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Filosofia in camera da letto (tradotto)
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Filosofia in camera da letto (tradotto)
E-book254 pagine3 ore

Filosofia in camera da letto (tradotto)

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Info su questo ebook

  • La presente edizione è unica;
  • La traduzione è completamente originale ed è stata eseguita per la società Ale. Mar. SAS;
  • Tutti i diritti sono riservati.

Voluttuose di ogni età, di ogni sesso, è solo a voi che offro quest'opera; nutritevi dei suoi principi: essi favoriscono le vostre passioni, e queste passioni, di cui i freddi e insipidi moralisti vi mettono paura, non sono altro che i mezzi che la Natura impiega per portare l'uomo ai fini che lei gli prescrive; ascoltate solo questi deliziosi Promptings, perché nessuna voce se non quella delle passioni può condurvi alla felicità. Donne lascive, lasciate che la voluttuosa Saint-Ange sia il vostro modello; sul suo esempio, non badate a tutto ciò che contraddice le leggi divine del piacere, alle quali fu incatenata per tutta la vita. Voi giovani fanciulle, troppo a lungo costrette dai vincoli assurdi e pericolosi di una Virtù fantasiosa e da quelli di una religione disgustosa, imitate la focosa Eugenia; siate veloci come lei a distruggere, a rifiutare tutti quei ridicoli precetti inculcati in voi da genitori imbecilli. E voi, amabili debosciati, voi che fin dalla giovinezza non avete conosciuto altri limiti che quelli dei vostri desideri e che siete stati governati solo dai vostri capricci, studiate il cinico Dolmancé, procedete come lui e andate lontano come lui se anche voi volete percorrere la lunghezza di quelle vie fiorite che la vostra lussuria vi prepara; nell'accademia di Dolmancé siate finalmente convinti che è solo esplorando e allargando la sfera dei suoi gusti e capricci, è solo sacrificando tutto al piacere dei sensi che questo individuo, che non ha mai chiesto di essere gettato in questo universo di dolore, che questa povera creatura che va sotto il nome di Uomo, può essere in grado di seminare un po' di rose in cima al sentiero spinoso della vita.
LinguaItaliano
Data di uscita1 lug 2021
ISBN9788892864511
Filosofia in camera da letto (tradotto)
Autore

Marquis De Sade

The Marquis de Sade was a French aristocrat, revolutionary and writer of violent pornography. Incarcerated for 32 years of his life (in prisons and asylums), the majority of his output was written from behind bars. Famed for his graphic depiction of cruelty within classic titles such as ‘Crimes of Love’ and ‘One Hundred Days of Sodom’, de Sade's name was adopted as a clinical term for the sexual fetish known as ‘Sadism’.

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    Filosofia in camera da letto (tradotto) - Marquis De Sade

    Marchese De Sade

    Filosofia in camera da letto

    Edizione e traduzione 2021 Ale. Mar.

    Tutti i diritti riservati

    ALLE LIBERTINE

    Voluttuose di ogni età, di ogni sesso, è solo a voi che offro quest'opera; nutritevi dei suoi principi: essi favoriscono le vostre passioni, e queste passioni, di cui i freddi e insipidi moralisti vi mettono paura, non sono altro che i mezzi che la Natura impiega per portare l'uomo ai fini che lei gli prescrive; ascoltate solo questi deliziosi Promptings, perché nessuna voce se non quella delle passioni può condurvi alla felicità. Donne lascive, lasciate che la voluttuosa Saint-Ange sia il vostro modello; sul suo esempio, non badate a tutto ciò che contraddice le leggi divine del piacere, alle quali fu incatenata per tutta la vita. Voi giovani fanciulle, troppo a lungo costrette dai vincoli assurdi e pericolosi di una Virtù fantasiosa e da quelli di una religione disgustosa, imitate la focosa Eugenia; siate veloci come lei a distruggere, a rifiutare tutti quei ridicoli precetti inculcati in voi da genitori imbecilli. E voi, amabili debosciati, voi che fin dalla giovinezza non avete conosciuto altri limiti che quelli dei vostri desideri e che siete stati governati solo dai vostri capricci, studiate il cinico Dolmancé, procedete come lui e andate lontano come lui se anche voi volete percorrere la lunghezza di quelle vie fiorite che la vostra lussuria vi prepara; nell'accademia di Dolmancé siate finalmente convinti che è solo esplorando e allargando la sfera dei suoi gusti e capricci, è solo sacrificando tutto al piacere dei sensi che questo individuo, che non ha mai chiesto di essere gettato in questo universo di dolore, che questa povera creatura che va sotto il nome di Uomo, può essere in grado di seminare un po' di rose in cima al sentiero spinoso della vita.

