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Favolosa economia
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E-book138 pagine2 ore

Favolosa economia

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L'ECONOMIA SPIEGATA ATTRAVERSO LE FAVOLE E I MITI DI IERI E DI OGGI.

"Un libro indispensabile per capire i concetti chiave della scienza di cui tutti parlano e vivere per sempre felici e contenti."

Dell’economia si parla spesso, quasi sempre, sui giornali, nelle trasmissioni politiche, su internet, al bar. E viene per lo più vista come una scienza triste e punitiva. Ma è davvero così?
Favolosa economia vuole innanzitutto sgombrare il campo da questo malinteso, dimostrando che in realtà è una materia esaltante.Per farlo Luciano Canova, economista che si occupa in particolar modo di qualità della vita e felicità, ha deciso di addentrarsi nel magico mondo dell’economia attraverso un immaginario insolito ma comune a tutti noi: quello delle favole e dei miti, di ieri e di oggi!
Spiegare le politiche monetarie della Banca Centrale attraverso Alice nel Paese delle Meraviglie? Le scelte di investimento della matrigna di Cenerentola? I bias cognitivi di Cappuccetto Rosso, il debito pubblico con l’astronave “Morte Nera” di Guerre Stellari e le spese dell’Impero per mantenerla? E, ovviamente, i cosiddetti paesi PIIGS attraverso i tre porcellini?
Si può! Anzi, si deve!

Con ironia, intelligenza e competenza, Luciano Canova racconta l’economia come nessuno ha mai fatto prima, finalmente fa capire a tutti cos’è lo spread, e, tra teoria e pratica, dà tanti consigli utili a chi legge il libro. Con uno spoiler che è già una promessa: e vissero tutti felici e contenti.

Per ascoltare il podcast:
storielibere.fm/favolosa-economia/
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2021
ISBN9788830527676
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    Anteprima del libro

    Favolosa economia - Luciano Canova

    favoloso.

    1

    UN DEBITO STELLARE

    Che la Forza sia con noi!

    È questo il modo migliore di cominciare un capitolo che, ça va sans dire, fa riferimento a Star Wars.

    La saga avrà forse un po’ ecceduto con il suo mercato nostalgia, ma per vari motivi è particolarmente indicata a fare da corrispettivo e scudo metaforico al mondo dell’economia.

    Lo è innanzitutto, a un livello più superficiale, per superare un problema legato alla cosiddetta dismal science (la scienza cinica, come il matematico, filosofo e storico scozzese Thomas Carlyle definì l’economia nel 1849): scatena quasi immediatamente pensieri negativi nella testa delle persone. Alcuni studi, pensate un po’, hanno mostrato come la mente associ emozioni cupe e di diffidenza a termini quali monopolio.¹ Alzi la spada laser, dunque, chi al sentire le parole finanza o economia non ha mai fatto un pensierino al lato oscuro del conto in banca. E, d’altro canto, è proprio questo l’obiettivo del libro che tenete tra le mani: sgomberare il campo dai pregiudizi.

    Ma il ciclo di Star Wars è perfetto per introdurre il contesto nel quale ci muoveremo anche per un altro motivo: nel suo mondo il confine tra ciò che è giusto o sbagliato è più labile di quel che sembra. E lo stesso vale per le nostre decisioni e gli errori di valutazione quando scegliamo di fare un acquisto, esprimere una preferenza con il voto o investire nelle azioni di una start up molto promettente. Con l’unica differenza che là fuori non ci sono Jedi – o guru – delle previsioni economiche. Anzi, diffidate di chiunque vanti una presunta infallibilità. Anni fa girava una battuta su un bravissimo economista, Nouriel Roubini, definito un intellettuale così in gamba da riuscire a predire ben nove delle ultime due crisi.

    Nel suo Giocati dal caso, l’esperto di teoria delle probabilità e matematica finanziaria Nassim Taleb ricordava proprio come gli esseri umani vivano in un contesto di incertezza strutturale, e come le grandi storie di successo, se investigate con spirito critico, nascondano sempre elementi legati al caso e alla fortuna.² È un po’ quello che accadde a Cristoforo Colombo: convinto erroneamente che la Terra fosse molto più piccola di quanto è in realtà, e cocciutamente antiscientifico nel voler raggiungere le Indie navigando verso ovest, ebbe la fortuna di imbattersi in un continente sconosciuto, l’America, prima che le scorte di acqua e vino si esaurissero.

