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Real Magic: Antica saggezza, moderna scienza - una guida al potere segreto dell'Universo
Real Magic: Antica saggezza, moderna scienza - una guida al potere segreto dell'Universo
Real Magic: Antica saggezza, moderna scienza - una guida al potere segreto dell'Universo
E-book377 pagine4 ore

Real Magic: Antica saggezza, moderna scienza - una guida al potere segreto dell'Universo

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Info su questo ebook

Il libro Real Magic è dedicato alla magia. Come spiega l'Autore, in questo testo si parla di magia vera: non un romanzo, non un racconto sulle vite di celebri illusionisti. Scopo dell'opera è esplorare quelli che vengono comunemente definiti fenomeni soprannaturali dal punto di vista scientifico e basato su dati empirici.
Dean Radin spiega che la vera magia può essere suddivisa in tre categorie: la prima può essere chiamata forza di volontà poiché riguarda l’influenza mentale sugli eventi del mondo fisico, comprende il lancio degli incantesimi e altre pratiche che cercano di influenzare fatti e azioni del mondo che ci circonda. La seconda categoria è definita divinazione e riguarda la percezione di eventi lontani nel tempo e nello spazio attraverso pratiche come la lettura dei tarocchi o la magia degli specchi. La terza categoria magica – detta teurgia che in greco significa opera divina - comprende l’interazione con entità, fanno parte di questa categoria i vari metodi per evocare gli spiriti e comunicare con l'aldilà.
Radin procede nella sua osservazione da un punto di vista scientifico, effettua un viaggio nell’arco dei secoli sulla storia della magia e su come ciò che in passato veniva chiamato magia, oggi è riconoscibile come serie di fatti provati su base empirica. Il saggio spazia sul resoconto delle prove scientifiche dell’esistenza della magia, seguito da una serie di tecniche magiche semplici ma efficaci. Secondo la tesi dell’Autore, in futuro la magia avrà un ruolo chiave nell’espandere le frontiere della scienza: la magia è un aspetto naturale della realtà e ciascuno di noi può accedere ai poteri magici attraverso una diligente pratica.
Lo stesso Radin ha una lunga esperienza in questo ambito. L’Autore è infatti stato membro dello Stargate, il programma top secret del governo statunitense sullo spionaggio psichico. Negli ultimi quarant’anni della sua vita ha condotto esperimenti controllati volti a dimostrare che i pensieri sono entità vere, che siamo in grado di percepire le emozioni e le intenzioni degli altri, che l’intuizione ha un potere maggiore di quanto si pensi e che possiamo servirci di questo potere.
LinguaItaliano
Data di uscita4 mag 2020
ISBN9788827230237
Real Magic: Antica saggezza, moderna scienza - una guida al potere segreto dell'Universo
Autore

Dean Radin

Dean Radin è capo scienziato presso l’Istituto di Scienze Noetiche (IONS) e professore associato di psicologia integrale e trans-personale presso il California Institute of Integral Studies. Per tre decenni si è dedicato alla ricerca nel campo dell’origine della coscienza. Prima di entrare a far parte dello staff di ricercatori dello IONS nel 2001, aveva ottenuto incarichi alla Princeton University e allo SRI International. È autore e coautore di oltre 250 articoli sia scientifici che divulgativi, tre dozzine di capitoli di libri e diversi best-seller, tra cui "Menti interconnesse" (Edizioni Mediterranee). I suoi articoli scientifici sono comparsi su varie riviste specialistiche. Ha partecipato a numerosi programmi televisivi e trasmissioni radiofoniche in tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Real Magic - Dean Radin

    Prefazione

    Guest Editorial, Provincia di New Seattle, 1° giugno 2915

    Un frammento di un antico documento digitalizzato è stato oggi rinvenuto durante uno scavo archeologico nella regione un tempo nota come America Nord-occidentale. L’esatta datazione del frammento resta incerta a causa della corruzione dei bit, ma secondo le stime degli esperti dovrebbe aggirarsi intorno agli inizi del Ventitreesimo secolo. Sembrerebbe trattarsi di un editoriale proveniente dall’ormai defunto periodico Galactica Today. Ecco cosa riporta:

    È difficile immaginare come doveva essere la vita all’alba del Ventunesimo secolo. Il clima era fuori controllo, le epidemie virali erano endemiche e l’economia globale stava implodendo. La popolazione cominciò a mettersi nelle mani di demagoghi che promettevano un avvenire tanto grandioso quanto irrealistico. Con il tracollo dell’ordine civile, il malcontento crebbe e fomentò dapprima sentimenti di nazionalismo e poi addirittura di tribalismo, che accelerarono il pandemonio.

