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Spezie e Moschee: Quattro viaggi tra i profumi e i colori del Medio Oriente
Spezie e Moschee: Quattro viaggi tra i profumi e i colori del Medio Oriente
Spezie e Moschee: Quattro viaggi tra i profumi e i colori del Medio Oriente
E-book374 pagine3 ore

Spezie e Moschee: Quattro viaggi tra i profumi e i colori del Medio Oriente

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Info su questo ebook

Anna è una donna intraprendente con la valigia sempre pronta che non si lascia scoraggiare facilmente. È una travel blogger di professione, wanderluster, fashion addicted e viaggiatrice solitaria. In questo libro ci porta nei suoi quattro luoghi del cuore: la Turchia, la Tunisia, l’Egitto e la Giordania, in un viaggio tra i profumi e i colori del Medio Oriente. Attraverso i suoi racconti e le sue foto, ci farà innamorare della magia del deserto e del richiamo delle moschee. Questo è per Anna un viaggio introspettivo e culturale alla ricerca del mondo e di se stessa, nel quale mette a nudo le sue paure e ambizioni e ci racconta, tra le righe, cosa l’ha spinta a mollare un lavoro sicuro nel mondo della moda e a inseguire i suoi sogni in giro per il mondo.
LinguaItaliano
Data di uscita15 giu 2021
ISBN9791220814799
Spezie e Moschee: Quattro viaggi tra i profumi e i colori del Medio Oriente

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    Anteprima del libro

    Spezie e Moschee - Anna Pernice

    Prefazione

    "In viaggio la cosa migliore è perdersi.

    Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese,

    ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia."

    Nicolas Bouvier

    Viaggiare è da sempre la mia più grande passione. Ho iniziato a viaggiare sin da bambina con i miei genitori. Il primo viaggio oltreoceano è stato all’età di dodici anni negli Stati Uniti. Andammo per un mese alla scoperta di Miami, Orlando, Tampa e della magica New York.

    Da allora ho capito che viaggiare è quanto di più bello possa esserci al mondo: conoscere popoli, culture e tradizioni diverse dalla nostra ti apre non soltanto la mente, ma ti pone in modo differente di fronte alla vita.

    A oggi ho visitato trenta nazioni, girato per quasi tutta l’Europa, parte dell’Africa, degli Stati Uniti e dell’Asia, ma se c’è un posto che mi affascina e mi fa sentire come a casa, quello è il Medio Oriente.

    Quando mi hanno chiesto di racchiudere in un libro quattro dei miei viaggi, la scelta non è stata facile, perché ogni viaggio mi ha trasmesso un’emozione diversa e mi ha lasciato qualcosa di indelebile nel cuore.

    Ho deciso però di dare un filo logico al mio racconto e di raccogliere alcuni dei viaggi più belli ed emozionanti della mia vita: quelli in Medio Oriente.

    Sono sempre stata affascinata dai colori e dai profumi dei paesi al di là del Mediterraneo, sin da bambina, ed è forse perquesto che ci sono tornata più e più volte nel corso degli anni, ogni volta scoprendo una sfumatura e un’emozione diversa.

    Ormai sono sei anni che viaggio da sola e se dovessi decidere di partire per un paese del Medio Oriente, lo farei altre mille e mille volte.

    C’è ancora così tanto da vedere e da scoprire. Mi affascina la loro cultura, il loro modo di fare, i loro colori, i loro profumi…

    Sarà perché sono cresciuta con le fiabe di Aladdin e il cartone animato Il mistero della pietra azzurra che mi facevano sognare a occhi aperti, sarà perché l’antico Egitto mi ha sempre affascinato, o perché tanti pensano che abbia origini siriane, per i miei occhi grandi un po’ orientali che amo marcare con il kajal egiziano.

    La mia prima volta in Medio Oriente è stata all’età di dieci anni, anche se il mio viaggio è durato poco perché erano tappe giornaliere mordi e fuggi di una delle prime crociere con i miei genitori.

