Tempo, archetipo dell’orologio strumento che possiede e definisce attimi d’infinito
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Info su questo ebook
Giungerà in un luogo mistico, una destinazione tracciata e nascosta, dove gli appartenenti a un antico ordine gli riveleranno un indicibile segreto…
Riconciliandosi col tempo passato e risolto il tempo delle domande, l’uomo non avrà più timore di essere schiavo del tempo ma comprenderà d’esserne il custode e questo stravolgimento di prospettiva segnerà per sempre il prosieguo della sua vita.
Andrea Bertone nasce a Gallarate nel1976). Dopo gli studi superiori in elettronica e telecomunicazioni, si laurea in Scienze della Comunicazione e dell’Innovazione del Territorio, a Varese. Curioso e da sempre appassionato e attratto dai grandi misteri irrisolti del mondo e dell’Uomo, ormai da anni intraprende autonomamente studi e ricerche volte a scoprire (o almeno a cercare di farlo) occulti enigmi, sia scientifici che teologici ed esoterici.
Cultore del mondo dell’ingegneria orologiera e della micromeccanica, ha realizzato da autodidatta piccoli apparati per la radiocomunicazione.
Questa è la sua prima pubblicazione.
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Anteprima del libro
Tempo, archetipo dell’orologio strumento che possiede e definisce attimi d’infinito - Andrea Bertone
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
INTRODUZIONE
"… L’eterna corrente trascina sempre con sé tutte le epoche
attraverso entrambi i regni e in entrambi li sovrasta…".
Eterna Corrente - prima - Elegie Duinesi di Rainer Maria Rilke
"Tutti gli infiniti istanti della vita terrena dell’uomo,
sono solo piccoli attimi di continua ed eroica resilienza;
che, saggiamente, egli utilizza per assecondare,
quasi ingannare, il perpetuo, incessante
fluire dell’eterno tempo…".
Lo scrittore Alberto Moravia amava affermare, sostenendo una propria romantica narrativa, che la lettura di un libro rappresenta, per il lettore, un’azione attiva e coinvolgente. Azione diametralmente opposta, ad esempio, alla visione da parte di uno spettatore, di una pellicola cinematografica. Il lettore intento ed assorto nella lettura di un libro, deve necessariamente immedesimarsi nel libro stesso, cercando con la mediazione della propria fantasia e dei propri sentimenti, d’immaginare, fantasticare e visualizzare una storia. Deve insomma fare una sorta di traduzione, di decifratura dalle parole lette, in proprie personali emozioni, uniche, perché nobili rappresentanti della straordinaria soggettività propria d’ogni individuo.
Uno scaturire e riaffiorare d’una moltitudine vorticosa di forti emozioni, magari sopite dai fatti del nostro quotidiano, dimenticate o addirittura sconosciute, che evocano e fanno nascere o rinascere intensi e vibranti sentimenti. Ora, con il tramite della lettura di un anonimo testo, di uno scritto, queste personali emozioni e questi sentimenti riaffiorano, sbocciano, come nuova energia veicolata dalla magia delle parole.
Perché un libro emoziona sempre e comunque. Bisogna possedere però una corretta chiave di lettura ed interpretativa dello scritto, avendo così l’accesso a tutti i suoi segreti, anche i più nascosti.
Libro quindi, come elemento materico, fisico, cartaceo, che ha magistralmente saputo, con la propria storia, riaccendere il nostro personale ed unico lume della fantasia, accompagnandoci in un fantastico viaggio dall’ignota destinazione.
La totale neutralità di una singola consonante o vocale, diviene invece messaggio compiuto, comunicazione pura, sublimazione della lingua; nel momento stesso in cui una di esse si lega con altre sue simili, creando le parole. Parole che susseguendosi, le une accanto alle altre, figlie d’umani e mortali pensieri, creano, generano, comunicano, elevano un concetto, rendendolo visibile, scritto; consegnandolo all’eternità immutabile del tempo.
Mi piace sovente fantasticare e creare nella mia fantasia, immaginandolo, un luogo etereo; sospeso nell’ignoto, immobile tra le pieghe del tempo. Un magico luogo nel quale fossero presenti, vive
, tutte le possibili combinazioni ottenibili tra i fonemi. Beh, quel fantastico luogo, senza nome, custodirebbe tutte le parole esistenti nella lingua italiana, tutte quelle oggettivamente ottenibili. Ivi, sarebbero presenti, quindi, tutte le infinite risposte ad altrettante infinite domande, nessuna esclusa. Tutte quelle umanamente concepibili…
Un libro rappresenta dunque un meraviglioso viaggio, magari introspettivo, alla scoperta o riscoperta di un qualcosa magari d’intangibile, astratto, anche trascendente, che potrebbe persino nutrire alcune nostre scelte di vita, reindirizzandole magari verso mete inaspettate, inesplorate o prima neppure concepibili.
