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Sogna, Viaggia, Vivi!: Diario dal Sud America
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Sogna, Viaggia, Vivi!: Diario dal Sud America
E-book185 pagine2 ore

Sogna, Viaggia, Vivi!: Diario dal Sud America

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Info su questo ebook

Sogna in grande!
Questo diario di viaggio è un'avventura via terra intrapresa da un cittadino del mondo, nella natura incontaminata, passando da un clima caldo delle spiagge oceaniche, ai ghiacciai e alle montagne fredde e innevate della Patagonia e della Terra del Fuoco. Un itinerario di trekking fra strade e sentieri, capitali sudamericane come Quito, Sucre, La Paz, Lima, Buenos Aires, cascate e vulcani, flora e fauna. Un viaggio alla scoperta del senso della vita, in luoghi unici, misteriosi e bellissimi come Machu Picchu (una delle 7 meraviglie del mondo), il vulcano Cotopaxi, la laguna Quilotoa, il Fitz Roy, la montagna arcobaleno Vinicunca, il ghiacciaio Perito Moreno, la Pampa Boliviana. Per l'autore è importante vivere una vita ispirata e ricorda che viaggiare da soli è incredibilmente affascinante. Questa fantastica esperienza non turistica e dal budget limitato di soli 20 euro al giorno, ha permesso all’autore Enrico Giovanni Botta, di entrare nel profondo della filosofia e dello spirito sudamericano che lui ha riportato nelle pagine di questo libro. Tutto il suo percorso è trascritto, giorno dopo giorno, in maniera minuziosa riportando i costi sostenuti per i suoi alloggi. Scritto in prima persona, sotto forma di diario, con citazioni e proverbi nativi americani che riassumono il momento vissuto. Una lettura scorrevole che accompagnerà il lettore in questo viaggio ovunque esso si trovi. L’autore ha deciso di intraprendere questo viaggio per uscire dalla monotonia della sua vita precedente. Una decisione difficile, ma come dice l’autore: “Non ci sono scelte giuste o sbagliate, ognuno ha un destino diverso, ma non esiste nulla di più devastante di un futuro certo e dell’impossibilità di ammirare un orizzonte in continuo cambiamento. Solo quando abbattiamo il muro della paura, riusciamo ad aprire le nostri menti e accogliere ciò che la Vita ci dona ogni giorno per assaporarne la sua vera essenza.”

Il libro è disponibile sia in versione e-book che in edizione stampata.

L’edizione stampata è disponibile sul sito www.enrytraveller.com oppure contattando direttamente Enrico Giovanni Botta al suo indirizzo e-mail, su Facebook o su Instagram (enrytraveller) Le fotografie scattate dall'autore sono incluse sia nell'ebook che nella versione cartacea.

Sito internet: www.enrytraveller.com
Facebook: https://www.facebook.com/enrico.botta.581
Instagram: https://www.instagram.com/enrytraveller/
Youtube: enrytraveller
LinguaItaliano
Data di uscita8 apr 2020
ISBN9788835803676
Sogna, Viaggia, Vivi!: Diario dal Sud America

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    Anteprima del libro

    Sogna, Viaggia, Vivi! - Enrico Giovanni Botta

    Copyright

    Titolo

    Enrico Giovanni Botta

    SOGNA, VIAGGIA, VIVI!

    Diario dal Sud America

    Un sogno…

    169 giorni in cinque Stati del Sud America…

    Due zaini…

    Nessun programma predefinito…

    Un obiettivo…

    La voglia di vivere un’avventura…

    VIAGGIANDO PER IL MONDO

    La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte

    NOTE EDITORIALI E COPYRIGHT

    L’uomo non può scoprire nuovi oceani, finché non avrà il coraggio di perdere di vista la riva (André Gide).

    A mio nonno Pietro che è morto quando ho raggiunto Ushuaia.

    Ai miei genitori, Fernando e Fabiola, che mi hanno donato la vita.