    Già allora rimasi affascinata dai suq di Tunisi, Agadir e Casablanca e dai mille colori e profumi delle spezie. Un mondo così vicino all’Italia, ma allo stesso tempo con una cultura così diversa.

    Era la mia prima volta al di fuori dell’Europa e non potevo che restarne affascinata: spezie, moschee, tappeti, aromi che si diffondevano nell’aria e rendevano tutto così magico.

    Mi ero ripromessa che ci sarei ritornata, perché per comprendere appieno una destinazione bisogna trascorrerci più di un giorno e immedesimarsi nella cultura locale.

    Ci ho messo un bel po’ di anni prima di ritornare in Medio Oriente, ma alla fine l’ho fatto.

    All’età di trent’anni sono partita per Istanbul ed è stato amore a prima vista!

    Una città unica, pazzesca, inimitabile: tra l’Europa e l’Asia, né in Europa né in Asia… piena di contrasti e contraddizioni, eppure così affascinante che mi ha spinto a ritornare più e più volte prima in Turchia e poi negli altri paesi del Nordafrica, prima in coppia e poi da sola, in dei viaggi al femminile in cui c’eravamo soltanto io, i suq, le spezie, le mie emozioni e la sabbia del deserto.

    In questo libro ho deciso di partire dal mio primo vero viaggio in Medio Oriente, quello in coppia in Turchia, vissuto da una Anna che non esiste più, ma che è servito per farla diventare la Anna che è ora e che viaggia da sola in giro per il mondo alla ricerca del bello e della vera essenza della vita in tutto ciò che incontra.

    Una Anna che ha imparato a viaggiare da sola perché negli anni ha capito che non bisogna aspettare la persona giusta, la compagnia giusta o la situazione giusta per fare quel viaggio che tanto si desidera, perché quella persona o quella situazione potrebbero non arrivare mai o arrivare troppo tardi, e nell’attesa di qualcosa di indefinito, si rischia di perdere tutto ciò che di bello può offrirci la vita.

    E poi… viaggiare da soli è meraviglioso, perché ti permette di conoscere persone, popoli e culture diverse, vivere emozioni ed esperienze incredibili e ritornare da un viaggio diversi da come si è partiti. Alla fine, il bello dei viaggi è proprio questo, i viaggi ti cambiano e ti fanno scoprire aspetti di te che ignoravi.

    Ho iniziato a viaggiare molto prima di aprire il mio blog di viaggi Travel Fashion Tips, che è nato quasi per gioco nel 2013.

    Lì però ho iniziato a raccontare le mie più grandi passioni che sono i viaggi e la moda, e negli anni, da semplice hobby, è diventato il mio lavoro.

    Dopo una rottura sentimentale che ha mandato in crisi tutte le mie certezze, mi sono licenziata da un lavoro a tempo indeterminato e ho iniziato a viaggiare e a scrivere per colmare i vuoti e le assenze. Scrivere mi rilassava e mi aiutava a non pensare. Viaggiare invece mi aiutava a vedere la vita con occhi diversi e ritrovare in ogni viaggio un piccolo pezzetto di me. E man mano, quel continuo viaggiare e raccontare le mie esperienze sul blog, sono diventati il mio nuovo lavoro e la mia vita.

    Per anni mi sono recriminata di aver lasciato andare una parte importante di me per inseguire i miei sogni. Oggi so che ciò che è stato è l’unica cosa che poteva essere, perché avevo bisogno di nuove emozioni, di nuovi stimoli e di un nuovo equilibrio che non dipendesse da qualcun altro, ma che arrivasse direttamente da me stessa.

    Ho iniziato a scrivere questo libro durante il primo lockdown, in un periodo in cui viaggiare è stata la cosa che mi è mancata di più al mondo. Per fortuna ero tornata da poco dai viaggi in Giordania e Lapponia, ma il solo pensiero di non poter nemmeno viaggiare lungo la tratta Napoli-Milano – che ero abituata a fare più e più volte ogni mese – mi faceva rabbrividire.

