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Rob Roy - un eroe scozzese: traduzione e riferimenti storico letterari
Rob Roy - un eroe scozzese: traduzione e riferimenti storico letterari
Rob Roy - un eroe scozzese: traduzione e riferimenti storico letterari
E-book585 pagine9 ore

Rob Roy - un eroe scozzese: traduzione e riferimenti storico letterari

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Info su questo ebook

Si tratta della traduzione dell'opera di Walter Scott Rob Roy ambientata in Scozia nel periodo delle lotte tra Inghilterra e Scozia.
E' un romanzo d'avventura e di crescita personale del protagonista che coinvolge il lettore nell'azione e allo stesso tempo fa comprendere la situazione di una terra divisa tra la vecchia società ed economia e il nuovo modello pre industriale che sta nascendo
LinguaItaliano
EditoreCarla Aira
Data di uscita1 feb 2021
ISBN9791220258548
Rob Roy - un eroe scozzese: traduzione e riferimenti storico letterari

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    Anteprima del libro

    Rob Roy - un eroe scozzese - Carla Aira

    carla aira

    Rob Roy - un eroe scozzese

    traduzione e riferimenti storico letterari

    Copertina di Paolo Calloni

    UUID: e53fa114-6e61-4ccf-bc6b-e966c6434512

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Scozia

    Sir Walter Scott (1771- 1832)

    Periodo storico

    Background culturale

    Capitolo Primo

    ​Capitolo Secondo

    Capitolo Terzo

    Capitolo Quarto

    Capitolo Quinto

    Capitolo Sesto

    Capitolo Settimo

    Capitolo Ottavo

    Capitolo Nono

    Capitolo Decimo

    Capitolo Undicesimo

    ​Capitolo Dodicesimo

    Capitolo Tredicesimo

    Capitolo Quattordicesimo

    Capitolo Quindicesimo

    Capitolo Sedicesimo

    ​Capitolo Diciassettesimo

    Capitolo Diciottesimo

    Capitolo Diciannovesimo

    Capitolo Ventesimo

    Capitolo Ventunesimo

    Capitolo Ventiduesimo

    Capitolo Ventitreesimo

    Capitolo Ventiquattresimo

    Capitolo Venticinquesimo

    Capitolo Ventiseiesimo

    Capitolo Ventisettesimo

    Capitolo Ventottesimo

    Capitolo Ventinovesimo

    Capitolo Trentesimo

    Capitolo Trentunesimo

    Capitolo Trentaduesimo

    Capitolo Trentatreesimo

    Capitolo Trentaquattresimo

    Capitolo Trentacinquesimo

    Capitolo Trentaseiesimo

    Capitolo Trentasettesimo

    Capitolo Trentottesimo

    Capitolo Trentanovesimo

    Riassunto

    Le fonti

    Personaggi

    Epigrafi

    Glossario

    Fortuna

    Ringraziamenti

    Scozia

    background storico del romanzo

    La Scozia, a causa della sua geografia, ha sempre avuto due culture diverse nel corso dei secoli. Nella parte settentrionale ci sono montagne chiamate Highlands che erano abitate da gente guerriera, mentre a est e a sud le montagne (Lowlands) sono più dolci, la terra è più facile da coltivare e la gente era più influenzata dall'Inghilterra. Il controllo delle Highlands ha sempre rappresentato un problema per l'Inghilterra. Questo territorio fino alla metà del XVIII secolo era governato da capi appartenenti a clan (che in gaelico significa bambini), cioè membri di una famiglia, o gruppi di famiglie che cercavano, attraverso frequenti battaglie, di avere la proprietà della terra e del bestiame. Indossavano abiti composti da un kilt scozzese indossato con camicia, giacca e cravatta e un plaid per ornamento che cambiavano colore a seconda dei clan.

    Scozia e Inghilterra

    Gli Stuart (1603-1714)

    - Giacomo I (1603-1625) - Giacomo VI di Scozia

    - Carlo I (1625-1649) - La guerra civile e l'esecuzione del re

    - La Repubblica (1649-1660) - La leadership di Cromwell

    - Carlo II (1660-1685) - Restauro

    - Giacomo II (1685-1688) - Giacomo VII di Scozia - Re cattolico

    - Guglielmo II d'Orange e Maria, figlia di Giacomo II (1688-1702) - La gloriosa rivoluzione

    - Anne, James (1702-1714) - Figlia di Giacomo II

    La regina Anna morì nell'agosto del 1714 e la dinastia degli Stuart terminò. Le successe George, Elettore di Hannover, che divenne re Giorgio I d'Inghilterra (1714-1727).

    L'Inghilterra ha sempre desiderato controllare la Scozia e questo è stato possibile quando il re Giacomo VI di Scozia salì al trono d'Inghilterra con il nome di James I.

    Per capire cosa accade nel romanzo Rob Roy di Walter Scott, dobbiamo risalire a Re Giacomo II (1685-1688), il primo re cattolico dopo un lungo periodo di protestantesimo. Cercò di ottenere la tolleranza per i cattolici, ma poiché il parlamento non accettò di modificare le leggi anticattoliche, sospese le loro esecuzioni. Il Parlamento chiamò a Londra Guglielmo II d'Orange (marito di Maria, figlia di Giacomo II) e li dichiarò sovrani d'Inghilterra, (La gloriosa rivoluzione). Alla morte di Maria il trono passò alla sorella Anna.

    Nel frattempo Giacomo II si rifugiò in Irlanda dove cercò aiuto tra i cattolici locali. Trentamila protestanti si rinchiusero nella città di Londonderry e James non fu in grado di sconfiggerli. Dovette fuggire in Francia e non tornare mai più in Inghilterra.

    Nel 1707 fu firmato l'Atto di Unione, con il quale furono uniti il governo scozzese e quello inglese. Ci furono molte rivolte a favore degli Stuart in esilio da parte dei loro sostenitori che furono chiamati Jabobites.

    Il figlio di Giacomo II sarebbe stato probabilmente incoronato Giacomo III (alla morte di Anna nel 1714) se avesse rinunciato al cattolicesimo. Ma, come la maggior parte dei membri della sua famiglia, non era disposto né ad accettare la religione anglicana né ad abbandonare le sue pretese al trono. Nel 1715 iniziò una ribellione contro Giorgio I, che a quel tempo era arrivato da Hannover. James III (noto come The Old Pretender) aveva un gran numero di seguaci tra i giacobiti, ma era un leader esitante e fu sconfitto a Preston nel novembre 1715. Suo figlio Charles Edward Stuart (The Young Pretender), noto come Bonnie Prince Charlie, avrebbe affrontato un tipo simile nell'insurrezione del 1745.

