Saggio sul Romanzo di Cavalleria
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Le strane avventure è, diremmo, quasi la sola essenziale ed indispensabile qualità indicata nella definizione del Johnson. Noi saremmo quasi inchinevoli a stabilire essere il romanzo “una favolosa narrazione in prosa od in versi, la cui attraente possanza è fondata sopra maravigliosi e straordinari incidenti. Definizione che si contrappone a quella data dallo stesso Johnson della Novella, cioè di essere una breve storia quasi sempre d'amore” — che per altro poi volontieri spiegheremmo piuttosto per una favolosa narrazione diversa dal romanzo, che ritrae gli accidenti dell'ordinario vivere e del moderno stato della società. Stando a siffatte definizioni egli è evidente, dalle distinzioni fatte, potervi essere tali componimenti che si sarà dubbiosi in decidere se appartengano piuttosto a questa, che a quella categoria; e ciò per riunire in sè caratteri sia dell'una che dell'altra specie. Ciò non pertanto tali definizioni si troveranno bastevolmente esatte ed utili per determinare i limiti del presente saggio.
Sir Walter Scott
Sir Walter Scott (1771-1832) was a Scottish novelist, poet, playwright, and historian who also worked as a judge and legal administrator. Scott’s extensive knowledge of history and his exemplary literary technique earned him a role as a prominent author of the romantic movement and innovator of the historical fiction genre. After rising to fame as a poet, Scott started to venture into prose fiction as well, which solidified his place as a popular and widely-read literary figure, especially in the 19th century. Scott left behind a legacy of innovation, and is praised for his contributions to Scottish culture.
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Saggio sul Romanzo di Cavalleria - Sir Walter Scott
Il traduttore
L'epopea romanzesca, che sorta nel medio evo si diffuse per tutta Europa, è oggidì soggetto delle investigazioni di dottissimi uomini. I signori Paris, Monin e Fauriel in Francia, Dunan in Ispagna, Mone e Bekker in Germania, Ferrario e qualche altro in Italia, W. Scott, Panizzi e molti altri in Inghilterra vennero a spargere di molta luce su queste produzioni. Fra i citati il chiarissimo signor Panizzi nella Introduzione all’incomparabile edizione del Bojardo e dell'Ariosto, che sta ora pubblicando in Londra, intitolata: Saggio sulla poesia narrativa romanzesca degl’Italiani; sviluppò con acume di critica e dovizia di dottrina, la ragion poetica di essi poemi e su quai fondamenti storici siano appoggiati, tal che io credetti ben meritare da’ miei connazionali voltandola dall’inglese in italiano.
Per altro abbisognandomi prima di darlo in luce di aver sott'occhio i cinque ultimi volumi, che usciranno in breve, onde valermi di quanto quel dotto signore avrà aggiunto nelle note, ed aspettando eziandio di veder pubblicata la storia delle Chansons de geste del signor Laria profondamente versato in questi studj, divisai, per incominciare a chiamar l'attenzione degl'italiani su questa parte della letteratura, di mandar fuori il Saggio intorno ai romanzi cavallereschi del principe dei moderni romanzieri, cioè di W. Scott; breve ma sugoso lavoro, non per anco, ch'io sappia, tradotto in francese od in tedesco, il quale agevolerà la via all'opera più voluminosa e più speciale per noi del chiarissimo signor Panizzi,
Ho creduto dovervi apporre poche noterelle, alcune in pro de’ lettori non familiari colla storia letteraria inglese, altre o per raddrizzare qualche men provata asserzione dell'illustre scozzese, ovvero per aggiunger cose a mio avviso bastevolmente importanti da non essere taciute.
GIOVENALE VEGEZZI
Saggio sul romanzo
Il dottor Johnson definì essere il romanzo nel suo primitivo significato — una favola militare del medio evo; una storia di strane avventure amorose e cavalleresche.
Sebbene tale definizione esprima esattamente l'idea, che d'ordinario si unisce ad essa parola, tuttavia non è abbastanza comprensiva, onde significare quanto fa il soggetto del nostro tema. Una composizione può essere un vero romanzo senza che ragioni di cose di amore, di cavalleria, o di guerre dei tempi di mezzo.
