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Lily Bowers e l’ospite inatteso
Lily Bowers e l’ospite inatteso
Lily Bowers e l’ospite inatteso
E-book245 pagine2 ore

Lily Bowers e l’ospite inatteso

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Info su questo ebook

Preparati a immergerti nel magico mondo di Lily Bowers!

Eco-fantasy | Realismo magico | Deep ecology

Lily Bowers, una ragazzina di dieci anni, scopre di avere un dono straordinario: parlare con gli animali.

Perciò, quando Madre Natura stessa è minacciata dalle violenze compiute nei confronti degli animali, solo Lily può salvarla.

Per fare questo, deve mobilitare tutti i suoi nuovi amici animali che abitano nella sua amata foresta. La stessa foresta attraverso la quale una volta viaggiavano i fratelli Grimm.

Ma prima, deve fare i conti con un bullo nella sua scuola nuova.

E Lily sa che dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per convincere il resto del mondo che la natura deve avere la precedenza su tutto.

Lily Bowers e l’ospite inatteso è il primo di una serie di libri eco-fantasy che mostra ai ragazzi che hanno davvero il potere e l’influenza di fare la differenza e cambiare il mondo. E salvare gli animali.

Uscito il 24 aprile 2019 in inglese: Giornata mondiale degli animali da laboratorio, Lily Bowers e l’ospite inatteso affronta il difficile tema delle sperimentazioni animali in modo leggero per spronare i giovani a essere premurosi e diventare la voce degli animali da laboratorio. Oltre ad essere apprezzato dai ragazzi, Lily Bowers scalda anche il cuore degli adulti di ogni età.

Questo romanzo eco-fantasy include bellissime illustrazioni di Antonia Drews. Si ringraziano Giulia Martis per la traduzione italiana, Paola Palazzo per l’editing e Patrizia Coccato per la correzione delle bozze.

L’autrice Jess Lohmann è stata selezionata per il Lush Prize 2022 nella categoria ‘Public Awareness’ per “Lily Bowers e l’ospite inatteso”, il suo libro per ragazzi che affronta il tema della sperimentazione animale.

In fondo al libro troverai:
1) 15 semplici azioni che aiuteranno voi e i vostri figli a diventare la voce degli animali della quale abbiamo tanto bisogno.
2) Informazioni sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite per diffondere la sensibilizzazione.
3) Famose citazioni sul rispetto di tutte le forme di vita per una biodiversità sana.

Leggi le avventure di Lily Bowers oggi!

LinguaItaliano
Data di uscita19 dic 2022
ISBN9783982519500
Lily Bowers e l’ospite inatteso
Autore

Jess Lohmann

Jess Lohmann, Speaker for the animals, envisions a kind world of healthy choices and opportunities for all animals, humans included.One where animals are no longer used and abused for our entertainment or to produce the foods, clothes, meds and products we consume.Where all humans are connected with nature once again.Does she believe in fairy dust? Absolutely!She also believes in the power of people and our ability to create change together.*****Born and raised on Long Island, New York, Jess learned from her parents to respect nature and all animals.She went on family camping trips, helped her mom care for and release rescued wild animals and worked as a vet’s assistant and caretaker during high school and college.In 1995, she moved to Germany and currently lives just a few blocks away from a forest rich with wildlife and spiritual beauty.Not only does she enjoy writing and voice acting, she also helps nature-protecting visionary leaders create an impactful non-manipulative marketing strategy at Ethical Brand Marketing.In the summer of 2022, Jess was shortlisted for the Lush Prize 2022 in the category of ‘Public Awareness' for ‘Lily Bowers and the Uninvited Guest’ which is also available in German, Italian and Polish.Read more about her work here: jesslohmann.com

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    Anteprima del libro

    Lily Bowers e l’ospite inatteso - Jess Lohmann

    1

    L’INSEGUIMENTO

    Correndo più veloce che poteva, Lily riusciva a stento a fare entrare l’aria nei polmoni e il suo cuore si contraeva sempre di più ogni volta che provava a respirare.

    La sua vita era in pericolo, ma le sue lunghe gambe non riuscivano a muoversi più in fretta di così. Era tutto inutile!

    Agitava le braccia all’impazzata cercando invano di guadagnare velocità. Non aveva il coraggio di voltarsi indietro per vedere se lui la stava ancora inseguendo.

    Ma lui c’era eccome.

    Anzi, la stava rapidamente raggiungendo. Non solo era enorme, ma anche agile.

    Lily schivava i tronchi degli alberi così come le libellule sfrecciano sull’acqua, eppure non riusciva in alcun modo a seminarlo. Ma ormai era a casa. Forse poteva farcela! Pregava di riuscire ad arrivare alla porta d’ingresso.

