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Immagini dell’anima: Le dinamiche dell'anima nei rituali sciamanici e nelle costellazioni familiari
Immagini dell’anima: Le dinamiche dell'anima nei rituali sciamanici e nelle costellazioni familiari
Immagini dell’anima: Le dinamiche dell'anima nei rituali sciamanici e nelle costellazioni familiari
E-book224 pagine3 ore

Immagini dell’anima: Le dinamiche dell'anima nei rituali sciamanici e nelle costellazioni familiari

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Info su questo ebook

Fra Daan van Kempenhout e Bert Hellinger si è stabilito nel corso di lunghi anni un intenso e proficuo rapporto epistolare, incentrato sulla relazione intercorrente fra sciamanismo e costellazioni familiari. Le idee esplorate in questa corrispondenza formano le basi di questo testo, in cui le dinamiche del lavoro sistemico di Bert Hellinger vengono attentamente descritte dal punto di vista della tradizione sciamanica. Il libro prende in esame i principi spirituali che sono alla base sia delle pratiche sciamaniche che delle costellazioni familiari, ed offre numerose indicazioni pratiche per coloro che si occupano del lavoro sistemico, non importa se come clienti o terapeuti. Le spiegazioni teoriche sono rese vive e concrete dai numerosi esempi, tratti da sedute individuali o di gruppo e dalle esperienze personali avute dall'autore, nelle riserve degli indiani americani, con uomini medicina e sciamani.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2016
ISBN9788871834856
Immagini dell’anima: Le dinamiche dell'anima nei rituali sciamanici e nelle costellazioni familiari

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    Anteprima del libro

    Immagini dell’anima - Daan van Kampenhout

    1

    DESCRIZIONE DELLO SCIAMANISMO E DELLE COSTELLAZIONI

    La pratica sciamanica e il lavoro sistemico sono fenomeni complessi su cui si potrebbero scrivere, come in effetti accade, molti libri. Prima di analizzare il rapporto tra il rituale sciamanico e le costellazioni familiari e di procedere a un paragone, vorrei però descrivere brevemente queste due discipline, tenendole ben distinte, per fornire ai lettori meno esperti un punto di partenza.

    Il termine ‘sciamanismo’ viene dall’antropologia. In origine lo si utilizzava per descrivere le tradizioni e le pratiche spirituali di vari gruppi etnici della Siberia, della Mongolia, della Lapponia e di parti dell’Alaska e del Canada. L’insieme delle pratiche spirituali tradizionali delle comunità nomadi delle zone artiche e subartiche dell’emisfero nord è piuttosto complesso e varia notevolmente da una tribù all’altra. In questa sede sarà possibile farne solo una panoramica molto ridotta e semplificata. Un concetto fondamentale dello sciamanismo è che il mondo in cui viviamo è solo uno dei tanti. I diversi mondi sono visti come segmenti di un universo verticalmente stratificato e sono uniti tra loro da un asse che li attraversa tutti, ‘l’albero del mondo’, come viene spesso chiamato. Sopra di noi si trovano i mondi superiori, sotto di noi quelli inferiori, tutti popolati da spiriti di ogni genere: ci sono le grandi forze della natura, cioè gli spiriti delle quattro direzioni, le montagne, i mari, il tuono, ci sono gli spiriti di animali, di piante, le anime o gli spiriti degli esseri umani che sono morti e ci sono poi, tra gli spiriti della natura, anche entità come quelle che in Europa occidentale chiamiamo elfi e folletti. Secondo le tradizioni sciamaniche, alcuni spiriti hanno un ruolo di maestri e aiutanti, mentre altri non sono affatto interessati agli esseri umani. Può anche capitare che alcuni di loro si dimostrino violenti e mal disposti nei nostri confronti. I mondi superiori e inferiori dello sciamanismo non equivalgono al paradiso e all’inferno cristiani: nei mondi superiori si possono trovare luoghi di saggezza, ma anche luoghi in cui gli spiriti cercano di ingannare gli esseri umani, così come nei mondi inferiori ci sono molti luoghi di forza e vitalità, ma anche luoghi in cui ci si può ammalare, bloccare o perdere. Come una serie di diapositive proiettate contemporaneamente sullo stesso schermo bianco, i vari mondi, uniti simbolicamente dal loro asse, interagiscono, si sovrappongono e si fondono l’uno con l’altro continuamente. Quando una persona ha un problema o soffre di una malattia, lo sciamano può andare negli altri mondi a cercare le informazioni e il potere necessari per guarirla. In caso di bisogno, gli spiriti, molti dei quali riescono a vedere cosa accade in questo mondo, sono in grado di comunicarci il loro punto di vista e offrire un valido aiuto. A volte, le informazioni che ci forniscono portano equilibrio e guarigione. Tradizionalmente, solo lo sciamano che sia entrato in trance può tentare di parlare con gli spiriti, chiamandoli a sé per comunicare con loro in questo mondo oppure intraprendendo un viaggio verso gli altri mondi.

