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La bilocazione: che cos'è e come avviene
La bilocazione: che cos'è e come avviene
La bilocazione: che cos'è e come avviene
E-book144 pagine1 ora

La bilocazione: che cos'è e come avviene

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Info su questo ebook

In Inghilterra, fu lanciato un appello a mezzo stampa e radio, con lo scopo di chiedere resoconti “di prima mano” su esperienze nelle quali il soggetto avesse avuto l’impressione di osservare le cose da un punto situato al di fuori del proprio corpo fisico.
Pervennero circa quattrocento risposte. I mittenti furono invitati a riempire alcuni questionari particolareggiati. Tali relazioni, analizzate e schedate, hanno dato origine a questo libro, consentendo anche l’elaborazione scientifica dei dati e la stesura di confronti e statistiche.
Nell’esperienza di tipo parasomatico, si ha l’impressione di avere un altro corpo, che però manca di caratteristiche materiali, mentre in quella asomatica il soggetto conserva soltanto la coscienza di sé, come se fosse un essere temporaneamente disincarnato.
L’Autrice analizza le correlazioni tra bilocazione e altre esperienze di tipo paranormale, sottolineando in particolare i parallelismi tra le esperienze bilocative e le apparizioni; un evidente rapporto esiste anche tra i fenomeni mistici e quelli bilocativi, mentre talvolta lo stato di bilocazione è addirittura indotto da riflessioni filosofiche sul proprio io.
La meditazione e il rilassamento sono in egual modo valide premesse per provocare il processo bilocativo. In molti soggetti, infine, quest’esperienza comporta effetti simili a quelli dovuti all’assunzione di sostanze stupefacenti.
Tali argomenti, oltre alla rigorosa interpretazione scientifica dei fatti esaminati e all’intelligente elaborazione dei dati eseguita dalla Green, fanno di questo volume un’opera di grande interesse parapsicologico.
LinguaItaliano
Data di uscita3 set 2018
ISBN9788879383967
La bilocazione: che cos'è e come avviene
Autore

Celia Green

È Direttrice dell'Istituto di Ricerche Psicofìsiche dell'Università di Oxford, da lei stessa fondato nel 1961. Nota e affermata studiosa di psicologia, filosofia e parapsicologia, Celia Green in precedenza aveva insegnato matematica e fisica teorica al Somerville College di Oxford e tenuto un corso di Ricerca Psichica al Trinity College di Cambridge. Notevoli sono anche le sue ricerche sui sogni lucidi esposte nel libro Sogni lucidi pubblicato da Edizioni Mediterranee.

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    Anteprima del libro

    La bilocazione - Celia Green

    Prefazione

    Con questo studio sulle esperienze di bilocazione, Celia Green ha portato un contributo notevole alla letteratura di ricerca psichica. Esperienze di questo genere sono state prese in considerazione già in precedenza; ma, a mia conoscenza, le relazioni sull’argomento sono state piuttosto rare negli ultimi anni. Gli scettici potevano affermare: Simili cose non accadono più al giorno d’oggi; e il fatto che non accadessero le rendeva sospette. Celia Green ha mostrato che possono accadere anche oggi. Il suo studio è basato su un’ampia raccolta di casi, compiuta dall’Istituto di Ricerca Psicofisica. Inoltre i soggetti di queste particolari esperienze extra-corporee sembrano essere persone di non comune intelligenza, come appare sia nelle descrizioni delle loro esperienze, sia nelle risposte alle domande dei ricercatori. Ci è così permesso di avere un’immagine più chiara di quel che si prova in una esperienza bilocativa. Possiamo anche capire meglio quali sono i fattori da considerare per una teoria sulle esperienze bilocative.

    Esistono comunque differenze tra queste descrizioni e quelle anteriori, per esempio quelle citate e discusse nel libro di Tyrrel Apparizioni¹. Solo pochissimi fra i soggetti dell’Istituto menzionano il cordone d’argento che unisce il corpo fisico con l’altro corpo che essi ebbero temporaneamente. Questo cordone è menzionato assai spesso nelle vecchie descrizioni, specialmente di coloro che hanno sostenuto di poter provocare volontariamente un’esperienza bilocativa.

