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I Racconti della Luna
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E-book214 pagine1 ora

I Racconti della Luna

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Info su questo ebook

Una voce narrante accompagna i piccoli lettori attraverso storie di amicizia, gelosia, solitudine, generosità in cui scoprire il valore dei sentimenti e dei piccoli gesti che governano i rapporti tra le persone. Trenta brevi storie con al centro una colorita famiglia di figure provenienti dai quattro angoli del pianeta, dalla natura e dalla fantasia, per suscitare domande e stimolare il desiderio di cercare risposte.

LinguaItaliano
Data di uscita14 gen 2020
I Racconti della Luna
Autore

Z.G. De Vincentiis

I am a three times round-the-world traveller and writer. I hold a Masters degree in Mechanical Engineering, dropout from PhD. In 2001, after teaching at the university for ten years, I set out on a 15 months overland world tour. Seven years later, I did another world tour, this time by sea- lasting a year, where I met my Italian husband. Seven more years later came another world tour, this time as a family with our then 3.5-years-old daughter, “Around the World in 99 Days”.Travelling the world so extensively gave me first-hand knowledge of places and an overall view of the world. I became obsessed with borders, security, justice, human behavior, anything related to world affairs. I feel I belong everywhere and nowhere. In 2016, I started a mission to go to every country and I have travelled to 152 countries out of 195. (193 UN countries plus 2 observer states.)I write because “Looking for words, you find thoughts." I live life so that it would make a good story. So far, not so bad.

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    Anteprima del libro

    I Racconti della Luna - Z.G. De Vincentiis

    Ascoltai per la prima volta questa storia da mia madre, in una calda notte di autunno, molti anni fa. Ora, apro per voi il mio cassetto e la tiro fuori dalle memorie della mia infanzia.

    Il povero e la pentola magica

    Un povero ragazzo era disperato perché sua madre era molto malata e lui non aveva i soldi né per portarla dal dottore, né per le medicine. Sapeva che ella doveva mangiare qualcosa per rimettersi in salute almeno un po'. Ma in casa non c'era altro che due fette di pane raffermo.

    Pensando alla sua impotenza, si fece triste. Decise di uscire di casa. Ma per andare dove? Non lo sapeva neanche lui. Magari avrebbe trovato un lavoro, da qualche parte. O avrebbe incontrato qualcuno di buon cuore che l'avrebbe aiutato. Si avviò lungo il fiume. Pensò che avrebbe potuto pescare, ma non aveva né amo, né lenza!

    Mormorò allora tra sé e sé: «Potrei provare ad afferrare i pesci con le mani…» Detto fatto, mise in pratica il suo proposito. Si tuffò, animato dalla speranza e nuotò con alcune bracciate verso il fondo.

    Ad un tratto, gli apparvero due bellissime fanciulle. Erano due fate. Una di loro gli disse: «Sappiamo che sei un bravo figliolo e che vuoi tanto bene alla tua mamma.»

    Il poverello fu sorpreso nel vedere e nel sentire quello che vedeva e che sentiva.

    L'unica cosa che poté dire fu:

    «M-ma, m-a ma tu...» balbettando.

    La seconda fata lo interruppe dicendo:

    «Shhh... non dire nulla...»

    E continuando, in un sussurro:

    «Ti diremo un segreto, e tu troverai il cibo per saziare la fame di tua madre. Questo pasto speciale la farà anche sentire meglio...»

    Il poverello era ancora più sorpreso. Si pizzicò la guancia pensando di essere in un sogno e… sì, la guancia gli faceva male. Dunque concluse che doveva essere sveglio!

    La fata che aveva parlato per prima continuò:

    «Ma nessuno, eccetto te, dovrà conoscere la parola segreta che mia sorella maggiore sta per dirti. Se riuscirai a mantenere questo segreto, la pentola della tua casa ti sfamerà per sempre e guarirà le tue malattie» sentenziò.

    «Tuttavia» aggiunse, «se tu dovessi scrivere la parola da qualche parte, per paura di non ricordarla, o se la rivelerai a qualcuno, il suo potere magico svanirà. La pentola non funzionerà mai più...»

    Come la prima fata ebbe conclusa la sua frase, l'altra si chinò verso di lui e pronunciò la parola che nessun altro poteva udire.

    Il poverello voleva chiedere loro chi fossero e da dove venissero. Ma, prima ancora che potesse aprir bocca, esse erano già sparite ai suoi occhi.

    Così fu triste: non aveva neanche avuto il tempo di ringraziarle!