    DIALOGO IL PRIMO

    MADAME DE SAINT-ANGE - Buona giornata, amico mio. E Monsieur Dolmancé?

    LE CHEVALIER - Arriverà puntualmente alle quattro; non si cena prima delle sette e avrà, come vede, molto tempo per chiacchierare.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Sai, mio caro fratello, comincio a nutrire qualche dubbio sulla mia curiosità e su tutti i piani osceni previsti per oggi. Chevalier, voi mi viziate troppo, davvero. Più dovrei essere ragionevole, più questa mia mente maledetta diventa eccitata e libertina, e tutto quello che mi avete dato non serve che a viziarmi... A ventisei anni, dovrei essere sobria e ferma, e non sono ancora che la più licenziosa delle donne... Oh, ho un cervello occupato, amico mio; non crederesti mai alle idee che ho, alle cose che vorrei fare. Ho supposto che limitandomi alle donne sarei diventato più educato...; che se i miei desideri si fossero concentrati sul mio sesso non avrei più bramato il vostro: pura fantasia, amico mio; la mia immaginazione è stata solo pungolata di più dai piaceri di cui pensavo di privarmi. Ho scoperto che quando si tratta di uno come me, nato per il libertinaggio, è inutile pensare di imporre limiti o vincoli a se stessi - i desideri impertinenti li spazzano via immediatamente. In una parola, mia cara, sono una creatura anfibia: Amo tutto, tutti, qualunque cosa sia, mi diverte; Vorrei combinare tutte le specie; ma dovete ammettere, Cavaliere, che non è il colmo della stravaganza per me desiderare di conoscere questo insolito Dolmancé che in tutta la sua vita, mi dite, non ha potuto vedere una donna secondo le prescrizioni dell'uso comune, questo Dolmancé che, sodomita per principio, non solo adora il suo stesso sesso ma non cede mai al nostro se non quando acconsentiamo a mettergli a disposizione quelle grazie tanto amate di cui fa abitualmente uso quando frequenta gli uomini?

    Ditemi, Cavaliere, se la mia fantasia non è bizzarra! Voglio essere Ganimede di questo nuovo Giove, voglio godere dei suoi gusti, delle sue dissolutezze, voglio essere la vittima dei suoi errori. Fino ad ora, e lo sai bene, amico mio, fino ad ora mi sono dato così solo a te, per compiacenza, o a qualche mio servitore che, pagato per usarmi in questo modo, lo ha adottato solo per profitto. Ma oggi non è più il desiderio di obbligare né il capriccio che mi muove, ma unicamente i miei propri desideri. Credo che tra le mie esperienze passate con questa curiosa mania e le cortesie a cui sarò sottoposto, ci sia una differenza inconcepibile, e desidero conoscerla. Dipingete il vostro Dolmancé per me, vi prego, affinché me lo fissi bene in mente prima di vederlo arrivare; perché sapete che la mia conoscenza con lui si limita a un incontro dell'altro giorno in una casa dove siamo stati insieme solo per pochi minuti.