    Fu solo verso la metà del Ventunesimo secolo, con la crisi a livelli estremi, che cominciarono ad affiorare i primi segni di una possibile svolta. Le circostanze avevano inflitto una profonda frattura ai dogmi scientifici fino ad allora incontestati, permettendo così che nuove idee cominciassero a farsi sentire. Le teorie che ne derivarono rivelarono che le molteplici minacce non erano che il riflesso di un unico, sostanziale problema: si era finiti in un vicolo cieco, dal quale le nuove tecnologie non offrivano un’uscita. L’origine del problema risiedeva nell’idea fallace che gli individui di allora avevano della coscienza, che come oggi sappiamo è quel collante fondamentale che tiene insieme il tessuto di cui si compone la realtà. Questa verità fu ampiamente derisa agli inizi del Ventunesimo secolo, poiché rievocava paure e preconcetti antichissimi nei confronti di ciò che gli scienziati di quel tempo chiamavano con ingenuità magia. Ci vollero numerose generazioni prima che l’umanità riuscisse a superare simili paure.

    Gli storici odierni concordano nell’affermare che la svolta avvenne intorno all’anno 2095, quando Hilda Ramirez, della Hunan State University, divenne la prima a dimostrare in modo decisivo la plasticità della realtà fisica. Le prove da lei fornite del fatto che la velocità della luce e altre costanti fisiche sono costrutti mentali, e non verità assolute e inviolabili, spianarono la strada alla pace mondiale.

    Verso la metà del Ventiduesimo secolo, Olga von Diesel sviluppò la teoria della quasi-olografia, oggi comunemente detta neomagia, che piazzò con fermezza la coscienza sullo stesso piano della materia e dell’energia. Nacquero presto i primi maghi geneticamente potenziati, i quali già da bambini erano in grado di domare velocemente fenomeni atmosferici estremi. Nel 2160 venne istituita la Federazione Mondiale dei Maghi, e ai neomaghi di tutto il mondo fu affidato il compito di ristabilizzare il clima, sanare l’economia mondiale ed eradicare le malattie.

    Ciò che sfuggì ai nostri eroici predecessori fu quella che sarebbe diventata una conseguenza accidentale della diffusione su larga scala della neomagia, specialmente fra i giovani. Nel passato, gli adolescenti erano soliti dare sfogo alla propria rabbia realizzando attività clandestine a sfondo artistico nei luoghi pubblici. I nostri archivi storici sono colmi di esempi di simili modalità di espressione, chiamate graffiti dai nostri antenati, che andavano dalle rozze pitture rinvenute sulle pareti delle caverne preistoriche di Leang Timpuseng, in Indonesia, alle rappresentazioni erotiche olografiche ritrovate sui ponti inferiori della Stazione Spaziale Titan. Questo tipo di arte adolescenziale è stato sempre visto come una seccatura, ma per lo meno non era difficile da rimuovere.

    Oggi, con l’avvento dei graffiti neomagici, ci troviamo di fronte a un problema molto più serio. Le bravate della gioventù odierna, come la recente moda di trasformare i lampioni stradali in piante carnivore multicolori, non sono più delle semplici seccature, poiché mettono in grave pericolo chiunque ci passi vicino. Dobbiamo porre fine a simili comportamenti puerili, prima che mettano a repentaglio l’ordine sociale...

    Da questo punto in poi il documento è illeggibile, tuttavia la preoccupazione espressa è inconfondibile. Ci sentiamo vicini ai nostri predecessori, perché i giovani maghi di oggi trovano difficile credere che, appena qualche secolo fa, la maggior parte della gente fosse beatamente ignara del potere della coscienza. Furono tempi oscuri, in cui le menti più istruite si convinsero, nonostante la dose massiccia di prove che attestavano il contrario, che la realtà avesse origine esclusivamente da forme diverse di energia. I loro rozzi strumenti non erano in grado di rilevare la composizione multidimensionale della coscienza. Fu solo in seguito a scoperte radicali in campo teorico, e allo sviluppo della noosfera intelligente, che si arrivò ad avere un quadro della realtà più completo.

