Rimarrò sempre un ragazzo
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Info su questo ebook
Una forma scorrevole rende semplice, piacevole e comprensibile la lettura in un insieme di ironia, fatti storici del nostro tempo, fantasia e poesia.
Un ragazzo esamina le cose con la freschezza della sua mente, con un’immaginazione, forse, ancora immacolata che viene, però, mescolata alle innumerevoli esperienze vissute.
È quello che traspare da queste pagine che si propongono ad un lettore interessato a condividere le emozioni vissute con il desiderio di raccogliere le testimonianze proposte.
Ne è risultato un insieme di realismo fantasioso, amore per la descrizione lineare, ricordi di amicizie, sentimenti e tanto rispetto per la natura.
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Anteprima del libro
Rimarrò sempre un ragazzo - Marcello Delfino
Paesi.
Nota dell’autore
Questo libro è dedicato a mio padre dal quale ho imparato a scrivere poesie e tutto quello che in età adulta sono riuscito a comprendere grazie a lui.
Mi impressionava la sua capacità di scrivere poesie a soggetto, come fosse un pittore colto nell’atto di dipingere con una modella di fronte a lui. Non appena gli capitava un soggetto, un argomento, un evento, era sua cura mettere il tutto in rima. Vedi, a proposito, Marcello alla sua chitarra
riportata nel testo.
È per me un piacere iniziare con un suo ricordo, con una poesia da lui scritta e che rimarrà sempre di grande attualità.
Questo libro è solo parzialmente una biografia ma, spero, anche un qualche cosa di unico.
Ho voluto miscelare qualche evento biografico con eventi vari di lavoro e di vita, degni di essere ricordati, cercando di aggiungere, sperando di esserci riuscito, un poco d’ironia, della poesia e, soprattutto in un capitolo particolare, molta, molta fantasia ed immaginazione.
Tutti gli eventi biografici corrispondono alla pura verità. A volte ho riportato nomi veri e, altre volte, nomi di fantasia. Chi sa, saprà riconoscersi facilmente.
Purtroppo alcuni dei personaggi citati sono scomparsi. Ho potuto gioire del ricordo che con questi scritti ho suscitato ai loro famigliari e a comuni amici.
Spero che qualche evento possa anche essere ricordato per il suo valore storico.
Un capitolo è dedicato alla nostra forza di pensare, di usare la fantasia come una forza in grado di farci vivere meglio, conoscere e sognare. Ho dato qualche consiglio, soprattutto per i più giovani ma, se accettato, anche per i non più tanto giovani. Il capitolo Pensieri
potrà essere una fonte a cui attingere in caso di necessità. Se un mio pensiero ispirerà qualche interessato, ne sarò veramente orgoglioso. Se anche uno solo dei miei consigli sarà utilizzato da un giovane lettore, lo sarò ancora di più.
Ho cercato di esprimere il mio amore per la musica, la poesia, le cose delicate della vita, la difesa della natura, le bellezze del mare e, non ultimo, quanto ha saputo darmi il pellegrinaggio a Santiago de Compostela.
Un ruolo basilare viene svolto dalla donna, considerata sempre in primo piano per tutto quello che sa darci.
Spero che la lettura possa essere scorrevole, secondo lo stile che mi sono imposto. Se ciò corrisponderà a verità potrò aggiungere alla mia vita un’altra forte emozione.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno saputo dare preziosi consigli ed aiutarmi nei ricordi.
A tutti una grande riconoscenza.
Marcello Delfino
1 - L’italiano di Ignazio
Ignazio era mio padre, nato a Palermo nel 1908. Malgrado ciò, le mie origini da parte di padre non possono essere siciliane, anche se amo molto la Sicilia.
Essendo il mio cognome di chiare origini liguri, qualche mio antenato ha lasciato senz’altro Quarto – Genova con Garibaldi ed è rimasto al sud trovando la propria anima gemella, anche lei non di origini siciliane ma normanne.
Nella lista dei partenti da Quarto con Garibaldi c’erano più di un Delfino.
Se consideriamo che mia madre era di Parma, nel mio DNA ci devono essere degli incroci incredibili tanto che, quando viaggiavo per la Scandinavia per visitare i produttori di veicoli industriali Volvo e Scania, dati i miei capelli rossi, ero scambiato per uno svedese.