    LE CHEVALIER - Dolmancé, mia cara sorella, ha appena compiuto trentasei anni; è alto, estremamente bello, gli occhi molto vivi e molto intelligenti, ma c'è comunque qualche sospetto di durezza e una traccia di cattiveria nei suoi lineamenti; ha i denti più bianchi del mondo, un'ombra di morbidezza sulla sua figura e nel suo atteggiamento, senza dubbio dovuta alla sua abitudine di assumere spesso un'aria effeminata; è estremamente elegante, ha una bella voce, molti talenti, e soprattutto un'inclinazione estremamente filosofica della sua mente.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Ma spero che non creda in Dio!

    LE CHEVALIER - Oh, per carità! È il più noto ateo, il più immorale... Oh, no; la sua è la corruzione più completa e profonda, ed è l'individuo più malvagio, la più grande canaglia del mondo.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Ah, come mi riscalda! Mi sembra che quest'uomo mi farà impazzire. E le sue fantasie, fratello?

    LE CHEVALIER - Tu li conosci bene; i piaceri di Sodoma gli sono cari tanto nella loro forma attiva quanto in quella passiva. Per i suoi piaceri, non gli interessano che gli uomini; se però si degna talvolta di impiegare delle donne, è solo a condizione che siano abbastanza cortesi da scambiare sesso con lui. Gli ho parlato di te; l'ho avvisato delle tue intenzioni, è d'accordo, e a sua volta ti ricorda le regole del gioco. Ti avverto, mia cara, ti rifiuterà del tutto se tenterai di impegnarlo a fare altro. Quello che acconsento a fare con vostra sorella, dichiara, è una stravaganza, un'indiscrezione con cui ci si sporca solo raramente e solo prendendo ampie precauzioni.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Sporcarsi!... Precauzioni... Oh, come adoro il linguaggio che usano queste simpatiche persone! Tra di noi, noi donne abbiamo anche parole esclusive che, come queste appena pronunciate, danno un'idea dell'orrore profondo che hanno per tutti coloro che mostrano tendenze eretiche... Ditemi, mia cara, vi ha avuto? Con il tuo viso adorabile e i tuoi vent'anni, si può, oserei dire, affascinare un uomo simile?

    LE CHEVALIER - Abbiamo commesso delle follie insieme - non ve le nascondo; avete troppo spirito per condannarle. Il fatto è che preferisco le donne; mi abbandono a questi strani capricci solo quando un uomo attraente mi spinge a farli. E allora non mi fermo davanti a niente. Non ho nulla di quella ridicola arroganza che fa credere ai nostri giovani rampanti che è con i tagli del bastone che si risponde a queste proposte. L'uomo è padrone delle sue penne? Bisogna dispiacersi per coloro che hanno gusti strani, ma mai insultarli. Il loro torto è anche quello della natura; non sono più responsabili di essere venuti al mondo con tendenze diverse dalle nostre di quanto lo siamo noi di essere nati con le gambe storte o ben proporzionati. È, tuttavia, che un uomo si comporta in modo offensivo con voi quando manifesta il suo desiderio di godervi? No, certamente no; è un complimento che ti viene fatto; perché allora rispondere con ferite e insulti? Solo gli sciocchi possono pensare così; non sentirete mai un uomo intelligente discutere la questione in modo diverso dal mio; ma il guaio è che il mondo è popolato da poveri idioti che credono che sia mancare di rispetto a loro dichiarando di trovarli adatti ai propri piaceri, e che, coccolati dalle donne - loro stessi sempre gelosi di ciò che ha l'aria di violare i loro diritti - si immaginano di essere i Don Chisciotte di quei diritti ordinari, e brutalizzano chiunque non riconosca la totalità della loro portata.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Vieni, amico mio, baciami. Se tu pensassi diversamente, non saresti mio fratello. Qualche dettaglio, vi prego, sia per quanto riguarda l'aspetto di quest'uomo che i suoi piaceri con voi.

