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Il Cavaliere del Bene
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E-book131 pagine1 ora

Il Cavaliere del Bene

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Info su questo ebook

Mentre gioca a nascondino con i suoi amici, il piccolo Massimo trova uno strano oggetto che, all’apparenza, sembra un banale telecomando, che però ha solo tre tasti e si comporta in maniera insolita. Divorato dalla curiosità, il bambino lo porta a casa e lo mostra alla sua amichetta del cuore, Ketty. Insieme decidono di metterlo alla prova premendo un tasto e… in pochi istanti si ritrovano al Polo Nord! Tra elfi, fiocchi di neve parlanti e Babbo Natale, i due bimbi saranno protagonisti di emozionanti avventure e, al tempo stesso, impareranno importanti lezioni di vita. Torneranno a casa come Cavaliere e Principessa del Bene, con la voglia di lottare contro le ingiustizie e di aiutare i bimbi più svantaggiati.

Si incontrarono in un luminoso pomeriggio di marzo di tanti anni fa, c’era nell’aria profumo di primavera.
Si incontrarono nel centro del mondo: a Roma, ai Fori imperiali, un luogo magico, dove ti “sovvien l’eterno”. E s’innamorarono. Lei, Lyudmyla, nata in Azerbaigian, sulle aride coste del mar Caspio, e cresciuta in Ucraina, quando questo paese era ancora parte integrante dell’URSS. Già da bambina fa inenarrabili sacrifici per conciliare la scuola con gli allenamenti in piscina. Come rifugio dalla rigida educazione vetero-comunista, nel poco tempo libero, alimenta la sua fantasia con la lettura dei racconti e delle fiabe di Puškin, il suo autore preferito. Studi superiori in educazione fisica, nuotatrice nella squadra nazionale dell’URSS e poi allenatrice. Finalmente, dopo la caduta dell’URSS, lascia l’Ucraina e corona il suo sogno di vedere il mondo. Lui, Mario, nato a Napoli, in una famiglia borghese, ragazzo un po’ scapestrato ma impregnato dell’antica cultura della sua città. Studi classici, appassionato di storia, di letteratura antica e di arte. La sua insaziabile curiosità lo spinge però a dedicarsi alla Fisica, il primo germoglio della filosofia e della scienza occidentali. Insegnante per un breve periodo, poi aviatore per lavoro, ma marinaio per passione. Due mondi molto diversi, apparentemente inconciliabili. Ma, come ci insegna la storia (e anche la biologia!), la diversità è feconda, l’uniformità è sterile. L’esuberante immaginazione e la voglia di raccontare di Lyudmyla hanno incontrato le esperienze culturali e il vissuto
di Mario e, insieme, hanno dato vita a questo racconto, inizialmente dedicato ai loro nipotini, ma che gli autori sperano possa incontrare il favore di tanti altri bambini (e genitori!).
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2023
ISBN9788830684003
Il Cavaliere del Bene

