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Cinquantanove poesie
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Cinquantanove poesie
E-book147 pagine23 minuti

Cinquantanove poesie

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Info su questo ebook

Musicista della scena jazz, Davide Piovesan scrive poesie come suona la batteria: ritmando le parole con il battito del proprio cuore. “Cinquantanove poesie” raccoglie liriche scritte a partire dal 1970 e senza reale intenzione di continuità per una serie di brani carichi di suggestività che formano un autentico concerto dell’anima in cui lasciarsi perdere, fosse anche per lo spazio di qualche ora, in visioni di cuori e di luoghi.
LinguaItaliano
Data di uscita25 mag 2020
ISBN9788833466088
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    Cinquantanove poesie - Davide Piovesan

    22\09\1972

    Settembre, sera

    La quiete

    mi raggiunge, ora

    attraversa gli aghi d’abete.

    Non me la sento più

    di rialzarmi ancora, oggi:

    sono stanco

    ed è così fresca e triste,

    la sera.

    Ho già i piedi e l’animo freddi.

    Voci, stordite di noia,

    s’acquattano

    come ad attendere l’inverno

    ed il suo prossimo, ineluttabile torpore.

    Aspetto ancora

    la gran festa di luce.

    Padova, 28\11\1972

    Andare, ora

    Voglio andare, ora.

    So che se non volerò via

    qualcosa

    getterà l’àncora sul mio spirito,

    e mai più

    potrò andare.

    Voglio pescare sulle rive del Mozambico,

    conchiglie bianche ed anime nere;

    un intero pomeriggio di gennaio,

    cinquecento metri di cielo sotto i piedi,

    per ascoltare

    l’acido respiro della metropoli.

    Voglio riuscire a spiare la mente

    assieme a chi sceglie di spegnerla.

    Gettare lo sguardo oltre l’orizzonte

    e poi su, più in alto ancora,

    a trovare purezza e mistero

    di là d’ogni immenso.

    Scoprire se mai mi sarà dato

    di precipitarmi dentro,

    bere la verità.

    Padova, 14\04\1974

    Dopo le piogge d’agosto

    Oggi

    come un anno fa

    è il vento d’aprile a soffiar la tua voce

    attraverso il meriggio

    e il brusìo delle calli.

    Schivando un vociare di bimbi

    scivola di passo in passo,

    e s’annuncia in me

    con un brivido lieve:

    come un pallido nùnzio d’inverno,

    stanco,

    racconta di tarde agonie

    appena cessate le piogge d’agosto.

    Padova, 17\04\1977

    Stanotte

    Qui il vento mugola,

    bussa forte alla finestra,

    ma la tua mano non è qui

    a cercare i miei muscoli.

    Sapere cosa fai

    e dove esisti,

    a quest’ora così buia

    di questa primavera così strana,

    dentro quest’anno così faticoso,

    mentre scrivo parole

    che ti cercano.

    Salsomaggiore, 10\10\1977

    Non ci sei

    Manca, stamani.

    Non è la tua pelle

    a svegliare le narici

    prima dei pensieri, stamani.

    Ho respirato più a fondo,

    aperti gli occhi,

    e saputo che non ti avrei cercata

    in questo letto, oggi.

    Oggi la solitudine

    ha bussato ancora alla mia porta,

    ed io non posso più dirle

    di attendere ancora un

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