    La stesura del libro è andata a rilento perché, in un periodo come quello che abbiamo vissuto, non mi andava di pensare ai viaggi. A nessuno andava di pensare ai viaggi.

    Poi però la situazione è iniziata a migliorare e ho ricominciato a viaggiare, prima in Italia e subito dopo in Europa, prima delle nuove restrizioni.

    A oggi non so quando potremo riprendere a viaggiare di nuovo al di fuori dei confini europei, ma almeno possiamo farlo con i ricordi e con l’immaginazione.

    Spero quindi che questi miei racconti di viaggio vi aiutino a viaggiare almeno un po’ con la mente e a raggiungere, seppur virtualmente, i luoghi ricchi di fascino che mi fanno battere forte il cuore.

    Anna

    Turchia

    Istanbul: la città tra i due continenti

    Correva l’anno 2012, avevo da poco compiuto trent’anni, ero felicemente fidanzata e stavo organizzando un’esperienza on the road della Turchia con la mia dolce metà. All’epoca ancora non avevo aperto il mio blog di viaggi e mai avrei immaginato di diventare una travel blogger di professione.

    Però, già allora, amavo girare per il mondo alla scoperta di angoli nascosti, organizzare e pianificare i miei viaggi, cercando di immedesimarmi nella cultura locale e coglierne ogni sfaccettatura.

    Non mi è mai piaciuto il turismo mordi e fuggi. Per capire bene un territorio bisogna trascorrerci del tempo, vivere a contatto con la gente locale come se si fosse una persona del posto e prendersi i propri spazi e tempi, per poter esplorare, scattare foto, divertirsi, rilassarsi e scoprire piccoli aneddoti che solo chi ha vissuto un luogo può sapere.

    «Anna, io ho tutto il mese di agosto di ferie, perché non organizziamo un viaggio on the road?» mi disse entusiasta al telefono. «Io non credo di riuscire ad avere l’intero mese di ferie – ribattei con la voce un po’ triste – ma provo a chiedere tre settimane. Vediamo se me le danno. Mi piacerebbe vedere Istanbul».

    «Affascina molto anche me e mi piacerebbe vedere anche la Cappadocia. Proviamo a organizzare».

    Così nel mese di marzo iniziò la pianificazione del viaggio, sperando nelle tre settimane di vacanza, che tardavano ad arrivare. Lavoravo in azienda ed ero, ahimè, soggetta alle ferie imposte dal datore di lavoro da conciliare con i colleghi.

    Organizzare un viaggio è già di per sé parte del viaggio. Iniziai a cercare gli hotel, i voli, a verificare distanze e spostamenti, cercando di prestare attenzione a tutti i dettagli e contando i giorni che ci separavano dalla partenza.

    Volevamo organizzare un on the road della Turchia partendo da Istanbul fino ad arrivare in Cappadocia, ma alla fine per questioni di ferie e tempistiche abbiamo dovuto limitare il nostro itinerario, preferendo visitare meno città, ma vivendole in modo più approfondito.

    Abbiamo così optato per Istanbul, Bodrum e Pamukkale.

    Mi misi in contatto con il consolato turco in Italia per chiedere maggiori informazioni sul nostro itinerario di viaggio, distanze, spostamenti e fattibilità nel farlo da soli.

    «Pronto? Sì, buongiorno, la contatto perché sto organizzando un viaggio on the road della Turchia partendo da Istanbul e volevo chiederle alcune informazioni sull’itinerario che andremo a fare» dissi squillante dopo aver composto il numero di telefono del consolato della Turchia.

    «Certo, mi dica pure» mi rispose una voce gentile dall’altro lato del telefono.

    L’emozione per quel viaggio era fortissima, e restammo al telefono per quasi mezz’ora durante la quale feci tantissime domande e alla fine lasciai il mio indirizzo di casa dove, dopo qualche giorno, mi fecero recapitare vario materiale informativo, una cartina della Turchia per poterci muovere autonomamente per il paese, una mappa di Istanbul e due guide: una di Istanbul e una di Bodrum, con tante informazioni utili per organizzare al meglio il viaggio.