Mio padre fu il primo a ritornare al nord lasciando la Sicilia all’età di 17 anni.
A mio padre piaceva scrivere poesie. Ne ha scritte tante, e molto belle, sulla famiglia e sui mestieri che i suoi tre figli avrebbero fatto da grande (senza azzeccarne neanche uno anche perché, forse, vedeva troppo in grande per loro).
Ignazio aveva una vena poetica molto fertile ed un giorno, mettendo a posto alcune carte da lui lasciate, mio fratello ha trovato delle sue veline manoscritte.
Si, mettiamo questo ritrovamento in versi per gustarci, subito dopo, Italiano
una poesia scritta all’inizio degli anni ’50 che, ancora oggi, brilla per la sua attualità.
L’italiano di Ignazio
Sfogliando di mio padre alcune carte
mio fratello ha trovato due veline
che, messe con rispetto da una parte,
mostraron contener delle quartine.
Eran da lui sentiti questi versi,
buttati come al solito di getto,
che non sono andati, così, dispersi,
ma conservati a suo ricordo, suo rispetto.
Quel che stupisce è l’attualità
di uno scritto che ha quasi sessant’anni,
passa il tempo, non la necessità
d’usual comportamento per tanti affanni.
Ritengo di fare cosa gradita,
riservando alla memoria un po’ di spazio,
inviando a voi, qui unita,
la poesia del caro vecchio Ignazio.
Italiano*
Gridasti ai quattro venti, in piena luce,
dell’Italica terra in ogni canto
a chi per un ventennio fu gran Duce
,
e l’adorasti come fosse un santo.
Ostentasti gran fè e adorazione
la tessera esibendo del partito
,
tenevi esser l’uomo d’eccezione:
squadrista, sempre pronto, audace, ardito.
Mostrasti con orgoglio non comune
del littorio la sciarpa si gloriosa
per la tua fede, direi quasi immune
da opra triste e peccaminosa
fin quando Mussolini fu prode, invitto,
ma quando la parabola discese
e Mussolini fu debole e sconfitto,
l’antifascismo fu in te palese.
Gridasti forte forte a squarciagola
che martire eri stato del fascismo,
la fede rivelò la tua parola
per tutto quanto sa di comunismo.
Ti presentasti ovunque con l’occhiello
adorno d’un lucente distintivo,
una falce, una stella, un martello,
sopra uno sfondo d’un bel rosso vivo.
Fallito quel partito ti voltasti,
facendo di De Gasperi il seguace
e in suo favor in piazza pur gridasti
osanna al vero uomo della pace.
Così in breve tempo t’ho rivisto
con la camicia nera del fascista,
nel comunismo molto ben intinto
e poi democristian di lunga vista.
Domani per chi vorrai gridar la fede?
A chi vorrai donar la mente, il cuore?
A chi maggiore forza pur possiede
anche se per nessun tu senti amore.
E griderai, forse non contento,
osanna a mille e mille e più colori
voltando come fa bandiera al vento
appena s’intravedono dolori.
* Scritta da Ignazio Delfino all’inizio degli anni ’50. Manoscritto trovato da Giancarlo.
2 - La donna
Cherchez la femme
, scriveva Alexandre Dumas padre, ed aveva perfettamente ragione!
La donna entra ovunque, nella vita di ognuno di noi, non solo in quella degli uomini, ma anche in quella di tutti, bambini, adulti, vecchi, qualunque sia il loro sesso.
Ma vi siete mai chiesti cosa sarebbe il mondo senza questi esseri sublimi?
Provate ad immaginarlo e vedrete quanto verrebbe a mancare al nostro mondo.
Ma come considerare la donna?
È molto semplice, la donna è come un fiore, come una rosa che non sfiorisce mai restando sempre fresca ed ammirevole.
Lentamente il suo colore cambia con l’età e, contemporaneamente, anche il suo profumo si modifica diventando più intenso ed inebriante, adattandosi ad un momento preciso della sua esistenza.
Già nell’adolescenza la donna mostra la sua grazia ed il suo splendore, proprio come la rosa bianca.
Il suo profumo è appena accennato, così timido che quasi cerca di nascondersi. Solo l’occhio esperto sa vederla, riconoscerla e considerarla per il futuro.