    Autore: Enrico Giovanni Botta

    Edizione stampata: Edizioni Sahel - 2019

    Edizione e-book: aprile 2020

    Impaginazione e grafica: Giuseppe Amico

    Fotografie: Pixabay.com - Enrico Giovanni Botta

    Copyright © 2020 dell’edizione e-book: Enrico Giovanni Botta

    Seguimi su:

    @enrytraveller

    Enrico Giovanni Botta (enrytraveller)

    Blog: https://enrytraveller.wordpress.com

    INTRODUZIONE

    Chi l’avrebbe mai detto? Dopo più di undici anni seduto a una scrivania e una vita che non mi appagava appieno, ho deciso di mollare tutto e di partire alla scoperta di me stesso.

    Una scelta sicuramente non facile, ma che al solo pensiero mi faceva emozionare. Tanto è bastato per capire che la vita che stavo vivendo aveva bisogno di una svolta. La routine, gli stessi percorsi, gli stessi orari mi stavano trasformando in un burattino comandato da chissà quale forza, una forza che giostrava i miei fili e che mi rendeva inerme.

    Premetto che sono nato e cresciuto a Cirano, un paesino di circa 700 anime, ai piedi di una montagna in provincia di Bergamo, dove la mentalità non è mai stata molto aperta. Vivere in un ambiente nel quale la routine la faceva da padrona e dove quasi tutto era preimpostato creava in me un senso di normalità.

    Lavorare, mangiare, dormire, ogni tanto divertirsi era, fino ad allora, il senso che davo alla mia vita, solamente perché così facevano tutti.

    Fortunatamente, tra i ventitré e i trent’anni, ho avuto delle esperienze che hanno dato il la a quello che poi sarebbe stata la mia scelta. Alcuni viaggi in India e Indonesia per lavoro e altri in varie città europee, e poi Cuba, Costa Rica, Thailandia e Sud Africa mi hanno aperto gli occhi e mi han fatto vivere esperienze che non avrei creduto possibili prima.

    Queste brevi ‘espatriate’, insieme alla lettura di alcuni libri di viaggio e altri di crescita personale, mi hanno trasmesso la voglia di conoscere gente nuova, di aprirmi ad altre culture, di confrontarmi, di mettermi in gioco e di uscire da quella vita piatta che mi stavo creando in modo inconscio. Un tema mi ha colpito più di altri e riguarda i rimpianti che ha la gente sul letto di morte. Ecco i principali: «Vorrei avere avuto il coraggio di vivere una vita più vera», «Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti», «Vorrei aver lasciato la porta aperta alla felicità nella vita»...

    Spesso e volentieri, nell’ultimo periodo, mi domandavo il perché di questa mia vita, se ciò che stavo facendo mi faceva star bene e soprattutto cosa desiderassi veramente per il mio presente e il mio futuro.

    Ho capito che non stavo vivendo la mia vita appieno, come volevo, e così ho deciso di lasciare il lavoro a tempo indeterminato e di concentrarmi sui miei veri obiettivi e desideri: in primo luogo viaggiare in solitaria, uscire da una vita di lavoro, ma anche di comfort e mettermi in gioco con la Vita.

    Subito dopo aver preso questa decisione la maggior parte della gente che avevo intorno mi riteneva un pazzo, perché per loro poter contare su un posto fisso era la cosa migliore che ci potesse essere.

    In realtà, come dice la parola stessa, il posto fisso ti rende immobile e vincolato. Anche i miei genitori e i miei fratelli in un primo momento sono stati un po’ perplessi, ma dopo qualche giorno, avendo capito i miei desideri, mi hanno appoggiato nella scelta.

    Con questo non voglio dire che non sia necessario lavorare, perché non è così. Quello che voglio far recepire alle persone che leggeranno il libro è che la Vita, per come la vedo io, deve essere un percorso che ci porta a migliorare, che ci dia stimoli ed emozioni e che ogni sera prima di andare a dormire faccia dire a noi stessi: «Che splendida giornata!». Un po’ come da bambino, quando scopri ogni giorno un mondo nuovo e nonostante le difficoltà non molli mai.