    Eravamo intenzionati a scoprire tutto di quelle città e non ci accontentavamo delle solite informazioni destinate ai turisti.

    Avevo già fatto tutte le simulazioni dei voli, dei cambi e delle coincidenze in attesa delle ferie, che avevo chiesto a marzo e che tardavano a confermarmi.

    Nel frattempo la pianificazione del viaggio andava avanti, ma attendevo le ferie per bloccare voli e hotel.

    Finalmente nel mese di giugno arrivò la tanto attesa conferma dei giorni di vacanza e iniziò la vera pianificazione del viaggio.

    Avevo già tutti gli itinerari in bozza, dovevo solo confermarli. Nel frattempo però i prezzi erano aumentati e alcuni hotel non erano più disponibili.

    Ho quindi prenotato i voli sul sito della compagnia di bandiera turca, che permette di selezionare i voli combinati, e scelto gli alberghi su uno dei principali portali di viaggio che permette di comparare i prezzi delle strutture tra vari siti web.

    Alla fine, abbiamo optato per un hotel a quattro stelle con la spa nel quartiere Sultanahmet – il centro storico di Istanbul – a due passi dal Topkapi Palace, dalla Moschea Blu, Ayasofya e i principali monumenti di Istanbul. Per la prenotazione di almeno cinque notti, l’hotel prevedeva il transfer gratuito e sconto del 7% per il pagamento in contanti in hotel, cosa di cui abbiamo approfittato.

    Il giorno della partenza ero emozionata. Era un po’ come un sogno che si stava avverando.

    Desideravo vedere Istanbul da una vita. L’avevo vista tante volte in foto e nei documentari e la sua duplice anima mi affascinava davvero tantissimo. Tremavo quasi dalla gioia.

    Già solo scrutarla dall’alto dall’oblò dell’aereo è stato super emozionante, è stato un po’ come un sogno che man mano prendeva forma, con il Bosforo e il Corno d’Oro che dividevano la città in due, e le ciminiere delle moschee che si stagliavano imponenti verso il cielo definendo lo skyline della città.

    Quasi non mi sembrava vero! Stavo vivendo un sogno a occhi aperti e con la persona che volevo!

    «Dimmi che è tutto vero e che non sto sognando?» esclamai con la voce trasognante mentre guardavo con gli occhi lucidi dall’emozione fuori dall’oblò.

    «È tutto vero Anna, siamo quasi atterrati a Istanbul».

    Appena atterrati in aeroporto abbiamo attraversato il varco controllo passaporti, ritirato le nostre valigie e ci siamo diretti all’uscita dove c’era un uomo sulla quarantina ad aspettarci con un foglio in mano con scritti i nostri nomi.

    «Miss Pernice, la stavamo aspettando. Benvenuti a Istanbul. Com’è andato il viaggio?» bofonchiò l’uomo.

    «Bene grazie, non vedevamo l’ora di atterrare».

    «Ottimo. Attendiamo che arrivi una coppia di spagnoli e poi ci dirigiamo in hotel» poi continuò: «Volevo però comunicarle un cambiamento. L’hotel che avete prenotato è in overbooking, abbiamo quindi deciso di spostarvi in un altro hotel della nostra catena di una categoria superiore».

    «Io però ho prenotato un hotel in centro».

    «Sì, non si preoccupi, anche quest’altro hotel è in centro, è proprio dietro l’angolo dell’hotel che ha prenotato. Vedrà che le piacerà».

    Non ero molto contenta di questo cambio di programma, e nemmeno il mio compagno, anche perché avevamo studiato bene distanze e spostamenti prima di fare ogni prenotazione. Nel tragitto dall’aeroporto al centro di Istanbul, l’autista si è fermato prima all’hotel che avevamo prenotato, dove ha lasciato la coppia di spagnoli e poi ha proseguito per il nostro, che effettivamente era proprio dietro l’angolo.

