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Anima in viaggio
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E-book132 pagine51 minuti

Anima in viaggio

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Info su questo ebook

L'autrice , grande viaggiatrice, racconta i suoi viaggi più adrenalinici tra avventure e risate. Nel 2015 decide di mollare un lavoro sicuro e partire all'avventura per trovare il suo posto nel Mondo e la sua dimensione, tra sud est asiatico e centro america.

Attraverso i suoi racconti e le sue foto cercherà di teletrasportarci in quei luoghi così magici per lei.L'Asia le ruberà il cuore, la natura, l'ecosistema di Komodo la sorprenderà, e l'India sarà una sfida.L'autrice , grande viaggiatrice, racconta i suoi viaggi più adrenalinici tra avventure e risate. Nel 2015 decide di mollare un lavoro sicuro e partire all'avventura per trovare il suo posto nel Mondo e la sua dimensione, tra sud est asiatico e centro america.Attraverso i suoi racconti e le sue foto cercherà di teletrasportarci in quei luoghi così magici per lei.L'Asia le ruberà il cuore, la natura, l'ecosistema di Komodo la sorprenderà, e l'India sarà una sfida.
LinguaItaliano
Data di uscita25 gen 2022
ISBN9791220386470
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    Anteprima del libro

    Anima in viaggio - Mariachiara Scribano

    RICORDI DI INFANZIA

    Ho sempre amato viaggiare.

    Penso di aver ereditato questa grande passione per il viaggiare, l’avventura e la fame di conoscenza da entrambi i miei genitori.

    Molte volte io e mio fratello giocavamo con un mappamondo che fungeva da lampada. Lo facevamo girare e puntavamo il dito dove capitava, fantasticando su luoghi mai visti e sognavamo terre e mondi lontani.

    Da ché ne ho memoria, ricordo lunghi viaggi in auto da nord a sud e viceversa a bordo di una Fiat.

    Ogni anno raggiungevamo la Puglia e poi la Sicilia, per andare a trovare i nonni durante le vacanze estive.

    Erano viaggi lunghi ed estenuanti, sotto il caldo torrido di agosto.

    Lunghe file interminabili a tenerci compagnia.

    Il portapacchi stracarico di valigie, io e mio fratello capricciosi sui sedili posteriori che guardando fuori dai finestrini continuavamo a chiedere quanto ci vuole ancora?, quando arriviamo?, mia mamma ad elargire caramelle per tenerci buoni e quieti, e mio padre alla guida che fumava una sigaretta.

    Lunghi viaggi dove nel mangianastri si sentiva sempre la stessa e interminabile cassetta con le musiche del west o di Ennio Morricone.

    Si tiravano giù i finestrini, ancora a manovella, per far entrare un po’ d’aria fresca, ma entrava solo aria calda come quella di un phon.

    Si viaggiava per 10/11 ore di fila, con pochissime soste, tanta era la voglia di arrivare.

    Non esistevano ancora i cellulari.

    Mi ricordo ancora le lunghe ore d’attesa al porto per poter salire sul traghetto che ci avrebbe portato in Sicilia.

    Appena ci davano l’ok, scendevamo per correre su e dal parapetto della nave guardavamo l’orizzonte, il mare, i gabbiani. Per poi scendere dove c’era il bar e mangiarci un bell’arancino.

    I viaggi più belli dell’infanzia con gli occhi di un bambino.

    E da grande ho cominciato a prendere il treno, che a quell’epoca era più economico dell’aereo, e a farmi ancora questi viaggi andata e ritorno da nord a sud e viceversa, di quasi 12 ore filate.

    Tutti ammassati, stretti l’un l’altro, a volte seduti su un misero seggiolino pieghevole nel corridoio, se ti andava bene, altrimenti rischiavi di farti tutto il viaggio in piedi.

    In quei viaggi conoscevi gente proveniente da tutta Italia, scambiavi due chiacchiere e a volte anche il cibo per pranzo.

    Viaggi indimenticabili, in cui ho cominciato ad apprezzare e ad amare il senso del viaggio.

    Fin da quando ne ho avuto la possibilità e l’indipendenza economica ho viaggiato, sia da sola che in compagnia e non mi sono più fermata.

    Ogni scusa era buona per partire. Ovunque.

    Ancora oggi, quando mi chiedono: Vuoi venire?, non me lo faccio ripetere una seconda volta e sono già davanti al pc a prenotare il volo. E’ più forte di me.

    Molta gente mi invidia, perché viaggio spesso, mi dice : ma ancora?, ma come fai a viaggiare così tanto?

    L’invidia non la sopporto proprio, è un sentimento come l’odio che non fa parte del mio Dna, ognuno ha ciò che sceglie di avere e non deve stare a guardare ciò che ha l’altro.

    A me, se devo essere sincera, comincia a darmi un po’ sui nervi, perché ritengo sia una questione di scelte che uno fa e del vissuto di una persona.

    C’è chi preferisce comprarsi abiti o borse firmate, andare ad ogni concerto, comprarsi gioielli costosi, uscire per un aperitivo tutte le sere o a cena, comprarsi una bella macchina costosa, io preferisco comprarmi un biglietto per una qualsiasi destinazione e partire.

    Non importa dove e se tornerò.

    Certo mi ritengo molto fortunata ad avere la possibilità di viaggiare e di aver fatto viaggi importanti che molti aspirano da una vita e chissà se potranno mai fare, però è una questione di scelte e molto probabilmente di destino.

    Nella vita di tutti i giorni mi privo di tante cose.

    E non viaggio sempre, viaggio quando posso e quando ho le possibilità economiche per poterlo fare.

    Il viaggio mi rende felice, per me è terapeutico; molte volte mi è servito per riconnettermi con la realtà, per ricaricarmi.

    Parti per un viaggio e torni a casa denudato dai pregiudizi e dalle vecchie abitudini, impari cosa è superfluo nella tua vita e cosa realmente conta e devi tenerti stretto.

    Non sai mai cosa ti regalerà quel viaggio.

    Il viaggio ci cambia, è inevitabile.

    Ho visto tanti posti, alcuni anche più volte. In alcuni tornerei all’istante, in altri meno.

    Saramago nel suo libro Viaggio in Portogallo scriveva : Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: Non c'è altro da vedere", sapeva

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