    Tornando a Star Wars: il riferimento a questa saga sta forse a significare che dobbiamo abdicare a qualunque speranza di razionalità e visione strategica, nella vita? Vi stupirà, ma a me la saga – proprio come l’economia – sembra dire esattamente il contrario.

    Nello spin-off Rogue One, film che descrive quell’universo prima delle vicende narrate nella pellicola del 1977, viene persino il dubbio che il mito dei cavalieri Jedi sia solo una splendida illusione e che tutto il discorso attorno alla Forza e al suo controllo, in realtà, nasconda un dato di fatto molto semplice: gli esseri umani sono liberi di scegliere e protagonisti della loro esistenza.

    Se, allora, partiamo da questo assunto, tanto in Star Wars quanto in economia la consapevolezza critica delle proprie decisioni – anche quando generano conseguenze nefaste – diventa la ricetta ideale per una vita, se non di successo, perlomeno responsabile.

    L’economia è piena di modelli e teorie che provano a spiegare i fattori decisivi che ci spingono verso un corso di azione; modelli e teorie che si dimostrano scientificamente validi nel momento in cui si riconosce loro il ruolo per cui sono stati pensati: essere strumenti di analisi critica della realtà. Lo stesso accade con le spade laser e la Forza: non è questione di essere l’eletto o avere un qualche superpotere, ma di sviluppare le proprie abilità-competenze e fare ricorso a quella che, a mio avviso, è la principale dote del maestro Yoda: l’onestà intellettuale. Fallibile tu sei, e riconoscerlo è già un inizio poderoso.

    Poderoso perché il mondo di chi si appassiona all’economia non è fatto di certezze, ma neppure ci si abbandona al lancio della monetina: è invece questione di allenamento costante alla condizione tipica degli esseri umani, quella di chi convive con l’incertezza.

    In questo Star Wars e l’economia si somigliano moltissimo, e lo dimostra una volta di più il personaggio chiave di tutta la saga, quello attorno al quale ruota davvero l’intera architettura narrativa del mondo di Lucas: Darth Vader. O, per gli amici, Anakin Skywalker. Colui che incarna il principio di libertà – e speranza – accennato poc’anzi.

    Eroe positivo all’inizio dell’avventura, arso dal desiderio di vendetta al punto da trasformarsi nell’antagonista principale abbracciando la via dei Sith, poi redento al culmine della tensione, Anakin mette i suoi talenti al servizio di ciò in cui crede e, refrattario ai condizionamenti della Forza, dimostra empiricamente, vivendo e morendo, l’ipotesi di partenza: è lui a scegliere che vita condurre.

    Se è possibile trarre un messaggio da Favolosa economia, è proprio questo: nella vostra attitudine al risparmio, quando state per cliccare sul pulsante ACQUISTA con un gesto compulsivo, quando interagite sui social e scegliete di condividere un post o presentate un’offerta per acquistare una casa, non c’è nessuna Forza da usare se non quella della propria consapevolezza.

    Ma Star Wars è simile all’economia anche sotto un ultimo e fondamentale aspetto. Infatti, se anche non conoscete a fondo la saga – o se addirittura la odiate – volenti o nolenti siete comunque immersi nella sua struttura narrativa. Sono certo che gli elementi fondamentali di questa storia leggendaria abbiano fatto capolino persino nell’esistenza di chi non ha mai visto un film del ciclo. Il lato oscuro della Forza, i cavalieri Jedi, la minaccia della Morte Nera… sono tutte metafore che prima o poi, come il cavallo di Troia che da millenni assedia le mura impervie della nostra pigrizia mentale, entrano nel mindset.

    E così accade per l’economia, a prescindere da quanto ci capiate o ne siate poco interessati: ogni nostra decisione, ogni nostra scelta è intrisa di considerazioni economiche. E non alludo soltanto al denaro – che, è bene dirlo, resta comunque una leva fondamentale del nostro agire. È economica anche la valutazione tra diverse opzioni quando si decide a quale corso di laurea iscriversi. È economica la scelta di sposarsi quando si soppesano vantaggi e svantaggi della vita di coppia. È economico ogni nostro giudizio sul modo in cui decidiamo di spendere il tempo.

