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La tenerezza del presepe
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La tenerezza del presepe
E-book102 pagine1 ora

La tenerezza del presepe

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Info su questo ebook

Gli occhi di un uomo che guardano al presepe con lo sguardo puro e rinnovato di un bambino, riconoscendo nei diversi personaggi il ruolo che hanno nella storia affinché si realizzi il piano di Dio

Maria, figura docile e piena di grazia, che accetta la novità del messaggio di Dio con fede e speranza, mantenendo nel silenzio del suo cuore un dialogo diretto con il Signore.

Il Silenzio di Giuseppe, la sua accettazione nei confronti di una vita che non va secondo i piani prestabiliti e per questo vissuta come dono e non come punizione.

Ciascun personaggio nel presepe ha una storia ben precisa che riflette le condizioni dell’animo umano, vagliando tutte le possibili reazioni dell’uomo nei confronti della novità di Dio.

Chi crede e si mette in cammino come i Magi, chi resta indifferente come i sapienti del Tempio, chi come i pastori accoglie la Verità rivelata grazie alla piccolezza di un animo vigile che si apre al di più.

Così, ciascuno di noi che si abbandona alla Verità di Dio può scrutare il presepe con occhi nuovi e animo nuovo, accogliendo nella propria vita il messaggio di Amore del Signore, che si fa Bambino nascendo in una mangiatoia, ultimo tra gli ultimi, vicino a noi tutti suoi figli amati.
LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2020
ISBN9791220305136
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    Anteprima del libro

    La tenerezza del presepe - p. Faustino mdv

    69.

    I CAPITOLO

    MARIA E GIUSEPPE

    Siamo in cammino verso la luce che viene al mondo. Non vogliamo rimanere nelle tenebre, ma accogliere questa luce nella nostra vita, luce che rigenera. Vogliamo guardare gli umili, i semplici che l’hanno accolta: i pastori, i magi, Elisabetta, Zaccaria, Simeone, Anna, oltre naturalmente a Giuseppe e Maria. Tutti loro vengono strappati dalla penombra, dai dubbi e dall’attesa, e convocati dalla luce vera. Se viviamo sotto i riflettori del mondo la luce nascosta del Natale non potrà illuminarci, non sapremo aprire la porta al Signore che bussa. «Davanti al presepe si sgretolano tante delle nostre cose che forse brillavano molto, oppure che credevamo importanti, solide! Ma a volte quel luccichio, quell’importanza e quella solidità non hanno alcun altro fondamento se non il pantano delle nostre ambizioni, che crollano davanti a colui che non ha esitato ad annullarsi fino alla morte e morte di croce»⁸.

    Vogliamo dunque spegnere le luci di questo mondo, luci che accecano, che abbagliano, ma non illuminano. Desideriamo invece essere illuminati dalla luce vera che dissipa le nostre tenebre affinché Gesù nasca e cresca anche nella nostra vita.

    Vogliamo domandarci: Maria e Giuseppe come hanno vissuto i mesi precedenti fino a quella notte che cambiò il mondo? Ecco, vogliamo in religioso silenzio contemplare, imitare e amare ciò, perché è questo il segreto per essere felici «perché è veramente felice non chi ha ciò che ama, ma chi ama ciò che deve essere amato»⁹.

    _____________________

    ⁸ JOSEPH M. BERGOGLIO (FRANCESCO), La forza del presepe. Parole sul Natale, EMI, 2014, p. 48.

    ⁹ AGOSTINO, Esposizione Salmo 26, 2,7, su: www.vatican.va.

    MARIA

    «Quando il cielo baciò la terra nacque Maria

    che vuol dire la semplice,

    la buona, la colma di grazia.

    Maria è il respiro dell’anima, è l’ultimo soffio dell’uomo.

    Maria discende in noi, è come l’acqua che si diffonde

    in tutte le membra e le anime, e da carne inerte che siamo noi

    diventiamo viva potenza»¹⁰.

    Madre mia e madre nostra! Quanto alte sono queste parole; quando il cielo baciò la terra nacque Maria. Tu sei il bacio di Dio, Colei che Lui ha pensato da sempre. Come possiamo avvicinarci a te, senza percepire quest’abisso di grazia che ci separa da te? Tu sei madre! E noi come figli vogliamo stare davanti a te per guardarti, accanto a te perché sia tu a guidarci, dietro di te perché sia tu a proteggerci.

    Vogliamo imitarti, per quanto ci è possibile, perché Cristo nasca anche in noi; perché, prima ancora di generare Cristo nella carne, tu lo hai generato nella fede. Desidero dunque che Gesù nasca in me? Che il mio corpo, la mia mente, la mia anima, tutto il mio essere, siano la mia offerta al Signore? Che io mi converta all’amore! Che l’anima di Maria abiti in me! Perché: «Quando l'anima comincia a convertirsi, viene chiamata 'Maria', riceve cioè il nome della donna che ha portato Cristo nel grembo: è diventata un'anima che spiritualmente genera Cristo»¹¹.

    Certo, Madre mia, tu sei colei sulla quale da sempre si è posato il tenero sguardo di Dio, la tutta pura, la tutta bella, la totalmente altra da ciò che la nostra mente riesce ad immaginare. Eppure, nonostante ciò, tu non sei lontana perché tu sei sempre Madre, sempre vicino a me, sempre vicino a noi: anch’io porto il tuo nome quando comincia a crescere in me la presenza di Cristo.

    La fede di Maria

    Certo, è impossibile penetrare nel cuore di Maria, cercare di comprendere i suoi stati d’animo più profondi; tuttavia, mediante la grazia, cerchiamo di far nostro il suo esempio.

    Ora ci domandiamo: come Maria giunse al momento del parto? Quali difficoltà, quali timori dovette affrontare? Noi abbiamo bisogno di punti fermi, di esempi luminosi, di fede certa e anche se il mistero ci supera, Maria in questo ci è maestra.

    Maria è Colei che ha creduto alla parola del Signore, Colei che prima nella fede e poi nella carne ha generato Gesù. La stessa cugina Elisabetta non le dice sei beata perché porti in grembo Gesù piuttosto: sei beata perché hai creduto alla Parola!.

    Maria, all’angelo che le porta l’annuncio che sarebbe stata la madre di Dio chiede «come avverrà questo?»¹². Non cerca cioè di conoscere solo con la ragione qualcosa di soprannaturale, ma si pone sul piano di un evento che si sta compiendo: cioè questo avverrà perché è Dio che lo dice. Lei si fida di Dio.

    Ella ci insegna che la fede non entra tutta nel cervello, questo non significa che non si usi la ragione, ma la fede è oltre, è fidarsi di Dio che opera l’impossibile a chi crede e si affida a Lui.

    Noi, invece, abituati a voler tenere tutto sotto controllo, vorremmo capire tutto e subito però, se facciamo così senza aprirci all’impossibile di Dio, mai Lui potrà agire. Nella nostra vita ci accadono tante cose che rimangono oscure, non accessibili, e noi dobbiamo accettare ciò. Occorre che accettiamo i nostri limiti del capire. Spesso, quando ci accade qualcosa, ci poniamo delle domande, ci chiediamo il perché, e questo non è sbagliato, ma prima viene la fiducia in Dio. A volte poi non vi è risposta ai nostri perché e lì c’è solo il nostro sì a Dio come se Lui ci dicesse: "tu ti fidi di

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