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    Anteprima del libro

    Il Cavaliere del Bene - Mario Corrado

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    PREFAZIONE degli autori

    Poche righe rivolte ai genitori e a tutti coloro che leggeranno questa fiaba insieme con i bimbi che amano. La struttura dell’opera si inserisce nel classico (e forse anche un po’ affollato!) genere letterario del sogno o del viaggio fantastico: il fortuito ritrovamento di un oggetto misterioso dai poteri magici teletrasporta due bambini nel regno di Babbo Natale. La serie di fantastiche avventure che ne seguiranno, oltre a essere fonte di emozionanti ed esilaranti situazioni, costituirà anche, per i due protagonisti, un’occasione di crescita e di superamento delle loro paure infantili. Valori come l’amicizia, il rispetto per gli altri e la solidarietà verso i più bisognosi e i meno fortunati, acquisteranno un senso profondo e concreto nel loro animo, come rimedio all’egoismo, al bullismo, alla violenza di cui oggigiorno è pervaso, ahinoi!, anche il mondo dei nostri bimbi. Siamo coscienti che, in un mondo in cui telefonini, computer e televisione la fanno da padroni nella vita dei nostri bambini (e non solo!), scrivere una fiaba alla vecchia maniera sia una scommessa molto azzardata. Ma noi siamo convinti che i libri svolgano ancora un ruolo formativo molto importante: perché sono molto meno volatili di una pagina di internet e offrono, perciò, più opportunità di meditare e di sviluppare il senso critico (che è poi lo scopo più importante della cultura, che la distingue dalla sterile erudizione). Inoltre, il libro, quando è buono!, entra a far parte integrante della sfera affettiva di una persona e, in un modo o nell’altro, la accompagnerà per il resto della sua vita. Per questo non abbiamo lesinato tempo e sacrifici per vincere questa scommessa, nella convinzione che vi sono ancora tanti genitori disposti a dedicare un po’ del loro tempo per accompagnare la crescita etica e culturale dei propri figli. Speriamo di essere riusciti nel nostro intento e auguriamo a tutti (grandi e piccini!) buon divertimento!

    Aprile 2023

    Mario Corrado

    Lyudmyla Lapshyna

    CAP. 1: L’OGGETTO MISTERIOSO

    In una tranquilla città di provincia mollemente adagiata su entrambe le sponde del grande fiume Dnepr, in un piccolo quartiere di palazzine di cinque piani, viveva, in una modesta famiglia, un bambino di undici anni che si chiamava Massimo. Come a molti bambini della sua età, a Massimo piaceva giocare con le macchinine, costruire Lego, montare puzzle, leggere insieme con la mamma l’enciclopedia che lei gli aveva regalato (perché aveva una curiosità insaziabile), giocare con gli amichetti in cortile e andarsene in giro con la sua bici. Certo che di tanto in tanto era anche un po’ birichino, ma chi non lo è alla sua età. Una volta, pochi giorni prima di Natale, uscì a giocare in cortile con gli amici. A un certo punto, il suo amico Costantino propose di giocare a nascondino: incominciava a farsi buio e ciò rendeva il gioco più complicato ed eccitante. Qualcuno si nascose dietro un albero, un altro dietro un angolo della palazzina, un altro ancora dentro un tronco secco, Massimo optò per un fitto cespuglio secco ma ricoperto di neve. Mentre aspettava immobile, trepidante, sperando che il cercatore passasse oltre la sua posizione senza scoprirlo, avvertì sotto la sua mano destra la presenza di qualcosa di duro, piccolo e freddo; lo raccolse e notò che si trattava di un oggetto grigio, verosimilmente di metallo, simile, per aspetto e grandezza, a un telecomando, come quelli che tutti noi abbiamo in casa. Improvvisamente l’oggetto, a contatto con la sua mano, cominciò a vibrare e a irradiare una intensa luce bianca. Massimo si spaventò e lo lasciò cadere, poi ci ripensò rimproverandosi di essere troppo pauroso e lo riprese per esaminarlo meglio: in effetti, a parte la forma per il resto non sembrava un telecomando, perché era troppo piccolo e aveva solo tre pulsanti, uno verde, uno nero e il terzo rosso. Mentre osservava il suo strano ritrovamento, lo riportò alla realtà la voce di Vassili che urlava: «Eccolo! eccolo! ho trovato anche Massimo, ho vinto! ho vinto!». Il gioco era finito, Massimo si mise in tasca con noncuranza lo strano oggetto e si riunì al gruppo di amichetti che, vociando allegramente, correvano verso casa: il sole era già tramontato e le mamme aspettavano i loro piccoli per cena. Una volta a casa, Massimo, di nascosto dalla mamma, esaminò più attentamente l’oggetto misterioso per cercare di capire a cosa potesse servire, ma non riuscì a venire a capo di nulla perché, tra l’altro, accanto ai pulsanti non

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