    Solo nel settembre 1997 gli scozzesi ottennero una certa autonomia sotto la guida del primo ministro Tony Blair.

    Sir Walter Scott (1771- 1832)

    vita e opere

    Walter Scott

    Walter Scott nacque a Edimburgo il 15 agosto 1771, figlio di Sir Walter Scott, avvocato e scrittore del Sigillo, calvinista, e Anne Rutherford, figlia di un illustre professore di medicina presso l'Università di Edimburgo.

    Un attacco di poliomielite a circa 18 mesi di età lo lasciò zoppo. Dopo aver cercato invano una cura da vari medici, fu mandato per un po 'di tempo con suo nonno paterno alla fattoria di confine di Sandyknowe. Così, fin dalla prima infanzia la sua immaginazione si nutrì di storie di un passato emozionante popolato da avventurieri di frontiera e dignitari feudali.

    Studi - Nel 1778 Scott entrò al liceo di Edimburgo dove ottenne una buona conoscenza del latino. Era un allievo brillante e gli piaceva leggere qualunque tipo di poesia, storia e teatro. Nel 1786 incontrò Robert Burns che aveva visitato Edimburgo dopo la pubblicazione delle sue poesie (Kilmarmock Edition) e nello stesso anno iniziò un apprendistato legale di cinque anni con suo padre qualificandosi come avvocato nel 1792. Non si esercitò a lungo , ma dalla sua connessione con la legge apprese molto sulla natura umana e anche sui tratti peculiari del carattere degli scozzesi.

    Prime opere

    Poesia- L'amore di Scott per il mondo rurale scozzese continuò dopo gli anni della sua infanzia e iniziò a studiare la sua terra e a collezionare ballate. Fu anche influenzato dal nuovo romanticismo tedesco che era stato introdotto a Edimburgo da Henry Mackenzie. La prima opera pubblicata di Scott, The Chase (La Caccia) , e William and Helen , due ballate dal tedesco di Gottfried Augustus Bürger apparvero in modo anonimo nel 1796, e nel 1799 fu pubblicata una traduzione della tragedia romantica di Goethe, Götz von Berlichingen. Scott fu anche l'editore di una raccolta di ballate scozzesi che in parte riscrisse, completò e pubblicò in tre volumi nel 1802-3 con il titolo Minstrelsy of the Scottish Border (Ballate del confine scozzese) . Questa opera fu seguita da diversi racconti originali:

    - The Lay of the Last Minstrel (La ballata dell'ultimo menestrello, 806), si basa sulla vecchia leggenda del Goblin Ginpin Morner e narra l'amore contrastante tra Margaret Buceleuch e Lord Cranstoun tra combattimenti e sfide. Mostra l'influenza nei suoi ritmi di Christabel di Coleridge, ma il suo metro è il distico otto sillabico (variato di tanto in tanto con versi più brevi in rima tra loro in stile ballata-metro) che rappresenta la norma del verso narrativo di Scott.

    - Marmion (1808) parla di Lord Marmion, uno dei preferiti di Enrico VIII, un mascalzone, che soccombe dopo essere stato incapace di raggiungere i suoi orribili scopi. Lo sfondo è quello della Scozia al tempo di Giacomo IV

    - The Lady of the Lake (La donna del lago, 1810) è ancora una volta una storia d'amore ambientata in Scozia e incentrata su una bellissima ragazza, Ellen, figlia del fuorilegge lord James di Douglas. Quando il suo corteggiatore viene fatto prigioniero, Ellen non può salvarlo e sposerà Malcom Greene, che ha sempre amato.

    -The Lord of The Isles (Il signore delle isole ,1815) tratta del ritorno di Robert Bruce in Scozia nel 1307 e del periodo della successiva lotta contro gli inglesi, culminata nella battaglia di Bannockburn.

    Scott fu ostacolato nella poesia dai canoni tardo augustea di correttezza nella dizione poetica che gli proibivano di usare le risorse del dialetto e della vita bassa in modo che i suoi personaggi parlassero il stesso linguaggio e sono in qualche modo troppo teatrali e formali. Quando la sua fama di poeta iniziò ad essere eclissata dalla stella nascente di Byron, si dedicò alla prosa.

    Romanzi ambientati in Scozia - La pubblicazione di Waverley nel 1814 fu un successo e Scott iniziò una lunga serie di romanzi con un background di storia scozzese noti collettivamente come i romanzi di Waverley dal titolo della prima serie. I più importanti sono:

    -Waverley (1814, Scott sembra aver preso il nome da Waverley Abbey vicino a Farnham) è una storia basata sulle avventure di Edward Waverley, un ufficiale dell'esercito inglese all'epoca di acute tensioni politiche con la Scozia (1745)

    - Guy Mannering (1815) è il secondo dei romanzi di Waverley. La storia è ambientata nel XVIII secolo e ruota attorno alle fortune del giovane Harry Bertram, figlio del conte di Ellangowan, rapito da bambino. Dopo molte avventure viene riportato nella sua proprietà e gode del favore del Col. Guy Mannering, di cui sposa la figlia Julia.

    - The Antiquary (L'antiquario, 1816), terzo dei romanzi di Waverley, è la storia del maggiore Neville che cerca di conquistare l'amore di Isabella Wardour.

    - Old Mortality (I Puritani di Scozia, 1816), il primo della serie dei Tales of my Landlord (Racconti del mio padrone di casa). Un giovane coraggioso e presbiteriano moderato, Henry Morton di Milnwood, dopo la cattura, la prigionia e l'esilio è in grado di tornare in Inghilterra all'ascesa di Guglielmo III.

    - The Heart of the Midlothian (Il cuore di Midlothian, 1818), second roamnzo della serie dei Tales of my Landlord., si apre con la rivolta storica di Poteous nel 1736 e tratta la storia di due sorellastre, Jeanie ed Effie Deans e delle loro terribili avventure.

    - Rob Roy (1818)è la storia di un fuorilegge, una specie di Robin Hood scozzese, ambientata nelle Highlands con la loro cultura feudale.

    - The Weir of Lammermoor (La sposa di Lammermoor,1819), terzo romanzo della serie dei Tales of my Landlord, è a mbientato in Scozia alla fine del XVII secolo, ha fornito la trama dell'opera di Donizzetti.

    - Saint Ronan's Well (Pozzo di San Ronan,1824)è un romanzo con scene di vita contemporanea nelle terme scozzesi di St. Ronan's Well, la cui oziosa società alla moda è descritta satiricamente.

