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Ti ho fatto una promessa
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E-book70 pagine50 minuti

Ti ho fatto una promessa

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Info su questo ebook

Diego, un ragazzo come tanti, racconta la storia del suo primo amore. Un amore al quale ha dato tutto se stesso, ma che presto muore, travolto dal conformismo, dal desiderio di divertimento e dall’incapacità di cambiare nel profondo per essere davvero se stessi.
di Francesco Merli
Diego, un ragazzo come tanti, con molte passioni e sogni nel cassetto, racconta in prima persona la storia di un amore che lo ha travolto durante gli anni del liceo. Un amore al quale, con l’impeto dell’adolescenza, ha dato tutto se stesso. Un amore che infine muore, travolto dal conformismo, dal desiderio di divertimento e dall’incapacità di cambiare nel profondo per essere davvero se stessi.
LinguaItaliano
Data di uscita13 apr 2021
ISBN9788833285559
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    Anteprima del libro

    Ti ho fatto una promessa - Francesco Merli

    Austen)

    Introduzione

    Scrivere una storia d’amore è come partire per un viaggio di cui tutti conoscono l’inizio ma che nessuno ha mai portato a termine. Il tragitto è pieno di insidie, deviazioni e mutamenti continui e io mi auguro di essere riuscito, in un modo o nell’altro, a illuminarne anche solo un piccolo tratto, nella speranza di essere indirizzato verso la via giusta da percorrere. In fondo, cari lettori, anche se con il cuore in mano vi posso portare solo fino a un certo punto; il resto lo lascio a voi.

    Perciò… Buon viaggio!

    1.

    "Quando ti chiedi cos’è l’amore,

    immagina due mani ardenti che si incontrano,

    due sguardi perduti l’uno nell’altro,

    due cuori che tremano di fronte

    all’immensità di un sentimento, e poche parole

    per rendere eterno un istante."

     (Alan Douar)

    "Su queste ortiche assetate, lontane dai corsi d’acqua, un improvviso temporale ha un benefico effetto ristoratore: la sopravvivenza è assicurata.

    Dopo due settimane la nostra crisalide, sospesa nel vuoto, si sta schiudendo. Ormai è questione di secondi.

    La farfalla, i cui colori traspaiono attraverso il tegumento ninfale, emerge a testa in giù e sospinge con le zampe la fragile mascherina. Poi, favorita dalla forza di gravità, scivola via, pronta ad aggrapparsi al ramo o alla propria spoglia…"

    Cavolo, questi documentari in alta definizione sono davvero fantastici, hanno dei colori pazzeschi e queste riprese chissà quanta pazienza hanno richiesto. Neanche a dire di poterli apprezzare come si deve, su questo schermo non proprio eccelso. Pazienza. C’è chi non ha neanche questo, e magari non ha mai visto neanche un documentario e… no! Basta con questo genere di discorsi, che poi divento triste. Comunque il narratore potrebbero anche sostituirlo di tanto in tanto, utilizzano sempre il solito, pensai.

    Guardai l’orologio e decisi che era ora di iniziare il secondo ripasso per l’indomani. Mi alzai dal letto, spensi il lettore dvd ed estrassi la pennetta usb dall’apposito alloggio. In quel momento il telefono cominciò a vibrare. Diedi un’occhiata al display: era Matteo, e a lui rispondevo sempre, anche quando ero impegnato.

    «Pronto?»

    «Ciao Diego, che combini? Carico per stasera?» disse con la sua voce allegra, capace di trasmettere entusiasmo a chiunque, persino a un pessimista cronico come me.

    A cosa diamine si sta riferendo? mi dissi. Non ricordavo ci fosse qualcosa da festeggiare, ma Matteo non mi lasciò il tempo per fare mente locale.

    «Mi raccomando, puntuale; mangiamo la pizza e ci vediamo la partita. So che a te non importa nulla, ma pazienza, ti si vuole bene lo stesso. Finalmente riuscirò a presentarti Serena. È da quando siamo tornati dalle vacanze che voglio fartela conoscere. Sono sicuro che ti divertirai. Indossa qualcosa di carino: ci saranno anche alcune sue amiche e magari, chissà, qualcuna potrebbe anche piacerti. E vedi di non fare il morto come tuo solito, e neanche lo scemo, già che ci sei. Oddio, il secondo punto lo vedo complicato… Alle otto a casa mia o ti vengo a prendere per le orecchie.»

    Stavo cercando una bella risposta per frenargli la lingua, quando chiuse la chiamata.

    Rimasi a fissare la schermata del cellulare, un po’ incredulo e un po’ riluttante. Avevo impostato come sfondo un’immagine presa da National Geographic con la luna piena che faceva capolino fra le nubi. La trovavo rilassante ma al tempo stesso profonda e di grande impatto.

    La guardavo senza vederla. La mia mente galoppava verso prospettive che odiavo.

    Avevo preventivato di ripassare fino a tardi e mi stava saltando tutto. Matteo però ci teneva, lo avevo capito dal tono con il quale me l’aveva chiesto. Non avevo intenzione di dargli buca, anche se l’idea di sorbirmi un’intera partita non mi entusiasmava. Era sempre la stessa storia: ogni volta che venivo invitato a uscire ero assalito da mille paranoie e cercavo sempre una scusa per non andare, ma alla fine cedevo e il più delle volte mi divertivo anche. Oltretutto la possibilità di conoscere delle ragazze non mi dispiaceva. Mi sarei limitato a un ripasso veloce.

    2.

    Gli déi creano tante sorprese: l’atteso non si compie, e all’inatteso un dio apre la via.

    (Euripide)

    A diciotto anni appena compiuti, ero alto un metro e

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