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Salam, Gerusalemme: Un diario del Dr. Mohammed Khallouk, tradotto e introdotto dalla Dr. phil. Milena Rampoldi
Salam, Gerusalemme: Un diario del Dr. Mohammed Khallouk, tradotto e introdotto dalla Dr. phil. Milena Rampoldi
Salam, Gerusalemme: Un diario del Dr. Mohammed Khallouk, tradotto e introdotto dalla Dr. phil. Milena Rampoldi
E-book61 pagine30 minuti

Salam, Gerusalemme: Un diario del Dr. Mohammed Khallouk, tradotto e introdotto dalla Dr. phil. Milena Rampoldi

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Info su questo ebook

Nei singoli capitoli del testo seguiamo Mohammed, che in terza persona ci racconta del suo viaggio in Israele. Lo seguiamo passo per passo, a partire dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, come ci mostra Gerusalemme und Tel Aviv, viste dalla prospettiva di un arabo marocchino che ha conosciuto per la prima volta l'ebraismo nel suo incontro con l'ebreo marocchino Simon Lévy, professore di spagnolo e fondatore del museo dell'ebraismo marocchino di Casablanca, che di se stesso diceva: La mia religione è l'ebraismo, e la mia cultura l'Islam.
LinguaItaliano
Editoreepubli
Data di uscita20 mag 2015
ISBN9783737544917
Salam, Gerusalemme: Un diario del Dr. Mohammed Khallouk, tradotto e introdotto dalla Dr. phil. Milena Rampoldi

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    Anteprima del libro

    Salam, Gerusalemme - Milena Rampoldi

    Impressum

    Salam Gerusalemme - Un diario del Dr. Mohammed Khallouk, introdotto e tradotto dalla Dr. phil. Milena Rampoldi

    published by: epubli GmbH, Berlin, www.epubli.de

    Copyright: © 2015 Dr. Mohammed Khallouk e Dr. phil. Milena Rampoldi

    ISBN 978-3-7375-4491-7

    Tutti i diritti riservati

    In omaggio allo storico ebreo Simon Lévy, che mi ha permesso di conoscere per la prima volta l’ebraismo. Era il fondatore del primo e fino ad ora unico Museo Ebraico del mondo arabo a Casablanca e riteneva sempre che vi fosse una stretta relazione tra la propria identità marocchino-araba e quella ebraica. Il suo massimo rispetto per la fede musulmana lo esprimeva nella seguente frase, particolarmente degna di nota:

    La mia religione è l’ebraismo, e la mia cultura l’Islam.

    Dedica

    Vorrei dedicare questa traduzione e presentazione del libro del Dr. Mohammed Khallouk a tutte le attiviste e a tutti gli attivisti, impegnati per la pace in Medio Oriente. A livello estetico, mi hanno ispirato le pitture calligrafiche dell’artista di origine siriana Kinda Hibrawi sul tema della speranza (in arabo: ‘amal).

    Indice

    Prefazione della traduttrice

    Presentazione dell‘autore

    Presentazione della traduttrice

    1 Atterraggio all’aeroporto di Ben Gurion

    2 L’arrivo nella Città Santa

    3 Passeggiata serale nella città vecchia

    4 Una pensione palestinese

    5 Nell’archivio di ricerca

    6 Shopping nei quartieri moderni

    8 Soggiorno a Tel Aviv

    9 Volo di ritorno

    10 Lettera a un amico ebreo

    Prefazione della traduttrice

    Questo libro mi ha raggiunto in un momento cruciale del mio attivismo politico e per i diritti umani in Palestina, iniziato all’indomani della guerra di aggressione israeliana contro Gaza nell’estate del 2014, con la mia giovane associazione ProMosaik e.V. Ovviamente, come donna musulmana e come attivista per i diritti umani, sono convinta, che l’antisionismo ebraico rappresenti una forza irrinunciabile per realizzare finalmente una pace duratura con i palestinesi, martorizzati dalla nakba, dall’occupazione israeliana e dal regime israeliano, caratterizzato dall’apartheid e dalla discriminazione etnico-religiosa. Sono anche convinta del fatto che l’ebraismo autentico e il sionismo si contraddicano del tutto: l’ebraismo, infatti, per me rappresenta una religione del dialogo, del Tu, dell’umanesimo e della pace, mentre il sionismo simboleggia il neocolonialismo, il neo-imperialismo e il militarismo espansionista del regime militarista israeliano.

    Nel testo di Mohammed ho ritrovato un anello mancante, da aggiungere al mio discorso antisionista: e cioè l’approccio interreligioso islamico al tema: ovvero il rapporto tra l’Io e il Tu umani, instauratosi in modo naturale e al di fuori del conflitto politico, tra ebrei e musulmani. Partendo da quest’angolazione positiva, diviene possibile credere in una pace interreligiosa monoteista, che viene dal

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