    Anche se conosceva questa parte della Reinhardswald, una delle foreste più grandi della Germania, meglio della cantina di casa sua, non riconosceva nulla. E questo la spaventava ancora di più.

    Dov’è l’abete? Dov’è quella quercia immensa? E il fiume? E il profumo dolce dell’acero?

    Tutte le cose della foresta a lei care non c’erano più.

    Aveva ancora l’aspetto di una foresta, ma non la sua. Sembrava diversa, in un mondo diverso, abitato da creature diverse. Creature spaventose e grandi.

    Appena sentì che lui la stava raggiungendo, Lily gridò. L’affanno tonante e spasmodico del suo inseguitore affievolì ancora di più la speranza di riuscire ad arrivare a casa.

    Un rigagnolo di sudore le attraversò la fronte e si mischiò con lacrime di paura assoluta.

    Saltò più in alto che poteva per evitare un tronco d’albero che giaceva di traverso sul sentiero. La punta di una scarpa si impigliò in un ramo, così Lily cadde rovinosamente per terra.

    «Ahhhhh!»

    Si era slogata una caviglia. Adesso niente avrebbe potuto salvarla.

    Attraverso le fessure dei suoi occhi semichiusi, vide la saliva del bruto colarle sul mento, ma non ebbe il coraggio di sollevare la mano per asciugarsi.

    Lui, sovrastandola, spalancò la bocca, mettendo in mostra i denti affilati. Un ringhio sordo coprì il suono del cuore di Lily che batteva all’impazzata.

    Lily provò a muoversi, tuttavia dimenarsi non serviva a nulla. Quell’essere enorme pesava almeno il doppio di lei e qualsiasi movimento avrebbe potuto spingerlo a fare qualcosa di peggio.

    Era in trappola, o per meglio dire, paralizzata.

    Lui digrignò i denti di nuovo, ringhiò come un cane rabbioso e si fece indietro per prepararsi ad avventarsi su di lei.

    Lily contrasse il corpo dalla testa ai piedi.

    Mhmm, cos’è stato?

    Si guardò intorno. Era buio e c’era silenzio. E si trovava al sicuro, nel letto di camera sua.

    È stato un sogno? Oh, grazie al cielo!

    Lily inspirò profondamente e si asciugò le perle di sudore dalla fronte. Le tremavano le mani, e il suo cuore batteva come i tamburi delle danze tribali africane.

    Voleva alzarsi, ma non lo fece perché il buio pesto era troppo inquietante. Si rannicchiò sotto le coperte e provò a riaddormentarsi.

    È inutile!

    Era troppo scossa da quell’incubo per riuscire a dormire. Accese la lampada da lettura e prese il libro che voleva finire entro due giorni, prima dell’inizio della scuola. Era arrivata solo a metà, quindi tanto valeva che lo finisse adesso. Domani non avrebbe avuto tempo perché sarebbe andata con i suoi genitori al luna park, una delle sue attività preferite.

    Le lettere e le parole sulla pagina si mescolavano tra loro davanti ai suoi occhi, formando figure sfocate: non riusciva nemmeno a concentrarsi sulla lettura. Lasciò perdere il libro e si raggomitolò come un pangolino impaurito, strizzando gli occhi nel tentativo di chiuderli, per poi riaprirli quel tanto che bastava per leggere l’ora sulla sveglia. 5:24.

    Uff. Era una novità per lei avere paura del buio a tal punto da non alzarsi dal letto quando la sveglia avrebbe suonato un’ora dopo.

    Non si era mai sentita così. E non voleva che succedesse mai più. «Driiiiiiin. Driiiiiiin. Driiiiiiin.» Guardò l’ora. Le 6:30. Finalmente, grazie MILLE!

    Anche se quel giorno si era divertita con i suoi genitori sulle montagne russe, a mangiare il gelato e a guardare gli spettacoli, Lily non riusciva a smettere di pensare all’immagine di quella figura orripilante che incombeva su di lei. Le faceva più paura delle montagne russe e della casa dei fantasmi messe insieme.

    Appena tornarono a casa, Lily andò in camera sua e si stese sul letto pensando ancora al suo sogno.

    Oh no... E se quello era un segno per dirmi che c’è qualcosa che non va? Nella mia foresta? Che significato aveva quel sogno?

    Ormai troppo preoccupata, decise di assicurarsi che fosse tutto a posto. Era ancora giorno, quindi chiese il permesso ai suoi genitori di andare nella foresta.

    «Va bene, ma torna a casa per le sette e mezza. Le sai le regole, e

    poi domani ti aspetta una giornata importante!» disse la mamma.

    «Grazie, mamma!» Uscì di casa correndo così in fretta e furia che non prese la giacca. Appena arrivò in mezzo al bosco, si fermò e fece un respiro profondo.