    Il mio obiettivo, che mi gironzolava in testa da qualche mese, era il viaggio in Sud America e più precisamente percorrere via terra la tratta Quito-Ushuaia, passando quindi dall’equatore alla città più australe del mondo, con il solo aiuto dei bus, delle mie gambe e dell’autostop.

    Ho scelto il Sud America perché, dopo le esperienze in Centro America, mi è piaciuto il modo di porsi delle persone, la loro tranquillità e lo stile di vita che hanno. Inoltre, rispetto all’Europa, è una meta molto più economica e comunque con tantissime cose da vedere, che siano città, natura o luoghi quasi inesplorati.

    A fine dicembre, proprio quando stavo preparando lo zaino, mio padre si è sentito male mentre era in vacanza in Egitto, per cui ho rinunciato alla partenza che era prevista pochi giorni dopo.

    Anche questo fa parte della vita. Non so se sia stato un segno o semplicemente il caso, sta di fatto che durante i mesi di degenza di mio padre ho imparato moltissime cose e soprattutto che non bisogna dare nulla per scontato e che la vita non guarda i programmi che hai in testa. Lei va, senza aspettarti e sei tu che devi cercare la via migliore da percorrere, sempre grato, per ogni istante di esistenza in più su questa terra.

    Devo ammettere che non è stato facile, ma dentro di me sapevo che era la cosa giusta da fare e che comunque, a breve, sarei partito per la mia avventura, per vivere la mia vita.

    LA PARTENZA

    A luglio compro il biglietto di sola andata per Quito con data 28 agosto 2018.

    Per mesi cerco degli sponsor che mi avrebbero potuto aiutare con del materiale o economicamente, solo uno si rende disponibile.

    La società Safilens® mi fornirà le lenti a contatto e le gocce oculari necessarie per il viaggio.

    Stabilisco il mio budget per questa avventura: 20 euro al giorno (come media), sono convinto di poterlo rispettare.

    Non prenoto nulla: di giorno in giorno deciderò, chiederò informazioni alla gente che incontrerò lungo il cammino e cercherò anche sui siti internet, dove sostare e dove dormire in base alla bellezza del luogo, alle cose da vedere e da fare, al clima. In questo modo non precluderò nulla e non sarò vincolato a rimanere in posti che non mi piacciono o lasciare luoghi che vorrei conoscere meglio. Inoltre, non voglio acquistare schede per il telefonino, utilizzerò internet solamente nei luoghi con il wi-fi per purificarmi da questo strumento bellissimo, ma pericoloso.

    Viaggiare con un obiettivo, ma al contempo lasciarsi trasportare dalle situazioni e dalle emozioni che si creano lungo il tragitto, credo sia il modo migliore per vivere a pieno ogni attimo e dare importanza al presente senza pensare a ciò che è stato o proiettarsi troppo nel futuro.

    Citazione di Louis L.: E’ il sentiero che conta, non la sua fine. Viaggiate troppo velocemente, e perderete tutto quello per cui viaggiate

    ITINERARIO DI VIAGGIO

    ECUADOR

    Popolazione: 16.633.149 abitanti (dato del 2017)

    Superficie: 283.561 km2

    Valuta: Dollaro statunitense (Codice USD - simbolo $)

    28 Agosto 2018

    Non aspetto la sveglia per alzarmi. Ho troppe cose da fare prima di partire per questa nuova avventura: disfo il letto, faccio colazione e saluto mio papà: entrambi con le lacrime agli occhi, che cerchiamo di nascondere.

    Non pensavo fosse così dura, ma al tempo stesso so che è la scelta giusta.

    Durante il tragitto verso l’aeroporto vengo invaso da mille pensieri. Mi sento un frullato di emozioni e dentro di me sento che sono pronto. Si parte!

    29 Agosto

    Ostello Latinos brothers house: 5 $/notte (4,50 €)

    Ci vogliono quattordici ore di volo e uno scalo per arrivare in aeroporto a Quito, in Ecuador, dove timbro il mio primo visto d’entrata in questo Paese. Ancora un po’ titubante salgo su un bus tutto colorato diretto verso il centro città. Si ferma a qualche chilometro dall’ostello che avevo adocchiato su internet qualche giorno prima e mi avvio. Sono immerso in un nuovo mondo e ancora non ci credo.