    Arrivati in albergo devo ammettere che mi è piaciuto subito, un hotel molto bello in pieno stile turco, dove sono stati tutti molto gentili e ospitali nei nostri confronti.

    Alla reception si sono scusati ancora una volta per il cambio inaspettato e nell’attesa del check-in ci hanno offerto il tipico tè turco, facendoci entrare subito nelle usanze del luogo.

    In Medio Oriente il tè è una vera e propria tradizione, momento di convivialità e condivisione, un po’ come per noi italiani è il caffè.

    Ci hanno poi fornito tutte le informazioni utili per visitare la città in modo autonomo e ogni sera al nostro ritorno in hotel ci chiedevano com’era andata la nostra giornata, cosa avevamo visitato e come ci eravamo trovati, dandoci piccoli suggerimenti sulle cose da fare e vedere l’indomani. Il tutto, ovviamente, in un inglese perfetto e impeccabile.

    La prima sera, essendo già tardi, ci siamo intrattenuti nei dintorni dell’hotel e a piedi ci siamo incamminati verso Eminönü e le sponde del Corno d’Oro, dove si trova la moschea Yeni Camii.

    Eravamo in pieno Ramadan e ogni sera per strada era una grande festa. C’era tanta gente in giro e, nella piazza antistante il Ponte di Galata, c’erano file enormi di persone in attesa del loro turno per mangiare tutti insieme in un capannone allestito. Molti invece mangiavano nei giardinetti, con dei plaid a terra o con dei tavolini da campeggio.

    È stata la prima volta che mi sono trovata in un paese del Medio Oriente nel periodo del Ramadan ed è stato molto bello ed emozionante.

    Ricordo ancora come se fosse ieri il richiamo delle moschee a ogni ora, la folla di gente per strada e la magia della condivisione. Per fortuna non è stato un evento singolo e ho avuto l’opportunità e l’occasione di vivere più volte il Ramadan, anche in altri paesi. Ma come si dice: la prima volta non si scorda mai e ancora oggi il richiamo del muezzin delle moschee di Istanbul rimane un dolce ricordo nella mia mente!

    Del resto, il viaggio a Istanbul è stato un po’ il viaggio delle prime volte e forse, proprio per questo, è stato un viaggio magico, unico e irripetibile.

    Mi guardavo intorno con occhi stupiti e sopresi, pieni di curiosità, un po’ come quelli dei bambini quando scoprono le cose per la prima volta.

    Avrei voluto fermarmi a mangiare con le persone del posto per vivere ancora di più le emozioni del momento, ma non era possibile (e all’epoca ero anche un po’ timida). Abbiamo quindi deciso di fermarci a mangiare in un localino tipico sulla strada del ritorno, dove abbiamo assaggiato vari mezes, i famosi antipastini turchi con i quali si può fare una cena completa: falafel, taboulè, ljit kousa che sono dei medaglioni di zucchine, l’hummus di ceci e tanti altri.

    Al ritorno in hotel, abbiamo trovato in camera un vassoietto pieno di lokum, dei dolci turchi simili a caramelle gommose, abbiamo poi indossato ciabattine e accappatoi e ci siamo andati a rilassare nel bagno turco dell’hotel – detto hammam – che è molto diverso dai nostri!

    Gli hammam turchi, infatti, sono divisi in tre zone. La prima zona si chiama camekan ed è una sorta di anticamera, in cui ci si può sedere e rilassare bevendo una tazza di tè e dove ci si cambia e si riceve il peştemal, un tessuto per coprire le parti intime. In seguito si entra nel soğukluk, una stanza di transizione che permette di acclimatarsi prima di entrare nell’hararet, il cuore dell’hammam, caratterizzato da una stanza piena di vapore con delle sedute di marmo laterali e una pietra di marmo centrale chiamata göbektaşı, dove è possibile ricevere i due

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