    Un’esperienza è chiamata bilocativa se il soggetto ha l’impressione di osservare il proprio organismo fisico dal di fuori, come se fosse il corpo di un altro. Tuttavia, Celia Green distingue due diversi tipi di esperienze bilocative (o ecsomatiche): il tipo parasomatico e il tipo asomatico. Nel tipo parasomatico, finora il più frequentemente menzionato, il soggetto ha l’impressione di avere un altro corpo. Questo si comporta nei suoi riguardi come il suo corpo fisico nella vita normale, in quanto risponde più o meno ai comandi della sua volontà e serve momentaneamente come riferimento delle sue percezioni. Generalmente, quest’altro corpo assomiglia all’organismo fisico nella forma e nelle dimensioni e può essere definito una specie di suo doppio. Nel tipo asomatico, al contrario, il soggetto non ha l’impressione di avere un altro corpo; è come se egli fosse temporaneamente un essere completamente disincarnato. Il lettore sarà certamente sorpreso dal fatto che Celia Green afferma che il tipo asomatico di esperienze bilocative è di gran lunga il più comune dei due (p. 29).

    Le esperienze bilocative ci sembrano meno paradossali se possiamo stabilire un rapporto tra esse e altre esperienze di tipo paranormale o super-normale. Celia Green afferma che ciò è possibile. In diversi punti sottolinea il parallelismo tra le esperienze bilocative e le esperienze di apparizioni. Per esempio, la realtà di un’esperienza bilocativa s’interrompe quando il soggetto tenta di toccare o di maneggiare qualcosa, come potrebbe essere un interruttore elettrico. Egli s’accorge che la sua mano lo attraversa. La stessa cosa avviene quando chi vede un’apparizione tenta di toccarla (p. 62).

    Il rapporto tra un’esperienza bilocativa e un’esperienza di apparizione è ancora più stretto nei casi chiamati reciproci come il caso Wilmot², quando i due generi di esperienze hanno luogo contemporaneamente e sono, per così dire, tra loro complementari. Il soggetto protagonista di un’esperienza bilocativa tenta di visitare un’altra persona e questa vede un’apparizione di esso. Non troviamo nulla di simile nei casi raccolti dall’Istituto, ma ve ne sono parecchi che si possono chiamare quasi reciproci. William James³, molto tempo fa, attirò l’attenzione su un tipo di esperienza che chiamò la sensazione di presenza. La presenza è localizzata e viene percepita dal soggetto come presenza di un’altra persona; ma non vede né sente nulla, neppure nell’accezione patologica dei termini vedere e udire. In uno dei casi di Celia Green il soggetto provò a visitare la fidanzata e gli sembrò di riuscirvi. La ragazza non vide un’apparizione del soggetto stesso, però provò una forte sensazione della sua presenza nella stanza e questo al momento in cui lui ebbe l’impressione di esservi arrivato (p. 124).

    È pure interessante chiedersi se vi sia una correlazione tra le esperienze bilocative e le esperienze mistiche. Secondo la tradizione religiosa i due tipi di esperienze possono perfino combinarsi: un’esperienza mistica può anche essere un’esperienza bilocativa. Noteremo che le dichiarazioni di alcuni soggetti di Celia Green ricordano quelle dei mistici. Essi mettono in evidenza il senso di gioia, di liberazione che provarono nel corso delle loro esperienze extra-corporee. Inoltre (e questo è ancora più significativo), alcuni di essi sostengono di aver avuto la sensazione di sapere e capire tutto e la convinzione che qualunque domanda avessero formulato avrebbe trovato una risposta. I mistici dicono spesso le stesse cose. Alcuni soggetti di Celia Green dichiarano che esperienze bilocative possono essere indotte a seguito di riflessioni filosofiche sul proprio io. Anche alcuni mistici orientali sostengono che si possono provocare in questo modo esperienze mistiche. Raccomandano perciò la pratica della meditazione e gli esercizi di rilassamento e alcuni soggetti di Celia Green dicono di averli anch’essi trovati utili.

    Taluni hanno sostenuto che i vissuti che si provano a seguito dell’azione di sostanze psichedeliche possono talvolta essere esperienze mistiche, o almeno simili a esse. Quest’affermazione è molto discussa, ma qualunque sia la nostra opinione, dobbiamo riconoscere che alcune osservazioni fatte dai soggetti di Celia Green assomigliano a quelle fatte da persone che hanno assunto della mescalina. Pare che alcuni di essi videro i colori della mescalina. Le frasi usate a p. 66 sul mondo visibile percepito nello stato bilocativo si avvicinano molto a quelle usate nella descrizione delle caratteristiche visibili del mondo percepito sotto l’influenza di questa sostanza.

