Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Turismo sessuale per signora
Turismo sessuale per signora
Turismo sessuale per signora
E-book139 pagine2 ore

Turismo sessuale per signora

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Questo libro di confidenze erotiche di mogli borghesi annoiate dalla

routine, imposta da mariti sempre più occupati con la politica e con i

benefit (anche erotici) della classe dirigente internazionale, si avvale di

una narrazione esplicita e spregiudicata grazie alla figura di Alice,

hostess al Parlamento Europeo, epicentro di una raccolta di confessioni di

bruciante sensualità.
LinguaItaliano
Data di uscita16 nov 2020
ISBN9788831687935
Turismo sessuale per signora

Correlato a Turismo sessuale per signora

Ebook correlati

Narrativa generale per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Turismo sessuale per signora

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Turismo sessuale per signora - Pascal Schembri

    d’O)

    IL RITORNO

    L’aereo atterra al Charles de Gaulle di Parigi. La piccola vacanza è finita, i fianchi ancora ne risentono. Fanny lavora all’espressione del viso, affinché non lasci trasparire memoria dell’accaduto. S’incontrerà all’Associazione Donne Imprenditrici e accennerà al relax vacanziero senza far trapelare altro che riposo, sole, visite guidate e cucina tipica. Riprenderanno i lavori, che altro non sono se non rappresentanza, relazioni pubbliche, facciata. Dietro quella facciata alcune consorelle forse indovineranno sottintesi, pensieri impronunciabili, se le loro stesse esperienze sono sufficientemente spregiudicate da giustificarne l’esistenza.

    Madame Faulguière, per le amiche Lucie, non si è mai data tanto da fare per nascondere di avere un amante. L’ha sempre considerata prerogativa di una donna di successo, esattamente come accadeva nei foyer della nobiltà francese del Diciottesimo Secolo. Madame Danielle Leprest, della Leprest & C., non fa mistero con le colleghe delle sue tendenze particolari per il gentil sesso. Mai che abbia insidiato una delle signore dell’Associazione, sarebbe di cattivo gusto, eppure da qualche parte dovrà pur sfogare i propri istinti. E l’aria truce di cui si ammanta Deborah ? Tutta da attribuire all’abilità di predatrice negli affari? Chissà. È vero che la sua banca si diverte a strozzare i piccoli imprenditori con tassi d’interesse fuori dalle orbite satellitari, ma ha una serie di leccapiedi sottoposti che si occupano di farlo per lei e probabilmente non ci gode direttamente.

    Sono quattro amiche che cercano di assottigliare il rischio di noia incombente riunendosi in una congregazione con scopi più di svago che di produzione. A produrre sono le aziende dei mariti, che talvolta coincidono con le loro. Sono mogli ben sposate o eredi di casati industriali unite in join-venture coniugali con manager che hanno l’incarico di consolidare il patrimonio familiare.

    Le nozze da mille e una notte, eventi favolosi dovutamente documentati in foto patinate, hanno perso ormai ogni brillantezza. Il businessman rampante abbigliato da principe azzurro, regolarmente più vecchio della sposa di almeno una decina d’anni, è destinato a ingrigirsi dopo qualche tempo, con l’avvento dei figli e delle tate, con l’aumento sesquipedale delle spese per istituti educativi dove la discendenza verrà seguita con la giusta attenzione. Il giocattolo dura solo pochi anni, poi la monotonia minaccia d’intaccare l’armonia dell’unione.

    È la storia che accomuna Fanny alle altre. Lei non possiede un’azienda, è un’intellettuale della finanza totalmente a carico del marito. Così come invece i coniugi di Danielle e Deborah non sono che degli spaventapasseri che eseguono le direttive delle mogli proprietarie. Comunque stiano le cose, che le signore facciano o meno parte degli stessi Consigli di Amministrazione dei mariti, la noia le accomuna, soprattutto quella erotico-sentimentale.

    Non lo sanno ancora, ma lo intuiscono. Non a caso all’Associazione Donne Imprenditrici, al 44 di Boulevard Hausmann, si sono ritrovate più di una volta loro quattro allo stesso tavolo del bar. Nessuna confidenza, ma una certa simpatia, nel significato strettamente etimologico del termine.

    «Dovremmo organizzare qualcosa.», dice Lucie.

    «Qualcosa come?», chiede Deborah con piglio autoritario.