    Lo sciamanismo classico presenta varie caratteristiche che lo differenziano da altre tradizioni in cui è comunque possibile contattare gli spiriti per ottenere guarigioni e informazioni. Se una persona in difficoltà gli ha chiesto aiuto, lo sciamano si prepara a parlare con gli spiriti indossando solitamente un tradizionale abito da sciamano. Quelli siberiani sono molto imponenti e possono pesare fino a venti o trenta chili, ricoperti come sono da immagini di spiriti e di animali in pelle, tessuto e ferro e addobbati da frange di pelle e corde di stoffa (i cosiddetti ‘serpenti’). Danzare con un abito del genere addosso finisce per stremare lo sciamano che, esausto, inizia a sprofondare nello stato di trance, improvvisando canti con parole e versi di animali e battendo al contempo un ritmo monotono su un grande tamburo piatto. Quando la trance si fa più profonda, lo sciamano è in grado di comunicare con gli spiriti.

    In Siberia, lo sciamanismo è riuscito a malapena a sopravvivere al periodo sovietico. Negli anni Trenta, il Partito Comunista organizzò una campagna contro gli sciamani, considerati nemici dello Stato. Il predominio di Stalin si rivelò fatale: in quegli anni quasi tutti gli sciamani vennero uccisi, molti nei campi di prigionia. La gente continuò a servirsi delle pratiche sciamaniche solo nelle zone più remote. Attualmente, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, si assiste a una riscoperta dello sciamanismo in molte zone della Siberia, soprattutto nelle regioni più a sud. Tuttavia, il legame con la tradizione è stato ormai spezzato e il moderno sciamanismo siberiano è in buona parte una ricostruzione, in cui sopravvivono solo frammenti del passato.

    La spiritualità delle tribù indigene del Nord America è strettamente legata allo sciamanismo classico, ma ci sono alcune sostanziali differenze tra le loro pratiche e quelle delle popolazioni di regioni più nordiche. Lo stato di trance degli sciamani siberiani è spettacolare e dinamico rispetto a quello degli uomini di medicina dei nativi d’America, i canti degli sciamani siberiani sono improvvisati, mentre i canti di guarigione delle tradizioni del Nord America hanno parole e melodie prestabilite e, per finire, gli uomini e le donne di medicina del Nord America non indossano quasi mai abiti da sciamano. Eppure, anche le tradizioni spirituali dei nativi d’America vengono spesso classificate come sciamanismo: la loro visione degli spiriti e dei loro mondi e il modo in cui si rapportano ad essi sono praticamente identici a quelli delle popolazioni siberiane.

    La maggior parte degli occidentali usa la parola sciamanismo per indicare non una forma ma un contenuto: nel linguaggio odierno sciamanismo significa avere un rapporto consapevole con gli spiriti. In base a questa nuova definizione, i guaritori degli aborigeni australiani, gli indovini africani, i medium balinesi e molti altri ancora sarebbero tutti in qualche maniera sciamani. Le pratiche di guarigione di quasi ogni cultura non occidentale che viva (o abbia vissuto) a stretto contatto con la terra vengono considerate dalla maggioranza degli occidentali come forme di sciamanismo. Quando però io parlo di ‘sciamani tradizionali’, mi riferisco agli sciamani siberiani e mongoli e agli uomini di medicina del Nord America, attenendomi quindi alla vecchia definizione antropologica che include solo le pratiche spirituali delle popolazioni dell’Artico settentrionale e della zona subartica. In origine, infatti, il termine sciamanismo designava una forma specifica di comunicazione con gli spiriti che prevedeva l’abito da sciamano, l’improvvisazione di canti e il grande tamburo piatto.

