Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

L'amore sospeso
L'amore sospeso
L'amore sospeso
E-book379 pagine3 ore

L'amore sospeso

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

"Un SMS inatteso. Un amore che torna dal passato a turbare la tranquilla vita di Ludovica, giornalista in carriera, facendo riaffiorare emozioni e ricordi sopiti. Cosa dovrà scegliere adesso? La serenità che sa regalarle Christian o i brividi che prova con il ritorno di Paolo? Un romanzo delicato, a tratti ironico, dal finale che non ti aspetti, accompagnato da una splendida colonna sonora. Una storia che sa entrare nella vita di ogni donna. Perché ogni donna serba nel cuore il ricordo di un amore sospeso."
LinguaItaliano
Data di uscita4 feb 2020
ISBN9788835367413
L'amore sospeso

Correlato a L'amore sospeso

Ebook correlati

Narrativa generale per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su L'amore sospeso

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    L'amore sospeso - Roberta Maiolini

    RINGRAZIAMENTI

    Questo racconto nasce una mattina presto d’estate al mare, una parte dalla mia fantasia, il resto è il mix di storie che ho vissuto accanto alle mie amiche, loro sanno chi sono. C’è una parte di me, del mio carattere, della mia vita familiare.

    Grazie a mia sorella Federica, che quando ha saputo che stavo scrivendo mi ha spronato ad andare avanti ed ha accolto con entusiasmo i miei progetti, supportandomi sempre con la sua allegria. Te quiero mucho.

    Grazie a mia madre e mio padre per l’amore che mi hanno sempre donato, per l’entusiasmo che mi hanno comunicato, per la grande stima che hanno sempre avuto per me. Vi amo con tutto il mio cuore.

    Grazie ai miei nipoti Marta e Matteo, la prima perché fa l’indifferente ma so che prima o poi leggerà il mio romanzo, almeno lo spero. Il secondo perché ha entusiasmo da vendere ed è complice di ogni cosa con il suo piglio furbetto.

    Grazie alla mia amicamaleficaMyriam Fioravanti. Io sono laperfidama insieme è decisamente meglio non incontrarci. Grazie perché con la tua ironia e la tua razionalità mi riporti sempre con i piedi per terra. Ti voglio bene.

    Grazie a Roberta Di Pascasio, scrittrice, ma soprattuttoSociae amica, abbiamo condiviso insieme un pal- co importante come quello del Teatro dei Marsi e il suo corso di scrittura creativa ha aperto bellissimi scenari, anche se il li- bro lo avevo già scritto. Prof. L’ansia con noi non vincerà mai, ti voglio bene.

    Grazie alla scrittrice, Emma Pomilio, per i preziosissimi consigli, per le parole di stima, per la generosità d’animo, per il tempo che mi ha dedicato. Non ti ringrazierò mai abbastanza.

    Grazie a Catena Fiorello, scrittrice ma soprattutto amica, che mi ha fatto capire che chi ama non può odiare. Da te ho imparato davvero tanto.

    Grazie ad un altro scrittore, Alfonso Nuccitelli, ci siamo co- nosciuti grazie al suo libro ed è diventato in breve tempo il mio amico saggio.

    Grazie a tutte le scrittrici e gli scrittori che ho intervistato nel mio programma Vanity on airsu Radio Stella, mi avete donato un bagaglio importantissimo.

    Grazie a Guido, mio marito, presenza silenziosa al mio fianco nel corso della stesura e sostenitore di ogni mia iniziativa lette- raria e non. La tua calma tiene a bada spesso la mia iperattività. Grazie a Radio Stella, compagna della mia vita lavorativa, che mi ha regalato tantissimo, soddisfazioni, lacrime, gioia, inse- gnamenti. La musica è la colonna sonora della nostra vita e io la amo in tutte le sue espressioni.

    Grazie a Roma, centro di tanti desideri passati e ricordi belli.

    Grazie a Riccione, città che mi ha donato estati bellissime e spensierate.

    Grazie a Pineto, Silvi Marina, Pescara, le città della mia co- sta abruzzese, dove ho trascorso tutte le vacanze dell’infanzia e dell’adolescenza e mi hanno dato ricordi per raccontare una storia di amore per un uomo e amore vero per il mare.

    Un grazie alle mie amiche, ognuna si riconoscerà in un pez- zetto di questa storia, per aver condiviso con me i loro amori turbolenti, passionali, giusti o sbagliati che fossero, questo rac- conto è soprattutto vostro.