    Ora sappiamo che l’universo è assai più flessibile di quanto potessero immaginare i nostri antenati, eppure ci ritroviamo ancora di fronte a un serio dilemma. I giovani ribelli continuano noncuranti a infestare lo spazio mentale di forme-pensiero sediziose, e secondo alcuni queste nuove tipologie di graffiti potrebbero addirittura alterare la storia. Un esempio di una simile preoccupazione è il caso della famosa statua di Liberty Island, nel porto di New York. Ci sono indizi negli archivi cronologici che sembrano indicare che la nostra beneamata statua, il Filodendro della Libertà, sia stata un tempo un’imponente figura femminile di colore verde, e non la grossa pianta verde a cui siamo affezionati da secoli. L’idea che nel passato si tenesse in alta considerazione la statua di una donna verde sembra piuttosto assurda, ma se è vero che la storia può essere alterata, non lo sapremo mai con certezza. A ogni modo, le conseguenze che derivano dal modificare la storia sono talmente pericolose che, per amor della prudenza, facciamo appello a tutti i maghi più anziani e responsabili affinché realizzino incantesimi vincolanti che mettano fine a queste puerili bravate, prima che diventino una minaccia per la nostra stessa esistenza.

    Capitolo 1

    Inizio

    Questo libro parla di magia.

    Non di una magia romanzata come in Harry Potter, né della magia fasulla di Harry Houdini, o della magia fraudolenta che adoperano i geni della truffa. Niente fulmini azzurrognoli che schizzano fuori dalle dita, né duelli volanti in sella a manici di scopa, giochetti di prestigio, o qualunque altra invenzione artistica piena di effetti speciali.

    No, qui stiamo parlando di magia vera.

    Qualche volta gli occultisti usano la parola magick, che viene dall’inglese antico, per distinguere la vera magia, di cui essi parlano, da quella usata nei racconti fantastici o dai prestigiatori. Noi ci serviremo invece del termine più comune, ovvero magia, onde evitare inutili accostamenti con l’occultismo.

    La vera magia può essere suddivisa in tre categorie: influenza mentale sul mondo fisico, percezione di eventi lontani nel tempo e nello spazio e interazione con entità non fisiche. La prima tipologia la chiameremo forza di volontà, poiché ha a che vedere con il lancio di incantesimi e con altre tecniche aventi la precisa intenzione di influenzare fatti o azioni. La seconda tipologia è la divinazione, che riguarda invece la lettura dei tarocchi, la magia degli specchi e altre pratiche simili. La terza modalità, infine, è la teurgia, che in greco significa opera divina, e comprende quei metodi usati per evocare gli spiriti e comunicare con loro.

    A differenza di quei libri che presentano le varie credenze in materia di magia da una prospettiva psicologica o storica, o dei libri che fungono da ricettari di incantesimi, l’obiettivo del presente volume è quello di esplorare la vera magia in un’ottica scientifica e basata su dati empirici. Perché adottare un approccio scientifico? La maggior parte dei libri di testo universitari non lo lascia intendere, eppure la letteratura scientifica a supporto della nostra idea di vera magia è assai abbondante. Quando ero all’università, nessuno dei miei libri di testo accennava a questo tipo di letteratura. Ora però, dopo aver dedicato gli ultimi quarant’anni allo studio sperimentale della magia, motivato da una curiosità scientifica e senza alcuna influenza religiosa che abbia accentuato una mia predisposizione alla metafisica, sono giunto a due conclusioni.

    La prima è che non v’è alcun dubbio che la scienza sia la lente di osservazione della realtà più accurata che l’umanità abbia mai adoperato. Ciò che abbiamo collettivamente scoperto in merito al mondo naturale, nel corso degli ultimi tre o quattro secoli, dalla scienza quantistica a quella cosmologica, costituisce il maestoso testamento della creatività e dell’immaginazione di cui siamo dotati. Le tecnologie che si basano su tale conoscenza forniscono le prove della validità delle nostre scoperte. Quindi, nell’esaminare la vera magia, sarebbe assurdo gettare al vento tutto quello che abbiamo già imparato.