    - Redgauntlet (1824) è una storia incentrata su un ritorno inventato del principe Charles Edward in Inghilterra, alcuni anni dopo il 1745, per tentare di nuovo la sua fortuna, un tentativo che fallirà senza gloria.

    Nell'affrontare un passato recente, passato di cui aveva tanto sentito parlare frequentando la gente del Paese di confine, Scott mostra una grande conoscenza delle complessità della situazione umana, del modo di vivere, dei costumi e dei luoghi.

    Romanzi ispirati alla storia inglese - Dopo aver scritto i romanzi di storia scozzese, Scott spinto dalla necessità di soddisfare l'appetito del pubblico per la narrativa storica, si rivolse a temi della storia inglese con:

    - Ivanhoe (1820), storia di Wilfred di Ivanhoe, figlio di Cedric, nobile sassone, che ama Lady Rowena, la protetta da suo padre. Si unisce al re Richard Coeur de Lion alle crociate e quando torna aiuterà il popolo contro gli usurpatori e si riunirà a Rowena.

    - Kenilworth (1821) tratta del tragico destino della bella Amy Rosbart, durante il regno di Elisabetta I. Viene tradita e muore a causa dei malvagi disegni di Richard Varney che l'hanno spinta a sposare segretamente Robert Conte di Leicester, il preferito di Elisabetta.

    - Nigelìs Fortune (Le fortune di Nigel, 1822) riguarda le avventure di Nigel Olifaunt a Londra al tempo di Giacomo I, il loro successo e il suo matrimonio con Margaret Ramsay, la figlia dell'orologiaio.

    - The Talisman (Il Talismno, 1825)è la storia dei crociati guidati da Riccardo I d'Inghilterra le avventure di un presunto povero scozzese, Sir Kennet, in Terra Santa, che alla fine si rivela essere il principe David di Scozia.

    - Woodstock (1826) è ambientato nel periodo della Guerra Civile ed è la storia parla della fuga di Charles II dall'Inghilterra dopo la battaglia di Worchester. Dà un'immagine viva di soldati e predicatori puritani, di cospiratori e spie durante il periodo di Cromwell ..

    ... e alla storia francese - Quentin Durward (1823) è ambientato in Francia nel XV secolo sotto il re Luigi XI. E' la storia di Quentin Durward, un giovane scozzese di buona famiglia, subordinato agli intrighi di Luigi XI contro il suo vassallo e nemico Carlo il Temerario di Borgogna.

    Nello scrivere i cosiddetti romanzi non scozzesi, Scott ha mostrato un'inclinazione per incidenti e situazioni pittoreschi.

    Scott ha rivoluzionato la scrittura della storia, che è diventata reale e interessante per la gente comune, anche se le sue ricostruzioni storiche non sono sempre accurate. Carlyle scrisse di lui: i suoi romanzi hanno insegnato questa verità .... sconosciuta agli scrittori di storia, che le ere passate del mondo erano effettivamente riempite da uomini vivi, non da protocolli, documenti di stato, controversie e astrazioni di uomini

    Saggistica - Scott pubblicò tra gli altri: The Life of Napoleon (La vita di Napoleone, 1827) in nove volumi; Tales of a Grandfather (I racconti del nonno, 1828), The Life and Works of John Dryden (Vita e opere di John Dryden, 1808), The Life and Works of Jonathan Swift (Le opere di Jonathan Swift, 1614),

    Fortuna e problemi - Nel 1799 Scott fu nominato sceriffo-deputato del Selkirshire e nel 1804 la sua situazione finanziaria migliorò con la morte di suo zio che gli lasciò alcune proprietà. Dopo la pubblicazione dei suoi primi lavori ebbe un grande successo e la sua carriera letteraria e le attività sociali ebbero un nuovo impulso. Aveva una vasta cerchia di amici ed era al centro della brillante società di Edimburgo, dove conduceva una vita letteraria molto attiva e sociale. Si costruì una villa baronale Abbotsford, che avrebbe assorbito gran parte dei suoi soldi e, di conseguenza, nel 1825 i suoi affari si deteriorarono. Nel corso degli anni fu fortemente coinvolto con lo stampatore James Ballatyne e l'editore Constable, entrambi rovinati dai fallimenti bancari nazionali del 1825-26. Scott si ritrovò con debiti superiori a £ 100.000 che nei sette anni successivi cercò o di estinguere scrivendo, rifiutando tutte le offerte di assistenza.

    Vita privata - All'inizio degli anni 1790 Scott corteggiò Williamina Belsches, che apparteneva a una classe sociale più alta di lui, ma la loro relazione amorosa finì e il fallimento di questa unione lo sconvolse molto profondamente e turbò la sua immaginazione per tutta la vita. Si sposò poi con Charlotte Carpenter, figlia di un ex capo dell'accademia militare di Lione: la coppia ebbe quattro figli, due figlie e due figli .

    Gli ultimi anni - Nel 1830 Scott subì un ictus paralitico seguito da uno più grave nel 1831. Andò in crociera nel Mediterraneo per cercare di curare la sua salute ma questo viaggio fu segnato da ulteriori ictus così tornò a casa dove morì il 21 settembre, 1832 dopo un lungo periodo di semi coscienza.

    Periodo storico

    gli eventi tra fine 1700 e inizio 1800

    Periodo storico - Giorgio III di Hannover regnò sulla Gran Bretagna dal 1760 al 1820. A partire dal 1811 il figlio Giorgio esercitò la funzione di principe reggente a causa della follia permanente del re suo padre. Fu un periodo di grandi cambiamenti.

    Politica interna - L' Inghilterra subì un cambiamento radicale che trasformò la sua economia da fondamentalmente agricola a prevalentemente industriale grazie alle invenzioni tecniche nel campo minerario e tessile e all'aumento della domanda di beni di consumo a causa della crescita della popolazione.

    Politica estera - Nel 1775 George Washington iniziò una lotta contro le truppe inglesi nelle colonie americane. Nel 1776, il 4 luglio viene dichiarata l’ indipendenza dell’America a Filadelfia. Nel 1783 l’Inghilterra firmò il trattato di Versailles con cui riconosceva l'indipendenza delle ex tredici colonie britanniche. Dopo il 1793, con la fine della Rivoluzione Francese, l'esercito britannico fu impegnato nella lotta contro Napoleone Bonaparte fino al 1815, quando l'imperatore francese fu sconfitto nella battaglia di Waterloo. Nel corso del secolo in Inghilterra consolidò il suo potere in India.

