Un Male Immenso
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Anteprima del libro
Un Male Immenso - Eleonora Panzeri
633/1941.
Prefazione
La passione per la scrittura scorre in me da sempre, scrivere un romanzo è il sogno che porto con me da quando sono bambina. Sono convinta che i sogni più belli siano quelli che appaiono impossibili e che richiedono sforzo e sacrificio per essere realizzati.
Non possiedo nessuna particolare qualifica, né tantomeno le capacità e l’autorevolezza richiesta ad un vero scrittore, sono solo una ragazza che vuole raccontare una storia nella speranza che questa possa catturare l’attenzione di chi mi ha dato fiducia.
In questo romanzo non parlerò di me, mi limiterò a trarre ispirazione da eventi più o meno felici della mia vita e dalla realtà che mi circonda. Sono sicura che si possa scrivere meglio parlando di ciò che si conosce, lasciando tuttavia grande spazio alla fantasia. Darò finalmente vita ai miei personaggi, li farò uscire allo scoperto e regalerò il loro messaggio a chi vorrà ascoltarli.
Primo capitolo
E
rano circa le otto del mattino di una giornata di inizio ottobre. Via Dante era quasi deserta, i negozi erano ancora chiusi con le sole commesse intente a far ordine.
I lavoratori frenetici procedevano a passo veloce per non arrivare in ritardo al lavoro.
Quella mattina ero in anticipo, mi ero concessa quindi una bella colazione nel nuovo bar Dante.
I proprietari avevano fatto un ottimo lavoro. Il lampadario centrale composto da mille cristalli, incredibilmente enorme rispetto al resto del locale, dava l'idea di sfarzo e di eleganza che fa sentire importante il cliente. I toni dorati delle pareti creavano un’atmosfera di classe e di nobiltà.
Mi soffermai a guardare il vaso di fiori vicino al mio piccolo tavolino, le margherite erano di tanti colori diversi, bianche, gialle e viola. Le trovavo splendide e gioiose, l’unica nota di colore ed allegria in una giornata uggiosa come quella.
La mia collega Marta mi raccontava nei dettagli la serata romantica trascorsa il giorno prima in compagnia del fidanzato. Tante coccole ed attenzioni la portavano a pensare che si sarebbero probabilmente sposati presto.
Un tempo adoravo quel genere di discorsi, provavo felicità nel vedere persone a me vicine innamorate e positive nel pensare al proprio futuro. In quel periodo tuttavia, la cosa a dir poco mi urtava.
Il chiacchiericcio incessante e fastidioso di Marta mi portò a riflettere su lontani e dolci ricordi. Iniziai a ricordare le circostanze che mi avevano portato a conoscere Flavio, con cui ero fidanzata da ormai tre anni. Un ragazzo alto, moro e con gli occhi scuri, dal fisico scolpito da una vita trascorsa in palestra. Con le mie amiche avevo fatto un figurone, mai nessuna aveva messo in discussione la sua avvenenza.
L’avevo conosciuto nei primi giorni di primavera in una pausa pranzo trascorsa al Castello Sforzesco. Adoravo uscire e stare all’aperto, ero seduta su una panchina quando lui si avvicinò e mi chiese se poteva sedersi accanto a me.
Ovviamente non dissentii, di primo impatto mi era sembrato un ragazzo incredibilmente interessante.
Dopo qualche minuto di gioco distratto sul cellulare, mi chiese cosa stessi leggendo.
«Non lasciarmi, di …»
«Ti piace?» chiese lui, interrompendomi subito.
«È un libro particolare, sicuramente non scontato, c’é qualcosa nella trama che ancora mi sfugge …»
«L’ho letto, molto interessante!»
«Allora saprai dirmi qual è il mistero di questo istituto e chi sono in realtà questi bambini!»
«Se te lo dicessi ti rovinerei l’effetto.» rispose Flavio.
«Può darsi …» dissi dubbiosa sul fatto che lo avesse davvero letto.
«Ami molto leggere?» continuò lui.
«Dipende, non leggo tutto, amo generi letterari non convenzionali, generi che qui in Italia non vanno molto.»
«Nel nostro paese alcuni generi non vengono neanche considerati, un Tolkien nato qui sarebbe andato a lavorare al Mc Donald, altro che Signore degli Anelli!» disse Flavio amareggiato, sembrava che la questione gli stesse particolarmente a cuore.
«Verissimo! Difatti leggo quasi esclusivamente traduzioni.
Amo il genere horror gotico, storie di vampiri e streghe, anche il fantasy non mi dispiace.»
«Un’accanita fan di Twilight?» chiese con tono ironico.
«Che c’è di male? La storia è avvincente. Certo, il regista del film che si ispira al libro poteva fare sicuramente meglio …»
«Pienamente d’accordo con te. Ma dimmi, che ci fai qui sola soletta? Abiti in zona?»
«Magari … purtroppo no … hai idea di quanto costa una casa in centro? Lavoro come apprendista in uno studio di avvocati qui in Broletto …» dissi con rassegnazione.
«Quindi sei un avvocato?»
«Avvocato? Sì, magari! Ad oggi non ho mai visto un’aula di tribunale! Faccio la segretaria … prendo appuntamenti, un sacco di fotocopie … diciamo che almeno ho