    La seconda conclusione, però, è che la realtà, vista attraverso la lente della scienza, non è che una minuscola parte di qualcosa di molto più grande. La scienza è fortemente concentrata sul mondo oggettivo, misurabile, fisico. Un simile punto di vista esclude quell’unica cosa che possiamo aspirare a conoscere davvero: la nostra coscienza, quella scintilla interiore e senziente che ciascuno di noi chiama il proprio io.

    Se da una parte la scienza, come disciplina, si è prevalentemente concentrata sul mondo oggettivo, dall’altra i metodi scientifici sono estremamente efficaci; quindi, se lo vogliamo, possiamo rivolgere la nostra lente di osservazione verso l’interno e provare a scoprire di cosa è capace la coscienza. Non appena si inizia a farlo, si resta sorpresi nel trovare ambiti di conoscenza completamente nuovi. Una delle conseguenze, quando si adotta questa prospettiva interiore, è che l’idea di magia si trasforma da fantasia assurda in un aspetto della natura che può essere studiato. In un’ottica simile, certi termini come paranormale e soprannaturale cominceranno a sembrarci antiquati e sorpassati, un po’ come l’idea di umori cattivi, che non viene più usata dalla medicina moderna per spiegare le origini delle malattie.

    Analizzeremo questo nuovo ambito della conoscenza passando attraverso due temi centrali. In primo luogo, sulla base di un consistente corpo di prove sperimentali, possiamo affermare con un elevato grado di certezza che la vera magia esiste. In secondo luogo, certe tendenze sempre più diffuse all’interno della scienza suggeriscono che ciò che una volta veniva definito magia sia destinato a convertirsi presto in una nuova disciplina scientifica, proprio come l’astrologia e l’alchimia medievali si sono evolute nell’astronomia e nella chimica odierne. Questa nuova disciplina sarà lo studio della natura psicofisica della realtà, ovvero di quello spazio misterioso e interstiziale che risplende fra la mente e la materia. Per capire come funziona questo enigmatico spazio in un modo che sia coerente con il restante panorama scientifico, occorre una nuova visione del mondo, una nuova lente attraverso la quale cercare di capire la realtà.

    Un altro dei temi che affronteremo è il fatto che la magia non è miracolosamente scomparsa con l’avvento del metodo scientifico, ma è ancora fortemente presente. La preghiera è un esempio di magia intenzionale, un atto mentale volto a condizionare in qualche modo il mondo. Indossare un simbolo sacro è un esempio di magia solidale, una corrispondenza simbolica che si pensa sia in grado di trascendere il tempo e lo spazio. Molti rituali religiosi sono esempi di antiche pratiche di magia cerimoniale. I libri sul potere delle affermazioni e del pensiero positivo, che godono di una diffusione e di una popolarità sempre maggiori, sono tutti fondati su principi di magia antichissimi.

    Da una prospettiva scientifica convenzionale, tutte queste pratiche ampiamente diffuse sono considerate delle mere favole, il risultato di un modo di pensare magico e infantile. Alcuni scienziati usano addirittura la parola magia come sinonimo di assurdità, poiché essa implica l’idea, scientificamente deplorevole, che certe cose succedano e basta, senza una causa evidente o plausibile. Parlare di magia, invece, non significa parlare di assenza di causa, bensì del fatto che non sono ancora state elaborate teorie accettabili da un punto di vista scientifico che spieghino determinati effetti. Come presto vedremo, esistono già importanti indizi che potrebbero, presto o tardi, portare a simili teorie, quindi è meglio vedere la magia non come qualcosa di incredibilmente misterioso, ma come un segno premonitore del futuro della scienza.

    La magia è dappertutto

    Coloro che preferirebbero che la magia non esistesse affatto restano profondamente turbati all’idea che essa sia invece qualcosa di reale. Prendiamo ad esempio il caso di Sir Alfred Jules Ayer (1910-1989), un illustre filosofo britannico che si è distinto nel campo del positivismo logico, una visione filosofica critica che rifiuta categoricamente qualsiasi concetto metafisico, religioso o magico. Come si può facilmente immaginare, Ayer era un ateo convinto. All’età di settantasette anni morì. Fortunatamente, però, fu rianimato e, con sorpresa di tutti, raccontò di aver vissuto un’esperienza di pre-morte, nota anche come NDEa. Il suo resoconto parla di

    una serie di tentativi di attraversare un fiume e una luce rossa, estremamente brillante e anche assai dolorosa [...] con il compito di governare l’universo. Ayer rimase un ateo, ma dichiarò che quell’esperienza aveva leggermente indebolito la sua convinzione che la morte sarebbe stata la sua fine¹.