    Come accade per qualsiasi tradizione spirituale, è poi il singolo individuo che la mette in pratica a determinare la qualità del lavoro. Così come alcuni sacerdoti cristiani, rabbini ebrei e imam musulmani sono grandi anime, mentre altri sono piuttosto limitati nella comprensione dei principi spirituali della loro religione, ci sono sciamani praticanti veramente grandi accanto ad altri sciamani abbastanza incompetenti e poco saggi. In ogni caso, in Occidente l’immagine dello sciamanismo ha raggiunto dimensioni quasi mitiche. Personalmente, non condivido questo particolare ed entusiastico punto di vista. Lo sciamanismo viene spesso usato come sinonimo di saggezza, verità, purezza, non violenza, ecologia e armonia spirituale. Vorrei che fosse davvero così, ma l’esperienza mi insegna che la realtà non è tanto semplice. Potrebbero esserci singoli sciamani che incarnano una o più qualità tra queste, ma non è detto che la cultura sciamanica nel suo insieme le rappresenti. Per quanto mi riguarda, lo sciamanismo non è il sogno di uno splendido passato, ma un linguaggio spirituale. Chi ha una particolare predisposizione lo imparerà più facilmente e ne avrà una maggiore padronanza ma tutti, entro certi limiti, possono imparare a esprimersi in questo linguaggio.

    Le costellazioni familiari furono ideate da Bert Hellinger nell’ambito del suo lavoro sulle soluzioni sistemiche. La costellazione è un modo per affrontare gli aspetti negativi di eventi drammatici che hanno avuto luogo nella storia della famiglia. Non è una forma di psicoterapia. Di solito lo psicoterapeuta è in grado di risalire alle cause di un problema, quale potrebbe essere un’immagine di sé negativa, e di rielaborare le esperienze difficili vissute nell’infanzia o altri eventi traumatici. Questo è possibile perché la psicoterapia si occupa dei messaggi ricevuti in modo conscio o inconscio nelle varie fasi della crescita: se ad esempio una madre continuasse a ripetere al proprio figlio che è stupido, questi riceverebbe il messaggio che vale poco o niente e, se poi quel sentimento venisse rafforzato da altre esperienze negative, il risultato sarebbe una debole immagine di sé. In questi casi la psicoterapia può essere d’aiuto. Le costellazioni familiari non riguardano invece questo genere di processi. Il lavoro sistemico si occupa di storie e di eventi familiari che le persone spesso non hanno neppure notato, eventi e mezze verità che però in qualche modo continuano a influenzare la qualità della vita e le scelte dell’anima. Facciamo l’esempio di una donna che dopo la nascita del suo primogenito abbia perso due o tre figli. Dopo molti anni, sua nipote non riesce a rimanere incinta. Uno psicoterapeuta non sarebbe in grado di mettere in relazione le due cose, mentre in un seminario sulle costellazioni familiari il conduttore sarebbe immediatamente consapevole del possibile intreccio che lega la nonna e la nipote. Le conoscenze via via acquisite attraverso lo studio di diverse migliaia di costellazioni familiari suggeriscono che un episodio quale la morte prematura dei figli di una nonna potrebbe rappresentare un importante fattore all’origine della sterilità della nipote. A livello inconscio, dell’anima, la nipote potrebbe essersi addossata il destino della nonna. Bert Hellinger e altri che come lui utilizzano le costellazioni familiari non sono i soli ad aver riscontrato simili dinamiche. Varie scuole terapeutiche e psicoanalitiche le hanno scoperte attraverso le loro ricerche e molto si è appreso su come importanti eventi familiari possano produrre effetti negativi sui membri della stessa famiglia nati dopo due, tre o anche più generazioni. A contraddistinguere Bert Hellinger sono soprattutto gli interventi che egli ha messo a punto, oltre all’uso che si può fare delle costellazioni familiari e alle conclusioni che se ne possono trarre.

