Oltre l'infinito

Di Patrizia Galossini

" Oltre L'Infinito" di patrizia Galossini, è una silloge in cui la componente realistica è il cemento che struttura l'opera intera, anche quando il costrutto viene ad essere trasfigurato, l'assunzione della realtà inclusa con straordinaria consapevolezza accompagnata da una ribelle sensibilità post-romantica, con tangenze crepuscolari, di un crepuscolo che agogna l'avvento dell'alba , enucleando la poetica degli oggetti – simboli. Poesia del dire " la cruda verità interiore intrisa di speranza " prosaica e senza travestimenti, sempre pronta a denudare l'animo, diretta al proprio vissuto, antiretorica, ed espressa con toni sommessi e parole scelte con grande cura, segno di una più decisa assimilazione dei poeti contemporanei più svariati. Sovente questa, ad una lettura approfondita sul versante psicologico, è poesia di chi si sente esclusa troppo presto dal vivere ,con qualche sprazzo di autocommiserazione, e si ritaglia uno spazio dal quale si protende ad osservare il mondo con quella inespugnabile speranza che la contraddistingue, controbilanciando la sterilita' intellettuale del nostro tempo con slanci positivi e favoleggianti. Con una leggera ironia su se stessa osa dire: " Sono l'Araba Fenice che risorge mille volte". Una raccolta più matura e consapevole, che si colloca mirabilmente fra le opere più compiute e conclamate della nostra epoca, caratterizzandosi per il suo grido glorioso che non si spegne su varianti negative. In bilico tra positivismo e spiritualismo scava alle radici di una esperienza individuale autobiografica,problematica, e postulando un esistenzialismo che mostra tendenze metafisiche con un linguaggio ora aulico ora umile e semplice, asciutto e orgoglioso nel suo svolgersi, che si approssima a placarsi in una ricerca razionale che sconfessa la disillusione e l'enigma, in sintonia con i suoi valori etici assunti per tramite dalla sua famiglia e dalla sua terra natia.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 9 dic 2019
• ISBN: 9788831651462

Anteprima del libro

633/1941.

PREFAZIONE

Leg­gen­do la nuo­va sil­lo­ge poe­ti­ca di Pa­tri­zia Ga­los­si­ni Ol­tre L’In­fin­to mi so­no re­so con­to di quan­to i ver­si sia­no per­va­si da una cer­ta mu­si­ca­li­ta’, fra­si af­fi­da­te ad un gio­co di ar­mo­nie e me­lo­die che ac­com­pa­gna­no fon­den­do­si con il si­gni­fi­ca­to ra­zio­na­le e psi­co­lo­gi­co che la poe­tes­sa vuol si­gni­fi­ca­re. Tal­vol­ta ca­pi­ta che l’in­can­to di quei ver­si si espan­da a tal pun­to da oc­cul­ta­re le pa­ro­le, tan­to da sor­pren­de­re il cuo­re del let­to­re pri­ma che ne per­ce­pi­sca il lo­ro si­gni­fi­ca­to in­trin­se­co. Un ge­ne­re di poe­sia che ri­man­da ai poe­ti sim­bo­li­sti ed er­me­ti­ci con ri­svol­ti  del tut­to ori­gi­na­li nel­lo sti­le che a pri­mo ac­chi­to po­treb­be sem­bra­re ma­nie­ri­sti­co. Cer­che­ro’ di il­lu­stra­re, tra­scri­ven­do una del­le sue ul­ti­me com­po­si­zio­ni , il si­gni­fi­ca­to, il qua­le mo­stra se stes­so in  una for­ma am­bi­va­len­te, da un la­to esi­sten­zia­le e fi­lo­so­feg­gian­te, dall’al­tro sen­ti­men­ta­le ed ar­ca­no." La vi­ta co­me un'al­ba/crea il suo ef­fet­to,es­sa si ri­ve­la agli oc­chi,/te­dia ed espli­ci­ta. De­li­neo i con­tor­ni nel­la/sua in­fi­ni­ta per­fe­zio­ne./La sua è di vi­va bel­lez­za gio­ia e can­to;tri­stez­za e pian­to ,/una vi­ta che stor­di­sce /ed in­te­ne­ri­sce il cuo­re,/ma­ni che si strin­go­no al pet­to evo­can­do,/ fat­ta di spe­ran­ze po­nen­do at­te­se/e spi­ra­gli di lu­ce.

È un va­so che con/le so­le ma­ni in­tri­se di fa­ti­ca si mo­del­la./Era quel­la la vi­ta/nel­le più di­spa­ra­te abi­tu­di­ni ,/cer­ca­va un vol­to nuo­vo,/ un nuo­vo ini­zio, /una pa­gi­na bian­ca/mar­can­do con l'in­chio­stro ne­ro/l ' in­di­ci­bi­le e ine­qui­vo­ca­bi­le esi­sten­za." Al pa­ri di cer­ti pit­to­ri che in­ten­do­no di­pin­ge­re un am­bien­te na­tu­ra­li­sti­co, os­ser­van­do piu’ vol­te i suoi vi­vi­di co­lo­ri, e le sug­ge­stio­ni che es­so ema­na, an­che la poe­tes­sa sem­bra os­ser­va­re in si­len­zio uno spa­zio di na­tu­ra,  i cui con­tor­ni so­no co­si for­ti da in­dur­la ad esal­ta­re l’in­trin­se­ca vo­lon­ta’ mi­ste­rio­sa che pro­du­ce quel­le for­me, for­me che evo­ca­no sta­ti d’ani­mo in cui la spe­ran­za, il can­to, e la tri­stez­za han­no di­mo­ra. Non so­lo, ma cio’ che piu’ la ren­de so­stan­zia­le nel con­te­nu­to sem­bra es­se­re la ri­cer­ca di qual­co­sa di nuo­vo, (un vol­to, un nuo­vo ini­zio), che non ap­pa­re chia­ro, co­sa