    Il fatto che Ayer abbia raccontato l’esperienza da lui vissuta è più sorprendente di quanto si pensi, perché di solito le persone che, per tutta la loro vita, hanno abbracciato il positivismo logico sono inflessibili e non permettono che le loro posizioni intellettuali vengano leggermente indebolite. L’anello di congiunzione fra la magia e la NDE di Ayer è la teurgia, cioè la terza categoria di magia. Le NDE sembrano indicare l’esistenza di tipi di consapevolezza al di fuori del corpo, o di spiriti. Per molti di quelli che hanno sperimentato una NDE, l’esistenza di tali spiriti è praticamente una certezza². Al momento, però, non c’è modo di dimostrare, in maniera oggettiva, se questa sia l’unica interpretazione possibile. Esamineremo questo tema in maggior dettaglio più avanti.

    Un altro esempio dell’intrusione della magia nel mondo terreno è quello che ha visto coinvolto William Friedkin, il regista del film L’esorcista. Prima di realizzare la sua celebre pellicola, Friedkin non aveva mai assistito a un esorcismo, ma dopo il film decise di farlo. Per un certo periodo rimase al fianco di padre Gabriel Amorth, un esorcista del Vaticano, tuttavia neppure una simile esperienza riuscì a intaccare le sue convinzioni agnostiche. Quando però, dopo aver mostrato il video di uno spaventoso esorcismo a tre neuroscienziati di spicco e a tre psichiatri, non ottenne la reazione di derisoria indifferenza che si sarebbe aspettato da esperti di quel calibro, a quel punto sì che l’intera esperienza lo spaventò a morte³.

    Un terzo esempio è quello dello storico Michael Shermer, notoriamente scettico nei confronti di tutto ciò che riguarda la sfera del paranormale. Nel suo editoriale del settembre 2016 pubblicato sullo Scientific American, Shermer chiede: È possibile misurare i fenomeni soprannaturali o paranormali?. La sua risposta è un no inequivocabile:

    Quando ciò che è noto incontra l’ignoto abbiamo la tentazione di fare appello a forze paranormali e soprannaturali al fine di spiegare misteri irrisolti. Occorre però resistere a una simile tentazione, perché una tendenza di questo tipo non porterà mai alla soluzione, nemmeno in teoria⁴.

    L’asserzione nemmeno in teoria ricorda la seguente battuta attribuita a Mark Twain: Non sono le cose che non sai a metterti nei guai. È quello che dai per certo e che invece non lo è⁵. Shermer giustificò la sua convinzione citando il fisico del Caltech Sean Carroll, il quale ha decretato che le leggi della fisica escludono la possibilità che vi siano veri poteri psichici. Il motivo? Perché, continua Shermer, le particelle e le forze della natura non ci consentono di piegare cucchiai, levitare o leggere la mente. Inoltre, secondo Carroll:

    Sappiamo che non ci sono nuove particelle o forze là fuori ancora da scoprire che spiegherebbero l’esistenza di poteri psichici. Non tanto perché non le abbiamo ancora scoperte, ma perché le avremmo sicuramente già trovate, se avessero avuto le caratteristiche necessarie a giustificare simili poteri⁶.

    Lasciando da parte ciò che la storia ci insegna su chi si esprime pubblicamente con tale presunzione, Shermer afferma con assoluta certezza che la ricerca di forze paranormali o soprannaturali non porterà mai alla soluzione. E così dicendo, esclude definitivamente ogni possibilità del contrario.

    È stato questo finora il modo di fare tipico degli scettici. Ma il dettaglio più curioso dell’intera vicenda è che due anni prima di questa sua chiusura definitiva, Shermer difendeva teorie diametralmente opposte. Il suo editoriale dell’ottobre 2014 dello Scientific American si apre con la seguente sorprendente dichiarazione:

    Mi viene spesso domandato se mi sia mai imbattuto in qualcosa che non ho saputo spiegare. Ciò a cui si riferiscono i miei interlocutori non sono gli sconcertanti enigmi che riguardano la coscienza o le politiche estere degli Stati Uniti, bensì quegli eventi anomali e misteriosi che sembrano indicare l’esistenza del paranormale, del soprannaturale. La mia risposta è: sì, ora posso dire che mi è capitato⁷.

