Quello che gli uomini non dicono, sul matrimonio
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Anteprima del libro
Quello che gli uomini non dicono, sul matrimonio - Riccardo Rinzi
basta.
QUELLO CHE GLI UOMINI NON DICONO, SUL MATRIMONIO
Semmai a qualcuno venisse in mente di parlare della propria vita matrimoniale al di fuori dalla cerchia degli sposati, i primi a giudicarlo (male) sarebbero proprio gli aspiranti mariti. Infatti, mentre le donne in generale si limiterebbero a smentire il tutto, con consapevolezza variabile a seconda che siano sposate o nubili, proprio questi aspiranti mariti sarebbero i più intransigenti. Invece di essere interessati all’argomento, anche solo per considerare i possibili futuri coinvolgimenti diretti, classificherebbero tutto come una serie di sconsolate narrazioni incentrate su rari casi isolati, di quelli che succedono solo agli altri, raccontati, peraltro, da un superficiale, di sicuro indegno della sua compagna. In ogni modo la cosa non li riguarderebbe per via del loro splendido rapporto di amore, amicizia e complicità con la partner, perché con lei si dicono tutto e parlano liberamente di tutto in un idillio unico, irripetibile e senza uguali. Tutto troppo distante da quelle situazioni paradossali, ipoteticamente raccontate da quel marito che insiste su esperienze così inverosimili da sembrare inventate di sana pianta, come probabilmente saranno. Le ammonizioni dello sfortunato non potranno mai tenere conto di quello che loro due (possibile ascoltatore e rispettiva promessa sposa), provano l’uno per l’altra. In coppia sono talmente intimi che si capiscono prima di parlarsi e a tal punto vicini nell’anima che ogni sguardo è un discorso senza frasi e allo stesso tempo un tuffo nel profondo del cuore. A questo punto era lui (sempre lo sfortunato marito) che poteva anche pensarci prima di sposarsi e se l’è cercata: Non è che uno prende e si sposa così! Non bisogna mai accontentarsi e comunque ci vuole soprattutto tanto, tanto amore!
, come quello suo (dell’aspirante sposo) e della sua compagna, che di amore reciproco ne hanno più di qualsiasi altra coppia che abbia mai calpestato il suolo di questo mondo. Quindi via libera all’indignazione e saluto negato per sempre a colui che ne ha osato parlare, animato probabilmente dall’invidia del suo grande amore.
Ma ciò che questo ipotetico potenziale ascoltatore non sa, è che prima di sposarsi, anche il marito sfigato che abbiamo immaginato a raccontare la sua inespressa esperienza matrimoniale, era pure lui persuaso di avere un rapporto unico di amore, amicizia, complicità con quella che credeva fosse la signora più gentile, dolce e delicata di tutti i tempi. Nessuno avrebbe mai potuto indurgli alcun dubbio sulla sua pregiatissima anima gemella, soffice come una nuvola e delicata come un fiore, che la natura sembrava aver creato apposta per lui, perché stessero insieme tutta la vita a confortarsi ed amarsi l’un l’altro, ma non come potrebbe succedere normalmente ad ogni altra coppia, piuttosto nel loro modo sublime che nessuno avrebbe mai eguagliato. E adesso eccolo lì.
Queste vicende inenarrabili non riguardano però le fantasie sessuali maschili extraconiugali post matrimonio, come si potrebbe a prima vista pensare: tutti sanno che gli uomini hanno questo debole, di cui parlano eccome, soprattutto quando non dovrebbero, anche se le mettono in atto molto più raramente di quanto raccontino, se non altro per mancanza (nell’ordine) di audacia, occasioni e intraprendenza, che poi contemporaneamente non ci sono mai. E caso mai le trovassero a fermare certi propositi interverrebbe la paura di finire a dormire in macchina schifati da parenti e amici, oltre che dai figli, per la colpe annesse, connesse e commesse da questo marito infedele che, usando il secondo cervello maschile (a volte il primo) che non risiede nella testa, si è lasciato corrompere dai sensi e ha tradito come Giuda.
Chi se ne frega se poi non ha agito esattamente da solo. L’altra, se non è sposata, è l’ennesima vittima innocente di quel porco pervertito, e due volte vittima se per caso è la migliore amica della moglie, che lui non si è fatto scrupoli a corrompere ipnotizzandola con le infallibili doti seduttive maschili, perché gli uomini sono così. Se però fosse anche lei sposata, dovrebbe trovarsi addosso pure lei qualche colpa, se non altro per ragioni simmetriche; sempre però che la accetti spontaneamente, cosa che farà senz’altro perché è corretta.
