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Emozioni Pubbliche
Emozioni Pubbliche
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E-book108 pagine26 minuti

Emozioni Pubbliche

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[...] Non mancano inoltre delle liriche dal sapore fumettistico o futuristico, in cui il verso, su indicazione dell’autrice, può esser letto in/da direzioni diverse. Un’altra grande lezione antropologica offertaci in maniera giocosa: la realtà non è mai univoca, dipende sempre da quale punto di vista la si osserva. Ognuno, dal suo angolino di mondo, ha una prospettiva differente, ma spesso non è in grado di vedere al di là del suo naso, e preferisce chiudersi nelle botteghe oscure della presunta verità! Situazione oltremodo peggiorata dai social media, depositi supremi di assunti tautologici, in cui ognuno, a colpi di tastiera, dispensa aforismi incontestabili che uccidono il dialogo e fomentano l’odio. 
Emozioni Pubbliche rema invece controcorrente, vuole essere un luogo di incontro e di comunione con l’altro, di abolizione di ogni settarismo. Questa è una poesia nazional-popolare che desidera arrivare a chiunque sia disposto a mettersi un po’ in gioco, a sedersi al tavolo con gli altri per dividere l’enorme quantità di cibo per la mente che la scrittrice ha voluto regalarci.

Erika Mai è nata a Casale Monferrato il 27 marzo del 1995. Proseguiti i suoi studi in ambito scientifico, si laurea in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino e consegue il Master di II livello in Additive Manufacturing. Ad oggi lavora come ingegnere aerospaziale nell’ambito dell’aeronautica e della produzione additiva. Fin dall’età di nove anni nutre una grandissima passione per la poesia e scrive in versi i propri pensieri. A 27 anni decide di renderli pubblici, in questa prima silloge.
 
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2022
ISBN9788830673236
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    Anteprima del libro

    Emozioni Pubbliche - Erika Mai

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di Lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena

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