    Un Paolo è esistito nella vita di ognuna di noi.

    Capitolo 1

    IL MARE

    A volte i ricordi tornano così all’improvviso e ti lasciano senza parole, ti procurano uno sbandamento.

    L’estate è la stagione del sole, dell’allegria, dell’ottimismo, degli amori che nascono, ed è la stagione in cui senti di poter fare qualunque cosa.

    Questo soprattutto se hai vent’anni e senti che il mondo è ai tuoi piedi e che i tuoi sogni li realizzerai comunque.

    Allora succede che guardi un tramonto, senti l’odore del mare, osservi un’alba rosa e arancione e la tua mente corra indietro nel tempo, facendoti riassaporare quel senso di libertà. Mi chiamo Ludovica, come mia Nonna, una donna forte e co- raggiosa, che ha vinto sfide importanti nella vita, tirando su sei figli con sani principi e valori morali. Una donna straordinaria che mi ha cresciuta e della quale, se mi fermo nel silenzio, riesco ancora a sentire la voce che mi chiama. Un nome im- portante, portato con tanto orgoglio. Volevo fare la giornalista, ma quando finii il liceo, di scuole di giornalismo ce ne erano poche; una era a Roma,costava tantissimo ed io non volevo gravare sui miei genitori, così misi da parte le mie ambizioni e cominciai lavorare subito, in un mondo bellissimo, una libre- ria. Ho sempre amato leggere, fin da bambina, a casa avevo tantissimi libri che erano il mio rifugio nei momenti liberi. La lettura era la mia fida compagna, di sera, prima di addormen- tarmi.

    Carla, la titolare della libreria, aveva un carattere un po’ bur- bero, era ed è ancora po’ lunatica, infatti pretendeva sempre il massimo da me. Mi insegnava molto di quel mondo straordi- nario e spesso discutevamo, ma le nostre discussioni si risol-

    vevano sempre bene. Io adoravo quel posto, l’odore dei libri, i clienti che ormai avevo imparato a conoscere e consigliare. Lo presi, però, come un lavoro transitorio, pensando che poi in realtà avrei fatto altro.

    In quella estate che voglio raccontarvi decidemmo di fare una vacanza di gruppo, eravamo in quattro, quattro amici veri, tre ragazze e Dario unico uomo della compagnia.

    C’era Anna, l’amica e vicina di casa, la casa dell’infanzia, con cui avevo condiviso giochi e crescita. Rimase incinta l’ul- timo anno del liceo e fu quasi una tragedia, ma lei, caparbia come sempre e contro tutti e tutto, mise al mondo un bambino bellissimo, Edoardo.

    Non sposò mai il padre del piccolo, avevano deciso di fare i genitori ma senza essere una coppia e stavano facendo davvero un buon lavoro. Dopo la nascita di Edoardo, Anna usciva con noi raramente, eravamo noi ad andare da lei, ma, quell’estate, il bambino andò in vacanza con il padre e i nonni paterni ed Anna fece la sua prima vacanza da sola con noi, prendendosi anche una pausa dallo studio.

    La sua aspirazione più grande era fare l’avvocato e per que- sto studiava tanto, spalleggiata dalla sua benestante famiglia. Anna era una ragazza solare, chiacchierona, con una montagna di capelli ricci scuri e due occhi marroni profondi e sempre ridenti.

    Fiorella, invece, era l’amica di scuola, dalla prima elemen- tare al liceo sempre insieme, vicine di banco e di vita. Una ra- gazza posata, calma, tranquilla, il contrario di me e Anna. Lei trovava sempre una spiegazione razionale a tutto. Era fidanzata con Filippo che era il grande amore della sua vita; erano una coppia inseparabile. A volte noi invidiavamo la sua sicurezza. Studiava per diventare medico, più precisamente avrebbe vo-

    luto fare la pediatra e i suoi studi procedevano a gonfie vele. Si faceva notare per i suoi capelli biondi corti e due grandi occhi azzurri.

    Dario, unico uomo della compagnia, era amico di tutte e tre, compagno di infanzia e di scuola. Si considerava il fighetto del quartiere e le ragazze gli andavano dietro, ma lui usciva con tutte e non si innamorava mai di nessuna. Un vero amico che quando hai bisogno c’è sempre e, nonostante l’aria da gua- scone, per le sue amiche mollava tutto e arrivava. Altissimo, come suo nonno, capelli castani e occhi scuri profondissimi e curiosi. Oggettivamente era bello e cosciente di esserlo, Dario non volle studiare e così il padre lo prese a lavorare nella sua azienda in cui si producevano infissi. Nonostante fosse il figlio del titolare fece tutta la gavetta, partendo dai lavori più umili per poi arrivare, tanti anni dopo, al gradino più alto.