    «Qualcosa per farci passare il tempo in modo costruttivo.»

    «Non abbiamo già abbastanza soldi?», interviene Danielle. Fanny allora fa da mediatrice, come spesso le accade. «Ma no, Lucie non parla di affari, intende qualche occupazione che ci dia un senso…»

    «Dio, che orrore!», ribatte Deborah. «Non starete mica alludendo a qualche attività umanitaria, vero? Qualche attività umanitaria fatta sul serio?»

    «Ma no!», la tranquillizza Fanny. «Si parla comunque di svago, almeno credo, di sport…»

    «Io faccio già abbastanza palestra.» conclude Danielle mostrando il bicipite teso che inarca la mezza manica della camicetta. Così l’argomento si chiude e ognuna rimane nel proprio guscio, a escogitare e a mettere in atto soluzioni solitarie.

    Fanny ci ripensa con una scrollata di spalle. Il facchino spinge il carrello con le valige fino all’uscita del terminal. L’autista è venuto a prenderla come d’accordo. C’è traffico per il rientro domenicale. Sarà lunga. Noi ragazze dovremmo essere più unite, pensa. Chissà, magari anche loro, le mie amiche, fanno come me e non lo dicono. Viviamo stupidamente in un mondo di segreti quando potremmo unire le nostre forze, le nostre diversità. Immagina automaticamente l’obiezione che le farebbe Deborah, se solo potesse ascoltare i suoi pensieri: Dio, che orrore, ci stai dando delle emarginate.

    Nessun orrore, solo logica. A Fanny viene in mente la barzelletta dell’operaio metalmeccanico che si ritrova da solo su un’isola deserta in compagnia della donna più sexy del mondo. Dopo molti giorni passati a possederla come nel migliore dei sogni, l’operaio si fa triste e la donna gliene chiede ragione. Lui allora la supplica di travestirsi da operaio. La top model ormai è totalmente in suo potere, accetta. Quando l’uomo se la ritrova di fianco perfettamente abbigliata da operaio, con dei baffi finti e del grasso da macchina sul viso e sul corpo, le dice: Pierrot, sapessi chi mi sto scopando!.

    È questo a mancarle, a mancare a tutte loro. Il piacere della condivisione di esperienze personali che sicuramente tutte in qualche modo stanno vivendo, la rinuncia per qualche ora ai sotterfugi e al silenzio darebbe smalto alle loro vite segrete e renderebbe inossidabile la loro amicizia in embrione.

    Ammesso che nelle esistenze delle sue amiche ci siano aree opache come nella sua. Dirsi l’indicibile, raccontarsi l’inenarrabile aggiungerebbe ulteriore libertà a quella trafugata di viaggio in viaggio. A quanto sa, tutte loro intraprendono ogni tanto delle escursioni solitarie in Paesi esotici. Quello che vale per lei varrà anche per le altre. Se solo lasciassero cadere la cortina di riservatezza che le separa, è convinta, si sentirebbero meno sole.

    La macchina è imbottigliata, la coda si muove con lentezza esasperante. Non fosse l’autista a guidare, avrebbe già dato in escandescenze. Squilla il cellulare, è Jacques.

    «Cara Fanny, com’è stato il volo?»

    «Al solito, massacrante. Non vedo l’ora di farmi un buon bagno.», Fanny si stiracchia. «E tu, sei ancora a Toronto? Quando torni?»

    «Domani, lo sai.»

    «Cosa vuoi che mi ricordi, caro. Non so se ti rendi conto di quante ore ho volato. Sono sfatta…»

    «Domani alle 16 al Charles Degaulle. Ricordati di mandarmi a prendere da Paul.»

    «Sì, glielo dico subito.», batte sul vetro di separazione dell’abitacolo. L’autista apre l’interfono. «Il signore atterra domani alle 16. Ecco, gliel’ho ricordato. Sì, certo che mi ha sentito, Jacques, per favore, non essere noioso.»

    La noia, questa è la parola chiave. Già Moravia ne ha teorizzato a sufficienza e gli esistenzialisti hanno fatto la loro parte, che disdetta sentirsela addosso.