    In poche parole, tutto è economia. E non è un caso se un vecchio adagio ci ricorda che il tempo è denaro. Quindi, come le pareti narrative di Star Wars fanno parte della nostra casa, che ci piaccia o meno, così il pavimento dell’economia – o, più propriamente, i rapporti tra economia e società – permeano la nostra quotidianità, banalmente perché facciamo parte del consesso civile degli esseri umani.

    L’insostenibilità del debito pubblico e la costruzione della Morte Nera: una prospettiva galattica

    È arrivato il momento di addentrarci nella favola. Dunque, a beneficio di chi proprio Guerre stellari e successori non li ha mai visti, urge un breve e sintetico recap.

    Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

    Scoppiò una guerra civile tra l’Impero Galattico e l’Alleanza Ribelle. Le navi spaziali della seconda, attaccando da una base segreta, avevano ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio Impero. E durante la battaglia alcune spie ribelli erano riuscite a rubare i piani segreti dell’arma definitiva del nemico: la Morte Nera, una stazione spaziale corazzata capace di distruggere un intero pianeta con un raggio mortale. La principessa Leia, membro dell’Alleanza, venne fatta prigioniera dalle forze imperiali, ma riuscì a trasferire le planimetrie della Morte Nera – che ne indicavano l’unico punto debole – nella memoria del droide R2-D2. Il robot, insieme al compagno C-3PO, venne così inviato sul pianeta Tatooine per trovare uno degli ultimi Jedi, Obi-Wan Kenobi, ma i due furono catturati e venduti al contadino Owen Lars, che viveva con la moglie e il nipote Luke Skywalker. Luke aiutò i droidi a raggiungere un ormai anziano Obi-Wan, il quale raccontò al ragazzo che suo padre era caduto per il tradimento di Darth Vader, braccio destro dell’imperatore. Inoltre lo introdusse alla filosofia dei cavalieri Jedi, difensori della pace e della giustizia da tempi immemori, ben prima della repubblica da cui era nato l’Impero; individui in grado di percepire e connettersi alla Forza con la F maiuscola, l’energia pura che pervade l’universo, generata da tutti gli esseri viventi e presente in ogni cosa. Luke e Obi-Wan, poi, decisero di reclutare il contrabbandiere Han Solo, proprietario dell’astronave Millennium Falcon, e il suo copilota Chewbecca per liberare la principessa Leia e consegnare le planimetrie all’Alleanza. Il piano, che pure costò la vita a Obi-Wan, riuscì e il gruppo si mise in salvo sulla quarta luna del pianeta Yavin, da cui i ribelli pianificarono l’attacco alla Morte Nera…

    Questi, in soldoni, gli avvenimenti del primo film.

    Possibile che da una storia del genere possiamo imparare qualcosa sulla sostenibilità del debito pubblico? Forse sì.

    La Morte Nera – Death Star nell’originale – è un’arma letale, una stazione spaziale grande quanto una luna e in grado, in un sol colpo, di disintegrare pianeti interi. L’imperatore Palpatine e Darth Vader assistono non solo alla sua distruzione, ma anche a quella del secondo e più imponente modello, spazzato via nella leggendaria battaglia di Endor – vero fulcro del Ritorno dello Jedi, terzo e ultimo episodio della saga originale di Star Wars – che porta alla vittoria della Resistenza. Ma siamo sicuri che sia tutto bene quel che finisce bene?

    Qualche economista nerd si è preoccupato di guardare alla storia da un altro punto di vista, cercando di rispondere ad alcune domande di natura, per l’appunto, squisitamente economica.

    Quanto costerebbe, infatti, costruire la Morte Nera? E, soprattutto, una volta distrutta la stazione spaziale il sistema economico e bancario che ha contribuito a finanziarla sarebbe in grado di sostenere i costi di un default intergalattico?

    La prospettiva è ardita, ma ci porta dritti dritti a ragionare di un

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