    Background culturale

    movimenti, autori e opere

    Prosa - Il secolo 18° fu dominato dalla figura del Dr. Samuel Johnson (1709-1784) che scrisse drammi, romanzi, saggi, ma, in particolare, diventò noto per i suoi lavori critici e il suo Dizionario della lingua inglese (1775).

    Oliver Goldsmith (1730-1774) e Richard Brinsley Sheridan (1751-1816) furono famosi per i loro scritti in prosa e per il teatro.

    Dopo i primi autori artefici della nascita del romanzo, Daniel Defoe, Samuel Richardson e Henry Fielding, altri scrittori si avvicinarono al genere:

    Thobias Smolle t (1721-1771) scrisse sulla vita a bordo delle navi e su scene sociali in Inghilterra e Scozia (Roderick Random; Humphrey Clinker )

    Frances Burney (1752-1840) scrisse romanzi umoristici e realistici come Eveline, Ceciliae Camilla.

    Laurence Sterne (1715-1768) esperimentò nuove le regole del linguaggio, con il flusso di coscienza nel suo romanzo Life and Opinions of Tristram Shandy, a Gentleman (La vita e le opinioni di Tristram Shandy, un gentiluomo).

    Horace Walpole (1717-1791); Ann Radcliff (1764-1833) e Matthew Gregory Lewis (1775-1818) scrissero storie piene di mistero e fantasia, i cosiddetti Romanzi Gotici, sulla base di eventi soprannaturali e personaggi di animo sentimentale ed emotivo.

    Jane Austen (1775 –1817) non trattò temi storici, ma con ironia e arguzia descrisse le persone che popolavano la campagna inglese. Al centro del suo universo sono le donne con il loro sogno di felicità matrimoniale. Anche il suo stile è personale: i personaggi sono descritti attraverso i dialoghi, lettere e il discorso indiretto libero. Tra le sue opere si ricordano Sense and Sensibility (Ragione e sentimento 1811), Pride and Prejudice (Orgoglio e pregiudizio 1813), Mansfield Park (, 1814), Emma (1815), Northanger Abbey (L'abbazia di Northanger, 1803 - pubblicato postumo nel 1818) e Persuasion (Persuasione, 1818 – postumo)

    Poesia - I poeti spostarono la loro attenzione dalle ragione alle emozioni e all'immaginazione, affrontarono temi come l’individuo e la natura, basando la loro forma su modelli più popolari e usando un linguaggio composto principalmente da parole comuni per un pubblico più ampio.

    The Graveyard School – i poeti cimiteriali: le poesie di Edward Young, Wilkie Collins e Thomas Grey descrivono paesaggi desolati, rovine e tombe con toni malinconici e nostalgici.

    The Antiquary School – La Scola degli Antichi: James Macpherson scrisse The Works of Ossian (Le poesie di Ossian, 1765); Thomas Percy e Thomas Chatterton condividono la stessa passione per gli studi celtica e la letteratura nordeuropea e per la poesie popolare e le leggende di epoche barbariche.

    I Pre-Romantici- I testi di Burns parlano di genuina sensibilità e bellezza della natura. Songs of Innocence e Songs of Experience, (Canti dell’Innocenza e dell’esperienza, 1789) di William Blake sottoline ano il contrasto tra la bontà innata dell'uomo e la corruzione della società, con un linguaggio semplice e fantasioso, con nuovi simboli e potere creativo energico.

    I poeti romantici

    Prima Generazione: William Wordsworth (1770-1850) e Samuel Taylor Coleridge (1772-1834) pubblicarono le Lyrical Ballads (1798), il Manifesto del Romanticismo, che sottolineano l'importanza della fantasia e della natura e descrivono il poeta come un profeta.

    Seconda generazione: Percy B Shelley, Lord Gordon Byron, e John Keats iniziano a scrivere le loro poesie in cui dichiarano il loro amore per le storie lontane, gli eventi e le forme d'arte del passato, per l’ individualismo e sottolineano il ruolo del poeta come profeta.

    Teatro - Oliver Goldsmith (1730-1774) e Richard Brinsley Sheridan (1751-1816) divennero famosi per i loro scritti in prosa e per il teatro . In particolare le commedie di R. B. Sheridan costituiscono ancora un brillante esempio di commedia di costume ( The Rivals, 1775; The School for Scandal, 1777).

    Capitolo Primo

    un padre severo

    Riassunto - Frank Osbaldistone Informa il suo amico Will Tresham che gli racconterà la sua storia, in particolare le avventure che hanno preceduto il suo matrimonio di trenta o forse cinquant’anni - la data non è chiara - e il suo coinvolgimento con le rivolte giacobite del 1715. Frank è figlio unico di un austero vedovo, importante e ricco mercante. All’inizio della storia Frank ha vent’anni ed è appena tornato dopo quattro anni passati come apprendista nell’ ufficio di un agente del padre a Bordeaux, in Francia. Mr. Osbaldistone vuole che lui si occupi degli affari di famiglia, ma Frank è contrario.

    Come ho peccato, ché questa afflizione

    Sì greve su me s’è posata? Non ho più figli,

    Né questo più m’appartiene. La mia solenne maledizione

    Ricada sul capo di colui che tanto ti ha trasformato! Viaggiare?

    La prossima volta farò viaggiare il mio cavallo.

    Monsieur Thomas *

    Mi avete chiesto, amico mio caro, di dedicare un po’ di quel tempo libero, con cui la Provvidenza ha benedetto il declinare della mia vita, a registrare i rischi e le difficoltà che ne accompagnarono l’ inizio. Il ricordo di quelle avventure, come vi piace chiamarle, ha invero impresso nella mia mente un sentimento commisto di piacere e di sofferenza, unito, penso, a non poca gratitudine e venerazione per il Dispensatore degli avvenimenti umani, che ha guidato i miei primi anni attraverso grandi rischi e fatiche, così che la tranquillità con cui ha benedetto la mia lunga vita possa essere sempre resa più dolce dal ricordo e dal contrasto. Non mi è neppure possibile mettere in dubbio, come avete spesso affermato, che gli avvenimenti che mi accaddero tra un popolo singolarmente primitivo nel sistema di governo e nelle abitudini, abbiano a destare interesse in quanti amano ascoltare le storie di un'epoca passata, narrate da un vecchio.

