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C'era una volta...: il raccontare storie in Inghilterra dai Celti al 18° secolo
C'era una volta...: il raccontare storie in Inghilterra dai Celti al 18° secolo
C'era una volta...: il raccontare storie in Inghilterra dai Celti al 18° secolo
E-book45 pagine28 minuti

C'era una volta...: il raccontare storie in Inghilterra dai Celti al 18° secolo

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Info su questo ebook

Il testo compie un breve escursus sull'origine del raccontare storie in Inghilterra, origini molto lontane che hanno lasciato una traccia profonda durante i secoli. Infatti il narrare, soprattutto ai bambini, è una delle caratteristiche principali della letteratura Anglo-Sassone. 
LinguaItaliano
EditoreCarla Aira
Data di uscita20 ago 2020
ISBN9788835881643
C'era una volta...: il raccontare storie in Inghilterra dai Celti al 18° secolo

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    C'era una volta... - Carla Aira

    carla aira

    C'era una volta

    Le origini del raccontare in Inghilterra

    Copertina di Paolo Calloni

    inst:@paolocjourney

    UUID: 887708f5-754e-4e3b-a415-cf617599fb13

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Il raccontar storie in Inghilterra

    dai Celti al XVIII secolo

    Le storie appartengono al nostro inconscio: vogliamo credere in un lieto fine e ad un futuro gioioso, abbiamo bisogno di sogno e fantasia. L'Inghilterra è la patria di questa tradizione culturale erroneamente ritenuta adatta solo ai bambini.

    Ecco una poesia Celtica:

    Che la mano di un amico

    ti sia sempre vicino,

    Che Dio riempia il tuo cuore

    con gioia e allegria,

    Possano i sogni che sognate

    essere quelli che pregate,

    Possano i merli che cantano

    iniziare la giornata.

    I Celti

    La storia del raccontare in Inghilterra iniziò molto tempo fa, nel periodo celtico. I Druidi, saggi uomini Celti, erano gli unici che sapevano leggere e scrivere. Erano suddivisi in tre categorie: gli Ovates o preveggenti; i Druidi, insegnanti, ambasciatori, astronomi, musicisti, giudici e sacerdoti; e i bardi, poeti che proteggevano e trasmettevano la tradizione della tribù raccontando storie e declamando o cantando poesie. I bardi erano celebrati come rock-stars, erano ricchi e famosi: conoscevano circa 360 poesie a memoria. Si sdraiavano al suolo con una pietra sullo stomaco e una coperta sul viso e ripetevano poesie fino ad impararle per poterle ripetere. Quindi andavano di villaggio in villaggio, declamando versi durante le feste o cerimonie con in mano un ramo di metallo e campanelli. Il ramo era fatto di ottone, di argento o di oro, a seconda della capacità e della fama del bardo. Le loro vesti erano piuttosto originali: di solito indossavano un mantello di piume d'anatra; i più famosi indossavano la testa di un cigno sulle spalle che rappresentava l'unità di corpo e anima. Durante i festival celtici vi erano anche cantanti chiamati i parassiti - parola che significava compagni nella lingua celtica.

    Re Artù

    Una delle storie più famose che risale ai tempi dei celti è quella di Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda , una serie di leggende tra magia e realtà, miti pagani e cristiani raccolte e riscritte da Thomas Malory in Le Morte Darthur (15th century). La narrazione segue le avventure del figlio di Uther, Arthur. Alla morte

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