Key dreams
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Info su questo ebook
Questo libro rappresenta la mia speranza di vivere un giorno la vita che ho sempre sognato: di essere libero e indipendente, di amare ed essere amato e di sentirmi per una volta felice di essere vivo.
La cosa più importante è non arrendersi e continuare a lottare per quello che desideri.
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Anteprima del libro
Key dreams - Stefano Angelino
stefano angelino
Key dreams
la chiave dei miei sogni
key dreams
Stefano Angelino
Prima edizione settembre 2023
©Stefano Angelino 2023
La realizzazione di un libro comporta per l’Autore e la redazione un attento lavoro di revisione e controllo sulle informazioni contenute nel testo, nonché sulla loro forma. Nonostante il costante perfezionamento delle procedure di controllo, sappiamo che è quasi impossibile pubblicare un libro del tutto privo di errori o refusi. Per questa ragione ringraziamo fin d’ora i lettori che li vorranno indicare all’Autore.
Note dell’Autore
Questo libro nasce in un periodo difficile della mia vita, durante il quale l’unico posto sicuro erano i miei sogni. Apparentemente potrebbe sembrare un libro fantasy, con sfumature horror e, sullo sfondo, una storia d’amore. Mi sono però ispirato, in alcune parti, a tematiche che sono importanti nella mia vita privata: la difficoltà di accettare e convivere con una disabilità e i conflitti familiari che possono nascere quando il proprio modo di amare non è accettato.
Questo libro rappresenta la mia speranza di vivere un giorno la vita che ho sempre sognato: di essere libero e indipendente, di amare ed essere amato e di sentirmi per una volta felice di essere vivo.
Si tratta del mio libro, e già averlo scritto e vederlo stampato per me è una grande soddisfazione che mi ricorda quanto valgo e che con impegno e fatica si possono raggiungere grandi traguardi. La cosa più importante è non arrendersi e continuare a lottare per quello che desideri.
Vorrei ringraziare mia madre, che mi è sempre stata accanto e mi ha dato tutto quello che poteva per aiutarmi a essere felice. Un altro ringraziamento va a F. per avermi aiutato a correggere il libro e a realizzare il sogno di pubblicarlo. Soprattutto un gran ringraziamento a G. per la meravigliosa foto di copertina.
1.
Jose
Racconta di quando hai fronteggiato una sfida, un ostacolo, un fallimento, che effetto ha fatto su di te e cosa hai imparato da quella esperienza…
Erano le cinque e mezza del mattino, la luce filtrava dalla finestra della camera. Mi svegliai di colpo con il cuore che pompava sangue. Non ci volle molto tempo prima che mi rendessi conto che ero volato dal letto. Feci una smorfia e mi alzai per aprire la porta. Avevo i capelli gonfi. Odiavo essere me. Ogni giorno passava senza che ci fosse un senso. Non erano trascorsi nemmeno due anni dal mio incidente. Ora ho quasi sedici anni e sogno di visitare New York, ma i miei mi ripetono sempre, fino al vomito, di smettere di sognare in grande.
Andai in bagno e mi lavai i capelli, poi mi diressi verso la cucina.
Aspettavo sulla soglia.
«Jose sei pronto?»
Mia madre Emma si definisce la mamma più brava del mondo, la realtà è che vuole farsi vedere forte. Dopo la separazione con mio padre è cambiata. La sento alzarsi alle due di notte per mangiare fette biscottate e bersi un litro di latte. Bastardo, hai preferito la troia a noi! urlai nella mia testa.
«Buongiorno tesoro».
Mia madre si guardava allo specchio mentre si metteva il rossetto rosso che le avevo comprato a Natale.
Le dissi «Sei bellissima» ma con un evidente pizzico di ironia.
Emma sbiancò di fronte a quella frase, anche se non avrebbe mai osato picchiare uno dei suoi figli.
«Vai a vestirti tesoro».
In quel momento mi resi conto che ero ancora in pigiama. La mia stanza era umida, la stufa era rotta da due giorni e la porta della camera era rosicchiata dal cane che, come al solito, dormiva in fondo al letto.
«Alaska, sveglia! È mattina» non volevo disturbarla, dopotutto non stava con noi ogni giorno perché era di mio fratello, ma io la consideravo anche mia.
Mi infilai i jeans e una t-shirt blu. Dopo aver allacciato le scarpe presi la giacca scura e ritornai alla porta. La maniglia si alzò appena la sfiorai.
«Vaffanculo».
Mia madre era già scomparsa.
Avevo una certa paura a restare solo. A quattordici anni avevo visto il mio primo film horror, L’esorcista. Da quel giorno ho avuto problemi a dormire. Il medico mi aveva anche dato delle medicine per prendere sonno, ma non facevano effetto. Di notte sentivo sempre mia madre girovagare per casa.
La scuola: un mondo pieno di vanità e persone che si credono superiori agli altri. I ragazzi avevano tutti meno di vent’anni, giovani, belli ma stupidi. Le ragazze erano peggio. Si truccavano in fondo alla classe e aspettavano la fine della lezione per infilarsi nei jeans del primo ragazzo che capitava loro a tiro. Io invece alla fine della lezione di inglese misi le cuffie e accesi il mio iPad per ascoltare Benji e Fede, un gruppo molto famoso. Chiusi gli occhi e mi addormentai sul banco. Quando mi risvegliai ero solo. Sollevai il volto dal banco per prendere una lunga boccata d’aria pensando che mi ero addormentato. Iniziai a correre verso il bagno e poi negli spogliatoi e, dopo una manciata di secondi, ero pronto per ginnastica. Ero l’unico ragazzo che a basket ogni giorno veniva mirato e colpito senza pietà con un pallone. Mi nascondevo in un angolo e