    E tuttavia dovete ricordare che la storia raccontata da un amico, e ascoltata da un altro, perde metà del suo fascino quando è affidata alla carta; e che i racconti che avete seguito con interesse, allorché ascoltati dalla viva voce di colui cui accaddero, appariranno meno degni di attenzione quando letti nella solitudine del proprio studio. Ma la vostra giovane età e robusta costituzione fanno prevedere un’ esistenza più lunga, secondo le probabilità umane, di quella destinata al vostro amico. Gettate dunque questi fogli in qualche cassetto segreto del vostro scrittoio fino a quando saremo separati l’uno dall’ altro a causa di un evento che potrebbe accadere in qualunque momento, e che accadrà entro pochi, pochissimi anni, quando saremo divisi in questo mondo per incontrarci, spero, in uno migliore. Sono convinto che avrete cara, più di quanto meriti, la memoria del vostro amico scomparso, e che troverete nei dettagli che sto per affidare alla carta, materia sì di tristezza, ma di non spiacevole riflessione. Altri lasciano in eredità ai loro amici del cuore ritratti del loro aspetto esteriore, io lascio nelle vostre mani una fedele trascrizione dei miei pensieri e dei miei sentimenti, delle mie virtù e dei miei difetti con la sicura speranza che le follie e l'impetuosità caparbia della mia giovinezza saranno perdonate e interpretate con indulgenza, come è così spesso avvenuto per gli errori della mia età matura.

    Un vantaggio, tra i tanti, nel dedicare le mie Memorie, se posso dare a questi fogli un titolo tanto solenne, a un caro ed intimo amico, è che posso fare a meno di alcuni dettagli, in questo caso inutili, con cui avrei dovuto distogliere un estraneo da quanto di più importante ho da dire

    Perché mai dovrei approfittare di voi tediandovi, poiché vi tengo in mio potere e perchè ho inchiostro, carta e tanto tempo dinnanzi a me? Nel contempo non oso promettere di non abusare dell'opportunità che mi si offre, benché parli di circostanze ben note a entrambi.

    L'amore seducente della narrazione, quando noi stessi ne siamo i protagonisti, spesso non tiene conto del tempo e della pazienza degli ascoltatori e persino i migliori e i più saggi hanno ceduto al suo fascino. E' sufficiente che vi ricordi il singolare esempio di quell’ edizione rara ed originale delle Memorie di Sully, che voi,, con l’ amorevole vanità del collezionista, insistete nel preferire a utili ed ordinarie Memorie. Secondo me quel libro è curioso, perchè illustra quanto un uomo così grande come l'autore sia vittima della presunzione.

    Se ricordo correttamente, quell'onorevole Pari e grande uomo politico, aveva designato non meno di quattro gentiluomini della sua casa a redigere gli avvenimenti della sua vita con il titolo di " Memoriali dei Saggi Affari Reali di Stato, Interni, Politici e Militari, trattati da Henry IV e così via. Questi solenni annalisti, terminata la loro esecuzione, ridussero le Memorie di tutti gli avvenimenti di rilievo della vita del loro signore ad un racconto, indirizzato a se stesso. E così, invece di raccontare la propria storia, in terza persona, come Giulio Cesare, o in prima persona, come la maggior parte di coloro che nei discorsi o negli scritti, in pubblico o in privato, diventano gli eroi della loro stessa storia, Sully si prese il piacere raffinato, benché stravagante, di farsi raccontare le vicende della propria vita dai suoi segretari e di diventare l'ascoltatore, quando egli stesso era l'eroe, e probabilmente l'autore, dell'intero libro. Deve essere stata una gran scena vedere l'ex ministro, bello dritto come la gorgera inamidata e l'abito con trine .gli consentivano, seduto in pompa magna sotto il suo baldacchino, mentre, in piedi a capo nudo davanti a lui, i segretari lo informavano solennemente: Così disse il duca, così ne dedusse il duca, così furono i sentimenti di Vostra Grazia su questo importante argomento; tali furono i vostri consigli al re su quel problema", tutte circostanze che dovevano essere più note a colui che ascoltava che a loro stessi, e la maggior parte delle quali scaturiva dalla sua stessa specifica informazione.

    La mia situazione non è comica come quella del grande Sully, eppure sarebbe alquanto strano se Frank Osbaldistone facesse a Will Tresham un racconto formale della sua nascita, educazione e rapporti nel mondo. Perciò, lotterò contro lo spirito tentatore di P. P., Ecclesiastico della nostra Parrocchia, come meglio potrò, e mi sforzerò di non raccontarvi nulla che vi sia già noto. Devo tuttavia ricordarvi alcune cose, perchè, anche se le conoscevate prima, potreste averle dimenticate con il passar del tempo, ed esse costituiscono le basi del mio destino.

    Certamente ricordate bene mio padre; giacché come il vostro era un commerciante e voi lo conoscevate dall'infanzia. Ma lo vedeste nei suoi anni migliori, prima che l'età e la malattia spegnessero il suo ardente spirito di iniziativa e speculazione. A dire il vero sarebbe stato un uomo più povero, ma forse altrettanto felice, se avesse dedicato all'ampliamento della scienza quelle energie attive e la sua acuta capacità di osservazione che mostrò nel commercio. Tuttavia nelle fluttuazioni della speculazione commerciale c'è qualche cosa che attrae l'avventuriero, anche indipendentemente dalla speranza di guadagno. Colui che s'avventura in quel mare incostante deve possedere le qualità del pilota e la forza del navigatore, e, a volte, tutto può andare perduto, a meno che i venti della fortuna non soffino a suo favore. Tale mescolanza di attenzione necessaria e di rischio inevitabile (è frequente la terribile incertezza se la prudenza avrà la meglio sulla fortuna, o se la fortuna eluderà i piani della prudenza), occupa completamente sia le capacità che i sentimenti della mente. Il commercio ha tutto il fascino del gioco d'azzardo, esclusa l'immoralità.

    All'inizio del diciottesimo secolo, quando io, che Dio mi aiuti, ero un giovine di circa venti anni, fui improvvisamente convocato da Bourdeaux per assistere mio padre in importanti affari. Ricorderete i suoi modi secchi, bruschi ed un tantino severi con cui era solito impartire gli ordini a coloro che gli stavano intorno. Mi sembra di rivederlo con la mente persino adesso; la figura solida ed eretta, il passo veloce e determinato, l'occhio che gettava sguardi acuti e penetranti, i lineamenti su cui le preoccupazioni già avevano inciso delle rughe, e di udire il suo modo di parlare, in cui mai una parola era usata invano ed espressa solo occasionalmente con una nota di durezza, ben lungi dall'intenzione di chi parlava.