La scrittura è in sé, un atto altamente creativo. Possiede l’enorme, unico e raro potere di dare consistenza materica al volatile e sfuggente parlato verbale. Come in una specie d’antico e misterioso rito, una sorta di processo alchemico, a noi sfuggente, proteso prima alla creazione astratta, mentale delle immateriali idee, poi alla traduzione delle stesse in segni di un sistema alfabetico, codificato: le lettere. Tale processo, forse, potrebbe essere anche similare alla creazione prima astratta, mentale, e, solo successivamente materica della nostra stessa realtà quotidiana; di tutto ciò che la caratterizza e con la quale noi uomini, siamo in un perenne, umanamente incomprensibile e misterioso rapporto simbiotico…
Con questo mio scritto, vorrei cercare d’inoltrarmi nelle zone d’ombra, in regioni un po’ oscure, dimenticate, al confine del nostro immaginario, dove vivono però antiche conoscenze, popolari saggezze, verità dimenticate o bandite; forse perché scomode o troppo grandi e fantastiche per essere umanamente comprese, diffuse, apprezzate, utilizzate e tramandate…
La scintilla che ha fatto scaturire tutto, è stata quella della continua ed incessante ricerca, da parte mia, della conoscenza, della verità; quella assoluta però, indecifrata ed indecifrabile¹…
La mia ferrea convinzione mentale, sensoriale, emozionale ed anche fisica, della presenza di un tutto
superiore, composto, azionato e regolato da forze, energie, leggi meccaniche e cosmiche, che governano da sempre gli infiniti ed assoluti processi dello spazio e del tempo, definendo perpetualmente la nostra personale realtà quotidiana, da noi vista e vissuta solo parzialmente.
Vorrei anche andare oltre il momentaneo benessere, l’effimera soddisfazione del mero possesso ed accumulo di ricchezze; di cose materiali, che leniscono solo nell’immediato e per breve tempo, quell’astratto ed immotivato bisogno d’avere, di possedere che, sulla Terra, contraddistingue solo il genere umano.
Vorrei invece, al contrario, possedere quelle conoscenze universali sulle leggi astratte e sfuggenti che regolano da sempre la fine, complessa e precisa meccanica del cosmo, la cui comprensione sublimerebbe l’essere umano, mettendolo in armoniosa simbiosi con il Creato, con quell’immateriale Tutto
, del quale anch’egli, inconsapevolmente, fa parte; ricoprendone, tra l’altro, un ruolo di prim’ordine.
La parte iniziale del libro analizza alcuni aspetti inerenti alla società moderna e post-moderna, la globalizzazione, l’alienazione e l’invasivo, imposto e pervasivo utilizzo della tecnologia nella quotidianità degli individui.
Scaturisce poi, da parte mia, un’improvvisa volontà di ribellione da tante situazioni quotidiane divenute ormai insopportabili, a causa dell’alienazione veicolata dalla modernità e dalla globalizzazione, che hanno via via sempre più inghiottito
, annullandole di fatto, le nostre stupende ed uniche singolarità e peculiarità d’esseri umani senzienti.
Tale astratta volontà, si è poi materializza nel concreto; manifestandosi all’improvviso sotto forma di un viaggio reale, ma nel contempo simbolico; fatto quasi interamente in treno, verso nord, percorrendo molti chilometri e scoprendo infiniti luoghi particolari…
Esperienza che mi ha portato anche e soprattutto a compiere uno stravolgente e personale viaggio interiore, alla ricerca e riscoperta di mie personali verità possedute, che, forse per timore o paura, non sono mai state interrogate; volutamente lasciate accantonate, relegate in perenne quiescenza, probabilmente per una personale, forse involontaria forma d’autoprotezione e tutela…
Verità che solo dopo molti anni d’esperienze, belle e brutte, veicolate dalle soggettive vicissitudini della vita di ciascuno di noi, rendono veramente maturi; adulti e saggi uomini, liberi da condizionamenti imposti da sterili e vuoti cerimoniali, costrutti di un banale ed inutile estetismo, figlio solo di un più ampio vuoto emozionale…
Peculiarità importante, principale del mio viaggio, sono stati gli incontri. Svariati, speciali. Incontri con persone prima sconosciute, divenute poi familiari grazie al fato, al caso, alla coincidenza; o forse mediati dal destino, da ignote forze che orchestrano nell’ombra il nostro percorso di vita terrena.
Esseri umani che con le loro proprie ed uniche singolarità, mi hanno portato sconvolgimenti, recidendo, alcune volte di netto, certe mie consapevolezze e certe consuetudini ferree date da insegnamenti imposti, rivelatesi poi, in un attimo, inconsistenti; annientati, vaporizzati dalla luce intransigente del perenne lume della conoscenza e della ragione, che rende gli uomini veramente liberi d’essere e d’agire!
Mi sono poi trovato, invitato ed accompagnato da un misterioso personaggio, in un luogo sperduto tra le montagne; un