    Prosegue raccontando un aneddoto che ebbe luogo a giugno del 2014, quando stava programmando le sue nozze con la fidanzata Jennifer Graf. Il nonno di lei le aveva praticamente fatto da padre, ma purtroppo era morto quando lei aveva sedici anni. Uno dei pochi cimeli che il nonno le aveva lasciato era una radio portatile Philips del 1978. Shermer aveva provato a farla funzionare. Aveva cambiato le batterie, verificato che non ci fossero collegamenti allentati, fino a darle dei colpi contro una superficie dura. Era stato tutto inutile, la radio non funzionava. Alla fine si arrese e la ripose in fondo a un cassetto della scrivania nella loro camera da letto. Tre mesi più tardi ci fu il matrimonio tra Shermer e Graf, che ebbe luogo nella loro casa in California. Lei era amareggiata dal fatto che il nonno non fosse lì per accompagnarla all’altare, ma dopo la cerimonia nuziale successe qualcosa di strano. Sentirono improvvisamente una musica che suonava. La seguirono e si accorsero che proveniva dal cassetto della scrivania nella camera da letto. Si trattava niente meno che della radio del nonno, che stava emettendo una canzone d’amore.

    La sorpresa li lasciò per qualche istante senza parole, finché Graf mormorò: Mio nonno è qui con noi, non sono sola. La radio continuò a suonare per tutta la sera, poi tornò muta il giorno seguente e non riprese mai più a funzionare. Shermer rilasciò la seguente dichiarazione: Devo ammettere che questa esperienza mi ha colto totalmente alla sprovvista e ha inferto un duro colpo al mio scetticismo. Poi, ancora in preda allo sconcerto, scrisse:

    [Se] dobbiamo prendere sul serio il credo scientifico che ci impone di tenere una mente aperta e rimanere agnostici in presenza di prove incerte o di un enigma irrisolto, non dovremmo chiudere le porte della percezione quando queste potrebbero aprirsi a noi affinché possiamo stupirci di fronte al mistero.

    Cos’è accaduto fra la sua modesta proposta di restare aperti davanti al mistero e la sua chiusura definitiva di due anni dopo? Non posso fare congetture su cosa abbia fatto cambiare idea a Shermer, ma quello che sappiamo è che quando si ha a che fare con un evento che mette in crisi le proprie convinzioni, non è raro dimenticarsene presto, o addirittura arrivare a negare che sia mai veramente successo. Gli psicologi usano il termine repressione per descrivere casi simili⁸. Come disse una volta il mago Peter Carroll: Quando le persone si trovano di fronte a fenomeni di vera magia, riescono in qualche modo a non notarli. Se venissero costrette a notare qualcosa di inconfutabilmente magico, potrebbero rimanerne atterrite, se non addirittura sentirsi male e ammalarsi⁹.

    L’esperienza di Shermer dimostra che la vera magia è sempre presente, in paziente attesa appena sotto la superficie del mondo di tutti i giorni. Di tanto in tanto i suoi tentacoli ci sfiorano le gambe, facendoci venire i brividi lungo la spina dorsale. È proprio questa qualità elettrizzante della magia che rende la finzione magica così accattivante, le illusioni da palcoscenico uno spettacolo intramontabile e le truffe a sfondo magico così facili da perpetrare.

    La parola magia deriva dal greco magos, che indica un membro di una classe sacerdotale istruita; quest’ultima deriva a sua volta dal persiano antico magush, che significa essere capace o avere il potere. Agli inizi del Diciannovesimo secolo il termine magia assunse anche la connotazione di spettacolo, divertimento o attrazione. La magia implica anche la presenza di qualcosa di esotico, alieno o semplicemente altro. Questo significato sottinteso è una delle principali ragioni per cui la magia esercita un eterno potere di attrazione, che però si manifesta spesso come una sensazione paragonabile al vedere un treno che deraglia: un senso di attrazione e di repulsione al tempo stesso. La nostra magia, che rappresenta un aspetto fondamentale della nostra pratica religiosa, è naturalmente affascinante e perfettamente accettabile. Mentre invece le loro pratiche magiche sono pericolose, oltraggiose e malvagie.