    Quando smontai dal cavallo di posta, mi affrettai agli alloggi di mio padre. Egli stava passeggiando con un'aria di composta e ferma riflessione che neppure il mio arrivo riuscì a scalfire, benché io fossi il suo unico figlio che non vedeva da anni. Mi gettai tra le sue braccia. Era un padre gentile, ma non affettuoso ed una lacrima brillò solo per un attimo nei suoi occhi scuri.

    «Dobourg mi scrive che è soddisfatto di voi, Frank».

    «Ne sono felice, Signore».

    «Ma io ho meno motivo di esserlo».

    «Me ne dispiace, Signore».

    «Dispiaciuto e felice, Frank, sono parole che, nella maggior parte dei casi significano poco o nulla. Ecco qui la vostra ultima lettera».

    La tirò fuori da un gruppo di altre lettere legate con un nastro rosso in un pacco. Là c'era la mia povera missiva, scritta su un argomento che a quel tempo mi stava molto a cuore e con parole che avevo allora pensato avrebbero intenerito, se non proprio convinto, mio padre. La mia lettera era là, in mezzo alle altre di varia natura commerciale che impegnavano giornalmente mio padre. Non posso fare a meno di sorridere quando ricordo il miscuglio di vanità offesa e di sentimenti feriti allorché vidi tirar fuori la mia lettera di rimostranze, la cui stesura era stata non senza problemi, da un mucchio di avvisi, lettere di credito e da tutta la robaccia, così la pensavo allora, che fa parte della corrispondenza di un commerciante. Certo, pensai, che una lettera di tale importanza e, modestia a parte, così ben scritta, meritasse un posto a parte e un più attento riguardo di quelle degli affari ordinari della ditta contabile.

    Ma mio padre non percepì la mia insoddisfazione e, anche se l'avesse percepita, non gliene sarebbe importato nulla. Egli continuò, con la lettera in mano: «Questa, Frank, è la vostra lettera in data 21 scorso, in cui mi informate (leggendo dalla mia lettera), che, dovendo formulare un progetto e scegliere una professione definitiva, confidate nella mia paterna bontà per esprire almeno un parere negativo; che voi avete un'insuperabile, sì, la parola è insuperabile… vorrei a proposito, che scriveste con una grafia più chiara…fate un taglio in cima alle t ed allargate gli occhielli delle c …insuperabili obiezioni ai piani che vi ho proposto. C'è di più sullo stesso argomento, che occupa quattro buone facciate e che, con una maggiore chiarezza espressiva, avrebbe potuto essere contenuto in poche righe. Perché, dopotutto, Frank, non vuol dire che questo, che non volete fare come desidero».

    «Che non posso, Signore, in questo momento, non che non voglio».

    «Le parole servono poco con me, giovanotto», disse mio padre, la cui inflessibilità aveva sempre l'aria del controllo e della calma più perfetta. «Può darsi che non posso sia un'espressione più educata di non voglio: le due espressioni sono sinonimi quando non vi sia l'impossibilità morale. Ma a me non piace trattare affari in modo frettoloso; ritorneremo sull'argomento dopo cena. Owen!».

    Owen comparve, non con i riccioli argentei che voi solevate venerare, perchè allora aveva poco più di cinquant'anni; ma aveva la stessa uniforme, marrone chiaro, le stesse calze di seta grigio perla, la stessa fascia con fibbia in argento, le stesse increspature pieghettate di batista, che scendevano sulle nocche delle mani qui, nel salotto, ma che nella stanza contabile egli ripiegava con cura sotto le maniche, affinché non si macchiassero con l'inchiostro che usava ogni giorno; in poche parole, la stessa figura grave, formale e tuttavia benevola, che fino alla morte continuò a contraddistinguere il capo-contabile della grande ditta Osbaldistone & Tresham.

    «Owen», disse mio padre, mentre il gentile vecchio mi stringeva affettuosamente la mano, «dovete cenare con noi oggi ed ascoltare le notizie che Frank ci ha portato dai nostri amici di Bourdeaux».

    Owen fece uno dei suoi rigidi inchini di rispettosa gratitudine; perchè in quei giorni, quando la distanza tra superiori ed inferiori veniva fatta rispettare in un modo oggi sconosciuto, un simile invito era un favore di una certa importanza.

    Ricorderò a lungo quella cena. Profondamente agitato da sentimenti di ansia, commisti a scontento, ero incapace di prendere parte attiva alla conversazione come mio padre si aspettava; e spesso rispondevo in modo inadeguato alle domande che mi poneva. Owen, sospeso tra il rispetto per il padrone e l'amore per il giovane che nell'infanzia aveva coccolato sulle sue ginocchia, cercava ad ogni mia gaffe di spiegare quello che non intendevo dire, e di coprire la ritirata. Le sue manovre, come l'alleato timoroso seppure ansioso di una nazione occupata, aumentavano l'irritazione di mio padre e, invece di proteggermi, facevano ricadere anche sul mio gentile avvocato parte dello scontento. Quando risiedevo presso i Dubourg, non mi ero assolutamente comportato come

    Un impiegato condannato a dispiacere a suo padre,

    che vergò una strofa quando avrebbe dovuto impegnarsi

    ma, a dire il vero, avevo frequentato l'ufficio contabile non più di quanto ritenessi assolutamente necessario per assicurarmi una buona opinione dell’agente francese. Da lungo tempo egli era corrispondente della nostra ditta, e a lui mio padre mi aveva affidato per iniziarmi ai misteri del commercio. Infatti, tutto il mio interesse era stato rivolto alla letteratura e soprattutto alla composizione. Nel complesso mio padre non scoraggiava tali acquisizioni mentali o personali. Aveva troppo buon senso per non rendersi conto che essi adornano ogni uomo e si rendeva conto che mettevano in risalto e davano dignità alla personalità di un individuo. Ma la sua principale ambizione era non solo che gli succedessi nella sua fortuna, ma in tutti quei progetti e quelle idee attraverso i quali, secondo lui, avrei potuto ampliare e perpetuare la cospicua eredità che mi destinava.

