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investire dopo il 2020
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E-book121 pagine1 ora

investire dopo il 2020

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Info su questo ebook

Con Investire dopo il 2020. Prodotti e Mercati, Andrea Rivelli ci spiega come, perché e su cosa investire ai tempi d’oggi, sempre sotto la guida esperta dei consulenti del settore.

Andrea Rivelli, nasce a Roma, il 5 ottobre 1970. Nel 1995 si laurea in giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Frequenta corsi post-universitari presso il “Westmister College” di Londra e l’Università “Bocconi” di Milano. Consegue l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Roma nel 2000. È iscritto dal 2000 all’Albo dei Consulenti Finanziari e ha esercitato la professione in alcuni dei più importanti Gruppi Bancari Italiani e Internazionali.
Docente di corsi di Portfolio Selection per studenti universitari in tutta Italia con la Società Starting Finance. Amministratore della Rivelli Consulting Srl con la quale eroga corsi di Portfolio Management, Trading e Criptovalute.
Ha già pubblicato Una scelta per loro, sul tema della pianificazione successoria e Investire nel 2020. Investire dopo il 2020. Prodotti e Mercati è il suo terzo libro.
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2020
ISBN9788830631304
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    Anteprima del libro

    investire dopo il 2020 - Andrea Rivelli

    INTRODUZIONE

    Ho voluto scrivere questo libro per offrire al lettore una panoramica, la più ampia possibile, sulle opportunità che ognuno di noi ha quando vuole investire un capitale – o accantonare dei risparmi – al fine di costruirne uno nel tempo.

    Se il nostro patrimonio non è abbastanza capiente, ci sono senz’altro degli investimenti che ci sono preclusi, come ad esempio l’acquisto di una casa a Miami o a Dubai; talora, però, riteniamo che alcuni tipi di investimenti non siano alla nostra portata solo perché non abbiamo esperienza nel settore e non abbiamo dei canali per approcciare gli stessi, come ad esempio nel caso di oro e diamanti: bastano poche centinaia di euro per un piccolo investimento.

    Ci sono poi settori in cui la maggior parte degli investitori che ho incontrato non ha mai posato lo sguardo per disattenzione e scarsa conoscenza della materia – come il caso degli orologi di lusso –, perdendo delle occasioni molto interessanti.

    Cercherò in queste pagine di indicare i pro e i contro di ogni possibile investimento, fornendo anche indicazioni pratiche per provare a cogliere le opportunità che nel mondo globalizzato di oggi ci sono.

    In questa lettura, partendo dalla definizione di investimento, passeremo attraverso una disanima di tutte le possibili allocazioni delle risorse, dalle più semplici alle più complesse.

    Tratteremo degli investimenti finanziari, proseguiremo con gli investimenti fisici, con l’offerta esistente sul mercato italiano e con gli intermediari presenti.

    Concluderemo con i portafogli a capitale garantito e i portafogli modello, soffermandoci sui costi che il cliente deve sostenere.

    Nella speranza che possiate trovare in questo mio testo degli spunti di riflessione interessanti, non mi resta che augurarvi una buona lettura.

    PRIMA PARTE: GLI INVESTIMENTI FINANZIARI

    IL SIGNIFICATO DI INVESTIMENTO

    Quando venti anni fa ho iniziato la mia professione di consulente finanziario, ho partecipato ad alcuni corsi di formazione dove ci veniva chiesto sovente cosa fosse per noi un investimento.

    Ogni partecipante forniva la sua definizione, ed erano tutte ugualmente vere, ma ognuna poneva l’accento su un diverso aspetto.

    Oggi, a distanza di due decenni, se cerchiamo su internet la parola investimento, troviamo ancora decine di definizioni diverse.

    Qui ho scelto di riportarne solo due:

    La prima, di Wikipedia, ci dice: Per investimento si intende l’attività finanziaria di un soggetto economico detto investitore atta all’incremento di beni capitali mediante l’acquisizione o creazione di nuove risorse da usare nel processo produttivo al fine ultimo di ottenere un maggior profitto futuro o incrementare la propria soddisfazione personale.

    La seconda, presa dall’enciclopedia Treccani, cita: Impiego di una somma di denaro in un’impresa o nell’acquisto di valori o anche di oggetti […] In senso più tecnico, la trasformazione di risparmio in capitale […] compiuto dallo Stato o altri enti pubblici o da privati. E ancora: L’impiego produttivo del risparmio, l’incremento o il mantenimento, cioè dello stock di capitale in un periodo di tempo dato.

    Spesso le definizioni non riescono a ingabbiare il significato di una cosa viva nell’alveo di poche parole.

    Personalmente, mi piace quella che sentii tanti anni fa e che feci mia in un certo qual modo per tutti questi anni e cioè: Rinunciare a spendere delle risorse che oggi abbiamo, destinandole all’acquisto di qualche cosa che pensiamo possa in un certo lasso di tempo valere più di quanto valga oggi, per rivenderla. Per me, nel concetto di investimento è intrinsecamente presente l’idea di rivendere ciò che si è acquistato per trarne profitto.

    Mi spiego meglio: se acquisto un diamante da regalare alla mia fidanzata, quello non è un investimento ma un regalo, poiché non è mia intenzione rivenderlo nel caso il prezzo dei diamanti salga. Se invece acquisto alcune pietre di diversi tagli e purezza al fine di tenerle per qualche anno aspettando il momento migliore per rivenderle, allora in questo caso possiamo parlare di investimento.

    Ancora, se acquistiamo una casa per viverci tutta la vita con la nostra famiglia non siamo in presenza di un investimento in senso tecnico, per come lo intendo io; se però la stessa casa la acquistiamo dopo un forte ribasso del mercato immobiliare (come in questi ultimi anni) con l’idea di ristrutturarla approfittando dei benefici fiscali in corso e affittarla per cinque anni (per non essere troppo gravati dalle tasse sulle plusvalenze delle vendite immobiliari) per poi rivenderla al sesto anno in caso di rialzo dei prezzi, allora ci troviamo di fronte a un investimento.

    In passato, se avessimo avuto il desiderio di investire in immobili, l’unica possibilità sarebbe stata quella di acquistare una casa; se invece avessimo voluto investire in oro, avremmo dovuto acquistare lingotti o sterline d’oro.

    Oggi, grazie alla Finanza moderna, è possibile accendere a qualsiasi bene presente al mondo anche attraverso l’acquisto di piccole quote di prodotti finanziari complessi, con poche centinaia o migliaia di euro, che consentono di investire in tutti i mercati, partecipando al rialzo o al ribasso, pro quota.

    Forse non occorre che un investitore medio possieda quote di investimento in oro, greggio, cotone, mais, palladio, ma sicuramente è necessario che diversifichi il suo portafoglio ben oltre i confini nazionali e possibilmente in diversi settori, meglio se non correlati gli uni con gli altri.

    Un portafoglio equilibrato comprende sicuramente degli immobili e una componente azionaria e obbligazionaria, oro e diamanti che attutiscano eventuali perdite nei momenti di shock dei mercati.

    Cosa avere in portafoglio e con quale percentuale lo vedremo più avanti; per adesso basta sapere che il portafoglio deve tenere conto di due fattori fondamentali: la nostra propensione al rischio –valutata anche in funzione dei nostri piani di spesa in relazione alle esigenze familiari del momento – e la fase contingente di mercato.

    IN COSA POSSIAMO

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