Passata l’adolescenza, il colore si tinge di rosa, un rosa che prima è un po’ tenue e poi più intenso. Il suo profumo comincia a prendere una consistenza più decisa, come la sua presenza nella nostra vita. In molti l’hanno già notata ed apprezzata cominciando a non poterne fare a meno. Quanta grazia, felicità per le piccole cose e dolcezza ha già cominciato a diffondere.
Con la maturità esplode il rosso, rosso sempre più intenso per mostrare le passioni maturate e quella sua capacità di attrarre a sè ogni emozione che la circonda. È carezzevole come un sari di seta, limpida come l’acqua delle fonti di alta montagna.
Il suo profumo diventa così inebriante da farsi sentire anche durante la sua assenza. Anzi, è proprio la sua assenza che stimola il desiderio di rivederla facendone ricordare questo profumo indescrivibile che ansiosamente ci manca.
Tutti sono coinvolti dall’intensità che sa emanare, amanti, figli, genitori e tutti gli altri sono presi dal suo fascino che, veloce come il volo dell’aquila, sa aiutare, ma anche attaccare con quegli artigli che tiene in serbo per difendere, a qualunque costo, i suoi cari.
È questo il periodo della vita in cui la donna può e sa dare di più.
Nell’ultima parte della vita la donna è come la rosa blu, colore cercato e non esistente in natura. È la donna che si sa plasmare verso le esigenze di tutti utilizzando l’esperienza accumulata in tutta la sua vita. Sa anche che, se il blu della sua rosa corrisponde al bianco dei suoi capelli, quello che ha dentro corrisponde ad una forza unica che sa ancora mettere a nostra disposizione.
Il suo profumo lentamente svanisce e lascia il posto alla forza di un suo sorriso, alla sicurezza che sa ancora infondere con una sua benedizione.
Queste sono, ovviamente, solo alcune delle caratteristiche della donna e di quanto può darci. Occorrerebbe scrivere tanti libri da riempire la biblioteca di Alessandria per poter essere esaustivi su questo sacrosanto argomento. Io posso solo ricordare che la donna, per tutto quello che sa darci, deve essere da noi conquistata giorno per giorno come indicato nei versi che seguono, scritti per la sua festa:
Festa della donna
Ritorna il giorno per considerare
quelle persone sempre da amare,
amare trovando gli spazi più ampi,
amare pensando a tutti quei campi
che solo la donna sa controllare,
e con dolcezza a tutti donare.
Un sentimento che viene dal fondo,
animo gentile che, in tutto il mondo,
spinge l’uomo, che l’ha capito,
a ricercare quanto è più ambito,
l’amore che ognuno sempre sogna
ma che conquistare, si sa, bisogna.
Semplici sono gli accorgimenti
da utilizzare per, stando attenti,
assicurare ciò che la emoziona
e che, alla fine, lei poi ci dona.
Esser felici vuol dire sapere
offrire ciò che fa piacere,
che la stimoli e la commuova
come un’emozione sempre nuova.
Agire così vuol dire festeggiare,
più correttamente considerare
,
tutti i giorni dell’anno la cara donna
dei sentimenti sempre colonna.
3 - Lei
Il piccolo ruscello tumultuoso - 2001
Scaldata da un tiepido sole
la neve si scioglie lenta.
La poca acqua comincia il suo cammino
e, crescendo piano piano,
scende a valle…
aumenta e diventa
sempre più irruenta,
ma…quanto lungo e tortuoso
è il suo cammino!
E quanti ostacoli dovrà superare!
Canaloni pietrosi, cascate e,
scendendo, ingrossa sempre di più
per trasformarsi in un grande fiume
che niente più potrà fermare.
Ma quanto tempo è passato
e quanta strada ha percorso…
quante difficoltà nel suo cammino….
Ma la sua forza ora è immensa
e nulla la potrà più fermare.
Così siamo noi!
Il tiepido sole che ha cominciato,
a scaldare pian piano il nostro amore…
la sua graduale crescita…
tutte le esperienze passate insieme….
e le difficoltà superate…
che ormai guardiamo con orgoglio…
hanno rafforzato il nostro cammino…
che ora, come un grande fiume,