    «Beh» disse fra sé e sé, «In fondo le fate non hanno bisogno di ringraziamenti...» E poi, era sicuro che sapessero bene che egli sarebbe stato loro grato per sempre. Ora il poverino era ansioso di tornare dalla sua mamma per darle la medicina e farla star meglio.

    Nuotò veloce fino alla superficie e si precipitò verso casa. La mamma era ancora a letto, malata. Gli occhi le brillarono quando rivide il figliolo.

    «Dove sei stato, figlio mio? Ero preoccupata» ella disse.

    Il ragazzo rispose «Mamma, non dovrai preoccuparti mai più. D'ora in poi, tutto andrà bene.» Subito corse in cucina per seguire le istruzioni della fata.

    Prese una pentola dalla credenza, poi uscì a raccogliere della legna, accese il fuoco e, dopo avervi messo sopra la pentola, sussurrò per tre volte le parole segrete. E fu proprio come la fata aveva detto! Un profumo delizioso riempì la stanza non appena ebbe sollevato il coperchio.

    La mamma mangiò la pietanza che lui aveva cucinato e guarì. Da quel giorno, lei e il suo figliolo non ebbero più bisogno dell'aiuto di nessuno.

    Il ragazzo crebbe e trovò un lavoro. Divenne ricco ma continuò ad usare la pentola per i poveri e gli ammalati.

    Naturalmente, non rivelò mai a nessuno la formula magica. Non poteva. Quando infine divenne vecchio e morì, la pentola era ancora lì con lui. Ma ormai non c'era più nessuno che conoscesse le parole magiche.

    II Notte

    Ah sì. Anch'io, proprio come voi, vorrei tanto sapere quali fossero quelle parole segrete. Ma è molto importante riuscire a mantenere i segreti, sapete? Una volta che le parole sono uscite dalla bocca, infatti, non possono tornare indietro!

    Stanotte, vi racconterò la storia delle rane che si divertivano

    a fare dispetti ai pesci e del loro destino.

    Le rane invidiose e la coccinella

    I pesci del Lago Tavas erano molto tristi. Le rane non li lasciavano in pace. Ogni giorno li provocavano con le loro lunghissime lingue e più i pesci si mostravano spaventati, più le tiranniche rane si divertivano. I pesci decisero che dovevano farla finita con quella tortura e organizzarono un’assemblea per trovare una soluzione.

    A prima vista, però, nessuno aveva idea di come fare. Cominciarono così a rimuginare. Alla fine, uno di loro disse:

    «Faremmo meglio a consultare la saggia tartaruga...»

    E così si misero alla ricerca della tartaruga.

    Alla fine la trovarono che se ne andava a passeggio lungo il fiume. Dopo averle spiegato la situazione, dissero:

    «Siamo stufi e stanchi delle nostre rane. Ci trattano davvero male. Vogliamo cacciarle via...»

    La tartaruga rispose:

    «Non preoccupatevi. Tornate domani all'alba...»

    Dopo aver aggiunto «Ora devo andare a casa e pensarci su», ritirò la testa nel suo guscio e cominciò a pensare. Che si può fare?

    Passò un po' di tempo. La tartaruga poteva sentire le rane intonare il loro 'vrak-vrak' nel silenzio della notte. E proprio allora, ebbe un'idea.

    Il mattino seguente, molto presto, i pesci bussarono alla porta della tartaruga.

    Ella uscì e spiegò loro il suo piano.

    I pesci la ringraziarono calorosamente e corsero via alla ricerca delle rane. Finalmente avrebbero potuto farla finita con quelle tormentatrici. Non vedevano l'ora di darsi da fare. Non appena le ebbero trovate, i pesci cominciarono a prendere in giro le rane:

    «Ha, ha! Siete così verdi! Non siete stufe di andare in giro con un colore così stupido e noioso? Tutto intorno a voi non è che verde…»

    Le rane erano irritate all'ascoltare tutto ciò. Ma i pesci avevano ragione. Alberi, foglie, erba, tutto era verde. Persino l'acqua in cui vivevano e giocavano era verde.

    In quel momento, una delle rane si accorse di una coccinella che passava di lì. Che colori meravigliosi indossava! E quei pois neri... erano davvero speciali!

    La rana si rivolse alla coccinella:

    «Bell'insetto, che voli grazioso. Il nostro colore è così verde. Non saresti così generoso da donarci il tuo bel colore rosso e i tuoi puntini neri?»

    «Non c'è niente che possa fare per voi» disse sulle prime la coccinella. Ma era un insetto così carino che, mentre

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