    L'amore per la sua professione fu il motivo principale per cui mi spinse a calcare le sue orme; ma ne aveva altri di cui venni a conoscenza solo in seguito. Impetuoso nei suoi progetti ed anche abile ed audace, quando aveva successo ogni nuova avventura diventava immediatamente l'incentivo e forniva i mezzi per speculazioni più ampie. Ambizioso, sembrava gli fosse necessario continuare la conquista senza fermarsi ad assicurare ed ancor meno a godere le acquisizioni che aveva raggiunto. Avvezzo a vedere l'intera sua fortuna in bilico sulla bilancia del destino e accorto nell'adottare tutti gli espedienti atti a volgere l'equilibrio in suo favore, la sua salute, la sua energia e l’ attività, sembravano aumentare ancor più con i rischi stimolanti cui sottoponeva la sua ricchezza; era simile ad un marinaio, abituato a sfidare i marosi ed il nemico, la cui fiducia aumenta alla vigilia di una tempesta o di una battaglia. Si rendeva tuttavia conto dei cambiamenti che l'avanzare dell'età o il sopraggiungere di malattie avrebbero portato al suo fisico; ed era perciò ansioso di assicurarsi per tempo con me un assistente che potesse prendere il timone quando la sua mano si fosse fatta stanca e mantenesse la rotta del vascello seguendo le sue direttive ed i suoi consigli. Sia l'affetto paterno, sia l’attuazione dei suoi progetti lo spinsero alla stessa conclusione. Vostro padre, benché la sua fortuna fosse investita nella ditta, era solo un partner silenzioso, come si dice in commercio; e Owen, la cui probità ed abilità nei dettagli dell'aritmetica lo resero insostituibile come capo contabile, non possedeva né l'informazione né il talento sufficiente per condurre i misteri dell'amministrazione principale. Se mio padre fosse stato improvvisamente richiamato dalla vita, che ne sarebbe stato di quel mondo di progetti che egli aveva costruito, a meno che suo figlio non fosse foggiato come un Ercole commerciale, in grado di reggere il peso quando lasciato dal cadente Atlante? E che ne sarebbe stato di quello stesso figlio se, estraneo ad affari di questo genere, si fosse di colpo trovato coinvolto nel labirinto di faccende commerciali senza il gomitolo della conoscenza necessario per venirne fuori? Per tutte queste ragioni, ammesse e segrete, mio padre aveva deciso che io dovessi abbracciare la sua professione e quando egli aveva deciso, nessuna decisione era più irremovibile. Tuttavia anch'io ero parte in causa e dovevo essere consultato e, poiché possedevo un po' della sua ostinazione, avevo deciso esattamente il contrario.

    Spero che un piccolo palliativo, per la resistenza che in questo frangente opposi ai desideri di mio padre, possa essere il fatto che non capivo esattamente su che cosa erano fondati, o quanto profondamente la sua felicità ne dipendesse. Poiché ero certo di una grossa eredità in futuro, e di abbondanti mezzi di sostentamento nel frattempo, non mi passò mai per il capo che, per assicurarmi queste benedizioni, sarebbe forse stato necessario, che mi sottoponessi a fatiche e limitazioni poco gradite al mio gusto e al mio carattere. Leggevo soltanto nella proposta di mio padre di darmi agli affari, un desiderio che io accrescessi i cumuli di ricchezza che egli aveva acquisito; e ritenendo di essere il miglior giudice della via che portava alla mia felicità; non concepivo di dover aumentare quella felicità accrescendo una fortuna che, secondo me, era già sufficiente, e più che sufficiente, per ogni uso, conforto ed elegante piacere.

    Di conseguenza sono costretto a ripetere che non avevo trascorso il mio tempo a Bourdeaux come mio padre mi aveva proposto. Ciò che egli considerava l'obiettivo primario del mio soggiorno in quella città, io l'avevo messo dopo tutti gli altri, e, se avessi osato, l'avrei scordato del tutto. Dubourg, un corrispondente favorito ed avvantaggiato dalla nostra ditta commerciale, era un politico troppo scaltro per fare tali resoconti al capo della ditta riguardo al suo unico figlio giacché avrebbe suscitato lo scontento di entrambi; e come presto saprete, forse, aveva anche prospettive egoistiche nell'accettare che trascurassi le ragioni per cui ero stato messo sotto la sua tutela. La mia condotta era regolata dai vincoli del decoro e dell'ordine, e fino ad allora Dubourg non avrebbe potuto riferire nulla di negativo, quand'anche ne avesse avuto l'inclinazione; forse l'astuto francese, sarebbe stato altrettanto compiacente se avessi avuto l'abitudine di indulgere a sentimenti peggiori della pigrizia e dell'avversione agli affari. Stando così le cose, mentre dedicavo una discreta parte del mio tempo agli studi commerciali che egli raccomandava, non gli importava delle ore che impegnavo nelle conquiste classiche, né mi biasimava se mi soffermavo su Corneille e Boileau preferendoli a Poatlethwayth (supponendo che esistesse un suo folio e che il signor Dubourg fosse in grado di pronunciarne il nome), o a Savary o a qualsiasi altro scrittore di economia commerciale. Aveva trovato da qualche parte una espressione con cui completava tutte le lettere indirizzate al suo corrispondente. Ero tutto, diceva, ciò che un padre poteva desiderare.

    Mio padre non criticava mai una frase, per quanto spesso venisse ripetuta, se gli pareva chiara e significativa; e lo stesso Addison non avrebbe potuto trovare espressioni così soddisfacenti come: Accusiamo ricevuta; abbiamo debitamente onorato le fatture accluse, come indicato a margine.

    Sapendo perciò molto bene che cosa desiderava che io diventassi, il signor Osbaldistone non dubitò affatto, dalla frequente ripetizione della frase preferita del signor Dubourg, che io fossi proprio quello che egli voleva fino a quando, in un momento malaugurato, ricevette la mia lettera. Con scuse eloquenti e dettagliate io rifiutavo un posto nella ditta ed uno scrittoio e sgabello nell'angolo dell'oscura sala di contabilità in Crone Alley, scrittoio e sgabello che superavano in altezza quelli di Owen e degli altri impiegati e che erano inferiori soltanto allo sgabello a tre gambe di mio padre stesso. Da quel momento tutto andò storto. I resoconti di Dubourg divennero sospetti come se le sue fatture fossero state segnalate per mancato pagamento. Io fui richiamato a casa in tutta fretta e ricevuto nel modo che vi ho già descritto.

    ​Capitolo Secondo

    verso Nord

    Riassunto - Il signor Osbaldistone è molto arrabbiato perché Frank non vuole seguire gli affari di famiglia, Il severo , ma fedele impiegato del Signor Osbaldiston, Mr Owen, interviene a difesa di Frank che vuole diventare poeta invece studiare ragioneria . Il padre gli concede un mese per rivedere le sue scelte, alla fine del quale sarà mandato a nel Nothumberland dallo zio Hildebrand. Questa parte della famiglia, a differenza di quella di Londra, è cattolica e giacobita. Uno dei figli di Hildebrand sarà scelto per rimpiazzare Frank nella ditta. Frank non si sottomette e così viene mandato a nord, a Osbaldistone Hall.