    Accenneremo infine al concetto singolare della mente del corpo. Uno dei soggetti di Celia Green spiega: Il mio corpo aveva anch’esso una mente, ben distinta dalla sua mente di fuori (p. 34). Questa mente del corpo sembra essersi manifestata in numerosi altri casi descritti da Celia Green (vedi specialmente il Cap. 12, Controllo sulle attività motorie). Il caso più sorprendente è forse quello del predicatore laico che si trovò in uno stato bilocativo mentre predicava. Dal fondo della chiesa egli si trovò ad ascoltare la propria predica, che pare sia stata perfettamente coerente. Citiamo ancora il caso di un dentista che eseguì un’operazione dentaria (con successo) mentre era in uno stato bilocativo e, nel momento in cui operava, parlava con un collega. Un altro esempio è quello della signora che, mentre stava sostenendo l’esa­me di guida, ebbe la sensazione di trovarsi sul tetto della vettura e guardavo, spiegò, la mia parte corporea che faceva tutte le sciocchezze immaginabili.

    Che cosa dobbiamo pensare di questa mente del corpo? È solo un complicato sistema di riflessi condizionati? In parte, forse, ma non del tutto. Si ammette che in essa si verificano sensazioni di dolore (confermate da corrispondenti modificazioni biologiche cerebrali). Secondo il soggetto, che disse anche il mio corpo aveva una mente, il suo corpo fu capace di parlargli; nel suo stato bilocativo, egli aveva tentato senza successo di spegnere il televisore, e il suo corpo gli disse: Non puoi farlo senza di me; ritorna dentro, cosa che egli fece (p. 34). Dobbiamo forse dire che queste parole così pertinenti erano frutto di allucinazioni? In ogni caso, questa mente del corpo sembra costituire un problema, e non abbiamo attualmente elementi sufficienti per risolverlo.

    H.H. Price


    1 G.N.M. Tyrrell, Apparitions, Gerald Duckworth and Co. Ltd., London, 1943.

    2 Ivi, p. 116-119.

    3 W. James, The Varieties of Religious Experience, Random House, New York, p. 58-63.

    Introduzione

    Nel settembre del 1966 fu lanciato, in Inghilterra, un appello per mezzo della stampa e della radio allo scopo di chiedere resoconti di prima mano su esperienze nelle quali il soggetto avesse avuto l’impressione di osservare le cose da un punto situato al di fuori del suo corpo fisico. Furono ricevute circa 400 risposte, in cui metà delle persone dichiarava di aver avuto più di un’esperienza del genere. Ai soggetti furono inviati in seguito due questionari; 326 di essi risposero al primo e 251 al secondo.

    Il materiale su cui questo studio si basa è costituito dai racconti scritti dai soggetti in ordine alle loro esperienze e dalle loro risposte ai questionari. Le risposte oggetto di studio furono analizzate elettronicamente per mezzo di schede perforate in modo da poter identificare i casi in cui era di volta in volta presente un dato fattore.

    Tutti i concetti generali sulle caratteristiche degli stati bilocativi riportati nel testo si riferiscono alla totalità dei casi raccolti dall’Istituto.

    Laddove vengono fornite delle percentuali, esse sono basate sulla totalità dei casi o sul numero dei soggetti per i quali fu possibile accertare un determinato fattore ricercato; i casi indeterminati sono stati scartati. Vi è un’eccezione apparente a p. 45: in questo caso la designazione di posizione indeterminata si riferisce a quei casi nei quali era stato possibile accertare quale era la singola posizione, ma questa era di difficile classificazione sotto qualunque altra designazione.

    L’epoca alla quale risalgono le esperienze riferite in questa inchiesta è molto variabile. Alcune di esse sono recentissime e fra queste talune avvennero perfino posteriormente al nostro appello. Un soggetto che abitualmente sperimentava fenomeni del genere ha continuato a comunicare le sue esperienze man mano che si producevano.

    Sarebbe possibile, disponendo di un numero sufficientemente vasto di casi, effettuare un’analisi statistica

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