    Il quartetto che partì per il mare era questo, ognuno con i suoi pensieri, i suoi progetti, il suo carattere, quattro ragazzi innamorati della vita e accomunati da un grande affetto reci- proco.

    Partimmo con poche aspettative, l’intenzione era quella di stare insieme prima di tutto e divertirci il più possibile, insom- ma non volevamo farci mancare nulla.

    Andai in vacanza lasciando a casa il mio ragazzo di allora, Lello, lui ci rimase un po’ male, ma promise di venirmi a tro- vare. Io non feci salti di gioia alla notizia, ma nemmeno com- mentai. Eravamo ad una svolta e lo sapevo, lui voleva definire il nostro rapporto, io no. Più grande di me di qualche anno aveva già pianificato la mia vita e la sua, ma a vent’anni o poco più io sentivo che nessuno poteva mettermi le briglie, dovevo solo trovare il modo di farglielo capire. Mi affascinavano i suoi occhi, la sua dolcezza, la sua indipendenza; un carattere mite,

    che però difendeva con forza le sue idee. Avevamo, in comune, la passione per il calcio, che è uno sport che ho sempre amato e questo mi rendeva un po’ particolare agli occhi di molti amici e amiche; una passione la mia che, a volte, era anche un po’ sopra le righe, ed anche un amore smisurato per la famiglia. Eravamo cresciuti insieme, ero davvero una ragazzina quando presi una cotta per lui e poi le cose andarono avanti ed erano già passati alcuni anni, in cui, in nome di quell’amore, non avevo ballato, cantato, festeggiato con i miei amici, viaggiato e fatto nuove esperienze. Anna, Fiorella e Dario mi avevano sempre rimproverato per questo, ma cercavano comunque di avere un buon rapporto con Lello, soprattutto per il mio bene.

    Quegli anni erano passati senza che me ne accorgessi a dire il vero, poi quando cominciai ad acquisire anche la mia indi- pendenza economica cominciarono i primi litigi, i primi scon- tri verbali, le divergenze di opinione su come affrontare la vita e la differenza di interessi cominciò a farsi sentire. Per due aspetti che avevamo in comune tutti gli altri cozzavano deci- samente.

    Quella vacanza arrivò davvero nel momento giusto, ave- vo due settimane di ferie e così partimmo, con l’auto di Anna nuova di zecca, tutti baldanzosi. Dario alla guida, io davanti e Anna e Fiorella dietro, lo stereo al massimo e cantavamo a squarciagola.

    La casa che avevamo preso in affitto era davvero carina. Da- rio e Fiorella erano andati a cercarla un mese prima; si trovava al secondo piano di una bella palazzina e aveva un bel bal- concino che dava sulla piazza centrale della cittadina di mare che avevamo scelto; era tutta arredata con mobili moderni, ma probabilmente presi un po’ alla rinfusa visto che erano tutti diversi tra loro ed era anche un po’ disordinata proprio come

    piaceva a me. Appena giunti nella nostra località di vacanza, andammo subito in esplorazione dei luoghi e della spiaggia. Bisognava attraversare una pineta bellissima alla spiaggia alla spiaggia, ma era un luogo bellissimo che invitava a fare lun- ghe e solitarie passeggiate.

    Una volta scelto il lido, la fila dell’ombrellone e le varie sdraio e lettini cominciammo subito quella che sarebbe stata la vacanza che avrebbe cambiato, cose nella mia vita.

    Noi quattro eravamo amici da sempre e insieme ci divertiva- mo anche con poco e soprattutto facevamo nuove conoscenze con facilità.

    I primi giorni trascorsero tranquilli, eravamo fin troppo sta- tici, mare –casa-casa-mare, passeggiata la sera e poi a nanna neanche troppo tardi. Anna chiamava Edoardo, tutti i giorni e spesso era un po’ malinconica. Era per lei la prima vacanza senza suo figlio e non era facile come avevamo pensato. Fio- rella era la tranquillona di sempre, Filippo sarebbe venuto a trovarla e a noi faceva piacere. Non condividevamo segreti con lui, ma era simpatico a tutti. La nostra amicizia andava avanti da tanto tempo e, nonostante le vicende amorose di ognuno, ci frequentavamo sempre; il nostro rito era una cena a settimana per raccontarci, confrontarci e divertirci. Poi se uno dei quattro aveva bisogno scattavano le telefonate e le riunioni urgenti.