    Ahhhhhhhh, molto meglio. Immediatamente, si sentì di nuovo tranquilla.

    Era nella sua foresta, il luogo al mondo che preferiva in assoluto.

    Guardò dietro gli alberi e uscì anche un po’ dal sentiero, ma non c’era nulla che le sembrasse insolito. Non c’era alcuna creatura spaventosa.

    Adesso il sogno era solo un ricordo di qualcosa che non era accaduto.

    Sollevata, andò al fiume e si sedette a lungo su una grande roccia.

    Una libellula catturò la sua attenzione. Gli occhi di Lily la seguirono nel suo ronzante andirivieni sul pelo dell’acqua. All’improvviso, la libellula si fermò a mezz’aria, si girò e puntò dritto verso Lily finché si ritrovarono naso a naso. Lily subito sussultò, ma poi rimase immobile per non disturbare la sua visitatrice. I suoi occhi erano leggermente incrociati, quindi la libellula si fece un po’ indietro come se volesse aiutarli a mettere a fuoco.

    Lily sorrise di fronte a quella scintillante bellezza dal colore blu fluorescente, così porse cautamente un dito come piazzola di atterraggio.

    La libellula ci si posò sopra, aggrappandosi con le sue pungenti zampette nere, poi batté le ali disperatamente, come se stesse cercando di sollevare Lily, che, scoppiando a ridere, si alzò in piedi per farla divertire un po’, ma lei volò via. Zzz... zzz... zzz... Volteggiò qualche volta, quindi ricominciò ad acchiappare tutto ciò che c’era di commestibile sulla superficie del fiume.

    Insetti meravigliosi, queste libellule. Le venne in mente di avere visto un documentario sulle loro incredibili abilità nella caccia e nel volo.

    Una brezza fredda soffiò su di lei e in quel momento avrebbe voluto avere la sua giacca. Strofinò le mani ripetutamente sulla pelle d’oca che le si era formata sulle braccia, poi guardò l’orologio.

    Oh... oh, sono in ritardo. È meglio che vada subito a casa!

    Mentre ripercorreva diligentemente lo stesso sentierino che aveva creato poco prima camminando nel bosco, il fango schizzava da sotto i suoi stivali di gomma. La pista si insinuava fra i tronchi degli alberi come la traccia di un serpente nella sabbia.

    Il suo telefono fece un bip e interruppe la sua concentrazione.

    ‘Lily! Ultimo avvertimento! È ora di tornare. Devi prepararti per andare a letto!’, c’era scritto nel messaggio di sua madre.

    Adesso doveva proprio andare. Le ombre degli alberi incombevano su di lei, ma non le dispiaceva perché questa era la sua foresta; era il luogo in cui passava il suo tempo libero a cercare di scoprire ogni pozzanghera, ogni radice di albero e ogni fiore selvatico.

    Camminava a fatica sul sottile tappeto di foglie che avevano appena cominciato a cadere per terra volteggiando dalle querce e dai faggi colossali che la circondavano.

    Si fermò rimanendo immobile sulle proprie orme, chiuse i suoi grandi occhi color nocciola, piegò la testa all’indietro e respirò profondamente. Ah, il profumo dolce dell’acero. Questo era il punto in cui Marley, l’unico acero sul sentiero, si stagliava trionfalmente.

    Lily non aveva dato un nome a tutti gli alberi della sua foresta, ma ne aveva selezionati alcuni che le pareva ne meritassero uno. C’era il vecchio Eldridge, quella grande quercia bitorzoluta che si trovava da sola nella piccola radura. E poi c’era Bernie, la betulla che una volta, in estate, stava cambiando la corteccia e un pezzo enorme si staccò dal tronco e cadde in testa a Lily.

    Il sole si stava lentamente congedando, salutandola fra i rami che tappezzavano quasi del tutto il cielo. Per vedere meglio, Lily accese la torcia del suo telefonino e continuò a seguire il sentiero.

    Domani è un grande giorno. Un giorno davvero importante. Mai più scuola elementare. Non dovrò più sopportare i piagnucoloni di prima o di seconda. E neanche quei maschiacci sfacciati, scalmanati e chiassosi. Non vedo l’ora di andare nella nuova scuola.

    Sì, domani, finalmente, avrebbe cominciato la scuola media. Andare a scuola nello stesso edificio di quelli di quinta superiore sarebbe stato strano. Era talmente spaventata ed emozionata che le sembrava che lo stomaco stesse facendo le capriole su un tappeto elastico.

    Non avere paura. Dette un calcio a un rametto facendolo volare per aria. Ricorda: le cose non sono mai così brutte come ci si aspetta. Almeno, questo era quello che diceva sua madre: che sarebbe stato proprio come quando si erano trasferiti in Germania dal Colorado, negli Stati Uniti, dopo che suo padre aveva trovato un nuovo lavoro. In men che non si dica, avrebbe avuto di nuovo un sacco di amici e si sarebbe dimenticata delle sue preoccupazioni.

