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Se gli uomini sapessero
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E-book72 pagine1 ora

Se gli uomini sapessero

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Info su questo ebook

“Si può scrivere un romanzo fatto solo di desiderio?”. Se lo chiede Nina, una delle quattro protagoniste di questa storia, insieme a Porzia, la scrittrice impegnata in cerca del suo romanzo definitivo, Anna - appassionata di moda - e Emma, “la lieve”. Amiche creative e non ancora gratificate, che grazie al loro legame metteranno da parte le apparenti difficoltà del presente e gli screzi del passato, per creare una start-up di beachwear e abbigliamento artigianale, un laboratorio che strizza lʼocchio alla sartoria delle “nonne” ma desidera calcare le passerelle di Milano. Elisabetta Liguori fa muovere questo “quartetto dʼuteri” sullo scenario di una città dagli spazi angusti, troppo sottili per i desideri di queste comuni amiche, i cui giorni sono percorsi da una corrente, unʼelettricità che tiene vivo il loro desiderio di realizzarsi; la sua scrittura ʻvolaʼ sul jet-set di provincia, sui rapporti familiari da ricomporre o costruire, sulle esistenze a metà, di profilo, abbozzate o compiute, fino a far atterrare - un mattino - la più lieve di tutte, Emma, a Linate.
LinguaItaliano
Data di uscita3 mar 2016
ISBN9788899315382
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    Se gli uomini sapessero - Elisabetta Liguori

    Table of Contents

    Se gli uomini sapessero

    L'autrice: Elisabetta Liguori

    Il Dì della festa

    Il confronto dell’alba.

    In coro

    Vizi e virtù

    Lavorare è un’altra cosa

    Nel nome del Dio delle Puglie

    La crudeltà delle nuove linee aeree

    Se gli uomini sapessero

    Elisabetta Liguori

    Musicaos Editore, 2016

    progetto grafico Bookground - Isbn 9788899315382

    Musicaos Editore

    Via Arciprete Roberto Napoli, 82

    Neviano - tel. 0836.618.232

    Si può scrivere un romanzo fatto solo di desiderio?. Se lo chiede Nina, una delle quattro protagoniste di questa storia, insieme a Porzia, la scrittrice impegnata in cerca del suo romanzo definitivo, Anna - appassionata di moda - e Emma, la lieve. Amiche creative e non ancora gratificate, che grazie al loro legame metteranno da parte le apparenti difficoltà del presente e gli screzi del passato, per creare una start-up di beachwear e abbigliamento artigianale, un laboratorio che strizza l'occhio alla sartoria delle nonne ma desidera calcare le passerelle di Milano.

    Elisabetta Liguori fa muovere questo quartetto d'uteri sullo scenario di una città dagli spazi angusti, troppo sottili per i desideri di queste comuni amiche, i cui giorni sono percorsi da una corrente, unʼelettricità che tiene vivo il loro desiderio di realizzarsi; la sua scrittura 'vola' sul jet-set di provincia, sui rapporti familiari da ricomporre o costruire, sulle esistenze a metà, di profilo, abbozzate o compiute, fino a far atterrare - un mattino - la più lieve di tutte, Emma, a Linate.

    L'autrice: Elisabetta Liguori

    Elisabetta Liguori è nata a Lecce nel 1968, dove vive e lavora, presso il tribunale per i minori. È laureata in giurisprudenza. Ha collaborato con la rivista Nuovi Argomenti, e per numerose altre riviste on line. Collabora con il Nuovo Quotidiano di Puglia, alla pagina della cultura, con una particolare attenzione per la letteratura al femminile. Ha pubblicato "Il credito dell’imbianchino (Argo Editrice, 2004, finalista al Premio Berto 2005 e al Premio Carver 2005), Il correttore (peQuod, 2007), Tutto questo silenzio (Besa Editrice, 2010, scritto con Rossano Astremo). La felicità del testimone (2012, Manni Editori), Kora, una storia a colori (Lupo Editore, 2013, con illustrazioni di Carlos Arrojo). Nel 2015 ha pubblicato il primo episodio di una trilogia urban fantasy, Il secondo giorno - Kiss for my angel", per i tipi di Musicaos Editore, in formato cartaceo e digitale.

    Alcuni suoi racconti sono apparsi sulle riviste e in antologie tra le quali: "Mordi & fuggi (Manni Editori), Laboriosi Oroscopi (Ediesse), Il dizionario affettivo italiano (Fandango), È finita la controra e Sangu, racconti noir di Puglia (Manni Editori, 2011); Nessuna più. Quaranta scrittori contro il femminicidio" (Elliot, 2013), nell’ambito della quale ha trovato spazio la sua attenzione e l’interesse per i personaggi femminili. Ha preso parte a progetti culturali internazionali, curando la stesura dei testi musicali e teatrali.


    Il Dì della festa

    Con una vita come la mia, dottore, a cosa mi servirebbero i sogni

    (Philip Roth)

    L’inquietudine soffia forte in direzione sud, ed oggi che compio quarantacinque anni, sembra un uragano. Per fortuna ho invitato le mie più care amiche a far festa. Sono già qui. Ci capita di restarcene insieme, da sole noi quattro, sempre più spesso e a volte ne siano sorprese persino noi. Tra donne, lo dicono in tanti, l’amicizia è un’illusione. Tra un uomo e una donna pare sia un gesto equivoco, invece, se c’è mira comunque a benefici vari. Non è da escludere, ma si tratta di eccezioni. Lo spiegano anche ai bambini, ché si facciano due calcoli prima di crederci per davvero. Metti Peter Pan e Wendy: sono amici quei due? Chi vogliono prendere in giro? Ma allora, se tra donne non si può e tra uomini e donne non si deve, che resta? Solo gli uomini, tra uomini, possono permettersi un po’ di sana amicizia? Una donna mai. Una donna non potrebbe, né con un uomo, né con un’altra donna. Sono tante le conseguenze di un’idea come questa: la solitudine, la noia, il conto in banca. Non di certo una bella prospettiva. Se non esiste amicizia per le donne, allora vuol dire che non c’è nulla da raccontare, nulla da condividere: che sia sesso, psiche o altre fatiche, che sia shopping o malasorte. Nulla. Neppure da ubriache. Una specie di condanna al deserto.

    Per fortuna Anna ha portato da bere.

    Ma non ti pare di avere esagerato?

    Le chiedo.

    Dobbiamo fare sempre la solita figura dei morti di fame, Nina? Pure oggi?

    Anna è quella con la passione per la moda.

    Ha maggiore dimestichezza con le serate di festa.

    Porzia, invece, la mia amica con la passione per la scrittura, la più riflessiva tra noi, non è ancora arrivata. Arriverà e avrà bisogno di bere anche lei. Intanto Emma, la lieve, è impegnata come suo solito a ridere tra gli ospiti. Forse lei ha già bevuto. Mi tocca fidarmi e mettere in fresco le bottiglie portate da Anna. Noi siamo queste quattro qui. Prendere o lasciare.

    Siamo state amiche per caso all’inizio - ammettiamo pure di aver avuto fortuna -, ma poi ci siamo messe d’impegno. Per anni ci siamo chieste se eravamo belle abbastanza - ce lo chiediamo ancora - e se il fatto di esserlo o non

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