Storie di Vita

Di Letizia Rillo

Vi voglio raccontare qualche storia, per far capire la differenza di immaginazione che si può creare in un bambino, abituandolo mentalmente alle difficoltà della vita.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 24 gen 2019
• ISBN: 9788827867389

Anteprima del libro

633/1941.

Introduzione.

Nel lontano 1930 non tutti i bambini potevano andare a scuola, così i genitori erano obbligati a raccontarle delle storie, dopo cena, prima di andare a letto. Ogni storia aveva un significato diverso, dovevano essere divertenti ma allo stesso tempo, avere un significato, che gli faceva capire la difficoltà che si doveva superare vivendo la vita. Ogni errore che si poteva fare innocentemente, poteva essere pericoloso per le conseguenze, che si doveva subire. Ogni famiglia aveva delle storie diverse, perché le fiabe non le conoscevano, ma quando i bambini si incontravano e parlavano tra di loro, avevano argomenti diversi, per parlare e allo stesso tempo potevano aiutarli a capire la vita. Da bambini abbiamo molta fantasia e anche se conduciamo una vita semplice siamo contenti e apprendiamo molto più facilmente e abbiamo sempre l’appoggio dei genitori, così la vita è più facile se abbiamo avuto un’infanzia semplice, ma istruttiva. Vi voglio raccontare, qualche storia, per far capire, la differenza, d’immaginazione, che si può creare, in un bambino, abituandolo mentalmente alle difficoltà della vita.

LE PUZZETTE.

Rillo Letizia.

PERSONAGGI DELLA 1° STORIA.

Nicola babbo nato nel 1870.

Si sposano nel 1893.

Teresa mamma nata nel 1872.

Vincenzo figlio nato nel 1894.

Giuseppe amico nato 1894.

Maria 1° fidanzata nata nel 1895.

Anna suocera nata nel 1871.

Antonietta 2° fidanzata nata nel 1890.

LE PUZZETTE.

In una casa di campagna, viveva una famiglia molto semplice, era composta da babbo mamma e un bambino, lavoravano molto, essendo un podere con molto terreno e dovevano lavorarlo a mano. All’alba partiva babbo Nicola per iniziare il lavoro, più tardi veniva raggiunto da Teresa la moglie, ed il bambino Vincenzo. Così potevano lavorare tranquillamente, perché la famiglia era unita, pranzando nel campo, per non perdere il tempo di andare a casa, cosi la sera avevano svolto più lavoro. Non avendo aiuto, lavorando tutto a mano, gli mancava tempo, che non bastava mai. Conducendo una vita così semplice, le spese erano poche, ma pesavano lo stesso, senza pensare che il bambino viveva una vita selvaggia. I genitori non si creavano problemi di nessun genere, se avevano la necessità di bere bevevano l’acqua che avevano portato nel campo la mattina, se avevano fame avevano una cesta fatta da loro, oppure un grande tovagliolo, con dentro del pane fatto in casa, da mangiare con del maiale secco, oppure con una cipolla. Vincenzo aveva tanta libertà, poteva fare delle puzzette senza essere sgridato, tanto era solo con i genitori, che glielo permettevano, senza