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Lara
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E-book220 pagine2 ore

Lara

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Info su questo ebook

Erica Gallo ha 14 anni.
Usa la penna con coraggio e costruisce storie. Che appartengono ai suoi anni, alle sue emozioni, ai sentimenti che fanno parte della sua adolescenza.
Lara, la protagonista di questa storia, frequenta il quarto anno della scuola superiore e si dibatte tra gli amici, gli amori, le feste, gli abiti, le partenze e i ritorni. Una girandola di situazioni in cui amicizia e amore giocano un ruolo fondamentale come nella vita di ogni adolescente. Soprattutto l’amore che ha forme diverse e spesso non è immediatamente riconoscibile. Lara ci metterà un po’ di tempo a capire questo strano sentimento chiamato amore e intanto ne vivrà le sue tante sfaccettature.
Intanto la vita di Lara, Alice, Bea, Federico, Christian corre a ritmi rapidissimi e la narrazione segue questo passo veloce, puntellata dai dialoghi che prendono più spazio rispetto alla narrazione, disegnando una trama narrativa dialogica in cui lettore ricostruisce spesso il senso delle vicende.
Un romanzo delicato. Una prima opera narrativa con tutte le sue piccole imperfezioni che hanno il senso della dolcezza, della ricerca, della vita.

 
LinguaItaliano
Data di uscita7 giu 2019
ISBN9788868228064
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    Anteprima del libro

    Lara - Erica Gallo

    ERICA GALLO

    LARA

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore – Cosenza – Italy

    Stampato in Italia nel mese di maggio 2019 da Pellegrini Editore

    Via Camposano, 41 (ex Via De Rada) – 87100 Cosenza

    Tel. (0984) 795065 – Fax (0984) 792672

    Sito internet: www.pellegrinieditore.it

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    I don’t mind falling if it means I get to fly again

    I don’t mind

    Zayn Malik

    Prefazione

    Lara è un romanzo scritto con la passione e la bellezza dei quattordici anni.

    Con quella bella irruenza che sa di adolescenza quando il sentire è forte e totale, quando le amicizie sono il tutto, gli amori impossibili e rincorsi fino allo stremo, i colori ridondanti e accecanti e il desiderio della vita si impone immenso.

    Tutto questo è il romanzo di Erica Gallo che mantiene, volutamente, tutte quelle piccole imperfezioni che sono della sua età.

    Lo abbiamo voluto lasciare così: con le voci dei protagonisti, giovanissimi per lo più, che si rincorrono urlanti mentre vivono una vita frenetica, a tratti imprendibile, tra scuola, shopping, musica, innamoramenti, amori, partenze, ritorni, lacrime e sorrisi.

    Voci che sono maree continue e fluenti nelle pagine e spesso costringono il lettore a cambi repentini di prospettiva e a chiedersi chi parla ora?

    Lo abbiamo lasciato fluire abbondante senza i capitoli perché così è narrata da Erica questa strana bella e maledetta età.

    Lo abbiamo amato nel suo linguaggio aderente al parlato e, talora pirotecnico, come fosse un grande magma che ribolle.

    Lo abbiamo inseguito tra canzoni e sogni che portano lontano e che ci hanno ricordato la forza primigenia degli anni giovanili.

    Lo abbiamo accompagnato nel tentativo di ricondurlo in un cerchio ma ci è sfuggito, anguillescamente, da tutte le parti.

    Alla fine lo abbiamo lasciato correre, bizzarro e totale.

    E se il lettore s’imbatterà nelle piccole imperfezioni sappia, fin da ora, che ci è piaciuto tanto lasciarlo così, un po’ grezzo e imperfetto e, quindi, vero, così come è la vita.

    Antonietta Cozza

    LARA

    Ciao mamma.

    Sta preparando la cena e mia sorella apparecchia la tavola. Ciao tesoro, dove sei stata?

    Ecco, poteva evitare questa domanda.

    Ero da Beatrice.

    Dico scocciata. Sì, sono andata da lei solo per studiare, abbiamo guardato un film e poi lei mi ha costretta ad andare a fare shopping, ma ho dimenticato le buste a casa sua, infatti, mi ha già chiamata e mi ha detto che lunedì me le porterà a casa dopo la scuola.

    Ah, la cena sarà pronta tra poco posa lo sguardo sui fornelli. Papà?

    Dimenticavo di dirtelo, lavora fino a tardi stasera.

    Va bene, Alice, chiamami quando è pronto da mangiare.

    Dare una mano no, eh?

    Chiede mia sorella, con tono antipatico. No, vado di sopra.