    Tra l’altro, il verbo affascinare deriva dal latino fascinatus, che significa stregare o incantare. Le parole stregare e incantare hanno più o meno lo stesso significato di quello di magia, così come la parola fascino e il termine inglese glamour. Insomma, la magia è dappertutto.

    Potere

    Così come accadeva in epoche passate, molte delle persone che oggi si interessano di vera magia sono motivate dal desiderio di detenere un certo potere, il potere di acquisire ricchezza, fama, amore o sesso. Tutte queste richieste sono realizzabili, infatti esiste una gran varietà di libri, video, siti internet e applicazioni per smartphone che forniscono ricette per eseguire riti magici e incantesimi.

    Alcune persone, soprattutto quelle che professano una fede religiosa ortodossa, ripudiano l’idea di realizzare incantesimi. Numerose tradizioni religiose, infatti, predicano che la magia e la stregoneria sono fondamentalmente demoniache e malvagie. Tuttavia, il modo in cui viene usata la magia è a completa discrezione del mago che la esercita. Il potere in se stesso, come ogni altra forza fondamentale dell’universo, è neutro da un punto di vista morale. La fissione e la fusione nucleare, ad esempio, sono meri aspetti del modo in cui funziona il mondo fisico, la questione morale sorge quando utilizziamo simili fenomeni naturali per la creazione di armi.

    Il potere magico volto a manipolare o sfruttare il prossimo viene detto magia nera. Quest’ultima è altamente seduttiva perché, come scrive il filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre: L’inferno sono gli altri¹⁰. In altre parole, in qualità di creature sociali dobbiamo dipendere dagli altri, i quali si riservano il diritto di interessarsi o meno ai nostri desideri, cosa che conduce facilmente all’insorgere di conflitti personali. L’utilizzo della magia al fine di risolvere tali ostilità è una oltraggiosa violazione della regola d’oro, quindi è immorale.

    A tal proposito, anche le preghiere finalizzate a fare del male al prossimo sono un esempio di magia nera. I cristiani di estrema destra negli Stati Uniti inveiscono continuamente contro i perversi mali della stregoneria, ma al tempo stesso pregano intensamente al fine di influenzare il prossimo. Ne è un esempio la dichiarazione fatta da uno di loro durante i dibattiti presidenziali del 2016 negli USA, in cui ammise di pregare affinché la confusione offuscasse la mente di Hillary Clinton e la paura si impossessasse di lei¹¹. Allo stesso modo, un gruppo di seguaci della magia cerimoniale non prese bene la vittoria di Trump alle elezioni e rese occhio per occhio realizzando un sortilegio ai danni di Trump e di tutti i suoi complici¹². Questo tipo di incantesimi rientra fra le antiche tradizioni magiche denominate defixiones, che hanno lo scopo di controllare o vincolare l’oggetto del sortilegio. Alcuni diranno che un sortilegio non è magia nera, perché non intende fare del male all’individuo, bensì prevenire gli eventuali danni che tale individuo potrebbe causare agli altri. Un simile ragionamento illustra come i tentativi di giustificare l’uso della magia siano spesso costruiti su di un terreno scivoloso e finiscano in quell’area grigia che sta fra la magia bianca e quella nera.

    Per avere un’idea delle conseguenze che derivano dal praticare la magia nera basta pensare a Darth Vader di Guerre Stellari, Sméagol del Signore degli Anelli o alla leggenda di Faust¹³. Le storie di questi personaggi non finiscono bene. Secondo la visione magica del mondo, tutte le cose sono unite fra loro da un legame profondo, quindi se si decide di recare danno al prossimo si finisce col fare male a se stessi. Non è solo questione di avere la coscienza sporca, ma piuttosto di qualcosa che ricorda la terza legge di Newton: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Insomma, diciamo solo che sarebbe assai prudente tenersi alla larga dalla magia nera.

    Più avanti esamineremo alcune pratiche magiche da provare se si desidera avere un assaggio di cosa sia la magia, tuttavia il presente libro non intende proporsi come un manuale d’istruzioni. Qui ci interessa rispondere a domande più basilari, del tipo: è possibile studiare la magia attraverso un metodo e dei principi scientifici? Che cosa ci dicono le prove circa la realtà della magia? Esistono indizi, nella scienza odierna, che ci diano qualche informazione su come funziona la magia?

    Che cosa ci aspetta

    Nel Capitolo 2 vi parlerò della sorpresa che ho provato quando ho finalmente

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