    LE CHEVALIER - Uno dei suoi amici informò Monsieur Dolmancé del superbo membro di cui lei mi conosce, ed egli ottenne il consenso del Marchese di V*** per farci incontrare a cena. Una volta lì, fui costretto a mostrare il mio equipaggiamento: in un primo momento la curiosità sembrò essere il suo unico motivo; tuttavia, un asino molto bello girato dalla mia parte, e con il quale fui invitato a divertirmi, mi fece presto vedere che solo l'inclinazione era la causa di questo esame. Feci notare a Dolmancé tutte le difficoltà dell'impresa; fu risoluto. Un ariete non mi terrorizza, disse, e tu non avrai nemmeno la gloria di essere il più formidabile tra gli uomini che hanno perforato l'ano che ti offro. Il marchese era a disposizione; ci incoraggiava diteggiando, dondolando, baciando qualsiasi cosa l'uno o l'altro di noi portasse alla luce. Ho ripreso la mia posizione...

    Sicuramente un qualche tipo di adescamento?. Esortai. Niente del genere, disse il marchese, priverai Dolmancé della metà delle sensazioni che aspetta da te; vuole che tu lo spezzi in due, vuole essere fatto a pezzi. Ebbene, dissi io, tuffandomi alla cieca nell'abisso, sarà soddisfatto. Forse, mia cara sorella, tu pensi che io abbia avuto molti problemi... niente affatto; il mio cazzo, enorme com'è, è scomparso, contrariamente a tutte le mie aspettative, e ho toccato il fondo delle sue viscere senza che il bastardo sembrasse sentire nulla. Mi sono comportato gentilmente con Dolmancé; l'estasi estrema che ha assaporato, i suoi movimenti e fremiti, le sue parole allettanti, tutto questo ha reso presto felice anche me, e l'ho inondato. A malapena mi ero ritirato quando Dolmancé, voltandosi verso di me, i suoi capelli in disordine e il suo viso rosso come una baccante: Vedete in che stato mi avete messo, mio caro cavaliere, disse, presentando contemporaneamente un cazzone sodo e duro, molto lungo e di almeno quindici centimetri, degnatevi, o amore mio, di servirmi come una donna dopo essere stato il mio amante, e permettetemi di dire che tra le vostre divine braccia ho assaporato tutte le delizie della fantasia che amo in modo supremo. Trovando poche difficoltà nell'uno come nell'altro, mi preparai; il marchese, lasciando cadere i pantaloni davanti ai miei occhi, mi pregò di avere la gentilezza di essere ancora un po' uomo con lui mentre facevo da moglie al suo amico; e lo trattai come avevo fatto con Dolmancé, che mi ripagò centuplicando tutti i colpi con i quali avevo maltrattato il nostro terzo; e presto, nel profondo del mio culo, esalò quel liquore incantato con il quale, praticamente nello stesso istante, spruzzai le viscere di V***.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Lei deve aver conosciuto il piacere più estremo, per trovarsi così tra due; dicono che è affascinante.

    LE CHEVALIER - Angelo mio, è sicuramente il posto migliore dove stare; ma qualunque cosa si possa dire di loro, sono tutte stravaganze che non preferirei mai al piacere delle donne.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Ebbene, mio cavalleresco amico, come ricompensa per la vostra toccante considerazione, oggi consegnerò alle vostre passioni una giovane vergine, una ragazza, più bella dello stesso Amore. LE CHEVALIER - Cosa! Con Dolmancé... portate qui una donna?