    Andrà tutto bene. Questa nuova scuola sarà bellissima. Prima o poi, ci avrebbe dovuto credere.

    La sua maestra delle elementari, la signorina Flens, era stata l’insegnante migliore del mondo e Lily ne sentiva già la mancanza. Sarà buona la mia nuova insegnante? O sarà severa, come quella supplente, la signora Come-si-chiama? Ce la siamo dovuta tenere per quattro mesi. Bleah!

    Sarebbe tremendo se fosse così.

    Con la testa a penzoloni e la lunga frangia che le copriva gli occhi, Lily serpeggiò qua e là fra gli alberi, oltrepassando la piccola radura che presto sarebbe stata piena di colori autunnali. Scese con destrezza dalla collina ricoperta di fango scivoloso e girò attorno a un grande abete che svettava sopra la roccia piatta sulla quale si era seduta, poi si infilò nel varco che aveva aperto tra i folti cespugli che si estendevano fino al giardino di casa sua.

    Quei cespugli erano l’unica cosa che separava casa sua dalla sua bellissima foresta. Sicuramente non proteggevano molto dal cinghiale che girovagava di notte, ma a lei non faceva paura.

    «Basta che non ti avvicini troppo o che li minacci, e loro non ti fanno male. Se uno dovesse caricarti perché sei troppo vicina, spostati all’ultimo momento per confonderlo, trova un bastone grande per proteggerti, arrampicati sul primo albero che vedi, poi mi telefoni e io ti vengo a prendere», le aveva detto la mamma più volte. Si era anche raccomandata di non trovarsi nella foresta quando era buio.

    Semplici regole che Lily aveva sempre rispettato. Fino a questa sera.

    2

    IL NUOVO AMICO DI LILY

    Il fatto è che non si sentiva pronta ad andare nella scuola nuova domani. Il desiderio di prolungare il più possibile la sua permanenza nella foresta per sentirsi al sicuro era un buon motivo per infrangere, solo per questa volta, una regola.

    Non è che a casa non si sentisse al sicuro. È che solo la foresta le offriva qualcosa che molti umani non erano in grado di offrire: la tranquillità. E un mondo completamente diverso. Un mondo di pace e natura. E bellezza pura.

    Lily riusciva a trovare la bellezza in ogni essere vivente. Anche da piccola era affascinata dagli insetti minuscoli che camminavano o che volavano. Oppure, dai ragni che costruivano le loro ragnatele.

    Ma soprattutto, amava i suoni della foresta: il cinguettio, il fruscio delle foglie autunnali quando si staccavano dagli alberi, il richiamo dei rapaci in lontananza. E quando di notte c’era completo silenzio, a volte riusciva a sentire l’ululato di un lupo.

    Il timore degli uomini nei confronti di questi animali si era attenuato dopo che, verso la fine dell’Ottocento, i lupi furono sterminati per mano dei cacciatori, facendo piombare le foreste tedesche nel silenzio. Tuttavia, adesso stavano fortunatamente cominciando a riapparire e ciò faceva straripare di gioia il cuore di Lily.

    Suo padre le diceva sempre che era stata cresciuta da una famiglia di lupi, perché passava tutto il suo tempo libero nel bosco, a volte in compagnia dei suoi genitori o degli amici, ma molte altre volte da sola.

    Appena entrata in casa, Lily sentì sua madre tirare un sospiro di sollievo, seguito immediatamente da un rimprovero: «Ti avevo detto di non stare fuori così tanto. È troppo pericoloso, Lily!»

    «Ma non era ancora buio del tutto. La foresta non è pericolosa.

    Ma va bene, scusa, mamma. Non mi sono accorta dell’ora».

    «Non accorgersi dell’ora non basta! La prossima volta che sei in ritardo, ti metto in punizione, hai capito?»

    «Sì, mamma. Scusa.» disse Lily abbassando la testa.

    Suo padre stava leggendo il giornale sulla sua poltrona, alzò lo sguardo e le fece l’occhiolino. Lily gli rispose nello stesso modo e andò di sopra a prepararsi per andare a letto. Quando si trattava di cose del genere, il papà era sempre e di gran lunga più calmo rispetto alla mamma.

    Più tardi, i suoi genitori andarono di sopra per rimboccarle le coperte.

    «Mamma, come ti sentivi il giorno prima di cominciare la scuola media?»

    «Nervosa come un gatto nel trasportino mentre va dal veterinario. Ma non c’era davvero motivo di esserlo. I miei insegnanti e i miei compagni di

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