    Salgo velocemente le scale, apro la porta della mia stanza, poso lo zaino a terra e mi butto sul letto guardando il soffitto. Dopo poco inizio a canticchiare Lighters di Bruno Mars, adoro quella canzone. Decido di riordinare la mia camera, c’è un disordine pazzesco. Mi alzo e guardo la mia scrivania: ci sono disegni, testi, libri, metto tutto a posto e noto un foglietto mal ridotto dentro un libro di scuola, lo prendo e leggo:

    Sei bellissima quando leggi e i capelli ti coprono il viso, comunque è stupendo il libro che stai leggendo. Il tuo ammiratore segreto.

    E ora chi è questo?

    Ieri sono andata in biblioteca a studiare, poi ho letto un libro e sono andata via. C’erano poche persone, era venerdì. Lunedì vado di nuovo e questo qui deve darmi una valida motivazione. Metto il bigliettino nel libro, sistemo anche il mio letto e chiudo le ante dell’armadio.

    Chiama Beatrice.

    Dimmi Be.

    Mattia dà una festa a casa sua domenica, ci ha invitate.

    "Mattia, quel Mattia? Lui è l’unico ragazzo bello dell’istituto, tutte gli vanno dietro, comprese noi.

    Sì!

    Risponde tutta eccitata.

    Impossibile.

    Ti dico che è vero!

    Non ci credo!

    Poi vieni a casa mia che ci prepariamo.

    Sì, ma devo dirlo anche ad Alice?

    Sì, ha invitato anche lei.

    Domani andiamo a comprare un vestito, tutte e tre.

    Ok, a domani tesoro.

    A domani.

    Ali! urlo dalla mia stanza.

    Cosa c’è?

    Sali un attimo, è urgente.

    Mia sorella entra nella mia camera.

    Lara, devi sbrigarti, devo aiutare mamma. La fermo subito e parlo io. Hai presente Mattia?

    Sì, tutti lo hanno presente.

    Perfetto, dà una festa domenica, a casa sua e ci ha invitate, io, tu e Beatrice.

    Sul serio?

    Sì!

    Tu stai parlando del ragazzo moro con gli occhi color mondo che ha un fisico che se fossi preside lo farei venire a scuola senza maglia anche d’inverno?

    dico ridendo.

    Oddio! Domani io, tu e lei andiamo a comprare un vestito.

    Gliel’ho già detto.

    Esce ripetendo a bassa voce non ci credo. Io rido, chiudo la porta e vado in bagno a farmi una doccia, tolgo i vestiti, gli ultimi abiti rimasti a coprirmi ed entro nella doccia ripensando a quel bigliettino.

    Chi sarà mai?

    Lara, scendi, è pronta la cena urla mia madre dalla cucina.

    Sì, arrivo dico pettinandomi i capelli lunghi che mi arrivano fin sotto la schiena.

    Indosso un pantalone di tuta e una felpa a maniche lunghe nera Nike, siamo quasi a febbraio e fa freddo. Prima di scendere giù guardo quel libro e penso: "voglio sapere chi è… al più presto’’; scendo e mangio insieme a mia madre e mia sorella.

    Stasera usciamo, Ali? Chiedo dopo aver ingurgitato un pezzo del mio pesce. Non lo so, ti dico dopo. Posa la bottiglia sul tavolo e le suona il telefono. Devo rispondere, arrivo subito.

    Alice si allontana, io finisco di mangiare e salgo su. Lara, si esce! Grida mia sorella dalla sua camera. Okay, arrivo, il tempo di vestirmi, dove andiamo?

    A casa di Anna.

    Cosa indosso? Opto per un paio di jeans, una maglia nera a maniche lunghe, una felpa e le mie Adidas; spazzolo di nuovo i miei capelli, metto una linea di eyeliner, mascara, il mio zaino nero, il cellulare, il mio cappotto ed esco di casa insieme ad Alice con la voce di mia madre di sottofondo che ripete di non fare tardi.

    Chi c’è? Mi sistemo la cinghia dello zaino e chiudo la porta dietro di me. Noi due, Jessica, Paola, Sonia, Maria e Antonio, Enea, Davide e Alessandro. Per fortuna la casa di Anna è vicina, siamo già arrivate. Bussiamo e apre lei. Lara, che bello rivederti.

    Non ci vediamo da tanto tempo.

    Io e Alice siamo del terzo anno, Anna del quinto, per questo non ci vediamo mai. Ci abbracciamo e ci accomodiamo in casa sua. Antonio, Enea, Davide e Alessandro sono i suoi fratelli, sinceramente non so come fa, ma a quanto pare sono sopportabili.

