lo sguardo sicuro e, malgrado avesse un aspetto comune, si muoveva con una sicurezza da grande imperatore. Portava una veste leggera celeste e teneva in mano un lungo bastone di metallo da cui sporgeva dall'alto una punta acuminata e lunga. Era diverso da una lancia o da qualsiasi arma con cui avessero familiarità i banditi, e pure l'impugnatura pareva più sottile, come alcuni punti dello stesso che sembravano incastrati l'uno all'altro.

    Chiudeva il terzetto, al centro, un'altra donna, anch'essa bella ma inquietante. Era di media altezza e corporatura, vestita nella parte superiore del corpo con una pelle di lupo e una leggera protezione alle braccia e alle gambe. Le gambe, sottili ma muscolose, erano rivestite da pantaloni celeste chiaro, come dello stesso colore erano gli occhi, che sembravano quelli di un lupo feroce che sta per abbattersi sulle prede. I capelli neri tagliati corti

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