Frammentato
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Anteprima del libro
Frammentato - Maria Cantoro
dimenticare
Siamo in tanti
ma siamo in pochi
Siamo forti
ma suggestionabili
Siamo determinati
ma possiamo
perdere di vista
il nostro obiettivo
Siamo sparsi
qua e là
lanciati dall’alto
stentiamo ad incontrarci
Ma lasciamo delle tracce
ed a volte percorriamo
la stessa strada
L’uomo senza contorni viveva nello spazio.
Intorno aveva dei confini;
pur non sapendo come, li aveva tracciati egli stesso;
non toccandoli ci stava dentro,
felice che il suo sguardo si posasse.
L’uomo senza contorni voleva un inizio ed una fine.
Il suo tratto delimitato era nato dal suo desiderio.
Egli non lo sapeva, l’elaborazione del suo primo volere
lo aveva imprigionato,
ora pensava quello fosse il suo spazio.
Il suo primo desiderio
la causa di tutto ciò che gli era accaduto,
che lo aveva portato ad avere dei desideri.
Prima era semplicemente lo spazio
Si risvegliò
con la mente annebbiata
Dimenticò la vita
continuando a vivere
Se sbagli ti deridono
E ci si divertono anche?
L’uomo vuole la sua ricompensa
non gli basta l’amore
Non si accontenta se non ha una giustificazione
la sua prigione
La sua adeguata retribuzione
nascita cieca di speculatore
Circondato dall’amore
la libertà contrapposta alla prigione
Arrivò un predicatore
era bello
Il volto non si vedeva
La sua voce era soave
sembrava muto
ma si udiva il suo pensiero
come vento che si muove
Venne il predicatore
camminava
ma con sicurezza
non si poteva affermare che c’era
Era un predicatore bello
Non si capiva ed era strano
perché egli parlava
non era straniero
ma il concetto non si sentiva
si perdevano nel vento le sue parole
prima ancora che fossero pronunciate
La gente lo guardava ed era bello
ma nessuno lo vedeva
chissà se esisteva?
Il giorno che nacque faceva molto freddo
Il vento portava via ogni cosa
Nuvoloni grigi impedivano il sorgere del sole
Il tempo. Spietato signore della nostra vita; innocente egli continua il suo corso fluttuandoci intorno e noi lo afferriamo, ci aggrappiamo ad esso e ne facciamo un idolo munito di frusta.
È così solo nella nostra mente, egli continua a camminare con sulle labbra un sorriso pietoso, per essere diventato ciò che non è mai stato; con i suoi vecchi occhi ne soffre con distacco, incapace di reagire alla grandezza dell’uomo.