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Tim Burton
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E-book57 pagine47 minuti

Tim Burton

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Info su questo ebook

Tim Burton è il suo nome più famoso, nato Timothy Walter Burton a Burbank, sotto il segno della Vergine, il 25 agosto 1958. Regista e sceneggiatore di immenso pregio, è anche uno straordinario disegnatore e scrittore! In lui regna la passione per la fiaba, che ha saputo plasmare a suo piacimento, traducendo su pellicola gli ancestrali spettri dell'anima.-
LinguaItaliano
Data di uscita25 set 2020
ISBN9788726561142
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    Anteprima del libro

    Tim Burton - Elisa Costa

    Tim Burton

    Copyright © 2020, 2020 Elisa Costa and SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788726561142

    1. e-book edition, 2020

    Format: EPUB 2.0

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    SAGA Egmont www.saga-books.com – a part of Egmont, www.egmont.com

    Introduzione

    25 agosto 2018: un uomo si guarda allo specchio il giorno del suo sessantesimo compleanno. Si passa una mano tra i capelli scompigliati, tanto non staranno mai in ordine; sono ancora neri, quasi tutti, come i vestiti che indossa. La barba malfatta invece è color cenere.

    Nelle ultime settimane quest’uomo è stato ricoperto dagli auguri dei suoi ammiratori, biglietti e regali e pensieri di mittenti invisibili che si sono posati sulla superficie della sua vita come fiocchi di neve: silenziosi, quieti ma incredibilmente concreti. Pesanti, per certi versi.

    Tim Burton compie sessant’anni. Il regista visionario, il genio, il maestro dell’incanto travestito da orrore… nella mente lui le rivede tutte, quelle luci del passato che lo abbagliano ancora: disegni scarabocchiati a matita, lunghe notti passate a studiare il chiaro di luna per cogliere l’ombra di ogni fantasma, i primi progetti, i suoi primi lavori, la difficoltà di estrarre un’immagine dalla fantasia per renderla reale con l’occhio della cinepresa; e una giovane Winona Ryder che gli sorride, la Bat Mobile che sfreccia via, uno scheletro avanzato da Halloween che diventa Babbo Natale. Il ricordo di quei momenti brilla sulla sua vita come una stellata estiva, e tra una stella e l’altra ci sono ancora tanti luoghi oscuri da scoprire: i suoi sogni, come i suoi mostri, non hanno mai fine.

    Eppure anche oggi l’immagine nello specchio è quella di sempre, quella che gli ha fatto compagnia per tanti anni.

    Lo sguardo si posa sul suo riflesso, e un giovane pallido lo fissa di rimando con espressione malinconica. L’eterno Edward cerca di abbozzare un sorriso, ma riesce soltanto a sollevare gli angoli della bocca sembrando ancora più corrucciato; bambino tenero e inquietante, appartiene a una notte di Natale che è esistita solo sul set di un film. Eppure Tim Burton sa che anche una parte della sua mente è rimasta a vivere laggiù, tra le statue di ghiaccio di Edward e le luci della casa di Kim. A volte gli sembra ancora di vagare in quella notte di Natale, gli pare di essere in viaggio verso il castello nero sul monte… perché è il luogo in cui si nasconde quando il mondo cerca di strappargli le forbici, quando come Edward si sente un demonio cacciato via da una vecchia pazza superstiziosa: allora la sua città di sculture lo accoglie nella tristezza del ghiaccio che si scoglie, e lui si rintana in un angolo a osservare le gocce che scivolano lungo le dita dei suoi angeli.

    Ma poi lo specchio lo rigetta indietro, e tutto torna a essere solo un riflesso.

    Edward continua a scrutarlo; solleva le grandi forbici che ha al posto delle mani, inclina un poco la testa e fa scattare le lame con un cigolio. Un cigolio debole, amichevole. Rassicurante.

    Capitolo 1: Il bambino che parlava con i film

    "La prima volta che vidi Timothy fu a scuola, in quinta elementare. Non eravamo nella stessa classe, ma lo notai nel cortile mentre aspettavo la campana con le mie amiche; lo notai perché mi guardava di continuo e poi scarabocchiava sul suo blocco da disegno.

    I ragazzi ci prendevano spesso in giro con bigliettini poco gentili, perciò mi avvicinai a quel tipo spettinato che sedeva sempre in disparte sul muretto vicino al cancello. Volevo affrontarlo e fargli fare una figuraccia… non era come gli altri, non stava in

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