    Uh, ciao Lara, ciao Alice. Ci saluta Alessandro. Ciao, Ale.

    Anche lui è del quarto anno, come Enea, mentre Antonio e Davide sono del quinto. Ciao, ragazze. Enea fa un cenno con la mano per salutarci.

    Ciao!

    E se fosse uno dei fratelli di Anna a scrivermi? No, impossibile. Ma perché ci sto pensando? Dai, ragazze, saliamo, ci sono Jessica, Sonia, Paola e Maria di sopra ci richiama Anna. Proprio tutte, eh? Il mio tono risulta più antipatico di quanto avrei voluto.

    Eh, sì. Dice entrando nella sua stanza.

    Appena Jessica mi vede si alza e mi abbraccia, siamo molto legate; mi ha aiutata in tutti i compiti in classe, è stata la mia amica sin dal primo giorno delle scuole superiori.

    ***

    Jessi! urlo appena la vedo. Lara! Da quanto tempo.

    Quindi, che si fa? chiede Alice.

    Anna si è innamorata di un ragazzo, ma non sa cosa fare risponde Sonia. Ah… ribatto io.

    Allora, descrivilo interviene Paola. È bello? chiede Maria.

    Allora, è alto, muscoloso, biondo, occhi marrone chiaro.

    Uhh.

    Amore a prima vista?

    Sì.

    Non funziona mai, e io ne so qualcosa.

    Sonia si era innamorata di Sebastian, un ragazzo carino, ma fidanzato, quando lo ha visto baciare un’altra, lei si è infuriata, era amore a prima vista

    Sonia, sai, era carino Seba la prende in giro mia sorella. Cambiamo argomento.

    Quanti anni ha? Jessi toglie il cellulare e lo posa sul letto. Diciotto, è del quarto.

    Ci hai già parlato? chiedo.

    Sì, fuori scuola, ieri sono caduta perché, invece di guardare la strada, guardavo lui e mi ha aiutata, mi ha offerto una coca cola e mi ha raccontato di lui.

    Se ieri Anna è caduta e questo ragazzo l’ha soccorsa, non può essere lui che mi ha scritto il biglietto. Non so perché ma è probabile che mi importi davvero.

    Gli piaci dico sicura, sistemandomi bene le gambe, visto che siamo sedute a gambe incrociate sul tappeto. Dovrei dirgli che mi sono innamorata di lui?

    Non ancora, è troppo presto interviene Jessi.

    Aspettate, abbiamo dimenticato la domanda principale: come si chiama? Alice fa una faccia sorpresa, poi confusa.

    Daniele Parisi.

    Andiamo avanti così per un po’, poi Alessandro viene a chiederci se vogliamo vedere un film con loro, accettiamo e scendiamo giù, squilla il telefono e mi fermo qualche istante per vedere chi è: mia madre, dice di non tornare tardi. Di sotto tutti sono seduti sul divano. E ora? Dove mi siedo?

    Hei, Lara, vieni, siediti sulle mie gambe, non c’è posto mi chiede Ale. No, stai tranquillo, sto in piedi.

    Insisto, non si può guardare un film in piedi ribatte.

    Accetto, tanto cosa c’è di male. Mi sorride e mi siedo sulle sue gambe. Non poteva alzarsi e lasciarmi il posto, ah?

    Mi sfiora la schiena lentamente e mi vengono i brividi.

    Io e Alessandro siamo molto legati, è stato il primo fratello di Anna che ho conosciuto, ricordo quando avevo tredici anni, avevo una cotta per il mio compagno di classe, mia madre ci beccò mentre ci baciavamo e Ale chiarì tutto con i miei genitori, a mia insaputa, dicendo che non volevo farlo e che era stato uno sbaglio. Io lo abbracciai così forte da procurargli un livido sul braccio ed è diventato il mio migliore amico.

    Che film è? chiedo a bassa voce. Bravetown mi risponde.

    Oh, okay.

    Alessandro è stato il fratello che non ho mai avuto, è più grande di me di due anni e sinceramente potrebbe esserlo.

    Cosa c’è? Non ti piace?

    No, sta’ tranquillo, mi mette a disagio un po’ stare seduta sulle tue gambe.

    Oh, scusa, aspetta, mi alzo.

    No, non preoccuparti, non importa.

    Va bene, ma la prossima volta dimmelo prima.

    Messa a confronto con Alessandro io sembro piccolina, lui mi stringe tra le sue braccia e mi avvicina di più a lui per non farmi cadere, io mi alzo di scatto, chiamo Alice e torniamo a casa dicendo che nostra madre ci aveva chiamato. Alessandro si scusa con me per il suo comportamento e io accetto le sue scuse, in fondo non aveva fatto niente.