    MADAME DE SAINT-ANGE - Si tratta di un'educazione; quella di una piccola cosa che ho conosciuto l'autunno scorso al convento, mentre mio marito era ai bagni. Lì non abbiamo potuto fare nulla, non abbiamo osato tentare nulla, troppi occhi erano puntati su di noi, ma ci siamo fatti la promessa di rivederci, di riunirci al più presto. Occupato da nient'altro che questo desiderio, ho, per soddisfarlo, fatto conoscenza con la sua famiglia. Suo padre è un libertino, l'ho affascinato. In ogni caso, la bella sta arrivando, la sto aspettando; passeremo due giorni insieme... due giorni deliziosi; impiegherò la maggior parte del tempo per educare la signorina. Dolmancé ed io metteremo in questa bella testolina tutti i principi del libertinaggio più sfrenato, la infiammeremo con il nostro fuoco, la nutriremo con la nostra filosofia, la ispireremo con i nostri desideri, e siccome voglio unire un po' di pratica alla teoria, siccome mi piacciono le dimostrazioni per stare al passo con le dissertazioni, ho destinato a te, caro fratello, il raccolto del mirto di Citera, e a Dolmancé andranno le rose di Sodoma. Avrò due piaceri in una volta sola: quello di godere io stesso di queste licenze criminali, e quello di dare le lezioni, di ispirare le fantasie dei dolci innocenti che sto attirando nelle nostre reti. Molto bene, cavaliere, rispondetemi: il progetto è degno della mia immaginazione?

    LE CHEVALIER - Non poteva sorgere in un altro: è divino, sorella mia, e prometto di mettere in pratica alla perfezione l'affascinante ruolo che mi riservate. Ah, birichina, quanto piacere proverai nell'educare questa bambina; che piacere troverai nel corromperla, nel soffocare in questo giovane cuore ogni seme di virtù e di religione piantatovi dai suoi precettori! In realtà, tutto questo è troppo roué per me.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Siate certa che non risparmierò nulla per pervertirla, degradarla, demolire in lei tutte le false nozioni etiche con cui hanno potuto già stordirla; in due lezioni, voglio renderla criminale come me!... come empia... come dissoluta, come depravata. Avvisate Dolmancé, spiegategli tutto immediatamente, affinché il veleno delle sue immoralità, che circola in questo giovane spirito insieme al veleno che vi inietterò, faccia appassire nel più breve tempo possibile e spenga tutti i semi di virtù che, senza di noi, potrebbero germogliarvi.

    LE CHEVALIER - Sarebbe impossibile trovare un uomo migliore: irreligione, empietà, disumanità, libertinaggio sgorgano dalle labbra di Dolmancé come un tempo l'unzione mistica scendeva da quelle del celebre arcivescovo di Cambrai. È il più profondo seduttore, il più corrotto, l'uomo più pericoloso... Ah, mia cara, lasciate che la vostra allieva segua le istruzioni di questo maestro, e vi garantisco che sarà subito dannata.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Non ci vorrà certo molto tempo, considerando le disposizioni che so che possiede...

    LE CHEVALIER - Ma ditemi, mia cara sorella, non c'è nulla da temere dai genitori? Questa piccola non può chiacchierare quando torna a casa?

    MADAME DE SAINT-ANGE - Non abbiate paura. Ho sedotto il padre... è mio. Devo confessarvi che mi sono consegnata a lui per chiudergli gli occhi: non sa nulla dei miei disegni, e non oserà mai scannerizzarli... Lo ho in pugno. LE CHEVALIER - I vostri metodi sono spaventosi!

    MADAME DE SAINT-ANGE - Tali devono essere, altrimenti non sono sicuri.

    LE CHEVALIER - E mi dica, per favore, chi è questo giovane?

    MADAME DE SAINT-ANGE - Si chiama Eugénie, figlia di un certo Mistival, uno dei personaggi commerciali più ricchi della capitale, ha circa trentasei anni; sua madre ne ha trentadue al massimo, e la bambina quindici. Mistival è tanto libertino quanto sua moglie è pia. Per quanto riguarda Eugénie, cara, dovrei invano tentare di descrivertela; è al di là delle mie capacità descrittive... Accontentati di sapere che sicuramente né tu né io abbiamo mai visto niente di così delizioso, da nessuna parte.