Le strane avventure è, diremmo, quasi la sola essenziale ed indispensabile qualità indicata nella definizione del Johnson. Noi saremmo quasi inchinevoli a stabilire essere il romanzo una favolosa narrazione in prosa od in versi, la cui attraente possanza è fondata sopra maravigliosi e straordinari incidenti. Definizione che si contrappone a quella data dallo stesso Johnson della Novella, cioè di essere una breve storia quasi sempre d'amore
— che per altro poi volontieri spiegheremmo piuttosto per una favolosa narrazione diversa dal romanzo, che ritrae gli accidenti dell'ordinario vivere e del moderno stato della società. Stando a siffatte definizioni egli è evidente, dalle distinzioni fatte, potervi essere tali componimenti che si sarà dubbiosi in decidere se appartengano piuttosto a questa, che a quella categoria; e ciò per riunire in sè caratteri sia dell'una che dell'altra specie. Ciò non pertanto tali definizioni si troveranno bastevolmente esatte ed utili per determinare i limiti del presente saggio.
La parola romanzo nel suo primitivo significato era lungi dal convenire colla definizione che ora ne abbiam data. S'intendeva per essa qualcuno dei popolari dialetti dell'Europa sorti (come quasi tutti questi dialetti lo erano ) dalla lingua romana, cioè il latino. Il nome di romanzo fu indistintamente dato all'italiana ed alla spagnuola ed anche alla lingua inglese (almeno in una singolare occasione)1, però fu specialmente dato alla lingua derivativa della Francia, che componevasi di vocaboli del dialetto gotico del Franchi, del celtico, del linguaggio degli antichi Gallesi e del classico latino. Perciò leggesi in Roberto di Brunne:
All'is calde geste Inglish,
That en this language spoken is
Frankis speech is called Romance
So Sayis clerkis aud men of France.2
Sino da un'epoca assai lontana, cioè dall'anno 1150, risulta chiaramente che la lingua romanza fu distinta dalla latina, e che si traduceva da questa in quella. In un antico romanzo il cui tema è Alessandro ed è citato da Fauchet, dicesi ch’esso fu scritto da un dotto Cherico,
Qui de latin la hest, et en Roman la mit.
I più divulgati romanzi del medio evo furono composti in lingua romanza, ovvero francese, che fino ad un certo segno era la lingua dei ragionamenti di amore e cavalleria, e quelli che vennero scritti in inglese si riferiscono perciò ad originali francesi: originali che, se non in tutti, almeno in gran parte dei casi, si deve supporre abbiano esistito, Da ciò quella frequente formola: come il romanzo legge
As in romance we read;
ovvero: giusto come il romanzo a noi racconta
Right as the romaunt us tells;
ed equivalenti frasi conosciutissime a tutti coloro che hanno scorso siffatte produzioni. Per tal modo naturalmente e certo fuori dubbio il nome di romaunt o romanzo trapassò dal significare la lingua a significar la specie particolare de’ componimenti nei quali esso era di tanto impiegato ed a cui così comunemente si riferiva. Quando abbia per la prima volta avuto luogo in quelle andate età una tale mutazione di significato, non vi ha mezzo di conoscerlo, ma pelle migliori autorità siamo assicurati che questo vocabolo fu adoperato coll'odierno valore fino dai tempi di Odoardo III.
Chaucer non potendo trovar modo la notte di addormentarsi ci narra, che onde ingannar l'ore,
Upon my bed I sate upright;
A Roumance, and he me it took
To read and drive the night away.3
Il libro descritto come per essere un romanzo conteneva al dire del poeta stesso,
fables
That clerkis had in old time,
And others poets put in rhyme.4
soggiunse poscia l'autore un po’più sotto
This book ne spake but of such things,
of queens’live and of Kings?5
Risulta essere quel libro non altro che le metamorfosi di Ovidio, e Chaucer, impiegando il vocabolo romanzo a significar quelle, prova bastevolmente come a’suoi tempi una tal parola avesse il valore di oggi giorno.
Avendo così dichiarata la derivazione di questo vocabolo, divideremo le nostre ricerche in tre principali rami, quantunque di estensione non uguale. Nel PRIMO ci proponiamo di mostrare l'istoria e l'origine di questa specie di componimenti ed in particolare di quelli relativi alla cavalleria dell'Europa, che formano necessariamente l'oggetto il più importante delle nostre ricerche. Nel secondo di dare un brieve sunto della storia dei romanzi cavallereschi presso le diverse nazioni dell'Europa. Nel terzo di offerire una mostra delle varie specie di composizioni romanzesche che tennero dietro agli antichi romanzi cavallereschi e poscia li surrogarono, colle quali notizie noi darem fine al presente saggio.
I.
Nell'esame fatto da Hurd6, Percy ed altri letterati degli anni addietro sull'origine e l'istoria delle finzioni romanzesche, l'attenzione loro fu così fattamente rivolta solo a quelle che trattano di cavalleria, da porre in dimenticanza che, sebbene queste sieno piacevoli e di assai importanza, esse per altro non formano che un sol ramo di una classe estesa e numerosa. I progressi del Romanzo andarono di pari con quelli della società, che durando alquanto in uno