    Perché ce ne siamo andate?

    Chiede mia sorella appena usciamo dalla porta di casa.

    Mamma mi ha scritto di non fare tardi e, visto che sono già le 23:00, dobbiamo tornare a casa e poi credo che sia arrivato papà.

    Okay, ma potevamo stare un altro po’, eh!

    Non rispondo e ci incamminiamo fino ad arrivare a casa, papà non è ancora tornato, do la buonanotte a mia madre e salgo di sopra, mi butto sul letto, squilla il telefono.

    Dannazione.

    È Ale.

    Pronto!

    Lara, scusa.

    No, non preoccuparti.

    Scusa, sono stato uno sciocco, non dovevo farlo.

    Ma lo hai fatto…

    Perdonami…

    Ci vediamo domani, vieni al parco, alle 17:00.

    Ci sarò, ma siete tornate a casa?

    Sì, stai tranquillo.

    A domani, buonanotte.

    Buonanotte.

    Avevo intenzione di parlare con Alessandro del bigliettino, l’ansia mi sta mangiando viva, sì, lo ammetto, sono curiosa di sapere chi è, voglio parlarne con il mio migliore amico e Beatrice.

    ***

    Lara, alzati, è pronta la colazione.

    Ecco, mia madre mi rompe le scatole il sabato di prima mattina.

    Mhh, sì, ora arrivo.

    Lara, dai, ci deve accompagnare dai nonni.

    Urla mia sorella da quella che suppongo sia la cucina.

    E perché?

    Chiedo io.

    Io e tuo padre dobbiamo andare a lavorare, quindi ora scendi. Com’è aggressiva!

    Con malavoglia mi alzo dal letto e tolgo il pigiama a maniche lunghe, faccio una doccia veloce, indosso un pantalone di tuta nero, una maglietta e le mie ciabatte, sciolgo i capelli che avevo legato per la doccia e scendo per la colazione.

    Finalmente. Dice mia madre addentando un pezzo di pancake. Buongiorno, Lara.

    Buongiorno, Alice, mamma… papà…

    Buongiorno, tesoro, dormito bene? Chiede mio padre prendendo una fetta di pane tostato.

    Sì, se non fosse per tua moglie che mi ha svegliato agito le mani in aria in modo strano.

    Sempre la solita beve un sorso di caffè e si alza. Ma grazie, mamma.

    Allontano la sedia dal tavolo e mi siedo.

    Prendo una mela e la mangio in fretta, dopo aver fatto colazione in un silenzio tombale, salgo velocemente le scale, apro la porta della mia camera e noto un bigliettino sulle lenzuola del letto, mi avvicino per prenderlo.

    Ti va se parliamo attraverso dei bigliettini?

    Se la tua risposta è sì lasciami quello che scriverai sotto il tappeto davanti il portone di casa tua.

    Il tuo ammiratore segreto.

    Ottimo parlare faccia a faccia per vedere chi sei no, ah? E da brava masochista accetto, voglio sapere di più.

    Se è entrato dalla finestra e sa che davanti casa mia c’è un tappeto, è uno stalker.

    Metto il suo biglietto dentro al libro insieme all’altro, scrivo il mio, mi affaccio dalle scale e guardo in cucina. Non c’è nessuno, scendo piano, apro il portone, alzo il tappeto e lascio il mio foglio lì; mi sento come se stessi facendo qualcosa d’illegale, forse non dovrei farlo. Non do retta alla voce della mia coscienza e chiudo il portone con cautela rientrando in casa. Dietro di me, con le braccia conserte c’è mia sorella, prima non c’era, cosa ci fa qui? Mi ha visto?

    Cosa hai fatto? Mi guarda dalla testa ai piedi incuriosita.

    Nulla, n-non ho f-fatto nulla. Cerco di non balbettare… invano, per non far capire che sono abbastanza nervosa e ho paura che mi scopra.

    Sicura? Posso… posso vedere cosa hai nascosto sotto al tappetino?

    No! Cioè, non ho nascosto nulla.

    Cavolo mi ha scoperto. Dannazione!

    Lara, non mi prendi in giro.

    Mi sorpassa, apre la porta e alza l’angolo del tappetino; sono finita, mi ha scoperto, avevo intenzione di dirlo solo ad Ale e a Bea perché sono i miei migliori amici e sono bravi a mantenere i segreti, mia sorella no. Una volta, quando avevo circa dieci anni, le dissi che mi piaceva un ragazzo alle scuole elementari, dopo qualche giorno tutta la scuola ne era a conoscenza.

    Avevi ragione, non c’è nulla, scusa.

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