    Quella vacanza la aspettavamo da tanto ed era la prima volta che riuscivamo ad andare tutti insieme ognuno con uno stato d’animo abbastanza sereno.

    Non avrei voluto essere in nessun altro posto.

    Sono sempre stata mattiniera, ho sempre amato le prime luci dell’alba, per me è il momento migliore della giornata, c’è pace, silenzio, il sole che sorge sul mare è una speranza, stes- sa cosa, a casa, quando spunta tra le montagne, poi le idee si

    concentrano e si riflette meglio. L’inizio della giornata per me è sempre stato il momento migliore per osservare quello che mi circonda e riflettere.

    Così per non smentirmi, la mattina alle 06.00 andavo in spiaggia, passando in edicola prendevo i giornali oppure por- tavo da casa un libro e mi incamminavo.

    La sensazione di tranquillità sulla spiaggia a quell’ora non ha eguali, si incontrano mamme con i bimbi piccoli, pescatori mattinieri, amanti del jogging, collezionisti di conchiglie e il personale dei lidi che sistema ombrelloni e lettini.

    Anna, Fiorella e Dario mi prendevano in giro, dicevano che non ero normale, però, poi, quando tornavo a casa e portavo brioche calde erano felici eccome, contenti di avere un’amica un po’ fuori di testa che, invece di dormire, all’alba andava in spiaggia.

    Una mattina, dopo la mia consueta passeggiata sulla riva, mi sistemai sulla sdraio dell’ombrellone che avevamo scelto e cominciai a leggere. Ad un certo punto sentii delle voci, erano i due bagnini che lavoravano nella fila dietro di me. Quando uno dei due arrivò al mio ombrellone sentii un buongiorno ap- pena sussurrato, alzai gli occhi e vidi un ragazzo bellissimo, capelli corti castano chiaro, una bella bocca carnosa, occhiali a specchio che mi impedivano di vederne gli occhi, pantaloncini e sopra una canotta rossa; risposi al buongiorno ma non ebbi il coraggio di aggiungere altro.

    Se fino a quel momento non avevo mai creduto al colpo di fulmine, da quella mattina cambiai idea, ero come rimasta fol- gorata da quel ragazzo, avevo sentito quelle che comunemente vengono chiamatefarfalle allo stomaco, solo guardandolo e sentendo la sua voce. Questo pensiero però lo tenni per me e ne rimasi talmente sorpresa e sconvolta che dopo cinque minuti

    mi alzai dalla sdraio e andai a passeggiare sulla battigia, avevo bisogno di muovermi e far passare quella sensazione.

    Da quel giorno cominciai a cercarlo con lo sguardo appe- na arrivavo in spiaggia ogni scusa era buona per andare su al lido oppure per fare una passeggiata verso la riva. Ovviamente Anna e Fiorella se ne accorsero e, dopo molte domande e tanta reticenza da parte mia nel rispondere, confessai che mi piaceva il ragazzo con la canotta rossa. Dopo un primo momento di sguardi incerti e dubbiosi, le mie due amiche, cominciarono a darmi suggerimenti come fare per conoscerlo, ma non ci riuscivo, andavo nel panico, sembravo tanto spigliata, ma poi all’atto pratico ero una vera imbranata. Lo guardavo da lonta- no e da vicino, ma i suoi occhi sempre coperti dagli occhiali da sole che non mi permettevano di capire se le mie occhiate fossero ricambiate.

    Nel frattempo avevamo fatto amicizia con i nostri vicini di ombrellone. Da un lato c’era una famiglia con due bambini bellissimi e vivacissimi, dall’altro un gruppo di tre ragazzi e tre ragazze fidanzati tra loro, con i quali si chiacchierava, si giocava a carte e ci si incontrava anche la sera dopo cena per stare insieme, bere qualcosa o prendere un gelato.

    Un giorno Lello, il mio fidanzato, ebbe la brillante idea di farmi una sorpresa e venne a trovarci, ce lo ritrovammo in spiaggia e dopo un momento di imbarazzo, tutti cercammo di comportarci normalmente. Sconvolta da quell’arrivo inaspet- tato pensai subito che, se il bagnino dalla canotta rossa mi aves- se visto con lui, non si sarebbe mai avvicinato e così trascinai

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1