    LA RIUNIONE

    Una settimana dopo, la notizia. Una delegazione dell’Associazione Donne Imprenditrici è stata invitata a Bruxelles per seguire i lavori della Commissione… Accidenti, pensa Danielle, Fanny non ha saputo dire quale diavolo sia il nome di questa benedetta Commissione.Comunque di affari si tratta, sovvenzioni che l’Unione Europea dovrebbe erogare per favorire le economie delle diverse nazioni aderenti. Le donne dell’Associazione hanno diritto a un gruppo che le rappresenti. In verità, come sostiene Deborah, le cose sono già decise a monte e si tratta solo di farsi un viaggio a Bruxelles tutte insieme per ingannare il tempo. L’autunno è orribilmente monotono.

    «Ci sarà si è no una riunione.», ha commentato Lucie.

    «Il resto sarà shopping.»

    «E chiacchiere.», ha concluso Fanny. Ci tiene così tanto alle chiacchiere quella ragazza, cosa troveranno mai da dirsi quattro donne di successo nella capitale amministrativa d’Europa? Ha insistito, ha insistito così tanto che la stessa Lucie ha rinunciato a portarsi dietro Jean-Luc, l’amico scodinzolante che la segue in tutti i viaggi di piacere, sia apertamente che di nascosto. Il marito, il signor Arnaud Faulguière, non se ne cura.

    È il più vecchio del gruppo. Avviato ai 70 anni, è il più grande costruttore che la Francia abbia avuto nel dopoguerra. Così è sempre in giro per il mondo, a progettare ponti a Singapore e ambasciate in Giappone. Ovvio che la mogliettina quarantenne abbia cercato un modo di vincere la solitudine. I figli, tre maschi, tutti in collegi diversi e costosissimi, non sono una vera compagnia, se non per le feste natalizie e per una piccola parte delle Grandi Vacanze estive, quando tutta la famiglia si riunisce nella villa di Nizza e il tedio ammorba più che mai la povera Lucie.

    Per rifarsi ha presentato Jean-Luc in famiglia come il proprio arredatore di fiducia. È un architetto fallito, trentacinquenne, che aveva cercato lavoro presso Faulguière e che, una volta respinto per ovvie incapacità, è stato assunto ufficiosamente dalla moglie per alleviare l’uggia che di rado l’abbandona. Ebbene, il viaggio a Bruxelles lo farà senza di lui. Fanny ha perorato con tanta enfasi l’importanza di starsene un po’ tra donne, che nessuna se l’è sentita di contraddirla.

    Danielle non sentirà certo la mancanza del suo

    Maurice. L’uomo ha sposato a suo tempo l’ereditiera solo perché era già il manager di rilievo nell’azienda di famiglia, la Leprest & C., fabbrica leader nella fabbricazione di coils.

    «Cosa diavolo sono i coils?», chiede ogni tanto Fanny. Danielle è stufa di dirglielo.

    «Un anellone di ferro da 20 tonnellate, viene usato nelle…»

    Fanny ha già staccato la spina. Fa le domande e poi non ha la pazienza di ascoltare le risposte. Danielle comunque non è molto interessata agli uomini, tantomeno al legittimo coniuge.

    Deborah è quella che ha reagito nel modo meno atteso. «Bruxelles?», ha detto. «Perché no?»

    Di tutti i mariti del gruppo, il suo è il più insulso. Una specie di gingillo sposato vent’anni prima, un nobile decaduto che vive delle sostanze della banchiera standosene nella sua riserva di caccia nel Devonshire. Le origini anglosassoni dello smidollato almeno lo tengono lontano dalla Francia. Non che per questo Deborah si sia mai data alla pazza gioia, almeno non a Parigi. Il suo ruolo di proprietaria di banca richiede una discrezione esemplare, marito o non marito al seguito.

    Non le mancano i corteggiatori, ma forse per la posizione sociale che riveste e i forti rischi di essere avvicinata per mero interesse, la bella rossa non manca di tenere a distanza chiunque mostri intenti anche lontanamente galanti. «James non è il peggiore degli uomini.», è solita ripetere. «Almeno lui ha il buon gusto di starsene fuori dai piedi.» Un ménage perfetto.

    Neanche Jacques, il marito di Fanny Lagrange, è il peggiore degli uomini. Manager in più di un Consiglio di Amministrazione, non chiede mai suggerimenti professionali alla moglie, sebbene lei a suo tempo si sia laureata a pieni voti in Scienza della Finanza. Il figlio nato dal matrimonio frequenta, come d’uso, un prestigioso collegio a cento chilometri

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1