    Devo tirare per ben tre volte la cordina del campanello, che è più simile a un congegno medievale, prima che mi apra la porta Oscar, un giovane ragazzo che gestisce la struttura con la famiglia. Salgo quattro piani e mi mostra la camera, la cucina, i bagni e infine, la terrazza che domina gran parte della città vecchia. Certamente non è il massimo, ma per cinque dollari a notte va più che bene, anche perché mi serve solamente per dormire e lavarmi.

    Prima di andare in camera osservo la città dal terrazzo mentre si fa buio. Le luci, una ad una, si accendono e rendono l’atmosfera molto rilassante e tranquilla. In lontananza posso vedere El Panecillo (piccolo pezzo di pane in spagnolo): è una collina alta duecento metri di origine vulcanica situata tra la parte meridionale e centrale di Quito, dove sulla sommità svetta, illuminata, la statua della Madonna, alta ben 45 metri.

    30 Agosto

    Dopo aver recuperato le ore di sonno perse mi faccio una bella doccia pronto per visitare il centro cittadino, i suoi parchi e alcuni monumenti che lo caratterizzano. Scendo qualche scalino e vedo davanti a me un topolino morto, molto probabilmente ucciso dal cane che vive nell’ostello. Quito è costruita sulle fondamenta di un’antica città Inca ed è conosciuta per il centro coloniale ben conservato dove si trovano numerose chiese caratterizzate da un mix di stili tra cui quello europeo, indigeno e moresco. Camminando tra le vie noto molte persone intorno a me e, quando le guardo, rispondono con un sorriso.

    Girando tra le bancarelle di un mercato locale vedo punti vendita di ogni genere: sono esposti oggetti per la casa, carne, frutta fresca e zuppe... vicino a vere e proprie officine, create in locali più simili a garage, dove si saldano e si tagliano col flessibile delle ringhiere su piccoli banchi da lavoro. Le polveri metalliche circondano le persone che affollano il mercato come se nulla fosse e questo mi pare strano, per come sono abituato, soprattutto per quanto riguarda l’igiene. Ma qui siamo in Sud America e devo vedere le cose da un altro punto di vista. Dopo aver bevuto un gustoso frullato di frutta continuo a girare per le bancarelle e acquisto un adattatore per caricare il mio telefono cellulare e un libro in lingua spagnola Padre rico, padre pobre di Robert T. Kiyosaki, che avevo già letto in italiano, così da poter leggere nei momenti di relax e apprendere più velocemente questa lingua.

    31 Agosto

    Oggi è il giorno giusto per fare una bella camminata e raggiungere il vulcano inattivo Rucu Pichincha a 4.698 m s.l.m.. Questo è situato tra il Guagua Pichincha e la città di Quito, funge da schermo e la difende dalle eruzioni del Guagua. Il cratere del Rucu è a forma di ferro di cavallo, con un diametro di 2 km e una profondità di 600 metri. L’ultima eruzione del vulcano si è verificata circa 50.000 anni fa.

    Non ho bisogno della sveglia per alzarmi e alle 5:00, anche grazie al fuso orario, sono già sotto la doccia. Prendo lo zaino, aspetto che la commessa del panificio sotto l’ostello apra il negozio per fare rifornimento e parto. Mi aspettano 12 km di sentieri e un dislivello di circa 1830 metri per arrivare in vetta. Cerco di passare velocemente la zona collinare che mi porta al sentiero, dopo aver ricevuto alcuni consigli e notizie non molto confortanti da persone locali in merito a rapimenti e furti nella zona. In passato mi è capitato solamente una volta di essere derubato da un ladro, che aveva puntato la pistola addosso alla mia amica e a me in Costa Rica, dopo essere sbucato da dietro una jeep ed essersi incappucciato; non è stato affatto bello e, nonostante ora sia tranquillo, spero che non mi ricapiti una situazione simile. Fortunatamente la prima ora di cammino si rivela priva di pericoli e abbastanza semplice, fino a quando, giunto a quota

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