    LE CHEVALIER - Ma almeno abbozzate un po' se non potete fare il ritratto, in modo che, sapendo abbastanza bene con chi ho a che fare, io possa meglio riempire la mia immaginazione con l'idolo a cui devo sacrificarmi.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Molto bene, amico mio: i suoi abbondanti capelli castani - ce n'è troppi per prenderli in mano - scendono fin sotto le natiche; la sua pelle è di un candore abbagliante, il suo naso piuttosto aquilino, i suoi occhi neri come il getto e di un calore!... Ah, amico mio, è impossibile resistere a quegli occhi... Non hai idea delle stupidaggini a cui mi hanno spinto... Potresti vedere le belle sopracciglia che li coronano... le ciglia straordinarie che li bordano... Una bocca molto piccola, denti superbi, e, tutto ciò, di una freschezza!... Una delle sue bellezze è il modo elegante con cui la sua bella testa è attaccata alle spalle, l'aria di nobiltà che ha quando si gira... Eugénie è alta per la sua età: si potrebbe pensare che abbia diciassette anni; la sua figura è un modello di eleganza e di finezza, la sua gola, il suo seno delizioso... Ci sono davvero i due più bei seni!... Appena sufficiente per riempire la mano, ma così morbido... così fresco... così bianco! Venti volte sono andato fuori di testa mentre li baciavo; e se tu avessi potuto vedere come si animava sotto le mie carezze... come i suoi due grandi occhi mi rappresentavano tutto lo stato d'animo... Amico mio, ignoro il resto. Ah, ma se devo giudicarla per quello che so, mai, dico, l'Olimpo ha avuto una divinità paragonabile a questa... Ma la sento... lasciaci; esci dal giardino per non incontrarla, e sii puntuale all'appuntamento.

    LE CHEVALIER - Il ritratto che mi avete fatto mi assicura la mia prontezza... Ah, cielo che esca... che vi lasci, nello stato in cui sono... Adieu!... un bacio... un bacio, mia cara sorella, per soddisfarmi almeno fino ad allora. (Lei lo bacia, gli tocca il cazzone che si tende nelle braghe, e il giovane se ne va in fretta).

    DIALOGO IL SECONDO

    MADAME DE SAINT-ANGE -

    Benvenuto, cucciolo mio, ti ho aspettato con un'impazienza che apprezzi pienamente se riesci a leggere i sentimenti che ho nel cuore.

    EUGENIE - Oh, mio prezioso, pensavo che non sarei mai arrivata, tanto ero ansiosa di trovarmi tra le tue braccia. Un'ora prima di partire, temevo che tutto sarebbe cambiato; mia madre era assolutamente contraria a questa deliziosa festa, dichiarando che mal si addiceva a una ragazza della mia età andare all'estero da sola; ma mio padre l'aveva così maltrattata l'altro ieri che una sola delle sue occhiate è bastata a far cedere completamente Madame Mistival, e si è conclusa con il suo consenso a quanto mio padre mi aveva concesso, e io mi sono precipitata qui. Ho due giorni di tempo; la vostra carrozza e uno dei vostri servitori devono assolutamente portarmi a casa dopodomani.

    MADAME DE SAINT-ANGE - Com'è breve questo periodo, angelo mio carissimo, in così poco tempo potrò a malapena esprimervi tutto ciò che suscitate in me... e infatti dobbiamo parlare. Sapete, vero, che è durante questo colloquio che vi inizierò al più segreto dei misteri di Venere; basteranno due giorni?

    EUGENIE - Ah, se non arrivassi a una conoscenza completa, dovrei restare... Sono venuto qui per essere istruito, e non me ne andrò finché non sarò informato...

    MADAME DE SAINT-ANGE, baciandola - Caro amore, quante cose faremo e ci diremo! Ma, a proposito, volete pranzare, mia regina? Perché la lezione può essere prolungata.

    EUGENIE - Non ho bisogno, caro amico, che di ascoltarti; abbiamo pranzato a una lega da qui; potrò aspettare fino alle otto di questa sera senza sentire la minima fame.

    MADAME DE SAINT-ANGE

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