Sennò, per non sapere né leggere né scrivere, può sempre sostenere che il marito la trascurava, tanto come si fa a non essere empatici su una cosa così. Magari aveva smesso di regalarle i fiori, oppure non la portava mai a ballare, o piuttosto non sapeva sorprenderla ogni giorno, ma lo faceva giusto un giorno sì e due no o addirittura una volta a settimana. Alla peggio, se proprio non volesse cacciarsi in certe motivazioni complicate, potrebbe anche dire che lui non sapeva rinnovarsi nel rapporto, che lascia la libertà di immaginazione alle diverse sensibilità di ognuno e sta bene su tutto come il prezzemolo, soprattutto se in modiche quantità, sennò è tossico. Di fronte a certi argomenti come si fa a non capire una donna indotta all’errore dal marito che, evidentemente, non aveva come primo pensiero del mattino e ultimo della sera quello di farla felice, ma si svegliava coi problemi di lavoro e si addormentava con quelli del mutuo; invece di pensare alla moglie, che poi è normale che finisca tra le braccia di un altro: si può dire che ce l’abbia buttata lui! Poi vero o non vero, vai a dimostrare il contrario. Fa fede l’opinione comune del terzo millennio, ormai consolidata, in base alla quale, come tutti sanno, in una relazione ci sono mille modi di trascurare una donna, ma nemmeno uno sostenibile per trascurare un uomo.
Tornando all’argomento indicibile: quello che gli uomini non dicono sul loro matrimonio, che poi dà anche il titolo a questo libro, si riferisce, per farla breve, al caleidoscopio di problemi di cui nessun appartenente al sesso maschile avrebbe mai sospettato l’esistenza prima di sposarsi, ma che ognuno, chi più, chi meno, si vede esplodere attorno alla finalizzazione del matrimonio e a quanto questi uomini si inventano per fronteggiarli, adattandosi alle diverse condizioni peggio di come fanno i camaleonti coi colori, variando strategia man mano che mutano ed evolvono.
Per carità non si tratta di problemi gravissimi, soprattutto se uno li va a guardare ad uno ad uno. Almeno all’inizio non sembrano poi così gravi, ma è la quantità la vera fregatura. Se poi tiriamo in ballo anche la velocità con cui si moltiplicano: ecco quella farebbe tremare anche i muri, per non parlare dell’effetto sorpresa, perché uno non è che se lo aspetta. Cioè: si moltiplicano così in fretta che non si fa in tempo a stargli dietro perché, non appena si crede di averne risolto uno, ecco che ne sono spuntati altri cinque, così in breve diventano talmente numerosi che non ci si capisce più niente. Tutti su basi che sembrerebbero pure insignificanti: sì, ma insignificanti per l’uomo o meglio dal significato incomprensibile, che sarebbe più esatto, ma sempre per l’uomo.
La donna invece ce li ha chiari uno ad uno, ma solo perché ha una sensibilità diversa e non certo perché se li inventa lei. Semmai però diventassero troppi pure per lei, li segna su un foglietto, così al dunque non le sarà sfuggito niente e potrà riproporli altrettanto irrisolti di come si erano presentati, non certo per colpa sua. Tanto che se mai si avesse l’impressione che se ne fosse dimenticata qualcuno, sarà solo una finta. Quella precisa questione non andrà in prescrizione mai e la tirerà fuori per sempre irrisolta al momento giusto, dovesse aspettare cinquant’anni.
La situazione è poi aggravata da un approccio sbagliato del neo sposo che si palesa soprattutto all’inizio, quando ancora non ha imparato che la chiave di questa particolare serratura è evitare di scervellarsi cercando le basi razionali di quella miriade di problemi che continuano a spuntare dal nulla. Quando sembrano tutti diversi sono uguali, ma più si assomigliano, più sono diversi e non è nemmeno il contesto a fare la differenza. In tal caso bisognerebbe superare gli schemi di pensiero troppo tecnici dell’approccio maschile, buoni più per andare sulla luna che per comprendere certe cose. Non serve a niente cercare per forza il rapporto tra causa e effetto. La fisica dell’universo femminile prevede, anzi è basata, su effetti senza cause e cause senza effetto. Se ne esce solo soffermandosi sul dito che indica la luna stessa, evitando di considerare che è proiettato verso l’astro più luminoso del firmamento; che per decifrare certe cose, oltre che ad essere decisamente troppo voluminoso, diventa pure forviante, perché illumina scarsamente solo un labirinto senza uscita, in cui cercarla sfruttando quella luce è efficace meno di procedere a tastoni.
I problemi continuano a moltiplicarsi perché l’uomo si sta relazionando con una controparte per la quale l’importante è sollevare il problema e rinnovarlo ogni giorno affinché si mantenga vitale. In tale ottica la soluzione è addirittura dannosa, perché uccide il problema e allora bisogna trovarne subito un altro che lo sostituisca degnamente, per questo, per ogni sposina che si rispetti, è meglio avere sempre in serbo una scorta di problemi pronti all’uso. Nasce così una terribile spirale in cui è la soluzione stessa a generare il problema, e va pure bene quando da una soluzione ne