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"I Promessi Sposi": un romanzo nuovo
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E-book57 pagine41 minuti

"I Promessi Sposi": un romanzo nuovo

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Non passa quasi giorno senza che qualcuno si senta in dovere di scagliare la propria pietra contro I promessi sposi. Chi lo fa, per lo più non sa che è una storia lunga, cominciata con Carducci e proseguita da tanti epigoni, ormai sepolti nell’oblio. I più zelanti denigratori dei Promessi sposi, spiace dirlo, sono alcuni professori: come quelli che, pensando di essere originali, fecero scrivere alle loro classi una lettera a Calvino e a Camilleri, per vantarsi che avevano sostituito la lettura del romanzo di Manzoni con quella di un loro libro. Credevano di raccogliere gli applausi certamente dovuti a un’operazione così intellettualmente coraggiosa e all’avanguardia e, chissà, forse anche un po’ di gloria: ma sia Calvino sia Camilleri risposero sconfessando la scelta e dichiarando, l’uno che I promessi sposi sono un romanzo che accompagna per tutta la vita, l’altro che sono il più grande romanzo del Novecento. Più recentemente, è giunto lo stimolante invito di Umberto Eco a leggerlo di nascosto, come fosse un libro proibito. Se aggiungessi che papa Francesco lo tiene sul comodino e lo ha letto tre volte, sarebbe facile dire che lo apprezza perché è cattolico; ma la concordanza di pareri tra un papa e tre grandi scrittori e intellettuali non cattolici dovrebbe far riflettere chi ha ancora l’impudenza di sostenere che I promessi sposi vanno tolti dalla scuola. Dopo aver ricordato che si tratta di una lettura non obbligatoria, bisogna avere il coraggio di affermare che escluderli dalla scuola sarebbe una operazione reazionaria, classista e colpevole, perché priverebbe i nostri giovani di un capolavoro. (...) In questo inserto intendiamo offrire alcuni spunti che la recentissima critica manzoniana ha scoperto o riscoperto e che dimostrano la straordinaria modernità di un libro che non vuole saperne di invecchiare. Chiede solo di essere letto senza pre-giudizi: questa è forse l’operazione più difficile. In libreria c’è un romanzo nuovo: I promessi sposi. Vecchi sono gli occhiali con cui tante volte lo leggiamo. Buttiamoli via.

Dall'introduzione di Pierantonio Frare


Pierantonio Frare, Troppa religione, per un romanzo!; Isabella Binda, "Storia e novità dei "Promessi sposi": vicende compositive, innovazioni tematiche e linguistiche, multimedialità; Federica Alziati, La Provvidenza, il male, il libero arbitrio: dal romanzo alla "Storia della Colonna infame"; Matteo Sarni, Un romanzo moderno: polifonia e multiprospetticità; Monica Bisi, Un romanzo inquieto e inquietante; Ottavio Ghidini, "Il più grande romanzo italiano del Novecento"; Controcorrente;
LinguaItaliano
Data di uscita11 dic 2017
ISBN9788838246401
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    "I Promessi Sposi" - Pierantonio Frare

    BIBLIOGRAFIA

    Introduzione

    Un romanzo nuovo

    Non passa quasi giorno senza che qualcuno si senta in dovere di scagliare la propria pietra contro I promessi sposi . Chi lo fa, per lo più non sa che è una storia lunga, cominciata con Carducci (ma almeno lui il romanzo lo aveva letto e lo conosceva molto bene; ed era contrario ai romanzi in sé ai quali pronosticava vita breve: dalla veridicità della profezia si può arguire la sicurezza del suo giudizio, almeno in questo ambito) e proseguita da tanti epigoni, ormai sepolti nell’oblio. I più zelanti denigratori dei Promessi sposi , spiace dirlo, sono alcuni professori: come quelli che, pensando di essere originali, fecero scrivere alle loro classi una lettera a Calvino e a Camilleri, per vantarsi che avevano sostituito la lettura del romanzo di Manzoni con quella di un loro libro. Credevano di raccogliere gli applausi certamente dovuti a un’operazione così intellettualmente coraggiosa e all’avanguardia e, chissà, forse anche un po’ di gloria: ma sia Calvino sia Camilleri risposero sconfessando la scelta e dichiarando, l’uno che I promessi sposi sono un romanzo che accompagna per tutta la vita, l’altro che sono il più grande romanzo del Novecento. Più recentemente, è giunto lo stimolante invito di Umberto Eco a leggerlo di nascosto, come fosse un libro proibito. Se aggiungessi che papa Francesco lo tiene sul comodino e lo ha letto tre volte, sarebbe facile dire che lo apprezza perché è cattolico; ma la concordanza di pareri tra un papa e tre grandi scrittori e intellettuali non cattolici dovrebbe far riflettere chi ha ancora l’impudenza di sostenere che I promessi sposi vanno tolti dalla scuola.

    Dopo aver ricordato che si tratta di una lettura non obbligatoria, bisogna avere il coraggio di affermare che escluderli dalla scuola sarebbe una operazione reazionaria, classista e colpevole, perché priverebbe i nostri giovani di un capolavoro. In quale altro romanzo il lettore è messo di fronte a temi come il libero arbitrio e il determinismo, la giustizia e l’ingiustizia, il potere e la servitù, l’opulenza di pochi e la miseria di molti, la fede e l’incredulità, la vita e la morte, l’amore e l’odio, la fedeltà e il tradimento, la vendetta e il perdono? E tutto questo in un linguaggio che provoca lo sdegno, ma mai la rabbia o il nichilismo, entrambe forze distruttive; che mostra che il mondo così com’è («così andava il mondo nel secolo decimosettimo…») non va bene, ma che non per questo bisogna perdere la speranza di farlo andare meglio e a questo dobbiamo dedicarci con tutte le nostre forze, pur sapendo che ciò non garantirà il successo dell’impresa. Pensiamo forse che tutte queste cose non interessino alle ragazze e ai ragazzi che frequentano la scuola, italiani o no che siano? Che dietro un’ostentata indifferenza, a volte difficile da scalfire, non ci sia in loro un’urgenza di vita e un affollarsi di domande che aspettano di essere riconosciute nelle loro varie forme e di trovare le parole per dirsi, dei personaggi in cui rispecchiarsi? Queste parole e questi personaggi stanno anche, se non soprattutto, nei Promessi sposi.

    Certamente, non si tratta di una lettura facile; ma il compito della scuola è proporre solo le cose facili o proporre le cose che contano? non mi direte che sia facile imparare le equazioni di secondo grado o la tavola di Mendelev, la cui utilità nella vita di tutti i giorni, per la stragrande maggioranza della persone scolarizzate, è infinitamente inferiore a quella della lettura dei Promessi sposi. Toccherà all’insegnate, nella sua relazione didattica ed educativa con la

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