    Incomincio astutamente a sospettare che il giovane abbia una terribile colpa - la Poesia; ché se da tale malattia che conduce all’ozio fosse affetto, non c’ è speranza per lui di carriera politica. Non diventerà mai un uomo pubblico, se una sola volta si dedicherà alle rime.

    Bartholomew Fair di Ben Jonson *

    Mio padre, in genere, era padrone di sé e la sua collera si manifestava raramente a parole; si rivolgeva solo con un tono secco e duro verso coloro che avevano provocato il suo disappunto. Non usava mai minacce o espressioni di profondo risentimento. Tutte le sue azioni erano dettate da uno spirito sistematico ed era sua abitudine fare il necessario in ogni occasione, senza sprecare parole inutili. Ascoltò pertanto con un sorriso sardonico le mie risposte vaghe sullo stato del commercio in Francia e mi lasciò affondare sempre più impietosamente nei misteri dell’aggio, dei dazi, delle tare e dell’abbuono calo merci. Non mi ricordo che fosse particolarmente arrabbiato fino a che mi trovò del tutto incapace di spiegare l’effetto che la svalutazione dei luigi d’oro aveva prodotto sulla negoziazione delle cambiali. «L’avvenimento più importante dei nostri giorni», disse mio padre, che tuttavia aveva visto la rivoluzione [1], «e non ne sa più di un palo sul molo».

    «Il signor Francis», intervenne Owen, con il suo modo timido e conciliatore, «non può aver dimenticato che per un arret [2] del re di Francia in data 1 Maggio 1700, si è stabilito che il portatore, scadenza 10 giorni, deve fare domanda…».

    «Il signor Francis», disse mio padre interrompendolo, «oso dire, si ricorderà per il momento tutto ciò che avrete la compiacenza di suggerirgli. Ma per Dio! Come ha potuto permetterlo Dubourg! Ditemi, Owen. Che genere di giovane è Clement Dubourg, il nipote, il ragazzo dai capelli neri che lavora nei nostri uffici?».

    «Uno degli impiegati più intelligenti, Signore, un giovane prodigioso per la sua età», rispose Owen, perché l’allegria e l’educazione del giovane francese lo avevano conquistato.

    «Sì, sì. Credo che egli sappia qualcosa riguardo agli scambi. Dubourg era determinato a che avessi almeno un giovane per le mani che ne capisse di commercio, ma vedo dove porta la politica del lasciar fare e se ne accorgerà quando controllerà il bilancio. Owen, pagherete il salario di Clement fino al primo giorno del prossimo trimestre, poi lo imbarcherete per Bourdeaux sulla nave di suo padre, che parte fra breve».

    «Allontanare Clement Dubourg, Signore?», disse Owen con voce tremante.

    «Sì, Signore, all’istante. È sufficiente avere un inglese stupido nella ditta, che commette errori, senza tenere contemporaneamente un francese acuto che ne approfitti».

    Avevo vissuto abbastanza a lungo sui territori del Grand Monarque per contrarre una franca avversione per tutti gli atti di autorità arbitraria, anche se non mi era stata instillata dalla prima infanzia e non potei fare a meno di interpormi per impedire che un giovane innocente e di merito pagasse la penale per avere acquisito quelle conoscenze che mio padre avrebbe voluto io possedessi.

    «Vi prego, Signore», dissi quando il signor Osbaldistone cessò di parlare, «penso che sia giusto che solo io paghi il fio per aver trascurato i miei studi.. Non posso assolutamente incolpare il signor Dubourg di non avermi fornito la possibilità di migliorare e per quel che riguarda Clement Dubourg....».

    «Per quel che riguarda lui e voi, prenderò le misure necessarie», rispose mio padre. «È giusto da parte vostra prendervi tutta la colpa, molto giusto, non si può negare. Ma non posso perdonare al vecchio Dubourg», disse guardando Owen, «di aver fornito a Frank i mezzi per istruirsi, senza fare in modo che si avvantaggiasse o riferirmi se non lo faceva. Vedete, Owen, Frank ha principi naturali di equità, che devono caratterizzare un futuro mercante inglese».

    «Il signor Francis», disse il capo contabile, inclinando un po’ il capo come al solito e alzando leggermente la mano destra, abitudine che aveva contratto perché metteva la penna dietro l’orecchio prima di parlare, « il signor Francis, pare che capisca il principio fondamentale di tutti i calcoli morali, la grande regola etica del tre. Ammettiamo che A faccia a B ciò che vorrebbe che B facesse a lui, il prodotto darà la regola della condotta richiesta».

    Mio padre sorrise nel vedere ridotta a queste formule aritmetiche la regola morale, ma rispose subito.

    «Tutto ciò non significa nulla, Frank. Voi avete sprecato il vostro tempo come un bambino e in futuro dovete imparare a vivere da uomo. Vi metterò alle dipendenze di Owen per alcuni mesi per guadagnare il tempo perduto».

    Stavo per rispondere, ma Owen mi lanciò un’occhiata così supplichevole e espressiva che tacqui.

    «Ora riprenderemo l’argomento della mia ultima lettera, alla quale avete risposto con leggerezza e in modo insoddisfacente. Riempitevi il bicchiere e passate la bottiglia a Owen».

    Non mancavo di coraggio, di audacia, se volete. Risposi fermamente: «Mi dispiace che la mia lettera non sia stata soddisfacente, ma non è stata scritta con leggerezza, perché ho meditato a lungo e con attenzione sulla proposta che avete avuto la bontà di farmi e non è senza dolore che mi trovo obbligato a declinarla».

    Mio padre mi lanciò un’occhiata penetrante, ma distolse subito lo sguardo. Dato che non rispose, mi sentii obbligato a procedere, anche se con un po’ di esitazione, e lui mi interruppe solo con monosillabi.

    «Signore, credo di non avere un rispetto maggiore per nessuna professione quanto ne ho per il commercio e questo indipendentemente dal fatto che si tratti di voi».

    «Davvero?».

    «Il commercio affratella le nazioni, viene incontro ai bisogni e contribuisce alla ricchezza di tutti; partecipa al generale benessere del mondo civile come le relazioni quotidiane della vita aiutano la società , o piuttosto come l’aria e il cibo ci permettono di vivere».

    «Ebbene?».

    «E tuttavia Signore, sono obbligato a persistere nel rifiuto di abbracciare una carriera che non mi sento di esercitare».

    «Mi prenderò

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