Asylum 42
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Anteprima del libro
Asylum 42 - Maria I. Mossini
Maria I. Mossini, Asylum 42
Copyright© 2012 Edizioni del Faro
Gruppo Editoriale Tangram Srl
Via Verdi, 9/A – 38122 Trento
www.edizionidelfaro.it – info@edizionidelfaro.it
Prima edizione: giugno 2011 – UNI Service
Seconda edizione: gennaio 2012 – Printed in Italy
ISBN
978-88-6537-006-3 (Print)
978-88-6537-007-0 (EPUB)
978-88-6537-013-1 (Kindle)
Grafica di copertina. M. Mossini
A mio padre.
Luca e Giovanna si conoscevano di vista vent’anni fa e anche se la vita aveva più volte intrecciato i loro destini come un’elica del DNA, i luoghi, gli amici o le abitudini tipici della città di provincia, non si erano mai frequentati. È un social network a metterli in contatto.
Le loro sono vite comuni, quelle di tutti, quelle segnate dalla normale normalità quotidiana, sei tu? e come va? e cosa fai? sei sposato? quanti figli hai?, ok, ok allora, ciao, ciao
.
Entrambi disincantati e disillusi scoprono però di avere una gran voglia di raccontarsi, di avere una gran voglia di parlare (e non è tanto importante di cosa o del come), e anche di condividere, perché no, la leggerezza di una chat line.
Scatta il click
della scoperta.
Complice una rima di tanto tempo fa che Luca dedica a Giovanna, Ti à piaciato?, chiede lui, Tanto!, risponde lei.
Nell’account di posta elettronica che si creano, Asylum 42 e di cui solo loro conoscono la password, si sentono autorizzati e, soprattutto, legittimati a scriversi qualsiasi cosa venga loro in mente.
In effetti, il loro scambio di email è una libera follia verbale, un asylum appunto ma, a poco a poco, quell’account diventa anche il ricovero, il rifugio (un asylum ancora), sicuro e virtuale dove poter lasciarsi andare proprio perché lì, almeno lì, non esiste limitazione alcuna al pensiero, all’immaginazione e al flusso stesso delle parole.
Giovanna racconta qualcosa di sé, inventa, trascrive frammenti di ricordi o di storie che le sono state raccontate; è diffidente, petulante, si lamenta, è esigente ed egoista.
Inguaribile romantica crede ancora alla magia del chiaro di luna, ma è attenta, puntigliosa e infantilmente scontrosa.
Non si è mai mossa da Modena dove vive col compagno di sempre e il figlio quasi maggiorenne.
Lavora nella filiale di un’agenzia di viaggi e così viaggia senza aver mai viaggiato, ama la fotografia e si muove cliccando ogni cosa catturi la sua innata curiosità.
Luca invece è stato segnato dagli eventi e dai rovesci che lo hanno portato lontano dall’Italia, ma resta, in fondo, un inguaribile ottimista.
Architetto, vive con la famiglia in una città, dal nome impronunciabile, del Giappone.
Pratico e concreto, intelligente, intuitivo e spontaneo, è convinto che tutto si possa realizzare e che tanto, in questa vita, un cazzo traverso lo si dà e lo si riceve sempre…
Quelli che seguono sono gli strappi, gli stralci delle loro conversazioni che non sono state cancellate.
Sono cambiati gli strumenti, la penna e la carta da lettere sono stati sostituiti dalla tastiera e da uno schermo, ma i dialoghi, le fantasie, i commenti alle loro stesse chat, le brevi riflessioni, i monologhi e gli scarabocchi strambi, divertenti, irriverenti noiosi, amari, ripetitivi o malinconici come la vita stessa ne fanno a tutti gli effetti un carteggio, un carteggio dei nostri tempi.
E del resto, quanti milioni di Luca e Giovanne, nel mondo, si scrivono, chattano e si scambiano email ogni giorno?
È stata una storia la loro?
A volte il confine tra la realtà e la fantasia, tra la normalità e la follia è talmente sottile…
Manzoni, credo proprio fosse lui, distingueva il vero dal verosimile, il vero come parte della storia in quanto storicamente accaduta e il verosimile come quel qualcosa fondato su una base storicamente vera, ma che poi lo scrittore inventava ed elaborava mettendo del suo.
Di certo, io so che Luca Morselli e Giovanna Lovati si ànno piaciati
, e tanto.
LA CURIOSITÀ. LA LEGGEREZZA. E.
LUI
(giocherella con una matita)
Non so che cosa raccontare…
Ho tanti pensieri per la testa, ma non riesco a fissarne uno solo e poi svilupparlo.
Ecco, le mie storie sono così… puntini di sospensione, sospiri e sollievi, mah, mih, muh e via dicendo.
Potrei raccontarti di un funerale spassoso.
Potrei raccontarti di un ragazzo che in un baleno è sparito e si è spostato prima diecimila chilometri a ovest, per poi tornare, e infine ripartire ancora diecimila chilometri a est… senza considerare che i punti cardinali erano quattro…
(Potrei raccontarti della mia vita).
Oppure un tema a tuo piacimento, e io lo svolgerò come si svolgeva una volta, in classe e in due ore, su foglio protocollo a righe…
Cazzo, ho dimenticato il foglio protocollo a casa…! Professoressa, possiamo rimandare il compito?
Due figlie che non hanno preso da me, una moglie, nessun genitore (ma sono vecchio), un fratello, un’automobile parcheggiata e ormai