Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Amore che
Amore che
Amore che
E-book66 pagine46 minuti

Amore che

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

La Divina Commedia: un capolavoro per tutti e per tutte le età, in una gincana di stili.

Amore che: Canto V, Paolo e Francesca. Un libro per i piccoli e i grandi studenti, per i curiosi e i prof.
LinguaItaliano
Data di uscita13 dic 2016
ISBN9788892640597
Amore che

Correlato a Amore che

Ebook correlati

Aiuto allo studio e preparazione esami per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Amore che

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Amore che - Marco Cerani

    dell’Editore.

    Prefazione lampo

    Quando si cercano informazioni per un approfondimento, in internet si trova molto, ma non tutto. Di questo molto, troppo non è corretto. Prestate attenzione quando vi servite dei celeberrimi copia e incola – una raccomandazione da parte dei prof -.

    Questo libro è la mia personale interpretazione e visione del V canto dell’Inferno. Per tanto, se siete curiosi nessun problema, ma se avete un’interrogazione e l’audacia non rientra nelle vostre inclinazioni, attenetevi alle indicazioni dei vostri professori.

    La prefazione è la parte che ha come finalità la comprensione di un libro attraverso la chiave interpretativa fornita dal suo autore o curatore. Sono pagine che il lettore salta a piè pari per i motivi più svariati.

    Mi limiterò quindi ad accennare a due realtà. La prima, a mio avviso, è il concetto di amore che Dante con maestria riesce a trasmettere al lettore utilizzando pochissime parole; ecco il primo perché della scelta del V canto. Il secondo è che la Divina Commedia, se parafrasata tenendo conto dell’età e della preparazione del lettore, è un capolavoro adatto a tutti.

    Vi lascio con la frase di copertina: Paolo e Francesca. Il V canto dell’Inferno per grandi e per piccini, per cervelloni e burattini.

    Buona lettura,

    Marco Cerani

    La lingua italiana

    Nulla è storicamente così certo da poter essere imbrigliato in uno schema preciso e questo concetto varrà per tutte le argomentazioni contenute nel libro. Non tutti i documenti e le iscrizioni ritrovate, sia da un punto di vista linguistico sia storico, sono facilmente collocabili su una linea temporale accurata. Per questa motivazione, anche il voler suddividere le molteplici parlate in aree geografiche ben distinte diventa tutt’altro che semplice. Ritengo tra l’altro appropriato rimarcare che la lingua italiana, come tutte le lingue vive, dialetti compresi, è in continua evoluzione. L’errore più comune è credere, per esempio, che i dialetti abbiano oltre alla parlata odierna, anche una parlata stretta, come voler implicitamente sostenere che ne esista una larga. La differenza sta solo nell’azione nel tempo: d’altro non si tratta che di evoluzione lessicale.

    L’italiano è una lingua romanza: una lingua derivata dal latino. La diffusione del latino, data l’enorme estensione dell’Impero nell’epoca di Augusto, è importante per definire il rapporto tra il latino stesso e l’italiano, così come è importante il rapporto tra la forma parlata e scritta e, ancora, le differenze da luogo a luogo, tra le classi sociali e le influenze esterne – nell’Italia settentrionale, per esempio, v’è stata l’influenza celtica, mentre nel meridione quella greca -. A partire dal latino si svilupparono gli idiomi, detti anche volgari, vale a dire lingue parlate dal popolo, e proprio da alcuni di questi idiomi nacquero le lingue letterarie come l’italiano, il francese, lo spagnolo, il rumeno e il romancio.

    Intorno al XIII secolo, nel nostro Paese, alcuni scrittori e poeti scelsero spontaneamente la lingua volgare per comporre le loro opere: in particolar modo, l’utilizzo del fiorentino in sostituzione del latino, fino ad allora lingua letteraria, trovò i suoi più grandi promotori in Dante, Petrarca e Boccaccio. Bisognerà attendere fino al 1525, anno di pubblicazione di Le prose della volgar lingua di Pietro Bembo, per assistere alla prima formulazione di un canone linguistico. Il Bembo indicherà il toscano letterario del Trecento, quello di Boccaccio, Petrarca e – in minor misura, per la contaminazione con il registro linguistico popolare presente soprattutto in alcuni canti della Commedia – Dante, come modello del volgare: ha quindi inizio la stabilizzazione normativa dell’italiano.

    Si tratta di un processo lunghissimo in cui è importante distinguere la lingua letteraria da quella di uso comune, la lingua di coloro che, a partire dall’unità d’Italia, diventeranno gli italiani. Solo nel periodo successivo al Dopoguerra, complice una maggiore scolarizzazione, la diffusione di giornali, radio e TV, assisteremo a un lento abbandono del dialetto in favore della lingua comune, nazionale. C’è tuttavia da fare una distinzione tra

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1