    Le costellazioni si fanno in gruppo, sotto la guida di un conduttore. Dopo un breve colloquio con il cliente, il conduttore decide di quali membri della famiglia ci sia bisogno per configurare la costellazione: poniamo, ad esempio, il padre, la madre, la sorella e due fratelli. Il cliente sceglie tra le persone che partecipano al seminario i rappresentanti di quei familiari e anche qualcuno che rappresenti lui. Le persone invitate a rappresentare i familiari del cliente possono rifiutarsi di svolgere questo ruolo, ma in genere sono contente di poter essere d’aiuto. A questo punto il cliente configura la costellazione. Senza parlare, sistema i vari rappresentanti, uno a uno, nella sala del gruppo. Una volta sistemati, i rappresentanti provano sensazioni ben precise: il fratello minore potrebbe sentirsi vicino al padre e provare odio per il fratello maggiore, la sorella potrebbe provare un senso di distacco e non sentirsi affatto parte della famiglia, la madre potrebbe sentirsi talmente stanca da non riuscire più a reggersi in piedi e cadere letteralmente per terra dopo un paio di minuti. Spesso, il cliente che ha configurato la costellazione rimane sconcertato dalle reazioni dei rappresentanti. La sorella stava effettivamente sempre per conto suo, poco o per nulla interessata agli altri, la madre era perennemente stanca e si lamentava sempre, il fratello più grande e quello più piccolo si detestavano, ma quest’ultimo andava d’accordo con il padre. Eppure, durante il colloquio che il conduttore ha avuto con il cliente, non si è discusso di questi sentimenti dei membri della famiglia: le domande relative ai sentimenti dei familiari e a come si giudicassero l’un l’altro vengono sempre tralasciate e si dà invece importanza solo agli eventi effettivi, non ai racconti e ai miti familiari. Chi è morto e in che modo? Chi ha sposato chi o ha avuto con tale persona un rapporto importante? Chi ha avuto un incidente, è stato emarginato o ha avuto per altri motivi un destino difficile? Durante la costellazione, il conduttore studia il linguaggio corporeo e le reazioni dei rappresentanti per capire le dinamiche di quella famiglia. Se la struttura è chiara, individuerà dei movimenti di riequilibrio e guarigione che creino un’alternativa agli intrecci distruttivi evidenziati. Potrebbe così spostare alcuni dei rappresentanti e osservare come reagiscono a questo intervento o potrebbe chiedere a uno dei rappresentanti di pronunciare certe frasi chiave che esprimano cosa sta accadendo o quello che è necessario dire. Si tratta di frasi brevi che spesso hanno un sapore un po’ arcaico: Ora posso accettarti come padre, Prendo te come moglie, Consegno a te la mia colpa, Acconsento.

    A volte, ma non sempre, si dovranno inserire altri rappresentanti dei membri della famiglia. Prima di trovare una soluzione potrebbe passare meno di dieci minuti o più di un’ora. Quasi sempre si trova una soluzione. Quando non si trova, in genere è perché mancano le necessarie informazioni su qualche fondamentale membro della famiglia. A volte il conduttore sente di non potere intervenire, quasi che una coscienza gettasse un’ombra sulla famiglia impedendo che la costellazione si sviluppi. Verso la fine di una costellazione, talvolta si chiede al cliente stesso di prendervi posto, sostituendo così il proprio rappresentante; ma non è sempre necessario, di solito è già sufficiente che il cliente sia testimone della costellazione e che dai vecchi intrecci e dalla confusione veda emergere una nuova armonia. Una costellazione familiare è un singolo evento. Non si organizza un evento settimanale che duri quanto un ciclo di sedute terapeutiche o qualcosa di simile. Prima che gli effetti si facciano sentire, potrebbe passare un anno o più. Molte persone raccontano che, dopo aver configurato la costellazione della propria famiglia, si sono verificati importanti cambiamenti positivi direttamente legati al lavoro della costellazione, non solo per loro, ma anche per i loro familiari.

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